Nuova Repubblica - anno V - n. 1 - 6 gennaio 1957

8 MORALIZZAZIONE A POTENZA I ·FRUTTI ,. PIU PURI A l, CONGRESSO di Napoli della DC, nel 1954, l'onore– vole Colombo, attuale ministro per l'agricoltura · nel gabinetto Segni, pronunciò un vigoroso ed ac– clamato discorso, auspicando il cambio· della classe diri– gente nel Mezzogiorno e promettendo la. fine .delle clien– tele elettorali, intorno ai vecchi notabili. Con questo discorso, gli esponenti di Iniziativa Demo: crntic(i si caratterizzavano presso la. base come la cor– rente di sinistra che avrebbe rinnovato e moralizzato il pal'tito; l'on. Fanfani vinse· il Congresso, in maniera cla– mo.-osa, e dedict) ogni sua cura alforganizzaziol)e del pa1·tito. Di quanta e quale cura si trattasse, lo dimostra– r(lno i metodi messi in atto diilla cot-rente di Fanfa.ni nel :r.·fe;,,,1ogiomo pet· il controllo dell'apparato, metodi che fanno rirnpiangere le pur disinvolte manovre corn1t.trici dòi vecchi popohni. 11 Congresso di Potenza per l'ele;,,ione dei delegati pro– vinciali al Congresso di Trento, svoltosi il 29 e 30 set– tembre (si noti che proprio in Lucania ha il suo feudo elettorale l'on. Colombo), può essere assunto a pai-adigrna cli una situazione tipica di Sottogoverno dc nel Mez– zogiorno. J tesserati dc in provincia erano, a tutto Juglio, 20.954. li 75% degli iscritti sono accentrati in sole 20 sezion'i ·(su 98), che sul piano elettorale dtrnno invece solo il ~l5% dei voti democristiani. Oltre il 50% delle tessere è raggruppato in dieci sezioni nella zona del Melfese, che da sola decide dunque delle sorti di qualsiasi congres80 p1·ovinciale, ordimu·io o straordina1·io. li rapporto fra tes– serati e votanti per la democrazia cristiana in questa zona è di 2,7 voti dc per ogni iscritto, ma si arriva fino ad un rapporto di l ,G: ossia qu!)-si un iscritto per ogni votante: a Montemilone (t. 700 - v. 1115), Acerenza (t. 459 - v. 7.30), Nemoli (t. 350 • v. 410) e in molte alti-e sezioni, i responsabili_ acquistano le tessei-e in hlocchi e le fanno figurare· come distribuite. anche se ri• mangono intonse nei cassetti del segretario di sezione, . Du due anni a questa parte, ossia dal discorso mo– raliz:r.atoi- e e do1·siano dell'on. Colombo. in poi, in alcuni Comuni si è avuta una meravigliosa. prolificazione di tes– se1·e, sino a raddoppiare quasi il numero degli iscritti. (ad ~.-1. a Senise, a Terranova, ecc.). Q UESTA struttura OJ'ganizzativa, viziata in profondità, per cui del metodo democratico non rimane che p;ppa– Tenza. formalistica, si giustifica nella situazione stessa della provincia situata in una delle zone più dept·esse d'Italia, coi più. alti indici di disoccupazione bracciantile e di anal– fabetismo. Vi predomina, quale supporto f~ndamentale a u1a\ struttura. feudale, il ceto medio che, nel fisico e morale çlistacèo da.I processo di prnduzione e trasformazione in– du.striale in genere, ignOJ'a ogni tematica del mondo del lavoro e ne è Psicologicamente lontano ed ostile. Privo di ogni autonornia, sia economica che culturale, viene a dipendei-e per intero dallo Stato e dal potere politico che ne è immediata espressione. Da qui nasce la tenta– zione go,·ernativa del ceto medio meridionale e la sua l:!ccolare vocazione al trasformismo. Il potere economico è 1in'emanazione del pote1·e politico inversamente che nel · Nord-.ltalia. Qualsiasi forza morale e cui.turale, la quale nella sua esp,·es~ione'" politica si of)pon'ga a qnesto prepo• ier·e, non può che situarsi 'in posizione di rottura e di eversione: anche" il fenon~eno dei voti ~ona1·chici e fa. scisti può essere un voto di «sinistra» e pe1·ttmto recu•· perabi!e alla democrazia. Nell'intemo del pal"tito -dc, l'opposizione tende a farn ~uoi i metodi della maggioranza su un piano personali-.. stico. e di 1·ivolta di palazzo. Gli elementi migliori si