Nuova Repubblica - anno V - n. 6 - 10 febbraio 1957

NRS/31.12,57 CESACLAUDIO nuovn ,repuh1··~·=·~ Comitato direttivo1 TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di reçfazione I GIUSEPPE FAVATI. Olrez. e redaz., Firenze, Piazza ~ibertà 15, tel. 50-998. Amm. r Firenze, Piazza Indipendenza 29, te! . .483-207.8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printad In ltaly. St. Tip. de cla Nazione•, Firenze, Vie Ricesoli 8. 149 • ANNO V - N. 6 NENNI A VENEZIA A LLA QUESTIONE se Nenni, a Venezia, abbia adottato il linguaggio della chiarezza - se, di con– seguenza, abbia fatto compiere all'unificazione un passo decisivo, almeno per quanto stava in lui - si deve ~nza ambagi rispondere di sì. A chi pensasse: anche troppo, va ricordato che Nenni sapeva di parlare ad Una platea molto più ampia del San Marco, l'eletto– rato italiano, cioè il partito socialista, più la sua politica verso gli altri partiti, e verso le « cose » che costitui– scono la congiuntura italiana e internazionale. Da que– sto punto di vista era necessario che il PSI una volta si compromettesse; diciamo pure, che si arrischiasse anche un poco al di là delle sue gelose difese: dopo che Nenni ebbe parlato, ~estavano del, resto quattrr giorni di congresso per ridurre, o comporre, o artico– lare in pill precisi movimenti il suo slancio. Il discorso di Nenni era infatti un discorso che sta- iliva posizioni di principio: il distacco ideologico e tat– rico dai comunisti, come riprova degli impegni del par– tito sul terreno della democrazia rappresentativa; la definizione dei termini e dei limiti, della dinamica _: molto duttile --del PSI nell'àmbito dato della politica occidentale; le condizioni per la riunificazione. Natural– mente questo non poteva farsi senza una scelta all'in– terno del partito; e qui è facile definire chi Nenni ha # scelto, per muoversi verso chi. Nenni ha scelto una linea (é gli uomini corrispon– denti) che parte dalla diagnosi tecnico-economica del momento italiario, quale risulta dal pensiero di Foa, per il quale si tratta, da parte del PSI, di affrontare la più recente ideologia padronale adeguata ad un inizio di seconda rivoluzione industriale, non più clerico-mode– rata. ma riformistica. Se Foa fornisce lo strumento della diagnosi, 1:,<>m– bardi indica la linea da seguire: si tratta, come Lom– bardi ritiene, di interpretare l'unità della classe operaia, come soggetto della lotta di classe in questa precisa situazione che Foa analizza. La tesi di Lombardi (già di Turati) è che l'unità di classe non è un feticcio, un tutto che deve restare indecomponibile perno ai fini delle scelte e delle decisioni, un dato non analizzabile. L'unità è un valore, si tratta di scegliere le vie per rea– lizzarlo. Naturalmente Nenni preferisce anziché Lom– bardi, sul quale pesa una vaga accusa di riformismo, citare Lenin, insospettabile; e arriva a dire - seguendo Lenin - che una scelta siffatta vale bene il prez.zo di rotture e scissioni; lui, del resto, chiede molto meno, chiede l'autonomia dai comunisti. Ma a questo punto, Nenni si accorge di aver lavo– rato abbastanza per la quiete non solo dei socialdemo– cratici. bensì della arlche più pavida opinione italiana, l'opinione genericamente democratica, che punta sul fantasma del rovesciamento delle soprastrutture, per-· chè vuole in realtà la corisei'vazione delle strutture. Al– lora il' suo discorso assimila ,tutto il settore program– matico della dichiarazione della Direzione del partito, una dichiarazione elaborata anche da Basso; punta su una politica estera di. neutralità., anche se non su'fficien– temente precisata, tuttavia senza· pesanti scorrettezze; e muove, senza farlo troppo notare, proprio verso Basso e Valori, quando chiede alla socialdemocrazia di scuo– tersi, e di accettare un periodo di prova, di conver– genze attive, sirio all'unificazione. Sa che per acquistare il centro sinistro del partito occorre dosare i tempi del– l'unificazione, non precipitare nulla; ora pensa a vincere la battaglia di principio, non si batte, in questa fase, per l'agenda dell'itinerario. Non gli conviene, del