Nuova Repubblica - anno IV - n. 50 - 9 dicembre 1956

(140) nuova repubblica tc Avremo l'indennità di guerra .... fredda?>► LUCI DELLA RIBALTA UN TEATRO A SABBIONETA di PANDOLFI Q UANTI italiani amano e conoscono l'Italia? Le ri– iiorse e le possibilità del nostro paese ci sono ancora ignote. Ignoti i tesori che esso nasconde in ogni angolo delle sue valli, fra ogni piega della sua storia, in taluni dei suoi abitanti o d~lle sue attività, che per una ragione o per un'altra, o semplicemente per caso, sono tenuti al margine. Lontano dalle grandi strade di comunicazi,one e clal riflesso delle grandi città, a poca distanza dal Po, na– scosto tra i pioppi e le nebbie, il borgo di Sabbioneta conserva intatto un sogno del Rinascimento e di un suo singolare personaggio, Vespasiano Gonzaga. Vi si può identificare una città del Sole creata dal suo idea– tore con le più avanzate esigenze urbanistiche e .sociali dell'epoca, dove le strade si intrecciano secondo un'ar– moniosa regolarità (vi appare evidente il richiamo dei quartieri creati a Ferrara dal Rossetti, col favore de– gli Estensi), dove chiesa, università, stamperia, teatro, e infine giar.dini, gallerie ·dalle fantasiose prospettive, hanno ognuno un suo posto e una sua caratteristica struttura, in una vita che s'immagina sapientemente regolata tra il lavoro e i piaceri_ dello spirito, in una piccola Atene, modello di autonomia e di libertà crea– tiva, di sviluppo della personalità, in cui lo spirito sia attivo produttore, e non passivo consumatore di quanto viene prodotto dalle élites cittadine. E, bisogna dirlo, testimonianza ulteriore di come fossero evolute le classi dirigenti di allora, per quanto venisser~ schiacciate dai rapporti di forza delle grandi potenze europee. Vespasiano Gonzaga fu altresì il primo in Europa a costruire un ed1ficio appositamente destinato a rap– presentazioni teatrali (l'Olimpico di Vicenza venne adattato a tale scopo: e i due teatri, distrutto il Far– nese da un bombardamento, sono i soli di forma rina– scimentale che ci rimangano). Licisco Magagn~to nella sua preziosa monografia dal titolo Tentri italiani del cinqueoznto; edita a Vi– cenza da Neri Pozza, ce ne fornisce esaurienti notizie storiche: « Costruito nel 1588 dallo Scamozzi su com-· missione di Vespasiano Gonzaga per la sua minuscola città regia, rappresehta il primo teatro italiano fatto· ab imis. Se i precedenti teatri stabili,_ e lo stesso Olim– pico, erano « cresciuti » dentro preesistenti mura· e il– lustri palazzi, questo invece s'innalza fin dalle fonda– menta con una precisa destinazione funzionale. La ri– gida schematicità della pianta (un quadrato per il pub-· bJico, uno per la scena e di mezzo un rettangolo J)er l'orchestra) indica la ripresa del· tipo serliano... An– che qui non v,i è traccia di arco scenico, gli affre- schi archite~ici di archi a lato dell'orchestra rap– presentando · piuttosto dei motivi di decorazione del– la cavea, che non degli elementi strutturali essenziaìi. Del modello palladiano è chiara la presenza nella sistemazione della cavea, coronata da una loggia a portico, unic.o residuo dello schema vitruviano; del re– sto la pianta del teatro serliano ben si prestava a q.uest!l soluzione. La eleganza misurata della sala, ancor più chiara nel disegno con le gradinate che s'inarcano in prossimità dell'attacco sui muri di lato, con una deli– cata curvatura poi soppressa nell'e~cuzione del pro– getto, ha un suo fascino• fra arcaistico ed accademico tipicamente scamozziano. In realtà si tratta dell'unico teatro serliano rimastoci, luogo ideale per una z:n.p– presentazione di Plauto, di Terenzio, di Seneca, nel gusto del primo Cinquecento ». Ebbene, dopo aver sopportato le più varie vicis– situdini, il teatro era stato trasformato in cinema. Da qualche anno ci si è decisi di restaurarlo. Sembra che ogni tanto vi si rechi in pellegrinaggio qualche mu– ratore, senza. risultati tangibili. Un'opera che potre!Jbe essere affrontata e risolta n_el giro di pochissimi mesi, da anni si trascina pèr un cammino che non vede fine. I deputati Truzzi, Pedini, Sangalli', Bucciarelli, Ducci, Zerbi, in data 17 luglio di quest'anno, hanno presen-::ato in margine alla discussione svoltasi sullo stato di pre– visione del ministero P. I. un ordine del giorno allo scopo d1 svegliare i dormienti. I senatori Negri, segre– tario del gruppo Socialista, e Roffi, segretario òella Commissione P. I., hanno presentato un'interrogazione scritta per sapere_ se sono stati concessi i fondi (poco: qualche milione) necessari allo scopo. Questi passi con– seguiranno un risultato? Speriamolo, e sollecito. L'episodio mette in Juce non solo quanto siano abbandonati i nostri monumenti tea– trali (che dire ad esempio dello stupendo teatro che il Bibiena costruì a Mantova, ridotto oggi a triste sola per conferenze, con i palchi non praticabili e la platea fatta di panche?), ma anche come sia basilare per la vita della nostra nazione acquistare coscienza delle no– stre tradizioni, dare alla provincia vita e attività cultu– rali - perchè un teatro restaura_to significa prima o poi attirarvi rappresentazioni -, staccarla dal suo de– stino di massa recettiva (e solo per le manifestazioni più gr0ssolane d~l film e della televisione), renderla par– tecipante direttamente e attivamente a produzioni l·ul– turali, in cui essa può immettere quelle genuine esperienze che la metropoli spesso -mortifica nella. sua fatale stan– dardizzazione. 