Nuova Repubblica - anno IV - n. 42 - 14 ottobre 1956

6 MITI E RE ALTA' POLITICA UNA PROSPETTIVA PER I GIOVANI Per ringiovanire il movimento socialista 11011 serve attirare sotto un'etichetta il massimo numero· di giovani dipingendo loro il sedere di rosso; mà occorre piuttosto che i socialisti sappiano divenire-rinnovando se stessi-gli interpetr-i più attendibili delle nuove generazioni di GIULIO CHIARU.GI U NA R~CEN'l'E indagi_ne sulla co1nposizione di al• cune sezioni della SFIO (1) dimostra come il socia• lismo francese sia essenzialmente un movimento politico di vecchi. La distribuzione degli iscritti pe1· grnp• pi di età sarebbe, all'incirca, la seguente: appena il 3% sotto i 30 anni, il 27% dai 30 ai 40 anni, il 32% dai 40 ai 50, il 97% sopra i 50 anni. Peggio, poi, se dagli iscritti si passa ai quadri, dei quali sembra che appena il 28,5% si trovi al disotto dei 40 anni, contro il 71,5% al disopra di tale età, Non esistono dati corrispondenti per il socialismo e la socialdemocrazia in Italia, m8. tutto lascia snp[)orre che la composizione per età del PSI- e del PSDI non sia molto diversa da quella della SFIO, almeno per quanto 1·iguarda i militanti e i quadri, mentre è certamente assai diversa la composizione dell'elettorato socialista, dato che in Ita– lia. non c'ò 1 né ci potrebbe essere, la cospicua attrazione che verso le giovani forze di formazione laica esercita il pur vecchio radicalesimo, da quando è slato rinvigorito e rimodernato per opera del grnppo :Mendès-France. In al– tre parole, mentre in Francia si ha un socialismo che sem– bra irrimediabilmente arcaico e sclerotico, soffocato da una mediocre quanto vischiosa burocrazia di partilo, ca– rico di compromissioni e di complessi nei riguardi del vecchio ordine di cose, incapace e neanche velleitariamen– te propenso ad tma qualsiasi comt;nicazione politica· col vasto settore di classi lavoratrici guidato dai comunisti, inabile e inadeguat? al dialogo non solo coi più moderni fermenti .radicali del mendesismo, ma perfìno con le istan– ze revisionistiche di sinistra critica della Nouvelle Gciu– che, pronto a elargir pensioni quanto al!_cno dal rimuo– vere incrostazioni e modificare rapporti di potere, incapa– ce di corrispondere alle speranze delle giovani generaz.ioni e di aprirsi loro mercè più vasti orizzonti politici; in Ita– lia al pur vecchio socialismo (e di consegtlenza anche alla socialdemocrazia) corrispondono affiplissime e varie pos- sibilità di allargament_o e di iniziativa. , Il socialismo è veramente, oggi, più che una spinta politica in atto, una grande aspettativa del paese. Non è possibile, nelle odierne condizioni .italiane, la formaz..io~e di un'altra fo,-z.a di sinistra, quella radicale, sull'esempio , francese. Naturalmente questo non deriva dalla pur inCe– riore statura degli aspirnnti leaders radico-rep~1bblicaai rispetto al Mendès-France e ai suoi amici 1 sì bene da più determinati motivi storici di ordine sia strutturale che sovrastrutturale. Esiguità e timidezza di strati sociali me– dio-borghesi interessati al progresso e capaci di operare su di un piano parallelo e disgi~nto da c1uello delle classi lavoratrici; fragile tradizione laica della società e dello Stato, che fa ripiega1·e sulla DC quei suffragi di centro che in Francia, anche per la presenza dj un cattolicesimo ninoritario e riluttante da impegni temporalistici, si indi– rizzano verso un moderato progressismo iaico. Si verifica il parndosso di una- formazione politica (il probabile socialis_mo riunificatoL vecchia sul piano anagrafico, sociologico e culturale, che non è parimenti sorpassat{l sul piano_ storico, ma che anzi costituisre