Nuova Repubblica - anno IV - n. 40 - 30 settembre 1956

2 san"-&. parla.lo altrove, nrn la straordinaria auloclisci– JJlin;-l, 1'~5;1-'mplare modestia. cli militante con cui pal'– tecipò alla battaglia comune. Dal partito d'Azione alla crisi ae1 '46 e allo scioglimento del '47, dai primi difficili tentativi di ricostituzione d'una posizione autonoma di resistenza nel Crollo generale delle posizioni socialiste fìno al pnrtitò socialista. unitario, dalla grande batta.– glia contro la legge maggioritaria nel '53 (di cui egli divenne veramente il simbolo nazionale) fino ai più re– centi impegni di Unità popolare, firio all'ultima battaglia elettorale amlTlinistrativa di quest'anno, noi trovammo in Piero Calamandrei, in quest'uomo tanto al di sopra di noi per intelletto,· dottrina, generosità ed esperier;iza, un militante disciplinato e fedele, che talora ci metteva in imbarazzO chiedendoci istruzioni e consigli pe1· il suo alteggiamento politico. L'uomo dal c~rattere forte ed estroso si rimetteva, nell'azione politica· di cui pure era maestro, alla volontà collettiva del gruppo con un disin– t~1:e;sseed una dedizione che facevano meravigliare ogni voita. Una sola cosa non si poteva chiedere a Calaman– drei, di fare alcunché, di dire alcunché, che dovesse :n qualche modo richiedergli un compromesso con la sua coscienza: per questo egli aveva trovato il suo cc luogo » naturale in piccole formazioni di minoranza, dov'era si– curo di incontrare coscienze a lui consonanti, e dove po– teva fare politica senza sottoporsi alle esercitazioni me– schine ed ai contorsionismi deteriori. E per questo, an– corà, ·egli accettò la politica come semplice impegno ci– vile, senza chiederle· nulla, anzi respingerldo con rigore e .con noia quanto la politica potesse offrirgli. Un uomo di questo génere è sparito, così, in pochi giorni, nel pieno della sua vitalità intellettuale, lasciando interrotti sul suo tavolo di lavoro tanti progetti, tante speranze. E con Lui se ne va una parte di noi. Neanche noi sappiamo valutare oggi il vuoto che ci lascia irÌtorno. Era un pilastro, sottinteso ma sempre presente, di_ 9gni ·nostro fare. E un breve discorso con Lui, anche a distanza di tempo, ci pareva· sufficiente per controllare se lq strada era diritta, l'obiettivo giusto. D'ora in poi dovremo fare da soli. Ed è perché sentiamo che non ci potremo sostituire a Lui, che lo piangiamo cÒme i figli piangono un padre. NUOVA REPUBBLICA NENNI A MILANO ·1L PUNTO SULL'UNIFICAZIONE I NSlEME a Suez, r~n-venimento al centro della tipresa pal'laruentare italiana, è l'unificazione socialikta. A molti sernb1·a che essa segni ora il passo. Di fatto, sarebbe stato pericoloso che avesse proceduto più in fretta. Lo si è com• preso dal discorso dell'on. Nenni, a :Milano, il 17 settem• hre .. L'on. ì_l{enni ha parlato, all'Aren.R, per il suo par– tito, ed ha Yoluto soprattlltto ras.