Nuova Repubblica - anno V - n. 7 - 17 febbraio 1957

NRS; .31.12. 57 CESACLAUDIO Via Cassian B on, 7 ------ llUOVll repu/JJJ11ca r Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOlA ( direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELlt. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, to!. 483-207,8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. St. Tip. de cla Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. 150 • ANNO V • N. 7 Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti·: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. l. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post 5/6261, cla Nuov11 Italia:., Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolge"rsl all'Ammi• nlstrazione. Tariffa: l. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonn(I,. ESCE LA DOMENICA • Nuova Repubblica » è settimanale politico e di cultura. E' anch9' giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con. decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. ,, 17 FEBBRAIO 1957 - L. 40 LE PREMESSE" DIDOMANI po il problema della collaborazione con la DC, in rove– sciati rapporti di forza). Per molti altri, l'allargamento democratico (e quindi la stessa unificazione coi so– cialdemocratici) si poneva in una prospettiva tutta di– versa: nella prospettiva di progressivo ·allargamento di tutta la sinistra (comunisti compresi, così come sono-). fino al raggiungimento di una nuova maggioranza. La identità delle posizioni si basava sulla riconosciuta (da tutti) necessità di allargamento, di democratizzazione, di apertura: ma questa identità nascondeva un dissi– dio profondo nelle prospettive. Dissidio espresso esem– plarmente dal diverso modo di còncepire il dialogo po– lemico coi comunisti, con particolare riferimento al rapporto Krusciov e all'Ungheria: contrasto chiaro ed aperto di tesi, posto davanti a tutto il paese per una scelta, secondo Nenni; dialogo interno, dialettizzato nel– l'ambito della sinistra, entro il limite ben preciso di non intaccare l'unità politica dei due partiti di classe, secondo Pertini. Affermazione recisa, per Nenni, della legittimità della ricerca di una politica << socialista » di classe, che non ha da identificarsi per definizione con quella « comunista >>e che interessa tutto il paese: ri– c0:nferma, negli espònenti della sinistra, di una politica « di classe>> senza possibile aggettivazione, la: cui quali– ficazione, concreta è - volta per volta - problema interno della classe e dei suoi strumenti politici. di TRISTANO I L CONTRASTO fra le grandi speranze suscitate nel paese, in ogni categoria e in ogni ceto sociale, dalle prime giornate del Congresso di Venezia, dominate dall'impostazione di Nenni, e lo scoramento determinato dall'esito finale di esso, non deve offuscare il giudizio politico· su un avvenimento la cui importanza resta cen– trale per i prossimi sviluppi della democrazia italiana. Ma solo far intendere quanta strada resti da Percorrere perchè un partito socialista sia in grado, in Italia, di porsi davanti a tutto il paese come l'unico strumento possibile di alternativa politica, capace di mediare e ri– solvere in se stesso le diverse componenti di una sin.i– .Stra democratica unitaria. Il semplicismo grossolano di tanta parte della stampa, che ha dipinto il congresso del PSI come una scelta di Nenni fra democrazia e to– talitarismo, ha reso più difficile agli estranei di rendersi conto dei termini effettivi della lotta che si è combat– tuta a Venezia, preceduta dalle avvisaglie dei con– gressL provinciali e delle assemblee sezionali: una più a eren e valu azione di questi termini avrebbe forse reso meno inspiegabile il rovesciamento improvviso che, la sera del 10 · febbraio, sembrò rimettere nel nulla il credito di grande apertura democratica che il Congresso era riuscito ad assicurarsi di fronte all'opinione pubblica italiana e straniera. Si deve certamente e soprattutto a Pietro Nenni il merito di avere condotto il partito. attraverso una coerente progressione nello sforzo d'inserzione demo– cratica, dal Congresso di Torino a quello di Venezia. -Giudicando il quale, converrà - piuttosto che collo– carsi in' una posizione di giudizio astratto - misurare il cammino percorso dalla scissione, cammino che può raffigurarsi in una curva, discendente fino al congres– so di Bologna, ascendente dopo di esso. A Bologna, il PSI toccò il fondo: in piena guerra fredda, esso di– chiarò al paese di considerarsi parte integrante del blocco guidato dai comunisti ed accentuò la sua strut– turazione autoritaria su modelli idonei a tale politica. Si pensi dunque allo sforzo che si è dovuto compiere, da '81lora, per uscire da queila situazione e per comin– ciare a ritrovare, prima di tutto in se stessi, un per– ché di esistenza e di vita. Ma lo stesso Congresso di Torino del 