il naturale punto di attrazione e di riferimento di molte e disparnte, ma tutte vive e moderne, volontà politiche di rinnovamento. Al punto da riuscire a intessere un fit– ~o dialog? con .. qnanto _di più inquieto matma e si agita in tutto il contesto sociale e in particolare tra le più gio– vani generazioni, senza per questo appari1·e capace di dare a questi fermenti una definitiva accoglienza e una organi– ca rappresentanza, in modo da superare -in tronco la fase IIJIIIUIIIIIUlllllllllllllllllll:illllllllllllllllllllllllllllll!IIIIIIIIUllllllllllllll/llllllllllllllllllllllllllll ABBONATEVI, FATE ABBONARE A ·nuova repubblica 1.~00 '(annuo) 800 (semestrale) 450 (trimestrale) del fortuito accostamento dialettico o del mero contin– gente suffragio. Non percorrerà molta strada un socialismo riunificato, capace magari di otto milioni di voti - dei quali certo almeno la metà e$prcssione non di sinistro qualunquismo · ma di effettive volontà rinnovatrici - che sia però ]e. gato al pl'ogramma del '92 e, di conseguenza, al vecchio personale politico dei due attuali tronconi - Je rare ec– cezioni confermano la regola - che in buona (i più yec– chi) o in malafede (i più giovani) da tale programma si sente confortalo. Non illudiamoci: si eviteri~ la pura e semplice acidi~ z.ione PSI+ PSDI, di cui leggiamo con piace1·e la depreca– zione anche da parte dei giovani socialdemocratici - ma sarà poi vero? - soltanto gettando le basi, in seno al nuovo partito, di una politica capace di inserirvi organi– ca-mente le nuove generazioni, senza impastoiare le loro capacità di rinnovamento e adulterarne il patrimon'"io ideale. Tale politica sarebbe, in fondo, la sola a J'endere indisvensabile l'assorbimento di tutte le presenze ed ener– gie socialiste e laiche oggi al di fuori dei due partiti, dato che a questo fine, pnrtroppo, non saranno sufficienti le esigenze programmatiche e culturali di ordine pili im. _mediato. Occorre distinguere, in fatto di politica giovaniÌe, le attività settoriali e strumentali, di ordine ricreativo-do– polavoristico, dest.inate ad attirare al socialismo - così com'è o come pare che sia - una porzione più o meno cospicua delle giovani generazioni. In questo esercizio della politica giovanile, ne siano espressione i circoli spor– tivi socialisti delle due osservanze o i. festival giovanili di va.ria sfumatura, i socialisti sono destinati ad esser battuti dalla Gioventù di Azione Cattolfoa o dalla stessa Federazione Giovanile Comunista, qualora si limitino, co– me sin qui si è fatto, ad usare tale strumentazione per -~~uro e semplice accostamento proselitistico. , 1nfatti politica giovanile non è proselitismo spicciolo, ma maturazione e sviluppo, quanto più possibile organici e unitari; delle giovani generazioni di fronte alla loro de– stinaz.ione civile e sociale pril)la, culturale e politica poi, fino alla pili estesa identificazione delle aspirazioni gio– vanili con lo stn'ffnento politico Par-tito socialista. Qu0sto, a sna volta, non potrà mancare di essere via via ripla– smato e conservato attuale dal rapporto con le nuove ge– nerazioni. Non assunzione, quindi, di indifferenti comple– menti da parte di lln esercito già. ordinato in maniera immutabile, ma continuo" riordinamento della formazione in relazione alle riuove forze che si p1·esentano e che deb– bono essel'e incorporate secondo le :oro ~pecifìcbe finalitù. I GIOVANI attendono dal socialismo non tanto uno strumento formalmente autonomo nella dire~ione e riella strnttura, federazione o gruppo giovanile che sia, me– diante il quale venga loro concesso d.i esercitarsi in ap– parente democrazia ad attuare sul piano organizzativo