Nuova Repubblica - anno IV - n. 50 - 9 dicembre 1956

8 I l'l'ALIA POLl'l'll:A I COMUNISTI A CONGRESSO U SCIAMO con questo numero il giorno stesso .in ~ui si inaugura in Roma il congresso del, partito co– munista italiano. Tutto è pronto, i congressi pro– vinciali si sono tenuti in un clima di libertà formale, spesi.o a voti segreti e con liste aperte; le « tesi » con– gressuali predisposte, Sono state universalmente accet– tate; la tribuna precongressuale dell'Unità, di Rinascista, dei Quaderni dell'attivi.sta è stata alimentata con un flusso continuo di apporti, in qualche caso significativi. Eppure -tutto sarebbe ancora da fare. A ben vedere, quasi nessuno dei testi, centrali o periferici, approntati per il congresso, ha affrontato i temi di fondo, che sono: qual'è la posizione dei partiti comunisti occidentali dopo Krusciov e dopo l'Ungheria, dopo la polemica Pravda– Borba, e dopo Gomulka? •Quali atteggiamenti te:nere di fronte al generale sommovimento della politica inter– nazionale? Quale politica definire dinanzi all'unificazione socialista: ai tentativi di « grande destra » contempo– ranei al declino delle forze stesse di destra ed al loro eventuale assorbimento da parte della DC; al proposito democristiano di elezioni anticipate e di un nuovo 18 aprile; all'ulteriore staticità e perciò al depotenziamento dei gruppi di centro (radicali e repubblicani); e in termini più oggettivi: dinanzi all'incapacità gov~rnativa di una politica estera, e a11a prospettiva di un rafforza~ mento della· classe dirigente democristiana che la conduce'? Sappiamo che verrà detto: l'URSS ha cessato di es– sere lo stato-guida, ma la sua esperienza storica resta pri– maria per tutti i partiti comunisti; la destalinizzazione è la cura di disintossicazione nei riguardi di un singolo caso di dispotismo, mentre non ha da incidere sui prin– cipi né implica una revisione ideologica: pratièamente deve tradursi in una vivificazione di tutte le « istanze » del partito, e di un suo migliore radicarsi in più vasti ceti nazionali, quelli, in ispecie, dei ceti medi urbani. Sull'Ungheria è già tutto detto, e la polemica del Borba. è sfuocata; la Polonia· è un bell'esempio di liberalità so– vietica. Il caso di Suez è la riprova deJla verità della tesi di Lenin sull'imperialismo: vada il nostro incorag– giamento a Nasser. Questo, per la politica internazionale. Per la politica interna; si faccia l'unificazione socia– lista, ma non sulla nostra destra. Ci si inserisca per un ulteriore ricupero nel pencolare delle destre; si lanci la grande campagna contro un 18 aprile, e si badi di affiàn– carsi a tutte le forze, dai radicali sino alla sinistra so– cialista, che· vi sono interessati. Si batta sempre sull'at– tuazione della costituzione, che è la via italiana del socialismo., Per la politica estera, mobilitazione oculata ed organica delle « forze della pace ». A nessuno è lecito illudersi che il congresso di Roma conti un tal numero di comunisti, non funzionari, da provocare risposte più approfondite agli ·urgenti quesiti del momento. E' anche scontato che Togliatti sappia tro– vare le formule più idonee per assimilare e conformiz– zare alcune proteste libertarie. D'altra, .parte, e obbiettivamente: potrebbe il partito comunista assumere posizioni sostanzialmente nuove? E' immaginabile una diversa linea politica? E' immagina– bile certamente. Ma a costo altissimo. I fattori di tale costo sono: 1. dichiarare la piena autonomia del partito comu– nista italiano dagli altri partiti comunisti, nel senso di quella « parità » che è divenuta la formula di convi– venza tra Polonia e URSS, Jugoslavia e URSS; 2. in politica interna, proporsi come il solo partito di opposizione costituzionale di sinistra, in nessun caso disposto a compromesso con la democrazia cristiana, dif– ferenziandosi così nettamente cl.alle posizioni ancora in– certe che pesano sull'eventuale partito socialista unificato;. 