Nuova Repubblica - anno V - n. 8 - 24 febbraio 1957

2 l'l'ALIA i>OLl'l'ICA LAPALLA DIVENEZl"A C ON LA conclusione del Congresso cli Venezia, si è aper– ta per il PSI una fase di asscstnmonto interno e di pili distesa chiarifica.zione dei rapporti con gli altl'i pal'titi. L'assestamento interno ha già assunto diversi ;lspelti. Nenni non ha preso solo formalmente la cnra del- 1'.4 vanti!. Il giornale, che negli ultimi due mesi l'ffeva ai::;sunto pi11ttosto l'aspetto di un organo interno che di una tribuna socialista dinanzi al paese, si è rinfrancato. Si sentisse o no gi~ l'impronta di un nuovo supervisore, anche _lapagina di comrnomorazione c,nducciana è riuscita parlicola,mente nutl'ita; e neretti e repliche hanno acqui– stato un ton.o più sicu1·0 1 più rappresf'ntativo di tutto il 1mrtito 1 sulla misura delle conclusioni di Vener.ia.. Sap– piamo poi che si \'Ìene discutendo una ripartir.ione di at– tribuzioni all'interno della Segreteria, e che si sta per dar corso alle fun:tioni di De Martino, nell'ufficio di tramite attivo tra la politica della Segreteria e le opcra;,;ioni del– l'apparato. All'esterno, si sono prodotti nel. corso dell'ul– tima settimana due fatti: l'astensione al Senato sulle que– stioni del 1nercato comune, e le dimiszioni di Emilio Lussn da presidente del direttivo senato!'iule del partito. L'asten– sione ha costituito un atto politico eccessintmenle esan– gue. Non si assumono, come si sono nssante, in congresso, posi:tioni veramente nuove nei riguardi dei problcrni eu– ropei, per comparire poi, alla prima dichiaraz;ione di voto, privi di una precisa giustific_i\7..io~e doll'nstensione: una giustificazione, intendiamo, di merito e non semplicemente cli principio. Quanto alle dimissioni di Lussu, esse appaio– no abbastanza naturnli, e provano ancora una volta. la naturale e provata correttezza dell'uomo. Pjù importanti sono state le reazioni del partito vèrso l'esterno. Soprattutto il tono del giornale dù a vedere una serena attesa cli come dagli alfri partiti venga rilanciata la palla di Venezia. E qui il PSI ha ragione di aspettare cl10' 1a questiono si chiarisca da sè, da parte ·dei partiti governativi. Nel settore governa.tivo 1 la prima reazione di qualche peso è stata quella democ1·istiana. Non alludiamo a Go. nella, perchè, sebbene egli veda giusto, non da lui dipen– dono le decisioni dèl partito. Conta, invece, il parere di Fanfani, il quale ha giuocato il ruolo della dehtsion.e: ùelusione di scoprire che il PSI sia 1·imasto un partito so– éialista, il quale continua ad appellarsi a Marx, e a. pro– porsi un indil'izzo classista. Questo giudizio sarebbe di per sè da cestinare (altrettanto lo sarebbe un verdetto sociali– sta che suonasse: ]a DC è irrimediabilmente un partito cattoli~o), se non equivalesse alla dichiarazione politica che nulla è mutato a Vene;,;ia. E' un modo di far politica come un altro: non è detto che sia del tutto conforme allo stesso dettato dol Congresso di Trento, dove, è ve1·p, si è mutata in ultimo la mozione, per rendere anche più duro l'atteggiamento del pai-tito nei riguardi del processo di unificazione soci8lista 1 ma non si era con questo assunto l'impegno di non esaminare i fatti nel loro contenuto di novitù. · Ma questa giunge, prirna o poi, ad imporsi da sola. \'a reso un ape·rto riconoscimento alla funzione di propulsore, che Ugo La. l!i•Ialfa ha assunto nei riguardi della politica centrista. Determinondo la sospensiva del sostegno repub– blicano al governo, si è ini;,;iato un processo, che, se non .può essere conclusivo di per se 'stesso, sommuove una situa;,;ione, che gli altri partiti non possono non conside– rare compromessa. E fra questi, si sa che il più lento a muoversi è il più debole: il socialdemocratico (non attri– buiamo questa incomoda posizione a.i liberali, che avreb– bero eventualmeute qualche cosa da guadagnare da 