Nuova Repubblica - anno V - n. 7 - 17 febbraio 1957

-2 I T A JJ I A P O L I T I C A UN COMPROMESSO ACCORTO T RA'l'T:\ ~DO del congresso di \'enezia, conviC'tlO fors~ inron1in1.ciare dal fondo: cioè da quel conipro111esso politico, realizzalo negl"istitutl dol partito (clil'C– :,,,iono, f-l.i~grcl<H·ia, stampa, uffici organizzativi), grazie nl quale ò slnlo recuperalo quanto, nella sernfa del 10 fob– hraio, se1nbrò perduto, in credito e possibililù. pntliche del pnrt.ito. ] I rompr-orn1>.;so raggiunto fra tre f-l.uquattro de-Ile cor– renti dol·PS[ si presenta, com'è noto, sulla bnse S<'g11('nle: ] ) in clir<',done, Nenni passa, dal suo 33,3 per cento di « q11ot11ziono ;> elettorale, alla Tnaggionrnza assoluta; i bas- · sittni, con tre posti su 21; detengono un settimo d<'I peso dire~,ionale; mentre ne hanno poco meno di un soslo in co– mi lato contrule; i morandiani, che in quesln sede hanno raccolto il 31 per cento dei voti, passano nl cli sotto del 30 (Li;-;zad,·l jncluso, nl 33) in dil'ezione; i pe1·tiniuni non Jrnnno n1ppro,sontanzu. dire;,;ionale del lol'O J2,7 1wr conto di J)C!:lO in comitato centrale. li ricupero politico cli Nenni è_ stnto dunque qui fornito un poco da lutti, o con un sncrifiC'io lolalo (giacchè J...izzadri non dovrebbe rttppre– fH'11tarla1rna solo costituire un esponente sindacale in cli– roziQne) <lolla estrema sinistra. La ponderazione della di– tf'zione può essere fatta anche in altri terll1ini, pnrtendo dalla direziono precedente, nella quale Nonni si ern tro– vato nPgli ultimi tempi a rasentare una pericolosR. mino– ranza. Da c111eslopunto di Yista, si osserverà che Nenni (tcuuto conto che la direzione è passata da 19 - e di fatto, dopo Ja nio1·te di Morandi, da 18 - a 21) ha per– ùuto 11n 1101110, Tolloy, e lo ha sostituito con quallro (Ven– tmini, I)iel'Uccini, De Pascalis, oltre la Matera); che i morandim1i dovevano sostituirne, con Momndi, tre e ne hanno nrnnch1.ti innan:,;i solo due; che al posto di tre pe1·– tininni sono succeduti i bassiani, del cui atteggiainonto, salvi casi irnpl'evediblli, Nenni può essere abbasbm:,;a tran– quillo, purchè non sia sospinto dalla sua destra ad af– frettare eccessiva111ente le sue professioni uni(icazionisticho al eh,\ del rest~, contrasta coil la sua veemenza l'onore- vole Saraga t. · Q U_b;STJ\ faccia del tutto fayore,·ole a Nenni del In meda– glia l11l il suo 1-0,·escio: a) i morandiani hnnno ottenuto òttl primo comituto centrale una dichiarazione di podettn. ortodo:ssin clcrnocraticn al loro discutibile cartello elettorale clol JO fehbrl_lio; b) i morandiani hanno conse1·vato pra– ticamente nelle loro mani l'apparato, del quale si erano servili per organizzare un colpo elettorale pubblicamente, cioè democraticamente, non giustificato; e) i mo1:andiani hanno avnllulo come prop1·io un candidato portinitmo (Liz– z:i.dri); d) nella maggioranza nenniana di dfrozione, Anna Mutom ò una aggrega:c.ione dell'ultima ora, di una porso– "naliliL appartenente non al circolo di Nenni, ma cli Basso; e) pe1{anto la maggioranza assoluta di Nonni non è così garantito, clie non possano sorgerne episodi delicati, dei quali dovrebbe finir per essere arbitro il comitato cen– trale. Jn questà sede non è detto che si debba con~idernre sanala la condizione elettorale di Nenni, rimediata in di- 1·czione e in segreteria con il collegio Nenni-Mazznli, Vec– chiotti, De Martino-Basso. Potrebbe im·ece rideterminarsi ai danni di Nenni quella inferiorità aritmetica, che Nenni sofferi,;e dalla opinabile lealtà dei suoi competitori. In questo caso, la chiarificazione lievemente equivoca del compro– mosso del J 3 febbraio risulterebbe liquidata, con un danno por il partito che preferiamo non prevedere. Ed ora ,·isaliamo alle cause della notte del 10 febbraio. ln linea remota, esso derivano dalla. scarsa sollecitudine di Nenni por gli aspetti organizzativi cli un partito di massa. In· foucfo Nonni si era abìtuAto a confidn1·e 1101- J'apptu·ato, in qutmto questo ora stato formato da un poli– tico della fo1·za e lea!U~ di M:orandi. Ma soprattutto, uomo cli altra generazione politica, benchè