Nuova Repubblica - anno V - n. 4 - 27 gennaio 1957

8 _P_A_E_S_E_C_H_E_V~A_I~'· La Croce a pezzi I L PROJi'E!~SOR Gedda ha tn,v~to d~i ~u_oni_ a_lliev~ nelle dirigenze delle AGLI milanesi. Le A.Gl.~L d-i M-ilan-.>vw,sano ver essere. di sinistra; h'anno un lHitlagliero giorna,letto, Il giornale dei Javoratori, sul quale chiedono al governo il rispetto della < r1iust~, ca·usa » nei patti agrari, il rigetto del progetto IlU-Amdel sulle tarifJe elettriche, l'irizzazione dei telefoni, e la _denuncia deUe concessioni trentennali ai privat,i 'PE~tl, ~PlMO, ecc., il d·istocco delle aziende ÌRI dalla Confindustria. Che si sap7Ji(1, nessuna dell; buone cattse impugnate dalle AGLI •milanesi (ultima, quella contro la pràro(Ì<t dei brevetti _ e contro· la Rodhiatoce-Montecatini)_ è gi·un;ta a buon fine. Cli-i vc, in via della Si{Jnora, dove funziona l'attivissimo a1vea.re AGLI e chiede spieg(,z·ion-i del ,ni8tero, di questo donclvisciottismo politico, sfo·rtunato, inipenitente e tutto sornmato malinconico, ai vede, deviare il disco1·so · per vie t·raverse, che maga.ri fi,niscono all'A1·civescovado. L'eterno arcivescovo (come ormai lo chiamanb a Milano) <.:ttende da <mni il cappello cardinalizio e non vorrebbe compro– metterselo per l'imp<izienza e l'avventatezza di qualche giovincello che si vuole inipicciq,re di politica. .. , .1''<,tto 8ta che di buone intenz·ioni formicplar,o ~ foyli aclisti, ma quando 8Ì arriva al « dunque » ( che poi si riduce alla .domanda: con quali forze sperate d-i attua·re' le vostre buone intenzionif Con Malagodi o con Sa.ragat forset), esse r·ientrano docl'li e svelte come le corna di ima sovia lumaca. Non è da credere chè gli aclisti d-i base, ossia quelli che ·fanno del loro meglio per _attiviz.: zMe cooperat-ive e w,rrocchie, si accontentino dei bei. di– sco1·setti; non è, dettò che, pur essendo la pazienza una virtù cri8tiana, a un certo nwmento non sbottino. E allora interviene la g·rande pensaia di chi in alto sta: storniamo le menti da un'attività critfoa che potrebbe e&sere (,lquanto pericolosa e occupiamo· i corpi con sane ù1ù:ia.tive. L'altro i.o nwggio. vedemmo l'elicottero posarsi in 1>iazza Duomo a Milano e involars·i verso Roma, con la stat1w di San Giw;eppe, la barba del quale, com'è noto, è sta.t<icontrapposta a q-uella di Carlo Marx, in modo da confonderle insieme, e dare una belfo mamita di bianco a t(mto rosso. Q11est'anno, 1957, .che si fa il 1.o maggio? Si va in Austria. E a far chef ·« I tragici fatti - leg~ oiamio sul Giorrnde dei lavoratori del 10 ge"-nnaio .- che hanno que,<Jt'anno commosso tutto il mondo. nQ?},~ vossono 1·imanere senza eco. nei lavoratori cristiani. Le AGLI mi– fonesi hanno già dimostrato in viù occaSioni la fraterna solida.rietà che le civvince al martoJ•iato popolo lavoratore 11ngherese. Es&e voghono quest'anno rendere tcile solida– riètà fraterna, nota a tutti con una manifestazione ester– na di g1·ande valore simbolico; un treno speciale dì fovoratori cristiani sarà- a Vienna il 1.o maggio 1957 e si J>orterà alla frontiera un{/herese, dove verrà collocata mia gra.nde C1·oce col Cri-sto dalle bracci<, dverte verso l'Oriente». F:<lecco una gran C1·oce, si vede sulhi foto accanto, tutta 1-'ntelaiMa dÌ ferro, con ima statua sovn,. La Croce, pare, è stata già comniissionata p1·esso un noto stab,ili– men to in modo che si.a tutta smontabile in minuScoli