3. in politica estera, patrocinare la preparazione di una soluzione austriaca (neutralità, con priorità di rap– porti verso la sfera occidentale, ma annullamebto di tutte le pregiudiziali verso quella orientale), e di stretti vincoli coi paesi di « terza forza » del mondo afro-asiatico; 4. nessuna corresponsabilità con atti di potenza del– l'Unione Sovietica, e degli altri regimi di democrazia popolare: 5. liberalizzazione interna del partito, non ingerenza negli altri partiti. Nulla sarebbe da smentire• del metodO tattico di pene– trazione di massa e di rappresentanza pluralisticamente intesa del partito della classe operaia; nessun impegno da prendere per il « dopo », giacché è da ttttti ammissi– bile, che, fermo restando quello del rispetto dell'opi– nione personale, il «dopo», cioè l'attuazione del r·egime collettivistico, comporta una novità di istituti, che solo i socialdemocratici possono ignorare. Non per questo il partito comunista diverrebbe il no– stro partito; ma ci rendi.amo conto che a queste condi– zioni il PCI metterebbe in seria discussione la portata stessa dell'unificazione socialista. Eppure, abbiamo detto, non possiamo farci alcuna illusione sulla duttilità del PCI. Togliatti cercherà di incantarci col sarcasmo di una obbiettività alla quale non crediamo più, il suo comitato centrale ripeterà apologie ed autocritiche, qualche isoiato « oserà ». Sarà tutto. Questo il preventivo. Tra una settimana daremo fedelmente ai nostri lettori il con– suntivo del congresso di Roma. ALADINO (140\· -n~Òv11 !Ì-çm1bblic11 ( Dis. <li Di110 /Josdii) O BIANCO FIORE Sll\1BOLO D'AMORE - L'on. Fanfani e i colleghi deJla Direzione attendono amorevolmente il passaggio dcll'on. Segni RlNASmMENTO F RRAR di LANFRANCO CA RETTI J N SETTEM;BRE a Ferrara si è svolto un convegno di studi sul Rinascimento ferrarese con una scelta partecipazione di studiosi italiani e stranieri. Il con– vegno ha avuto impostazione e svolgimento alquanto di– versi dal solito. Merita perciò che se ne illustrino gli intenti e i risultati. , Il comune di Ferrara, da qualche anno a questa parte, si è proposto di stimolare i migliori specialisti dell'Umanesimo e del Rinascimento, vale a dire del– l'età aurea della corte e dello studio ferraresi, a indiriz- • zare le loro ricerche verso gli aspetti fondamentali, più innovatori e moderni, della civiltà estense nell'ambito della cultura europea. Perciò ha già provveduto a or– ganizzare un convegno di studi sul Tasso, i cui atti vedranno prestissimo la luce, ad avviare la pubblica– zione di un monumentale catalogo df tutte le opere musi– cali di Gerolamo Frescobaldi, ad allestire una mostra dell'architetto cinquecentesco Biagio Rossetti. Quest'anno è stata la volta degli storici, dei filosofi, degli scienziati, oltre che dei critici d'arte e dei musicologi. Si è, dun– que, preparato per tempo un p.iano preciso di ricerche da iniziare e di opere da stampare, affidando a un gruppo ristrettissimo di competenti l'incarico di stu– diare attentamente singoli settori della cultura ferrarese e quindi di concretare un programma di lavoro da pre– sentare ai congressisti per una adeguata discussione e destinato quindi ad essere svolto nei prossimi anni. Niente, insomma, comunicazioni personali o consuntivi su dati già noti, nè tanto meno brillanti dissertaziont teoriche o esibizioni accademiche, ma indicazione pun– tuale delle maggiori lacune che si avvertono e che si intendono colmare sia per quanto riguarda la pubbli– cazione di repertori, di strumenti di lavoro, di opere inedite o da secoli trascurate, sia sotto quello di impo– stazione di studi moderni e criticamente fondati sulla storia, il pensiero e l'attività scientifica di quanti, ferra– resi o no, vissero a Ferrara e contribuirono a farne uno dei n;iaggiori