7 * BIBLIOTECA * UNA VITA PER LA LIBERTA' P ER I TIPI d~ll'editore Ludovico Puglielli sono state pubblicate le memorie autobiografiche di Mario Magri, Una vita per la libertà (1). Esse abbrac– ciano il periodo dal '26 al '43, durante il quale l'Autore patì il confino politico a Lipari, a Ponza, alle Tremiti, in. Calabria e in Lucania. Volontario e decorato al valor militare della prima guerra mondiale, confiné!,to politico per diciassette anni consecutivi, volontario della libertà in Roma durante l'occupazione tedesca, il Magri trovò fine gloriosa nel massacro delle Fosse Ardeatine, a coronamento di una vita dove mai erano venuti meno l'intransigenza e il sacrificio. Le memorie del confino, stese in forma sobria e vivace, descrivono in modo efficacissimo la lotta per– sonale di un uomo contro la piovra poliziesca che si .. avvale di mille tentacoli per umiliarne la dignità e pie– garne la resistenza. Abbiamo parlato di lotta personale non a caso: questo fu, infatti, il limite· principale della pur nobile battaglia del resistente. Per lui, e ne fanno testo le memorie, la lotta antifascista si propose còme diretto proseguimento di quella esperienza volontaristica e attivistica che lo aveva condotto, dopo Vittorio Veneto, con D'Annunzio a Fiume e nel movimento dei combattenti senza che si rendesse conto di contribuire a mettere in moto una mac– china infernale dalla quale egli stesso, spirito libero, sa– rebbe stato imprigionato e distrutto. Certo è per questo che il destino dj Mario Magri ci appare, oggi, particolarmente patetico: antifascista con– finato egli si batteva unicamente per se stesso, per la propria libertà e dignità; individuo isolato contro un re– gime che disponeva dell'Italia intera, senza la profonda consapevolezza che derivava alla maggioranza dei con– finati e dei resistenti, fossero GL o socialisti o comunisti, di non essere soli, perchè partecipi di profonde ragioni ideali condivise, anche nei momenti più oscuri, d3' col– lettività. umane che, in un modo o in un altro, li ave– vano investiti di una rappresentanza storica. Ma proprio per questo dobbiamo ammirare di più, se possibile, la forza di carattere di uomini soli come Mario Magri, ai quali tante sofferenze, pur gravi per tutti i perseguitati politici, dovettero certamente risultare più dure ed amare. Di particolare interesse risulta, infine, il quadro dei metodi politici inumani messi in atto dalla polizia, sem– pre uguale in tutti i regimi che abbiano la volontà (e la disgrazia) di averne bisogno. Più che le scene, efficacis– sime se pur scontate, di bestiale violenza, vogliamo ripor– tare, con la penna dell'Autore, un episodio di raffinata e ipocrita tortura morale. « Dopo più di un mese di sciopero il direttore ci co– municò che il ministero, aderendo alle nostre richieste, aveva stabilito che si potesse corr-ispondere con chi vo– levamo. Bastava presentare la lista di quelle persone in dii::ezione. Avendo ottenuto quello che si desiderava, ricominciammo a scrivere e rassicurammo le nostre fa– miglie le quali erano state in pena per noi non sapendo come spiegare il nostro lungo silenzio. Qualche mese dopo il ministero prese la sua rivincita: diede disposi– zion:i a1Ie diverse questure di minacciare i nostri corri– spondenti e d'indurli a cessare ogni rapporto con noi. Pochissimi furono quelli che resistettero e continuarono a scrivere incuranti di ogni minaccia. La grande mag– gioranza fece sapere che non vo1eva più saperne di noi. 1'"'ortunatamente io non scrivevo altro che alla mia fami– glia perchè non avevo mai voluto dare l'indirizzo dei miei amici alla pubblica sicurezza e perchè non avevo a'ffari da sistemare. Nessuno quindi cercò di scrivermi. La maggioré!,nza però dei confinati era continuamente chiamata in censura dove gli si comunicava con grande soddisfazione che or l'uno or l'altro dei parenti od amici si rifiutava di continuare la corrispondenza. Fu una via più lunga .ma in definitiva raggiunse lo scopo che il ministero si era prefisso. In capo a un anno la corri– spondenza della quasi totalità dei confinati si riduceva ai familiari ma non potevamo più protestare perchè la direzione, con grande generosità, ci Permetteva di scri– vere, ma erano gli altri che non volevano corrispon– dere c6n noi ». Esempio di come si possa opprimere salvando la fac– cia; rispetto al quale, forse, fa meno impressione l'in– sulsa brutalità della lettera con cui la polizia tedesca comunicava l'avvenuta esecuzione: « Mario Magri, ist am 24-3-1944 gestorben ». MAURO SOLDANI (1) Questo libro è stato pubblicato dalla vedova, per onorare la memoria det marito. Data ta scarsa distribuzione che ne è. stata fatta alle librerie, può essere richiesto anche direttamente alla signora Rii.a Magri, Bartolomeo Gosio 21, Roma. 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111;1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 nuova repubblica ABBONAMENTI: AnnLo L. 1500 Semestrale 800 Trimestrale 450 ..,uuumnmm1111111111111111111m111111111111uu1111111111111111111111111111111111111111mm1111111111u111

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