giovanilinente fer– vido cli immaginazione o a tutti superiore di concezione, Nenni sopporta l'appllralismo del partito come una ncces- 8ih\ alla quale non è stato educato da giovane (e al mio tempo si lavorava tutlo il giorno e si anelava in sezione alla sera>), e che non gli è entrata, per così dire, nel sangue, corno una componente del suo spirito d'azione. Nonni ha dunque potuto restare sorpreso che l'apparato avesse una sua politica, che non fosse un puro, docile congegno tecnico. Le ragioni pili recenti sono però nel ricordo cli tutti: mancata cl1iarifìcazione in direzione, anzitutto i unanimjb\ cli un consenso in realtà rinviato al congresso; unanimiti\, lll;lllo stesso senso e fine, della maggioranza elci congressi !.J1·ovinciali; illusol'ie informazioni del suo «entourage>, mto_rno ad una ipotetica, spontanea maggioranza, nate pl'O– bab1lmente da.Ile attitudini di tipo clientelistico n.n,-,ichò burocratico di esso i latitanza politica del congresso, in, gran )Jarte consenziente al segretario, ma con così alta fre– quenza di riserve marginali, che avrebbero dovuto, per la loro somma complessiva, preoccupare un capo politico. ~J'utti questi elementi hanno impedito a Nenni di predi. spor.re unn difosn, Ja quale avrebbe dovuto consislcl'e in due misure: 01·di1ia1·e,a.i suoi, intervP-nt.i aggressivi ve1·so le po– :sh,ioni che nnche modest1u11t•1ite, ma signifi<'ativamcnte, si cliffernnziRssero dnlln sua; predispo~izione di un sistema elettorale atto a imp<'di1·0 « oppar·cntnrnenti > dell'u"itima ora ai suoi danni. Per que:-.lo coso, il metodo pili idoneo sarebbe stato senza dubbio quello p.-opor;r,ionale. con esplicita pluraliÌà di liste (e, posiSibilmonte, di mozioni). li follo è cl1e la Jat itanza. nel congresso, di precise con– lrapposiz.i'oni alla e dottrina !\ermi > dcri,·ava dal fatto che i personaggi intenti ad una politica ritardatrice clelruni– fici,;r,ione non avevano di fallo -una O!:itililì~di p1·incipio a questa operazionf', ma alle vie p<'r renlizzarla; potevano dunque dire con qualche si11cerit1\ cho non esi:steva Ì)eP lol'O una lotta contro la politil"'a di Nenni, ma contro gli ac– cclcrato1·i di qucgta (i c11111li (•bbero po~ il torto di mostrarsi fonat.ici dell'antiappan1,ti,m10, e vogliosi, a loro volia, degli ullici dei morancliani). Nella. nostm opinione, in questa posizione non vi ern nulla cli nc>guti,·o, nulla di antidemo– c1·atico; né era quindi antidl"'moc1·atico che la lotta· dal piano del progromrna si trasferisse a quello degli uornini. Quello che è stato inclubbiarnente antidemocratico, è stato il procedimento « privato> di questa aggressione alla corrente nenniana. Non v'è scusn nel fatto che i mo– rancliani si seÌllissoro minarciati: la loro reazione, proprio per questa ragione, doveva essere pubblict1; essi stessi, non facendolo Nenni, dovevano pretendere un altro si-· sterna elettorale, essendo quei:;ln unn questione, di cui il congresso è sempre legitt.irno sovrano. Si di1·à che con la propor.4ionale la lol'O maggionrnza relativn sarebbe di– Yenuta incontestabile, senza pos~ibili ricuperi di compro– ntésso da parte cli Nenni; noi invece crediamo che in questa condizione difficilmcnle Nonni 11011 av,·ebbe ottenuto lui la maggioran;,;a relativa, i-:ebbene non si debba. sottovalutare la capacità propagandistica di un apparato formato!)i ~Ila guerra fredda nell'allennzn con i comunisti. La vergogna - dicia1no la pal'Ola - del 10 febbraio fu nel modo, non nel fatto; nella lotta in cui si mescolavano allo stato grez:to aspirazioni privnte (conservare i posti) contro altre aspirazioni private, senza giustificazione pub– blica di una diffidenza pùliticA che non sarebbe stal(l un disonoro mettere in chiaro. na 1>0litica scoperta dell'ap– par o lo avrebbe redento dalla malafama. del buro·cra– tism , -avrebbe anzi giovato a far comprendere al pae.se che un partito socialista cli un apporato non può fare a meno (a condizioni di controllo clernocrnlico da preco– stituire), se vuol « fo1sar·e > il suo olettol'8to nella catego– rie che esso rappre;.,onta sociologicamQnte, anzichè porsi alla mercé