~icurare il PSI che l'uni– fìea:r,ione non cancellaYa nulli\ della politica socialista di un decennio. ] L pa,rtito ave,·a avuto indubbiamente J'im• pl'cssione che si er.ano fatti hoppi passi verso l'unifìcazlOne senza intel'pellarlo. li. PSI è un singplare partito, al quale si possono far contrarre, in fase massimalistica, tutti gl'im• J)('gni del mondo, perché, in quel senso, esso non ha la sen– sazione di pe1·del'e la sua autono1nia; ma. in se.nso ri for• mistico, è CQ8a tutta di,·ersa. Non è del r_esto uno stato d'animo inco mprnnsibile in un partito socialista: ogni ap– p:11:enza e.li cedlrnento riformistico dà J'irnprnssione di un Tito1·.r10 a formule capitolarde verso la Qorghesia. Nenni è stato dunque assai abj\e nella conferma della politica monmdianl;l. ] l punto contestabile,, o almeno in• compinto elci suo discorso, è là dove egli intende spiegare il fatto nnovo. Mutate le condizioni internazionali, il patto d'unità d'azione diviene un « documento storico>, J'uni~ ftcazio ne un < salto :. a concreto fine di sbloccare la situa– zio.ne democratica italiana, paralizzata. nel centrismo. Ciò che manca è il nesso tra l'a,·allo alla politica. di ieri, e jl passo nuovo. Il nesso esiste, non è difficile da. spiegue, ed è .quelJa c·ritica del comunismo che Nenni ba. avviato n,3Ì suoi sc1·itti intomo al ra.ppotto Ifrusciov e al XX Congres.c,o del PCUS; n.1a tacendolo, sembra che Nenni VO· glia cYitare o.I l>SI di renlìzzare in profonditi\ qllesto di• srorso. A nostro aYviso, è un errore, perché è proprio affrontandolo, e non eludendolo, che si eYita runi!icazione come pt\teraccjlio, e si porta il partito socialista unificato sn posizioni di sinistra demoeratica 1 fuori dei compromessi col. cenhismo; altrùnenti sembrerà che questo accordo av– vc.ngl\ s.u wui piattaforma sa,·agatiana pura e semplice. ·.Sef'ondo. noi, qt1esto schiari'mento è almeno tanto im– po,.tante quanto quello sulla questione sindaca'le, che è appa1·sa anche all'Internazionale il grosso scoglio dell'uni– flca ... ,ione . .Q1rnndo l'lnternazionale avverte che essa non compi r-à nuovi passi di mediazione se non su Tichiesta ddl'on. S8ragat, ha formalmente r<1gione. Ma pi-ima che Stn~,gat chieda un ulteriore interYento, è meglio che 1a unjficazione sia discussa. a fondo entro il PSI. Altrimenti, è davve~ da temere che si vada Yerso un av,-enimento, ~Jrto vistoso, ma di incerta direzione, sia aUa base che al livdlo padu.111e11ta1·e. (150) )lulJva repubblica CORTEOOSTI'l'UZION ALE, GARANZIADI LIBERTA' UN'OFF ENS IVA FA LLlT di FEDERICO COMA.ND° iNI J A SORDA ostilità che gli « an_toritari ~ cli ogni sorta .J hanno semp1·e nutrito in petto verso la Corte 00· stituzionale '{cioè verso la Costituzione), è uscita in qnesti giorni dal chiuso dei concil~aboli, d~i « mugu?ni ~ e dei nostalgici ranco1·ì; e si è mamfestata in L~na serie dt [atti che banno tutta l'.arìa di essete preparah ed orche• strati da temp-0, con cura. Secondo propositi lungamente covati, doveva esse1·e un'offensiva in grande stile, al fine IJ1·ecipuo di p1·m· oca.r e, almeno, le dimissioni di Enrico De Kicola per sostituirlo poi con un altro l"}l'esidente, meno di lui 1 geloso di pL'eServare la Corte dalle influenze ~ d_a!le pres.<sioni politiche, e più sensibile ai « drammi ps1ch1c1» jnscenati per l'occasione dall'eterno Deus ex nwchina della incontl'ollata. disc1~zio1ùtlità (o dell'arbitrio autoi·itario, che è lo stesso) nel nostro felice paese: la Pubblica Sicurezza. L'offensiva si è scatenata, ma è stata, come si dice, « controproducente». Potremmo di re che gli a~t?cc~nt~ ritornano in disordine e senza speranza alle pos1z1om d1 partenza ed oltre. De Nicola J'esta, con prestigio ancor pil1 grande e meritato per il