vez-zi~· ogni lavonitore ne vorterà un pezzetto in tasca (così non pagherà dogana ...) e lo tirerà fiwri in Ai1sl1'i.a, a Vienna, accendendovi sopra una fiaccola e tenendola in mano a mo' di ccindeliere, sfilando in tal modo per le vie della C(JJ)Ìtale avstr-iaca. Poi ttnçi fi,la di pullnum vo1·tel'à alla frontiera ungherese, e su un piccolo pog– gio, vezzetto pe1· pezzetto, vreviamenle numerati, verrà elevate, la croce. Si unirà l'utile (il viagg-io in Austrfo pm·e costerà pochissimo, forse p·rovvederà Nixon), al di– lettevole (il Danubio Blil, il Prater, ecc.), al patriottico (l'Italia delle cinqiie giornate di Milano nella patria degli Asb1tr,qi), al politico (questi patti a.grari, queste .tariffe elettriche, questa rotta sindaccile: dimentichiwmo le ma– linconie e continuiamo a votare DC). lo penso seriam,ente che solo noi laici cònserviamo (tnc0ra il senso e il rispetto del sac1·0. Lo dico con lei t-ristezza di chi ha perduto la fede ~d <issiste al com– mercio impudico e insens(ito delle cose in cui un tempo credette. Che non lo pensino i lavon,tori unghere&i, que– sto è malgrado tutto il mio m1gm'io; e che non vedano nella grande Croce un espedfrnte da sfru-ttare per mise– revo!,i. intrallazzi politici. (Albino Poli) Una g(!nerazione di giovani S I E' CONCLUSO, giorni fa, il co_ngres~o provinciale della democrazia cristiana di Firenze. La grande mag– gioranza dei voti è stata ottenuta dalla formazione fanfaniana, denominata « Iniziativa democratica», con– tl'o la minoranza di sinistra della « Base». Alla testa della «Base» è rimasto Nicola Piste'/li, a capo di « Ini– ziativa» si sono trasferite le altee due stelle della gio– '~ane generazione dc fiorentina; i neo avvocati Edoardo Spe– ranza e Ugo Zilletti. Oi-dinaria amministrazion~, dato che, in un modo o in un altro, l'ono1·evole Fanfani è s·olito assicurarsi tran– (Juille maggioranze all'inte·rno del partito? Sì e no. Infatti jl_ gn1ppo che: si aduna attorno allo Speranza è perfetta– inenle fanfaniano nel cemeilto· orfianizzati'vo clerico-op– p_ortu_nista e nell3: prassi politica, che gli opf)ositori defi– ni&cono «messicana» - e ànche, vogliamo aggiungere, nella definizione ideale e programmatica piuttosto man– cf1ev?le, dato che il giovane leader ha proposto, in· eco~ npnua, una specie di « libero controllo delfé jnizia.tive pri- · _v.ate » rimasto scarsamente comprensibile ai pill - mà s1 trova ad esser capegg:iato, col paterno e sorridente avallò (1_47) ~.uova repubblica ((A doppio petto atlantico!>) (Dis. di Dino Busclri) del « Sinda,co santo», da due tipici esponenti di quella Il triste bilancio potrebbe continuare a hmgo. E non giovane generazione politica cattolica che si proclarnava sono di conforto, come abbiamo già detto, le biografie poli- « di sinistra statuale e laica» e che ha espresso per un tiehe· dei fratelli Berlingt1er, o di Enzo Modica, Gian Carlo certo periodo, ista~ze non disprezzabili in serlso non con- D'Alessandro, Romano Ledcla. Anche i giovani cornuni- fomiista e rinnovatore. l termini del passaggio sono ormai sti della genernzione post-bellica hanno presto spento noti: 1)rima con de<.:isione atbvistica lo Speranza, poi con ogni combattività e ogni intransigenza; « chiusi » o "Cauto e riflessivo giudizio politico lo Zi!lettì, si sono resi « apel'ti » a secònda della superiore ispirazione, non sono conlo che la clesidernta licenza