Nuova Repubblica - anno V - n. 6 - 10 febbraio 1957

8 LA STRUTTURA DEL PARTITO CASERMA ODIBATTIT01 Ogni tesi che miri a de.terminare una effettiva circolazione d'idee nel partito deve fare i conti coi pericoli che ne possono derivare. Ma non esiste socialista disposto a preferire Ì'ordine della caserma al cliso1·cline fecondo della libertà di CL.4 UDIO CES.4 N ELLE. TESI stil partito e sul sindacato presentate al Convegno programmatico di UP da Tristano Codignola e da Giuseppe Tagliazucchi è facile ri– scontrare un filone comune: ed è l'appello ad una concre– tazzr di vita deffiocratica che l'organizZazione di 'massa> df:l nostri tempi Pare che· tenda sempre Più à · liffiÙare; è' l'eSigerlza _di, rifaÌ-si.~al)a base, onde ciuesta' elabori le· linee _,della poli tic_, del suo partito, e sia soggetto, non. oggetto~ di p_olitica. . E' una parola d'ordine che è corsa atfrav~rso tutti· i gruppi 'ai sinistrà euroÌ:,ea in opposizioné con'tro le si-' nistre, ufficiali: socialisti di sinistra (e· di desfra) contro le direZioni dei partiti socialisti in Germania, Francia e: Ifalia prima e dopo le due guerre mondiali; ma anche R. Luxemburg e Martov contro Lenin, Trotzki con-· tro Stalin, eccetera. Uno spirito ironico noterebbe che si tratta - quasi sempre - di oppositori i quali, non avendo la pro– spettiva di una r'apida ascesa.. ai posti dirigenti, inten– dévano infirmare la legittifl}ità democratica del potere dei loro avversari. Ma questa, osserVazione investirebbe un falto solo marginale: perchè tutti ammettono che, una democrazia - sia essa liberale o socialista - può funzionare solo se una. certa percentuale- dei cittadini partecipi effettivamente all'elaborazione delle norme che ne determinano il funzionamento e delle direttiv~ che ne determinano gli orientamenti; una società può avere una organizzazione, in tutti i suoi aspetti, tec– nicamente perfetta: ma essa non è « demoèratica » se una certa pèrcentuale dei suoi membri non' ha _la sua parola da dire - e non la dice effettivamente ,- sul– l'organizzazione di quella. qu'este ~serv~zioni val_gono per uno stato come per un partito politico; e non sono certo una novità, almeno nei::·loro punti essenziali. Quello che la scienza politica deglì ultimi de_ceÌlni ci ha insegnato è stato di abban– donare Je· discuss.ioni sulla possibilità - in astratto - di 9-na de:r:nocrazia e di ricercare piuttostÒ le condizioni e le forme del suo funzionamento. E questo cercheremo ora .di fare, sperando di portclre un contributo di edu-. cazione democratica e di lotta Politica. E _, .. NOTO che i primi partiti che abbiano raccolto '-' masse no"tevoli di aderenti sono stati quelli operai; e il loro organo organizzativo e politico fondamentale è stato la sezione, che riuniva tutti gli iscritti di un paese · o di· u'n (luartiere urbano, e spesso era fiancheggiata dalla cooperativa o dalla camera del lavoro. Il periodo d'oro di 'quEista forma di organizzazione arriva fino al 1914, in tutti i grandi paesi europei. Ma sarebbe esatto dire che, anche allora, non vi fosse un distacco abbastanza netto tra la base ed i quadri dirigenti nazionali? Se si dà tfo'occhiàta alla storia di quei decenni, si noterà age– volmente che i gruppi parlamentari _e le di1:ezioni dei partiti socialisti fiancheggiavano, certo, l'opera del « so– cialismo municipale », ma, oltre a questo, avevano una loro politica nazionale ed internazionale che si muo– veva su un piano completamente diverso, quello dei « ·principi >>. Ed è proprio su questo piano che si fecero le battaglie storiche per gli statuti ed i programmi, che si ebbero le prime scis_sioni; alle une come alle altre la ~ase· - in Germania come in Italia e in Francia - fu, nel suo complesso, abbastanza sorda. Allora (ma anche fldesso) i socialisti si potevano dividere in tre cate- terseli. In Inghilterra e Qei paesi scandinavi fu la se– conda soluzione che prevalse; in Italia e negli altri grandi paesi europei - invece - la prima. EsistÒno, certo, ragioni storiche ed economiche che dànno il perché di queste differenti scelte; ma lascia– m9le da parte, per non appesantire eccessivamente il nOStro_ esame. In iener~le si può dire eh~ là dovè Ù partito