suo fermissimo atteggiamento; il gove1·no si affretta a. proporre i provvedimenti legislativi finora inntilmente sollecitati dalle Yarie sentenze della Corte co– stituzionale; e 1'ol)inione democratica. riconosce sempre più chial'amente nella Corte la sua difesa ~iù valida, l'organo al quale è bene affidata contro ognL sconfina• mento la tutela delle pubbliche e delle pl'ivate libertà. Pessimi auspici per la « gl'8nde desti-a:> di Lauro, di ,Mi• chelini e di Angiolillo. . Sul «piano~ offensivo erano eYi~ent~mente d'accordo, con le destre, i così detti cirno!i poli~!p,i ~i centro-.d~_r.a. (l'ala. 1·etriva della DQ, gruppt ass~1 faci.lmente mclivt• duabili delle alte gerarchie btirorrapche, e certa stampa - natl:Halmente - 4:: indipendente »). Gioè tutti coloro che per lun("l'hi anni erano riusciti a trasforrnal'e i tentativi di dar vit; alla. Corte 'costituzionale ~n nna. serie cli aborti, fin qmmdo le elezioni del 1953 e soprattutto il formo proposito di Gronchi, aprirono la via al parto felice. . Soltanto gli ingenui poten:rno credere che le resistenze fossero, una buona. volt.a, finite. Ben presto illusioni di tal sorta hànno ceduto alla realW.. I « difensori dell'or– dine :to che, J:>erdifendel'lo, sostengono di non avere altra. arma efficace all'infuori dell'illegalità. costituzionale, cioè del dis'2.!_·dine 1 hanno tentato in varie guise di muoYere alla ris:Ci~a. Ho ,già rile,-ato e deplorato su_ queste colonne l'incrn• clibile atteggiamento dell'avvocatura. cli Stato {cli quale Stato'!) che, interYenutR a nome della presidenza del con– siglio nelle cause costituzionA.l.i, si è battuta con accanita tenacia pe1· sottrarre alla Corte il controllo di legittimità sn tutte le sopravissute legg.i ciel ventennio fascista. L'ec– cezione - che, se accOltA, AV1..,.bbetrasformato la Corte · in un organismo almeno per fre quar1:i inefficiente - fu naturnlmentc respinta; ed era augurabile che ]'011. Segni, che, auto1·iz:1.ando la. presa di posizione dell'Avvocatura, nveva evidentemente ceduto ad 1nteme pressioni, si ricor– dasse dell'aforisma latino che scuka l'errore ma considera diabolico jl perse,·erarvi. E inYece ·no: si è tornati alla ~•·ica, senza successo, ma con insistc-nza degna di miglior causa. lntanto, la Corte ha dichiA1·~to \'incostituzionalità del· r,nt. 113 dei testo unico di Pubblica Sicurer...za in quanto, in f'Ontr-asto con l'art. 2-l del la Cost ituzione, consente alla polizia poteri discrezionali il) imitil.li per ne;gare l'affissione o la clist .. ibuzione.di scritti e di disegni; ha limitato ai soli cRsi in clii il rimpatrio è. conseguente ad una. .decisione delFautol'ità giudiziaria il foglio ·di ,.,ia obbligatorio di cui all'art. 157 del testo unico citato, e alle l'iunloni in luogo pubblico la disciJ)hna e le sanzioni deJl'art. 18 di quel testo; ha annullato come illegittimo e contrastante con l'art. 13 della Costituzione il capo della legge Sllila Pubblica. Sicu• rezz.a. relativo all'ammonizione e dichiar11to incostituzio– nali le Commissioni provinciali competenti ad applicarla; ha fissato invalicabili limiti all'esercizio del potere con• cesso ai prefetti dall'a1-t. 2 della ~tessa legge per l'ado• zione di provvedimenti d'urgenza indispensabili, in caso di gl'8,·e necessità pubblica, alla tutela dell'ordine. Ad ogni