ap– part1mo o tentano l'emigrazione al Nord. ] I Congl'esso di Potenza non è sfuggito a tale mal co– stume. I terinini di un qualsiasi discorso politico sonÒ stati sistematicamente ignorati, per sostituirvi le risse personalistiche. I f(. grandi » della provincia, C}uelli - per intcncle1·cì - della « seconda generazione » fanianiana che· sono i-iusciti a fare l'impiangere i vecchi, notabili, si 'erano schierati in due liste, in modo da aSs.icurarsi tutti i pqsti in lizza. Nei loro intèrventi facevano meravigliare per J'abilità con cui qualsiasi problema seriamente politico e sociale veniva "eluso, mortificato e Saci -ifica.to sull'altare di un generico patriÒttismo _di ·pa1·tHo. Tutti e nove i delegati, s{1ddivisi nelle due liste, sono sta li naturalmente eletti; capintesta Tommaso l\'lorlino, consigliere nazionale, e capo della segreteria di Colombo, che insieme con l'aureo F. M. Malfatti si professa per la niorali,1zazione della vita pubblica in Italia e per l'aper• tui-a a sinistra. Cli altl'i erano: Cervellino Ertzo, segretario provinciale e assessore alla provincia; Bruno Domenico, vice segre •. tario pl"Ovinci~le; Laraja Vito, consi~liere provinciale; Lo~ (144) nuova repubblica Epifania (Di.f. di Dino Bruchi) spino~o Lello, can_didato al pui-lamento; Vita Giovanna, consigl_iere provinciale; Petn1llo Fi-ancesco, presidente commissione bracciantile; f-iai-li Egidio, dirigente generale dell'Ente Riforma; I'ifardi Ventu,·ino, presidente della J>rovincia. Ciascuno di qtte~ti delegati veniva proposto in rapprE'sentanza di pu1·ticol11ri Ìntei-essi personali e se• z.ionali. Il Congrnsso era sb_tto già deciso a priori, mediante conteggi e impegni di voti al ta,·olino; erano stati per– sino concordati i voti preferenziali di ciascun candidato. All'ulti~no momento, fu presentata, fra la sorpresa generale, una terza lista. :Non mancarono pressioni ed agganciamenti, che produssero il vuoto fra i presentatori della -:~r1.a lista, ridotta. poi a. ti-e insegnanti e a un avvoC~,07" pressoché sconosciuti sul piano provinciale e senza una qualsiasi aui-eola di sottogoverno. li Congresso fu aperto in modo patriaJ'f'ale dal ministro Colombo, che osò richiamare i termini del suo discorso di Napoli,. dandoli onnai per· realizzati in due' anni <li « moralizzazione » del pa1·tito. Dopo di che se ne tornò a Roma.. La rela7.ione uffici!ile fu affidata all'autorità. del– l'un. Maretta, che prese le pai:,ti dell'attuale djrezione del Partito, con aspre punte polemiche contro le opposi– zioni interne: il sistema propor:zionale in seno alla DC fu presentato come l'anticame}a del caos, l'unificazione socialista fu liquich1ta come un ennesimo tentativo anti– clericale. Il Congresso filò liscio, fino al primo intervento di un certo Dragonetti, maestro elementare, che presen- . tand0 la li.sta niinol'itaria. n. 3 si limitò a un crudo elenco statistico: quanti analfabeti, quanti disoccupati, quanti operai, quanti- senza casa,. ecc.; un trjste primato della Basilicata. Successe il psmdemonio. La reazione dei dll'ezion~li fu pronta e ma~siccia. L'avv. l\:forlino perse Ia sua aria di abituale snfficien,-:a. Incalzarono onorevoli e avvocati. Il nw.estro Dl'agonetti e { suoi candidati amici furono dati per spacciali. _Eppure i" risultati delle urne, a votazioni ultimate, furono sorprendenti: al dirigente generale dell'Ente Ri– forma nella lista fanfat'\iana voti 54.10, al Dragonetti 4230. In una .. provincia in cui al ricatto di coscienza, quale è tentato nel Nol'd (come per ,Vladimiro DOl'igo ri– chiamato dal Patriarca di Venezia) si aggiunge il ricatto della farne, esercitato con una mancanza di scrupoli che · riabilita i gerarchi del ventennio, quei 4230 voti fanno riflettere. A Trento non comparvel'o; l'accurata selezione dei delegati del Meridione (coloro che con la loro ottusa disciplina decisero