1.1na crisi, portandosi all'opposizione 'di destra, e convoglian– done i voti in un alveo costituzionale). Mentre infatti, in ultima .analisi, i democristiani possono procedere al mono– colore, i socialdemocratici, portati sul punto di scegliere tra la versione bonomiana dei p~tti agrari e una rottur~ che li av,·ierebbe s~nza ritorno all'unificazione {questo è . fo.tla 1 come si)ppiarno, di convergenze: la pl'ima, sui patti agrari, sarebbe esfre1uaniente significativa per la sua tem– pestiv!tù), esitano 1 e attendono che altri levi per loro le castagne d:d fuoco. E non è <letto che non abbiano a riu– scirvi: se gli rnneru.larnenti Pastore, in ultimo, ricevessero un c1·isrnn anche pnrziale da l?anfani, o se si ricorresse ad llll nuovo insabbiame:,l'o (magari divergendo l'attenzione parlamentare dai pnt.ti agrari sul progetto i\Ierlin), Sara– gat, sempre pili solo nel st:o partito .a voler procrastinare l'unificazione, riceverebbe nuovo respiro per le sue esita– ~ioni. Sa.rel1be un indubbio inconveniente anche per il PSI, che, quanto pili discutibili sono apparse le conclu– sioni elettorali <li Venezia, tanto più ha urgenza di dare un avvio concreto alla politica che la mozione congl'Cs– suale sancisce. C'è stato, infine 1 un nuoyo chiarirnento con i coffm~ nisti. Il documento della direzione del PCI contiene più rammarico che consenso per Venezia. Conta assai poco, che si saluti fol'malmente ogni nuovo passo verso l'unifica– zione, come una rimarginatura della scissione del '47. E' asfl-ai più nolevole tntto quanto si dice a proposito del dis– senso trn i due pa1-titi. ~ul mo.do di giudicarn i fatti d'Un– gheria, e di dedurne delle conclusioni politiche. Circola nel documento comunista l'ttccusa larvata del passaggio del PSI al can1po av,·erso. Jn bre\'e: non siamo alle esplosioni cli sdegno cli Pajetta, che pare anzi in fase a11tocritica; ma ad u;1a tappa diplomatica, in cui, mentre si esita a staccarsi da.i socialisti e si fa un pallido sorriso a cattivo . giuoco, si vuole aver· l'a1·ia. di essern sen-1p1•ealla testa della unica possibile politica del movimento operaio. Perciò la replica di Nenni ci sembra calzante: non solo perché r.i– ,·endica. la legiltirnith di un parere non c0Dfo1·mi:stico e sen;,;a secondi fini nei rigunrdi della politica sovietica, ma. pel'Ché conrenna l'originalità cli una runz;ione socialista ormai sciolta dagli impegni del frontismo. 8iamo alJ'inizio di quella montagna di n1ggino previ– sta da Bevan a Venez;ia? Si può credere che dHll'una e dall'altra. parte vi san\ ruggine, e vi san\ anche per qual– che tempo un vento di prudenza per disperderla. Vi sono situazioni di falto 1 specie al livello sindacale, che non consentono rOtture sul piano della classe. Le ele;,;ioni in– terne in corso, e quella più massiccia che si prepara a Torino alla FIAT, prescrivono per ora l'indissolubilità del vincolo sindac.fl.le, anChe al di fuol'i di decisioni di mas• sima, come quelle stabilito a Venezia. A Mihmo la CGIL ha avuto una ripresa. non minimizzabile all'Alfa-Romeo; a 'l'orino, la disgra;,;ia che pesa sulla FlOM nella batta– glia per le. ele?,ioni alla FIAT, si produce, per {]uel che riguarda il comportamento dell'azienda, su quel piano di discriminazione anticigiellistica, sul quale i socialisti deb– bono la pù stretta lealt1\ e solidarietìl ai comunisti. Ecco perché non bisogna affreita1·si à. dedurre, dallo scambio di note tra 'l~ogliatti e Nonni, più di quello che ci sia. Tut– tavia ci sembra che a poco a poco l'opinione pubblica ve1·rà abituandosi ad una realtà che, so non ha gli esatti contorni della riuscita ideologica sen'za residui, dovri't in– fine risultare comprensibile nel suo stato di necessità e di pubblica chiarezza. ALADINO LET.TERE AL LA FOGLIA DI FICO C~ro Codignola, Il Mulino è uscito nel primo numero di quest'anno con un editortale che prefigura, nella