centri della civiltà rinascimentale ita– liana ed europea. L'introduzione ai lavori del convegno era affidata ad Eugenio Garin, responsabile della sezione filosofica. Ga– rin ha soprattutto messo in luce l'importanza grandiss'i– ma della scuola del Guarino, il valore formativo, in senso moderno, dei suoi in'segnamenti, il rigore metodologico e la spregiudicatezza critica dei suoi fondamenti. Suc– cessivamente Garin, che ha giustamente polemizzato con gli studiosi del pass3.to, fermi ad una storiografia di tipo agiografico o meramente el=-udito dell'umanesimo ferrarese, ha proposto che si dia subito inizio alla pub– blicazione delle opere del Guarino e alla illustrazione della sua scuola, alla stampa del fondamentale e così ingiustamente trascurato Zodiacus vitae di Marcello, Pa– lingenio Stellato, da affidare a Paolo Rossi, e degli opu- scoli inediti del Patrizi, che saranno curati da Luigi Firpo e Tullio Gregory. Delio Cantimori, responsabile della sezione storica, ha presentato due piani di lavoro, affidati per la loro esecuzione rispettivamente a Franco Gaeta ed a Marino Berengo, per una storia religiosa e per una storia politico-amministrativa del~o stato esten– se. Per la storia religiosa Cantimori ha raccomandato di mettere soprattutto in rilievo le correnti, più o meno esplicite, di carattere ereticale. Ferdinando Flora ha tracciato a grandi linee, per la sezion'è scientifica, l'im– portanza assunta presso lo studio di Ferrara delle di– scipline astronomiche e mediche, e ha proposto che si pubblichino al ·più presto i preziosi ricettari dei medici ferraresi. Carlo Ludovico Ragghianti, dal canto suo, ha progettato un completo repertorio bibliografico dell'arte ferrarese al quale dovrebbero attendere, sotto la sua guida, i giovani della sua·« équipe ·» pisana. Bruno Col– tro ha riferito sulla musica di Ferqua e ha tracciato le linee per una raccolta organica del materiale documen– tario e per una serie di monografie storiche. E' mancata la comunicazione di Alessandro Perosa sugli studi più propriamente filologie.i e umanistici che è stata riassor– bita nella relazione conclu'siva di Raffaele Spongano, il quale ha riassunto i risultati del convegno da cui è emersa la ferma intenzione di volgere le spalle risolu– tamente ad ogni sorta di vagheggiamento sentimentale e letterario, e perciò alla fine antistorico e convenzionale, della civiltà ferrarese del Rinascimento per iniziare una serie di lavori che mostrino invece il volto autentico di una civiltà che fu in tutti i suoi aspetti permeata di spi– rito realistico e critico, di interessi moderni, e fu rjvolta a interpretare il mondo secondo una prospettiva anti– conformista e concretamente sperimentale. Raffaele Spon– gano ha infine presentato un Dizionario bio-bibliografico degli umamsti ferraresi, frutto della scuola bolognese. Questo repertorio sarà ora rapidamente riveduto e in– tegrato da un'apposita commissione che• l'avvierà qu.anto prima alle stampe. L'incontro tra le esigenze scientifiche, poste mnanzi dagli studiosi riunitisi a convegno, e la liberalità del co– mune di Ferrara, che ha provveduto a stanziare ade– guati fondi per l'avvìo e la pubblicazione dei lavori proposti, è stato quanto mai fortunato. Così è stato pos– sibile, in chiusura, annunciare ufficialmente, anche ai cittadini di Ferrara intervenuti all'ultima seduta, che gli studi progettati avranno subito inizio e che le opere si pubblicheranno via via che saranno pronte. La com– missione permanente che da oggi vigilerà sulla esecu– zione del programma stabilito sarà costituita, tra gli al– tri, da Delio Cantimori, Ferdinando Flora, Eugenio Garin, Carlo Ludoviéo Ragghianti, Raffaele Spongano, Claudio Varese, oltre ai colleghi inglesi del Warburg Institute e ai colleghi tedeschi presenti al convegno.

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