de' supe)'i01·i a certi espe- andati mai al di là, nei casf meno banali, della generica rimonti cli allargamento e di costruzione politica non sa- - e passeggera - inquietudine o della spicciola mormo- rebbe mai venuta e, posti di fronte' alla scelta pernntoria 1·azione. Né basta, a sah 1 are le soi-ti di una generazione tra UM conquista faticosa e nn comodo quanto fruttuoso comunistfl., la critica, tanto perspicace quanto prudente, adegu~',t,~to, si sono deci,,;i por la seconda strada. Lo Zil- p11rtrnppo, cli un Vitto1·io Spinazzola. Jet.ti ha esitato, molto esitato, prima cli tuffarsi nel brago, Dobbiamo conclu<le~·e che i giovani cresciuti dopo la ma spesso gH scrupoli servono solo a meglio consegnarn al Libera:r.ione ben rarnmente hanno mo.-:trato precisa dirit- clemonio l'itnirna prop1·ia. 1 tura e adeguata .volonUi politica. Salva la bandiera di. Requieni per Sperami;a, dnnque? I\ntroppo; come anni una generazione cattolica il dignitoso isolamento di un fa Romano Ledda, della gioventù comunista, intonò il Sisto Zecca, senz'altro elemento pii) ricco di qualità. umane req11iem per Gia-n Piern Orsello, l'ex-le(ider della sinistra e politiche di tanti altri cattolici ani vati; e, per i laici, fa giovanile liberale, passato anni e bagagli al servizio del- · testimonianza la milizia politica di nn Marco Pannella, l'onorevole :Malagodi, $enz·a rendersi conto che gli avveni. che 1·imane la presenza più capa 0 ce o coerente di una intera menti nel comunj,smo avrebbero poitato chi lo conobbe genernzione. Altrove, per lo più. isolamento e rinuncià, a pensare, oggi, al requiem per lui, attivo «restauratore» quando non addil'ittura la speranza che capiti una occa- del tog!iattismo minacciato d<lÌ)e insofferem;e giovanili. sione. Non vonemmo che, per tanti, l'occasione attesa Il caso Speranza e il caso Orsello si somigliano come due fosse l'unificazione socialista. Al seguito della quale non gocce d'acqua: mossisi in lt1ce nel movimento studente- ci meravigliernmmo di vedere anche il solito Landa Del- sco, ottennero cai-iche responsabili nei loro partiti, l'Or- l'A,n1ico, prnnto a dir male cli qualcuno a comodo dei sello alla segretel'ia nazionale giovanile, lo Speranza alla superiori. (Mauro Soldani) Statalismo imperante organi;,;zazione studentesca e poi alla federazione fioren– tina dei rispettivi partiti, in tutti e dne i casi alla testa della corrente di sinistra. Poi, dopo congl'uO intervallo per consolidare Je posizioni, brusco passaggio al servir.io cli chi deteneva i mezzi e il potere, nell'un caso l'on. Mala- N ON V'E' congre:JSO di indw;triaH, nè g-iornale più godi e nell'altro ]'on. Fanfani, e reazione «messicana» o meno legato alla Con{indw,tria o a minoYi asso- contro gli ex-compagni di lotta politica, come ad esempio ciazioni produttivistiche, che non levi regolarmente _il P.istelli o l'attuale espÒnente radicale Marco Pannella. la voce in favore dell'inizi<,tiva privato, ogrJi più che mai Ma la considerazione meno ottimista non è questa: do- minacciata dallo « statalismo frnperante ». A costoro val la vunque esistono Je leve dell'opportunismo che acconono pena di chiedere se non &i rendano conto che è proprio alla prima chiamata, e vengono scremate dal contesto cli grazie a una serie di misure che non si potrebbero defi,nire ogni generàzione politica. Ci saranno sempre degli Or- altrim,enti che « intm·venti statali» che la maggior parte sello e degli Speranza: una generazione non fallisce per di essi deve, se non l'esistenza come unità economicamente· questo il suo compito stot·ico. Il guaio è che, se corriarnq potente, J)et·lomeno le condizioni per questa esistenza. Cosa con la mente al destino degli esponenti più significativi sono le licenze di cornnl.ercio fi,scali, se non « interventi sta- di tutta quanta la generazione che si è affacciata alla poli- tot-i neU'ec0nomit;t »? Cel'to vi sono altri inte1·venti, come la tica. con la Liberazione{ flon possiamo sentirci conf.Q.rtati riforma Vanoni, fo legge 1'1·emelloni, ecc., che non fanno gr-an _che. Agostino qreggì, primo preSidente dell'UNURI, comodo agli imprenditori in ge!iere, e nessuno co~testa loro . il giovane democristiano 1 di formazione· aperta e « libe- il dfritto, C011'!-e cittadini, di es_serecontrari a w1:a legge. Ma i-ale » che rese possibile l:avvio attorno alla sua. persona allora 1>erchénon dire chiaramente eh~ .8i vi1ole dallo Sta.lo di un esperimento di convivenza tra cattolici .e laici, è una certa politica e n_on una cert(i altrçi, e· /(1rla fihita co?1' finito Presidente della Gioventù Romana di Az. Cattolica,._ il ricorso a slogan che in Ital-ia hanno ce8&atodi avere alcun ·con la fiducia di Gedda e i·elativo assessorato in Campi- riferimento alla realtà da almeno cinquant'àn~i, t(mti ,piiì. doglio. Aldo Tartaglini, dem0cristiano «laico:;, di im- o meno essendone passc,ti dall"e prime r-i/ornie in senso_ au- pronta degasperiana, dirige gli assegnatari della Coltiva- tarchico e dai.primi interventi. statali? Non-,esi{lte ogg·i alcu~ tori Dii-etti pet· conto di Bonomi. Fnn.co Salvì, illumimi.t<! 1)(ie&e,nemmeno gli -S-toti Uni.ti d'Am~!-ica,. in cui non si di,:igente del·la Federazione Uni,'ersitaria Cattolica che riconosc<, che lo sv-iluppo economico è legato ad alcuni in-, contri6uì notevolmente alla p1·ir:na crescita del movimento terventi governativi; ma neSsu.na persona seria Parlerebbe' studentesco, è rèsponsabile delle scuole di partito per la per questo d-i «statalismo» nlld maniera bolsCevié<,. · maggioranza di Fan farli. Franco ~ai-ia Malfatti, t:he dette l'iene il tl,ubb-io (' que.<;to ·7m,1ìto che i 'nost1·i,pole-ndsti a suo tempo una originale impronta pòlitica ai gruppi non siano solt(mto dei rimasticato1-i di idee invecchiafe.: giovanili democristiani, fa il « condizionato_re » a Fanfani FJ.ssisanno che in Italia, a (orto o a rag-ione, tii/,to piò <J,ie e, dop? aver abbandonato ogni serio impegno politièo, Si recc, l'eti.chett(, «stato»· è &u.biiò guardato con )rl.i.ffederlzi:,,. compiace delle mansioni salottiere che il ruolo gli riserva. e sospetto; e allora, se d"a. tm la.lo agiscono in modo che 'lo, Paolo Cabra.s, che si definiva aclcliritttira « cattolico libe- Stcito rimanga nell'attuale, per tdnti versi deprecqbile ma raie> e rendeva possibile con la sua collaborazione il a loro comoda condiz1'.onè, dall'altro pongono sè sott<;>' l'eti- prirno espetimento di direzione goliardica all'UNURI, è ·chetta dell'« anti-stato », del 4:: privato», e _sinotiimi. Rie~ oggi uno degli espon,enti più protervi dell'indirizzo fanfa- scono così a mantener'e le simpatie ~dell'opinione ·pubblica· nianò a Ron'ta e ·nella: pòlilica giovanile. meno àvvedula. · (.PO::o"Jo l''a.cc401.

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