è «diretto» (per usare una classificazione. pro– posta dal Duverger) cioè là dove al partito si aderisce individualmente, ivi l'~rganizzazione tende ad essere centralizzata e la direzione affidata ai politici. Là dove invece il partito è « indiretto», cioè là dove sono sin– gòle Organizzazioni (sindacatf, cooperative, eccetera) che aderiscono_- al partito, ivi un certo decentramento è as– sicurato. Gli «amministratori>), siaO.o essi sindacalisti o Presidenti di cooperative,, non soltanto tengono i cor– doni della borsa, ma dispongono direttamente. dei voti degli aderenti alle loro organizzazioni; quasi mai essi dirigono personalmente il partito, ma fanno e disfanno le direzioni ed elaborano le sostanziali direttive politi– che (basti pel1sare al caso di Bevan, fino a qualche mese fa ribelle numero uno, che pOi di colpo è ritornato sugli altari solo perchè i dirigenti di alcuni grandi sin– daCati hanno de~iso di appoggiarlo). In Italia non ha senso proporsi il modello inglese; basta pensar~ alla situazione sindacale per rendersi conto che un << partito del lavoro» appoggiato sui sin– daqati è una pura e semplice utopia. Resta quindi il primo mÒdello: quello di un partito « cÌiretto >), nel quale può entrare volontari8ìnente ogni cittadino che ne ac• cetti il programma, e nel quale l'organo di base non può essere il n.ucleo di azi;nda (anche i comun'isti stan– o~ apportando significative modificazioni alla loro or- ' ganizzazione per cellule, che per un trentennio e_ra stata pres~1!'ta come la struttura ideale per l'organizzazione d'el movimento operaio), ma la sezione territoriale. E ci troviamo qui - dopo queste considerazioni - al centro delle tesi di Codign'ola, che vuole rifare della· sezione il centro nel quale si elabora la politica del Partito sul piano locale e insiem~ « la fonte del potere, che sta in basso e non in alto». ,E, sempre nel quadro di un ringiovanimento dell'organizzazione d~l partito, Codignola propone di affiancare alla sezione, come stru– menti di elaborazione politica e ideologica, organi di stampa socialista « non ufficife » e circoli culturali aper– ti anche ai non iscritti al partito; e propone inoltre di prevedere l'adesione di gruppi che accettano la colla– borazione politica col partito senza condividerne l'ideo– logia o il programma massimo. Sono tre punti che vanno esaminati separatamente. Non è colpa di nessuno - e nemmeno dei funzio– nari di partito ... - se, m tutti i paesi,_ la sezione è via . via diventata un organo di reclutamento e di agita– zione e non di elaborazione delle tesi politiche del par– tito. Si può anzi dire che è stata proprio la sua for– tuna sul ,piano organizzativo che ha portato alla sua decadenza in fatto di importanza politica; nel senso che lo sViluppo numerico degli iscritti non ha più reso possibili convocazioni frequenti e discussioni approfon– dite. Ed oggi, anche sul piano locale, la sezione ha una ben scarsa autonomia: tutte le direzioni dei partiti, e non solo di quelli socialisti. stabiliscono direttive elet– torali e postelettorali assai precise, per cui anche la politica locale si svolge entro binari obbligati; d'altra parte la sezione, proprio quando è solida, è assai con- gorie: la maggioranza, composta da militanti onesti e servatrice per quanto riguarda la scelta dei suoi dii-i- sinceri, che consideravano il « socialismo » come una genti; è molto difficile che in essa possano fare rapida_ specie di religione ed erano sempre pronti a far blocco strada le idee e· gli uomini nuovi, çhe invece possono contro coloro che erano accusati di volerne offuscare muoversi più agevolm'ente nelle istanze superiori del la purezza (si chiamassero Bernstein, Bissolati o Tu- partito. E' quindi fatale che si noti un decadimento del rati); un nucleo di organizzatori (siridacalisti, ammini- livello politico. La sezione conta qualche cosa solo quan- stratori comunali, cooperativisti) che si accontentavano in fondo di essere lasciati lavorare in pace; ed infine un nucleo di politici-ideologi, che erano poi quelli che ~i davano battaglia nei congressi. Ora. è indiscutibile che i cooperatori, gli ammini– stratori comunali, i sindacalisti ìecero grandi