una sostanza politica già stabilita, quanto dei;li strumenti a.gili e diffel'enziati - di cui la fonnale autonomia dal partito è del tutto supe1·flua se non addirittnrn nociva - capaci di medfore· col partito le nuove realtà che il dive– nii-e del pensiero e delle cose via via propone ~.ll'impegno e alla risoluzione, di ai-ricchire cioè il pai-Ùto di qualcosa di nuovo e cl.i peculiare, di renderlo pili idoneo ad inter– pretare le esigenze di ·rinnovamento maturantesi a h1tti i livelli del contesto sociale. Si pensi soltanto al rapporto scuola-sociebl-produzione, naturale punto di incontro di lavoratori, di tecnici e cli stuctenti, che solo da poco tem– po rare iniziath·e hanno cercatcr di additare (2). Mo\'irnento gio\'anile di massa e preparazione di clas– se dirigente, come 1·ichiedono i giovani socialdemocratici? Sì e no. Si, se movimento giovanile di massa significa. iniziativa dei socialisti - giovani .e non giovani - ·volta al potenziarl1ento <li ogni autonoma e unitaria iniziativa giovanile direttmnente legata alla relazfone dei giovani con la società - in 1)rimis, qnindi, sindacale e studente– sca - onde, mercè anche il _dialogo con :•:deologia e la cultura di cui il partito sia poi-tatore, si formino nnovi quadl'i di,·igenti soci'.alisti capaci di rappresenta!'e,- per le ]oro stesse storie personali, le pili vive e noderne esigenze della società. No, se il sullodato movimento tenda seni– plicel)lente ad inquadrare il maggior numero possibile di giovani comunque attirati sotto l'etichetta socialista, se– parandoli dagli altri e, in certo senso 1 dipingendo loro il sedere di rosso 7)er renderli ,·iconoscibili; e, dopò averli .fatti esercitare su un modello in miniatura di burocrazia IIIIIIIUIIIIIIMIWUlUIIUUllllillllllllllllllltllllll.llllllmllUJIIIIIIIIIIIIJIIIIIIIIIIIUflllllllUUIIIIIIII di partito, preJenda, l)er ciò stesso, di a,·er creato una "' (152)_ n_uova repub~lica classe dirigente socialista. Avremo formato, pensiamo, so– ]o qualche ottuso quatito astuto funzionario-mazziere, o, tutt'al più, qualche segr--etario di ministro! Per questo, dopo aver-- considerato Con la dovuta at– tenzione le prime iniz.iative politiche seguite -ih sede gio– vanile all'incontro di Pralognan, non si può fare a meno di convenire che, pur nella inevitabile pi-ovvisorietà e in– completezza, le proposte del Movimento Giovanile Socia– lista (PSI) per una pregiudiziale conve~gbnza di azione politica unitaria, 'volta principalmente aj sindacati e al movimento studentesco, paiono molto più calibrate di quelle formulate dalla Federaz.ione Giovanile Socialista (PSDI), che ha richiesto una immediata. integra,zione or• ganizzativa. paritetica per una politica di qualificazione _(e separazione) socialista nei sindacati e tra 'gli studenti. Una effettiva integrazione politica (e non immediata– mente organizzath·a) delle presenze socialiste giovanili, da attuarsi in primo luogo su formule ampiamente uni– tarie nelle scuole e negli ambienti di lavoro e che dovr 1 'L attingere in larga misura, mediante opportune inizlf:.tive di dibattito, ai contributi di ordine cultu1·ale che potranno provenire da fonti - non necessariamente giov:mi - in– terne quanto esterne ai due partiti e allo stesso sociali– smo, resta l'obiettivo da perseguire prima di ogni <,ll1·0 v<,sso. I g.iovani di Unità popolare potranno certo trovare il loro posto in questa più vasta integrazione. E non sm·à davvero possibile proporsi, come spesso leggiamo da parte di giovani socialdemocratici e anche, purtroppo, di giovani socialisti, la ricerca di soluzioni' so– cialiste - frutto di elucubrazioni scolastiche - per i pro– blemi giovanili della