interessante rivista di Bologna, 1ma piattaforma di incontro fra cattolici e laici. Siamo nell'ambito di un.a dichiarata attesa di K apertura a sinistra»: gover,io coi democristiani, su posizioni di Jorza deJ PSI. ..;: L'altra formula, l'« alternativa socialista•• c11e mi pare tu abbia per primo chiarificato, in quello che era per il passato (lo «slogan» di Nenni del '53) e In q,uello che dovrebbe i:,ssP-re per t' futuro (il partito d'opposizione CO· stituzionale o dt ricambio alla DC, nella teorizzazione di Lelio Basso) attende un approfondimento ideologico e politico, da pa.rte deglt amici di UP e degli stessi so– cialisti di ambedue i partiti, che non può ess.ere più oltre protratto. .... ersonalmente, sono per l'« alternativa». Ma non po– tremo mai pervenirvi, se non cl porremo con franchezza il problema dei rapporti fra socialisti e cattolici. Quali garanzie il nuovo PSI darà ai cattolici che non credono più nella possibilità della DC di sganciarsi dalle qerar• chie ecclesiastiche e dai monopoli economici? Per il momento mi limito a passarti una lettera di un dc passato recenteniente al PSI; mi pare un docu– mento significativo che merita u11a divulgazione fuori dalla ristretta provincia vciltellinese. Cerchiamo di non deludere i pochi Revelli che hanno passato Il Rubicone e i molti che attendono il momento buono per farlo, dopo che i fermenti interessanti della corrente della «Base» sono stati stroncati dal ricatto (tdeologlco < materiale) degli uomini cli Fanfani. * Egregio dfrettore, lberto Bava.stro Era. a me noto che in Cielo si fa pili festa per un peccatore che si converte che non per novantano\'e giusti. Ori conosco che nella DC avviene il conh·ario. Infatti Eros (uno pseudonimo dietro cui si nascondo un noto esponente della DC cli Sondrio) sul Corriere della Valtez:.. lina (settimanale della DC di Sondrio) comunica che io sfùei passato dal campo cristiano a quello marxista. E commenta: <t. Finalmente » ! Piccolo episodio ma significativo. Vero è che io non sono uscito dal carnpo cristiano, ma dal campo dove impen·ersano i vari « Eros > i quali per difonclere una loro politica e tener legata a quella le masse cattoliche non esitano, secondo il solito stile, ad adoperare il cristianesimo usandolo a copertura di ciò che eri– stiano non è. E' l'equivoco che ho sempre cercato di combattere. (1 'it) nuova repubblic;, SCAMPOLI Au1lacia rivoluzional'Ìa MENTRE a Venezia, al congresso PST, « plau<livano, spettrali rapprosent1u1ti ·dcll'al di lit, alcuni mugiki antc-HH7 :> (fra cui abbiamo l'onorn di essere Rnnove– rali), « e mentre si ripetevuno fino all'osse-ssione gli sgual– citi ritornelli della vodka annacquata», a Padova accadeva qualche cosa di « audace, giovane, concreto, 1·ivolu~ionnrio, 1.imnno » (;ih, grande ombl'a e.li Marinetti, pardon di Ma– rinotti !). Sapete cosa? il convegno della Confìntesa, pro– . prio così, dominato dallo requisi;,,ioni contro « lo Stato Padrnne :> e « per la libera iniziativa>, tenute dal vice– presidente della Confindustria, MichelRngelo Pasquato, e dal conte Gaetani. Ci spiega Il Corriere della Na– zione del 12 febb1·aio: « audace, pet"Ché le forze della p.-oduzione hanno alzato la bandiera della fiducia in un ful uro dinamico; giovane, perché non ancorato a i::-mi pseudo-sociali; concr·cto, pe.i·ché sono stati proposti pl'O· grammi ol'ganici e att1wbili, purché non intederiscn lo Stato padrone; rivolnzionaJ"io, perché è stata postulata 11na. clt·n.coniana re,;isiono del'la attuale e retriva politica dello Stato padr·one etc. etc.:>. Vivaddio, anche il Corriere della Na=ione deve tro– varsi nelle cqndizioni di quelragricoltoro che - dice - « ogni anno che passa trovo una cambialo in più nel portafoglio e una mucca in 1neno nella stalla.». In qualche modo, bisogna pu t' arrangia1·si ! A noi l. La giusta causa I L CORRIERE D'JNFORMAZIONI del 13 febbraio ei :-;piega finalmente perché «Saragat pone, di giorno in giorno, per 1'unificHzione socialista, condir.ioni politiche che sembrano sempre pili esose,. Ecco: « Jn ogni circoseri– zione"elettorale i candidati socialdemocratici al Parlamento che raccolgono, di solifo, il maggior numero di preferen;,;e sono sempre pili deboli dell'ultimo eletto del PSI. Dunque l'unificai.ione è· obiettivamente un rischio per la socialdc– m(lcrat,ia ... E' necessario almeno che il PSDI sacrificandosi si sacrifichi per la sua causa giusta; dunque, occorre la gnranz;ia assoluta e anticipala che la causa sarà s.ernp1·è giusta ,. Più chiari di così!! E invece, proprio questo « non hanno capito né Magnani, né Codignola, né tutti quei socialisti che, pa1-teggi1rndo per il l')SI contro Sarngat, accentuano ancora gli squilibri esistenti e rnndono $elllpl'e pili difficile l'unificazione». l)unque - secondo Ronchey - il problema sta tutto qui: <parteggiare» per Saragat, onde consentire al mag– gior numero possibile di Preti e di Rossi del suo partito di avere il collegio bell'e caldo dal PSI. E poi si dice che il PSDI osteggia la giusta causa! DIRETTORE Ilo ce1·cato di combattei-lo prima di entrare nel par– tito, sì che pl'Oprio per qnosto il segretario che allora reg– geva la sez;ione cli Grosio cel'CÒdi impedirvi il mio ingresso. Ho cercato di combAtterlo al di dentro della DC facen– domi portatore delle ideo di Dossetti, Lazz;ati, La rirn. che· di certo marxisti noQ sono, e· che - i primi clue almeno - uscirono dal pa1·tito as.-:;ai pi·ima di me, sfidu– ciati di potervi operare utilmente dall'interno. Poi, dop'o il 7 giugno, mi feci p01-tatore delle idee di Cronchi, che nessuno si azz;arderebbe di chiamare marxista anche se la DC avrebbe preferito vedel'e eletto alla carica suprema dello Stato un uomo - certo rispettabilissimo -· ma più notoriamente legato agli ambienti della grande industria. Infine mi son fatto por-latore delle jdee della « Dase », la conente di Vanoni, di quel Vanoni il cui nome a scopi elettorali è sulle labbra di tutti ma il cui « piano» non ci si decide ad attua1·e perché urta contro interessi mono– polistici (forse anche male intesi) a cui la DC è sempr.e legata. · Una. lunga battaglia dunque la mia, combattuta senza risparmio di attività nella quale ho dovuto più YOlte illu– dermi che fosse possibile liberare i.l pmtito dal « com· plesso conservatoristico », norrostante j( diverso responso che mi veniva da un esame freddo e spassionato delle cose. E quando ho dovuto convincermi, mio malgrado, che non c'era niente da fare, come dove,·o comportarmi? Re– stare? Significava. ad un cel'to punto farmi complice di idee che non condivido. Il falto che io sia passato al PSI è solo nn documento della angos.ciata situa;,;ione in cui vengono ridotti i cottolici non disposti a ridune il Cristianesimo ad una foglia di fico che copre etel'ogenei intc1·essi. Sarh possibile fare qualche cosa di positivo da cattolici nel PSI? Io penso di sì; ma non è che una opinione che può anche essere errata. Perciò io non di~o ai lavoratori cattolici che ancora credono nella DC di venirne fuori. Restate pure, contadini valtellinesi, dal reddito n"lisel'l'imo. Restate pure operai dei cantieri di lavoro sebbene, non ostante la « Rerum Novarum >, continuiate sul mercato del 18.voro ad aver l'importanza di una « merce di poco pregio». Restate, ma battetevi con tutte lo vostre forze. Vi se– guono il mio augurio fraterno 'ed affettuoso, la mia intatta fiducia, le mie più fervide preghiere. Voi nella DC, io nel J?SI ci battiamo per le stesse cose: un'Italia _nella quale siano offed:e alla persona umana condi;,;ioni materia.li per essere concretamente libera. di realizzare, insieme ai suoi fini temporali, quei fini spi– rituali che le sono propri, quale creatura di Dio. Cesare Revelli

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