cose. Ma ·queste non risolvevano il problema dell'azione po– lìtica del partito né quello della sua unità sul piano che non fosse sentimentale o vagamente ideologico. È quasi dovunque si presentò l'alternativa: o i « politici » riuscivano a controllare effettivamente il partito, o gli do deve eleggere i suoi delegati al congresso pro– vindale: ma prima di tutto questo avviene al massimo una volta all'anno, e poi .questi delegati, che sono « politici » non professionisti 1 sono fatalmente costretti ad accettare il piano di lavoro e le mozi?ni proposte edagli uomini che dirigono la federazione provinciale; possono scegliere, se il partito è democratico, tra ~na tesi e l'altra. Ma non elaborano proprio niente. E si noti anche che le sezioni' non coffiunicano, di norma, tra loro. ma fanno capo alla federazione pro-, vinciate, la quale, a sua. volta, non può aver rapporti « amministratori » ad eliminare i politici o a sottomet- con federazioni di altre provincie, ma solo con gli. or,,.. (14()) nuova repubblica gani superiori, regionali o nazionali, del partito. E' tutta una serie di compartimenti stagni che non si può ell– minare, per evidenti ragioni organizzative, ma che ren– de estremamente difficile l'applicazione, in concreto, del principio pei cui non solo i voti, ma anche le idee e le esperienze dovrebbero venire dal basso, <folla « base )>. E' possibile mod,ificare• questa situazione? Non lo ri– teniamo. Si potrà, certo, sforzarsi di portare tutte le questioni importanti della vita del partito nelle sezioni, esporle aglì iscritti e sollecitare il loro parere. Ma que– sta non è altro che « agitazione » diretta dall'alto. Anche Codignola, indirettamente, ammette questa situazione; tant_o -che propone, per rendere effettiva la « circolazione delle idee», di ammetteì-e l'esistenza di una stampa non ufficiale, di correnti nel partito e di circoli di cultura politica aperti anche ai non iscritti; dal punto di vista organizzativo queste· tre proposte sono la stessa cosa: è chiaro che un organo di Stampa non ufficiale sarà l'espressione di una coi-rente, o sarà il centro intorno al quale si riunirà una corrente; e che un « circolo culturale» non sottoposto al controllo _del partito_ sarà una specie di campo chiuso nel quale le di– verse correnti si aff\·onteranno, e che cercheranno di conh'ollare, esattamènte come gli altri gangli vitali ·del partito. I PERICOLI che deriverebbero dall'accettazione di queste proposte sono molto notevoli, non possiamo nascondercelo: il sisteffia elettorale vigente in I~alia, per cui ogni scissione interna può tradursi sul piano parla– mentare; l'esistenza di. partiti ostili e «monolitici» che fa– ranno ogni sforzo per aiutare questa ~ quella corrent~ e questo o quel giornale; l'inevitabile dispersione degli sforzi; la paralisi infine dalla quale il partito può es– sere colto ·se nessuna corrente riesce ad ottenere la maggioranza assoluta, sono solo alcune delle possibili conseguenze di una simile modificazione statutaria. D'altra parte hic Rhodus, hic salta! Non è possibile pensare che la « circolazione delle idee », e, quel che più importa, una effettiva elaborazione collettiva della linea politica del partito si abbiano senza g1i strumenti adeguati; le sezioni territoriali non sono lali; solo le correnti e gli organi di stampa non ufficiali possono riuscire a smuovere le acque, a far conoscere a tutto il partito problemi e uomini nuovi, ad assicurare infine la preparazion·e dei quadri adatti a sostituire i dirigenti che avessero commesso gravi errori o che non fossero in grado di affrontare situazioni nuove_. E del resto nes– sun socialista può preferire l'ordine di una caserma al disordine fecondo di una discussione tra uomini liberi. Non è detto peraltro che non esi&tano i mezzi per impedire che l'attività delle correnti diventi disgrega– trice, per impedire che organi di stampa finanziati da gruppi estranei avvelenino l'atmosfera dal partito. Di queste questioni, come di altre poste nelle tesi di Co- . dignola, ci occuperemo jn un prossimo articolo. @=P ve>t Prezzo per contctnli: L. 225.000 Olivetti Lexikon Elettrica

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