1955, che pure fu per tanti aspetti il segno della ripresa, rimase un Congresso di ambiguità e d'in– certezze, un Congresso esclusivamente di vertici; e la nuova politica vi appariva, in mezzo a mille circospe– zioni, piuttosto come una sottaciuta prospettiva di po– chi che come una conclamata responsabilità collettiva. Il discorso di apertura di Pietro Nenni a Venezia ha, sotto questo aspetto, rappresentato un fatto completa– mente nuovo; un atto di coraggio, anzi di audacia. Nenni ha bandito, forse come non mai in precedenza, ogni possibile ambiguità dalla sua posiziohe: ha fatto un ampio, sincero esame di coscienza di fronte al paese, riconoscendo errori, ecf offrendo giustificazioni di cui non si potrebbe non riconoscere qualche fondatezza. Si direbbe che Nenni, uno dégli uomini politici italiani più sensibili alla psicologia collettiva de1la folla, ha atteso l'cccasione di Venezia per confidare le sue pene e le sue persuasioni davanti ad urya platea più vasta di qual– siasi assise di partito: conscio delle resp0nsabiLità as– sunte e da assumere, e dell'unico giudice valido di esse. Né questo .sincero discorso è apparso viziato da trasformismo: non soltanto perché. l'azione politica di Nenni non si è improvvisata a Venezia (anzi, Vene– zia e sembrato. l'epilogo naturale di un lungo lavoro), ma anche percl)é egli ha sap.uto, come spesso gli accade, riempire di sofferenza ·e. di esperienza umana il proprio racconto: che era racconto autobiografico e poliÙco. E p0iché a Nenni il paes..e chiedeva,· soprattutto, sincerità, non soltanto il suo discorso ha risposto, come meglio non poteva, a· questa àttesa, ma ha di colpo fissato la piattaforma congressuale, anche se .esso fosse valido piuttosto .a fissare una inequivoca_ posizione di parten– za che delle precise prospettive politiche. Queste prospettive, .era compito del Congresso de- CODIGNOLA terminarle: dato che !u subito chiaro che - sulla piattaforma di partenza - Nenni non aveva compe– titori, e che su quel piano tutto era stato detto da lui. Al secondo giorno, era diffuso nel Congresso il senso che ormai si potesse tornare a casa: giudizio sommario nel quale si riassumevano i molti, troppi anni di con– formism.o, che rendevano difficile ai delegati, pur arii– mati da sincera volontà di dibattito democratico (al– cuni interventi di base - Potenza, Anna Matera, Cat– tani, ecc. - sono stati fra le cose migliori del Congres– so), di scorgere le condizioni di esso. La piattaforma po– litica affermatà da Nenni, se non indicava esplicita– mente delle prospettive, le conteneva implicitamente: ed erano quelle che Riccardo Lombardi per la politica interna. Santi e Foa per quella sindacale, trassero più tardi, nei tre interventi di maggior peso del Con– gresso. Ma codeste prospettive (e dunque - in verità - la piattaforma stessa da cui emanavano) non erano affatto condivise da una buona parte del gruppo di– rigente, da una parte meno grande ma tuttavia con– sistente dei delegati. Se si vuol precisare meglio, si può dire che per Nenni il partito socialista doveva porsi come nucleò!fn.otore di una grande alternativa di si– nistra .demoèratica, assorbente al limite tutte le possi– bili istanze di sinistra: capace dunque di determinare una scelta obbligatoria della « via italiana (democra– tica) al socialismo>> all'interno dello schieramento co– munista, e di porsi come prospettiva politica di rinno– vamento contrapposta a quella conservatrice-clericale in atto, senza tuttavia escludere dp codesta nuova pro– spettiva anche forze cattbliche che l'accogliessero (non dunquè condizionamento della DC per ostacolare la sua vocazione di destra - posizione Saragat -, ma decisa alternativa capace di porre se mai ~ un Secondo tem- Ora, questa contesa di fondo, che non era emersa come avrebbe dovuto nei congressi provinciali (che una troppo lunga condizione conformistica e - cer– tamente - l'opera dell'apparato, aveva te1iuto nell'am– bito di una discussione in certo modo accademica), non emerse neanche al Congresso con quella limpida sec– chezza di contorni che attribuisce appunto carattere democratico alle scelte politiche. L'equivoco della una– nimità da tutti confermata sulla piatta(orma di Nenni (unanimità continuamente smentita dalle prospettive evidentemente contraddittorie degli inlerventi) non fu· combattuto dallo stesso Nenni con l'energia necessaria. Da parte della sinistra, non c'era soltanto il calcolo di non farsi contare (deteriore certo, e non degno della onestà politica di alcuni dei suoi esponenti); c'era· an– che la radicata p~rsuasione che una divisione portata apertamente davanti al paese avrebbe indebolito il par– tito, persuasione derivata da una troppo lunga pratica (segue a pag. 2. 2.a cot.) Lezioni sui principi . ( Dis. di Din<> nOsclii)

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