del fluido elettorato .cli opinione. E' stato un danno per il I:JSI che l'apparato si sia screditato in quanto tale, come il fatto che Nenni no sia risultato posto in LEPREMESSÈ DIDOMANI (continuaz. da pag. 1) rinunciataria e quietistica. E' su questa situazione in– sincera che s'innestarono gli intrighi, troppo tardi de– nunciati da Nenn-i nel suo secondo intervento, favoriti da fenomeni di trasformismo spesso sfacciati e comun– que preoccupanti. Se la piattaforma politica di Nenni ed anche le pro– spettive che vi erano implicite rispondevano all'orien– tamento della maggioranza dei delegati, è certamente da imputare ad errore tattico di Nenni la scarsa consi• derazione della presenza dell'apparato, di quel diafram• ma che ha reso tanto difficile mobilitare il partito, atti– vamente e consapevolmente, dietro la nuova politica instaurata a Torino da un ristretto gruppo dirigente. Nenni non si è mai reso conto del tutto, forse, dell'insa– nabile contrasto esistente fra la politica da lui preco– nizzata ed un partito apparatistico, strutturato da Mo– randi per una politica opposta. Ora, delle due l'una: o il problema, che era e resta eminentemente politico, veniva posto con rude franchezza davanti al Congresso; o si doveva prevedere ch'esso si sarebbe presentato nel modo peggiore, al momento della scelta degli Ùomini chiamati ad eseguire la politica della maggioranza. Vi sarebbe, certamente, stato un piano politico che utilmente avrebbe potuto adottarsi dall'apparato: quel• lo delle «garanzie>> e dei cclimiti )> da richiedere nel– l'operazione di unificazione, per evitare a Nenni di es– servi trascinato dall'estrema destra del partito, su posi– zioni socialdemocratiche (e quali esse continuino ad es– sere nella persona del loro massimo esponente in Italia, tutto H paese ha potuto toccare con mano nelle rea• zioni irresponsabili di Saragat all'esito della votazione). Ma l'apparato non si preoccupò affatto (o non ne ebbe la capacità) di enucleare una sua « politica » da porre; in sede di votazione, fra Nenni e Pertini: quanto di ma– novrare sui delegati in un puro giuoco conservativo di posizioni acquisite, che immiserì (non in una legittima lotta di tendenza, ma in una deteriore contesa di posi– zioni personali) un Congresso di alto significato po1itico. Per quanto doloroso l'esito finale possa essere riu• (1 'iO) n1,1ova rc1111bblic11 una condizione ultimativa, dalla quale ha tanto ~lf'ntuto ad uscire daccapo alla libertà d·azione. Nenni avrebbe avuto altre alternative. oltre a C"jnP-lla del COfllJll'Orllessociel J3 febbraio? Ke aYrebbe an1te due: una polilir·a dur1-1. cli non comprorne,.:so; 1111 cornrn·o– rnesso - :.il'iLrn<'ticarnente suflicienle - con lo sole forze dì Bnf..So. l.a politif'u durn fu fJ.lwlla che !'\Pnni adoperò in ',._.:;e dì trattntiv-o, cu1nc argon,ento di partenza: era sh1to SCi;n– {itto, non si siuchbe pili 1·ipl'C~entato corno f..egr~t1Hio. F'u1·– nu1s:--:erngli nltl'i il governo di pa1·tilo che c1·cdevnno. Sviluppandolo scritnnente, questo calcolo cli'ceva che, le– gati dal loro voto di mo,-,ionc in congrPsso, ma incapaci di fu!'e In politica di Xenni senza e contro cl~ lui, i niornn– cfomi si sarf'bbero avvolti in tali contr·acldi~ioni, da prn– vueare a breve seAclonza le necessità di 1111 congr·esso strnor· dina.rio: in questo cnso, a loro danno e,·idente. Ern la politico che con:--:igliavn a >Jenni la sua de~tra: per f':--:empio ron. Bernsi. Surobbo ~tuta una condotta piena di cligniti1, ma prcsenlant duo incom·enienti: primo, la campngnu pre– congressunle cli un congre~so straordinario snrPbbe stuln conclott a ~ ot.to controllo dell'apparato; S('COndo, non è eletto che qut>sto uvrebbe poi dilv,·ero e.:,eguilo la polil'ica cli Nenni, ben."Sì,sotto rirnpulso dei pe1-tinia11i, una poli– ticn cli vMcinnziuno antiunificuzionistica. Jn questo caso, il ricupero di Nonni sarebbe stai.o forse oltremodo cliflicile. Bisogna aggi11ng01·e che. f'Siste in ogni capo politico una sollecitudino cli r·e ...ponsabilitù. per IHquale questi, all111·nit11o ciel di;-.;crcdito in cui sta cacle11do il ~110 pn1-tito, CPrCil