scuola e del lavoro, quanto piutto– sto assumere l'iniziativa. perchè tutti i giovani si muova– no a i·isolvere i loro problemi e perchè i socialisti sap– piano dialogare con loro, avanzando le pl'Oprie ragioni idt,ali e culturali 1 facendosi interpreti in sede politica dei risultati maturati nel comune travaglio. L'ormai abusato slogan sull'ora dei socialisti probabil– mente non è per oggi: l'ora dei socialisti potrà scoce;nre davvero se essi, nel giro di qualche anno, saranno dive– n~1ti .sul ser-io gli interpreti politici delle nuove generazio– m, rmnovando se stessi in una misura in cui non è ancor lecito oggi sperare. 0) Bodin - « L'àge mti.r de 1o SFIO >> - Esprit - 24 5 1956. (2) Tra i contributi dell'anno in corso: ' ' Borg1ii-Calogero-Piccardi-Zanotti Bianco: « Processo alta scuola» - Bari, Laterza, 1956. Alicata - «Riforma deUa scuola» - Roma, Ed. Riuniti, 1956. « Il rapporto Industria-Scuoia» - Il Mercurio' _ 111/32 - 11-8-56 (N.o spec.). Martinoli - « L'automazione e la necessità di una ade– guata preparazione culturale in Italia » _ Conv. di Milano sui _problemi detL'automazione - Roma, C.N.R. 1956. Ob:e~::::i;i~n 1 ~!t~i~giqu.e en URSS• di F. Fejto -, France « Una rivoluzione per la scuola» di N. Isaia - Nuova Re– pubblica - 16-9-56. « La competizione pacifi.ca tra Est e Ovest sa1"àvinta nel– le aule scolastiche». I l Me rcurio - III/373-1956 (ripreso da The New Statsman and Nation). « Limiti (non responsabiiità) deUa funzione universita– ria» di A. Fabris - Il IV1;ercurio- III/38, 1956. Storia patria i!l MAZZINI E LA RAI Nei gion;i 6 e 7 ottobre si è svolto a Pisa il con-. gresso nazio11ale deU'AMI (Associazione Mazzi– niana Italiana). La più bella battuta è venuta fuori nel corso di un breve intervento, verso la fine dei lavori: il· 22-giugno una certa rubricn «storica» della RAI si è tranquillamente dimenticata di ri– cordare la nascita deU'apostol0 genovese, a bene-· ficio di uno o due personaggi di assai minor rilievo· il giorno dopo, la stessa rubrica ha invece ricordal~ la morte (ci pare) d i una « famosa ballerina n, amante di un genera.le austriaco. Cl1e siCL un pic– colissimo esempio della strenua vital.ità dei nipotirii di padre Bresciani? '!I MAZZI.NI E LE DONNE Ne Il Borghese dell'B luglio u. s. (« Per una re– pubblica bene educata>>) si legge che il Mazzini alle donne << pensò sempre moltissimo: .... ed è na– _}uraLe che Sia cosi, perchè se non avesse· amato le donne cosi non sarebbe st0'to neanche cctpace di sommuove-re, come sommosse, L'Italia!». '!I COITO O DELL'ANCELO BIONDO . Agli inizi del 1869, la Gazzetta d'Italia si· asJ.– meva con disinvoltura la dijesa di Vittorio Ema– nuele Il: « Il re ama le. donne! Saremo noi, italiani, ! il popolo innamorato per eccellenza, che crederemo grave una simile accusa?... É guai se non le amasse: sarebbe un tiranno e la storia ci narra che i più 1 grandi despoti ed i più feroci monarchi furono . sempre coloro ai quali il volto di una donna non seppe mai far battere H cuore. Il -re ama le donne! Noi ce ne rallegriamo, perchè non abbiamo voluto certamente che l'eletto della nazione mancasse della dote a cui ogni italiano t-ie-ne sopri;i ogni cosa>>. · · Si narra che,· a Coito, nell'inft.iriare della batta– glia, un fido del e: padre della libertà » commentasse: « Ho paura che stasera saremo· tutti e due fra le braccia det diavolo»; al che Vittorio Emanuele li, guctrdando in un mezzo sorriso le palle che gli fischiavano intorno, avrebbe risposto con voce to– nante: « Ti sba.gli; perch"ìo staserçi non posso man– care alt'appuntcimento che ho preso con un angelo biondo 1t.

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