il Cong1·esso in favore di Fanfani e di Iniziativa Deniocrotic.:a) impedì che si levasse una voce .di pl'Otes~a contro il sottogoverno imperante, e l'uso del potel'e a favore di una frazione di pa1tito. Del Mez– zogiorno si parlò poco a Trento. Lo stesso Colombo pro– nunciò ,uno spento disco•·so sull'unificazione socialista, fr~ l'indifferenza dell'assemblea. ,Vonei chiedere a Salvemini che tacciò Ciolilti come ministrn della rnalavita per la cornpera dei depnt11.ti me– ridionali nei primi anni del 1900: come dovremo chia– mare questi « 1"ifo1·matori » e « moralizzatori-,;, che i ve– scovi indicano all'ammirazione dei fedeli come « i frutti più puri dell'Azione Cattolica»! Nelle prossime settirn""ane, saranno indetti nell~ DC i congressi provin_çiali per il rinnovo delle cariche locali. Si ripeteranno dovunque i fasti di Potenza? GUIDO TARONl UNCASO ESEMPLARE (continuaz. da.pag. 7) Ma non vi fu tanto nn'evoluziçrne qualitativa, quanto uns:> semplice addizione quantitativa. Del· ma.ncato sviluppo,... industriale di ·Roma., il Caracciolo dà g1·an colpa ai go– vernanti italiani del tempo ed ali.a loro paul'a di creai•& masse pl'oleta!'ie politicamente turbolente, co,ne quelle di r>a1·igi: e la documentazione da ~u~ addotta in merito ò altrettanto probante quanto interessante. l\la nes8Lma barba di governo avrebbe mai impedito ai «neri, cli irnitai·e, se non altro, gli Jacini od i Ricasoli nelle loro ___.. __ campagne e di· corrndar quest'ultime di industrie \.er la trasforrna:,,ione dei prodotti agricoli, qualora lo avessero voluto. ·li fatto è che non si proposero neppure· un oh• biettivo· del gene1·e. Parassiti dell'amministrazione statalo pontificia. eràno stati: parassiti dell'arnminist1·azione mu- nicipale o di quella della Santa Sede cercaron di rostar·e anche dopo, olti-e che cattivi sfruttatori d(li propri lati- fondi malamente coltivati.· Altro che feudal"ismo !· C'è bisogno di pt'Oseguire oltre nell'esempl•ificazione degli eno1·i rnetoçlologici o dell'avventatezza di certe con– clusioni d"i questo libro? Crediamo di no. Eppure, lo ri– petiamo, non si tratta per nulla di un libro da buttare via: al cont1·ario, si tratta di un libro che reca una quan– tità di matel'iale nuovo sul suo argomento e da cui non sarà il caso davvero di prescindere nel corso di uH-e1·iori ricerche storiche. Ma si tratta, tornando al punto donde erava1no partiti, di un caso esemplare, il quale dim0:1tra come il materialismo storico possa essere senza dubbio un cibo spirituale vivificante, ma abbia bisogno, per non restar indigesto, di uno stomaco vigoroso. Dello stomaco di chi non si contenta di qualche geniale esplorazione, ma affronta lunghi e duri anni di ricerca per studiare a fondo le strutture economiche e socia.li- di un ambiente, o di un periodo: Io stomaco di chi sa, per altrettanto tempo, met– tere da parte le parole altrui, comprese quelle di Anta. ;,io Granìsci e di Ercole Ercoli, per ascoltare solo il lin– guaggio leonino dei fatti, con animo coraggioso abbastanza da non ternere Conclusioni diverse dal previsto o dallo sperato. E que.sto, a conti fatti, non è p~i tant~ il e?r– r.edo necessai-io a chi voglia fare professione dl storico mate1·ialista quanto l'indispensabile a chi voglia fare la profession~ 'di storico tout co!irt. La .q~1ale è ~ 1 e1·amento nn mestiere - per dii-la con 1 contad1111 toscani - «: cho ,~1101 vedere l'òmo in- faccia>. GIORGIO SPINI IIIUIIIIUlllllllllllllllllltlllllllllllllttlll/llllUIIIIIIIIIIIIUIIIIIIUIIIIIIIIIIIUIIIIIUIIIIIIIIIIIIUIIUIIIII ABBONATEVI, FATE ABBONARE A nuova repubblica 1.500 (annuo) 800 (semestrale) 450 (trimestrale) llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllUlllllllllllllllHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUllllllllllllllllllllllllllllllll

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