cli evit11re che vadn. clilatanclo;-.;i rapiclamf"nte la dPp1•<l.;-.;:--:ione in cui il pal'lilo va precipitando di fronte a se 8le... so e all'opinione pubblica.. · N E~~r hn dunque probabilmente ngilo per il mf'glio, rPa– lizzando il compromesso che abbia.1110dotto. JHa perchè 11011 lin1ilttrlo a Basso! Perchè, postosi su questa via, egli non avrebbe guadagnato nulla a. colloca1·e contro di sO l'orgaAizzHl'.ione ciel pa11:ilo; e d'altra parte non di,ipOnP-va cli for1.e sufficienti per una generale sostiluzio1\e non solo nei quadri RIIJJ.rf' llli, ma anche cli quelli med.i (funY.io11uri). In quc-sle co11clizioni, ripetiamo, l'acçordo è sogno cli f]Uolla. accortez;,;n tattica di cui Nenni ha sernpl'O dnto provo notevoli. '1'11lt,aviH ò chiaro che esso non bastH: costituisce Bp– prna j\ senli<'ro per Yenir fuori dalla iniposse del con– gr1;isso, mu noppure l'inizio di una via larga e co.-.trutti\'n, Questa richiede che ora Nenni impegni personolmcn1e i giovani doll'appiu-ato · in parole c1·ordine, in ozioni, 1·he testimonino giorno per giorno la loro fedeltà. alla linea autonomisticA del partito. li fatto che la estrema· ~inistra r.;ia esclusa. da tutti i corpi clil'ettivi ed esecutivi ciel pnr– tito, pron1 che In frontiera con il comunismo è slatn net– tamonle rip11lita. I.o è stata anche dai morandinni, che hannò avvilito la loro alleanza con i pertininni, f<lCf'nclo cli quf'sti uno monPla di scambio per difendersi da un eccesso di « 111n,-,zalismo ,. Ciò non toglie che ormai il pro– blema ciel PSI" sia quello cli portare fìnalmente tutto il partito ~ulla linf'I.\ nui.onomistica, e della iniziai iva so– l"'iolistn. :r:;• il nostro voto per Nenni, e per la cleniocnw.iu. itolianfl. ALADINO scito per quanti. come noi, vedevano e vedono nella linea di Nenni e di Lombardi la via sostanzialmente giusta per rimuovere l'immobilismo della situazione ita– liana, ci sembra tuttavia doveroso riconoscere che - nonostante questo - il Congresso di Venezia ha segna• to una svolta decisiva neBa situazione politica italiana. Si sono create )e premesse (anche se presumibilmente lunga e difficile .sarà la lotta) per ridonare una funzier na1ità democratica. interna al PSI; si sono indicale !e uniche basi possibili di una generale confluenza socia• lista e democratica, ed è su queste basi che· Saragat dovrà a sua volta scegliere. Si sono compresi quali sono i cclimiti di rottura>> oltre i quali sarebbe impossibile andare; e si son fatte chiare a tutti le contraddiziorii insuperabili fra una politica di apertura democratica ed uno s.trumento accentrato ed autoritario. Tutto - pe– rò - resta da fare: nessun passo avanti è stato ancora compiuto per lo statuto (ma il congresso ha di nuovo cominciato a votare democraticamente); dev'essere at• tuata la promessa d'un piano programmatico alla cui stesura cointeressare tutti i gruppi socialisti e demer cratici affini; deve essere concretamente studiato il mo– do di trasferire ad un organismo para.partitico, dotato della necessaria libertà e capacità di attrazione esterna, il grosso lavoro di rielaborazione ideologica, di costante e maturo aggiornamento culturale; deve essere delinea• ta una meno incerta piattaforma di politica estera, che consenta vigore d'iniziativa ad una prospettiva eu– ropea di neutralismo attivo; deve essere iniziata subito, e con fatti concreti e visibili, la battaglia diretta a con– sentire una nuova autonomia funzionale e strutturale, una propria distinta autosufficienza, al sindacalo, come organismo essenziale di ripresa della sinistra ital"iana. Tutto questo deve essere fatto: ma Venezia ha rotto le incrostazioni che rendevano" infattibile 'ciò che si di– ceva dover esser fatto. Si sono create le condizioni della lotta: e si sa oggi che tutto potrà appunto essere fatto, nei limiti in cui la lotta evolverà in un certo modo piuttosto che in un altro. Questa situazione nuova pone tanto più chiaramente il problema della responsabilità di noi tutti perchè l'esito deJla lotta abbia ad essere uno, e non l'altro. TRISTANO CODIGNOLA

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