resto, non solo nei riguardi del suo congresso, ma soprattutto Un numero L• .CO. Estero l. 50. Un numero arretrato L. 50. Abboname!"tl I annue per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. -450. Estero1 L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, cla Nuova Italia., Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa I L 15.000 per Inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA • Nuova Repubblica » è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati ?et' tu~ti I Paesi. li periodico viene inviato gratuitamente in saggio •• ·chiunque ne ftccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr•. lf• 10 FEBBRAIO 1957 - L 40 Invocazioni e spergiuri (Di.s. di Di.rio IJosclli) del partito socialdemocratico, di cui, con la cortesia dei buoni sentimenti, Matteotti ha confermato le tiepide convinzioni unificazioniste. A questo punto non diremo che Nenni ha vinto il congresso: diremo che è stato abile, onesto, chiaro. Lo è stato sino a richiedere un per– sonale dirigente disposto a seguire il sllo programma, posto che il partito lo accetti. Ombre del discorso? Ve ne sono: quando Nenni dice che il partito ha sempre avuto una « strategia sociali– sta », non può citare che la battaglia per la Costituente e la costituzione, che non sono fini esclusivamente so– cialisti; o altrimenti, dice che la strategia è fissata da sempre, -cioè dal «· Mani[esto » di Marx. E' un bagat– tellizzare la questione, in un partito che ha già troppo, ancora, la facilità dell'approssimazione. Quando Nenni dispiega il suo orizzonte di politica estera, è troppo spiccio nell'accettazione dell'atlantismo, sia pure con la solita cautela della condizione «difensiva»: sembra non accorgersi che non esiste più una interpretazione uni– voca dell'atlantismo, né collega, ad ogni modo, il suo atlantismo rassegnato con la critica del colonialismo, nè con il tendenziale neutralismo. Quando « sceglie », in politica economica, fornisce un «sommario» di pro– positi, non specifica delle priorità - non più di due, se vogliamo - sulle quali si fa « partire » un partito,· gli si dà una parola d'ordine, lo si getta nella mischia. Quanto è profonda la passione politica, tanto è appros– simativo il tecnicismo della sua realizzazione. Ma Nen– ni vale per quello che è; Nenni, dunque non Stafford Cripps. Ma queste cose importano forse meno di un'altra, che è la questione politica del suo discorso, e che do– 'Vrebbe formularsi·, domandando se egli abbia· posto in– valicabilmente le condizioni «minime» per: una unifi– cazio":e «. socialista ». A leggere il suo discorso, nol rite- niamo di sì; e sebbene, pur nei difetti riscontrati, egli abbia accentuato più la piattaforma di politica estera che interna (ed è un errore; perchè sulla politica estera i socialdemocratici potrebbero finire col cedere, dal mo– mento che per ora le possibilità socialiste di « rovescia– menti» del corso italiano sono ridotte; mentre gl'im– pegni interni, invece, sono indeclinabili), ci sembra che il solo fatto di aver posto un programma per cinque anni, e un programma che è di opposizio~e e di stimolo, non di ministero comodamente insediato, basti a far sentire ai socialdemocratici che o si fa sul serio, o non si fa nulla. Ciò che invece sarà necessario che il congresso de– termini più chiaramente di Nenni,· è il « tempaggio » dell'esperimento delle convergenze; i limiti del com– promesso nel negoziato; il grado di sdegnosità, starem– mo per dire, con cui la trattativa deve essere cond0Lta, non per un'alterigia èhe nessun partito ha diritto di esi– bire, ma per reale rispetto di quella classe operaia che il PSI non ha diritto di regalare alla rappresentanza di Un partito, i cui deputati (salvo pochissimi) da dieci anni ·non discendono ad assistere i lavoratori nella loro lotta, nell'agitazione, nello sciopero. Nenni ha ragione di chiedere .una Direzione coereçite. Coerente nell'indi– r-izzo, bisogna che essa sia anche forte; e almeno un poco più dura di lui. * * A ,pagina 3 I' ulti-ma puntata del saggio di G. D. H. Cole, "Rilancio del socialis-mo -mondiale,,

RkJQdWJsaXNoZXIy