pronunzia, alti lai si levavano da quaJcuno dei « colli fatali»: e Le senten,:,e de-Ha Corte costituzionale spezzano ad una ad una nelle manj dei tutori dell'ordine le loro armi più vaJide. Senza l'arnmonizione amministra– tiv11, senza il foglio di via obbligatorio in tutti i casi possi– bili, senza l'autorizzazione pre,·enliva e discrezionale per l'affissione dei manifesti mm·ali, et coetera, non si governa. li controllo deH'opinione è perduto', ~lle norme dlehiarnte costituzioilalmente illegittime non c·è niente da sostituire. C'è il vuoto legislatjvo, cioè la sovversio.ne, la rivoluzione comunista, l'anarchia>. Che queste ,lamentele pe..rtissero da. gènte abituata da trent'anni a t.enel' l'ordjne oon quei mcz~i, lrfLnseal: si poteva capil'e. Ad ogni pulpito la sua predica. ì\Ia che di questo 4: drarnnai .psichico» inscenato dalla Pubblica Sicurezza si sia fatto eco avanti a.l parla• mento il ministro dell'in1erno 1 on. Tambroni, che pure è . UOfflO dì legge, è tal cosa che fa_salire a un diapason diffi– cilmente superabile la rnet'aviglia dell'osservatore ingenuo, già stupito a doYere per l'atleggiament'O dell'Avvocatura di Stato. a;vant.i 81la Corte. CoJ disoorso deJl'on. Tambroni - anche se l'on~ Tam- broni non si è accorto di dame il segnale - è cominciata l'offensiva contro il « vnoto legislativo» creato dalle pro– nunzie di incostituzionalità. Le lamentele e i « mugugni» sono usciti dal chiuso delle aule del Vimina.le, ed hanno ri– suonato ufficialmente a Palazzo Madama. Quel che i la– mentatori - pour cause - tacevano, e che anche il mini– sfro ha taciuto, è che le sentenze della Corte costituzionale hanno sempre indicato, con chiarezza esemplare, quand'era il caso di fa1·lo, l'op~ortunità di àdoltare al più presto nuovi provvedimenli legislativi adeguati alla Costituzione, e che il governo ha sempre lasciato eadere quei suggeri• menti nel vuoto. Tacevano che dal 1047 è pronta, al Vimi– nale, una legge cli P.S. da sostituire al testo unico fascista; e che proprio la l:>.S. ne ha sempre ostacolato e ritardato la presentazione alle Camei·e, p0r inconotta fedeltà al suo ideale, che •è quello del testo unico vigente - fascista e costituzionalmente illegittimo - al quale resta disperata• mente abbarbicata. A questo punto eravamo già al di là della misura con– sentita. Ma l'offensiva non si è fermata qui. Gli omicidi a catena tra i « mafiosi > delle opposte ganghe negli am– bienti del meroatO ortofrutticolo a Palermo ·banno offerto a quel prefetto il destro di pe!'petrare una nuo,·a illegalità. Egli ha convocato la Commissione provinciale pe·r l'ammo• niz:ione - organo che la Corte Costituzionale ha dichiarato i1le.gittinw, e che è com1:>etente anche ad applicare, nei casi più gravi, il con[ino - e, col cavilloso pretesto che la Corte costituzionale non si è pronunziata sulla iUegittimità del confino (a fortiori illegittimo, perché è più grave dell'am• monizione ed applicato con gli stessi critel'i), ba mandato alls. isole centinaia di ve1·i o presunti "mafiosi". Il che, se non ha ·se,.. -:,ito ad estirpare la "mafia", che è stata "estfr. pata"· almeno dieci volte, ed· altrettante è risorta dalle sue ceneri dai lontani tempi del prefetto Mori in poi, ha ce1·ta– mente servito a dar bella prova della "indipendenza" delle autorità amministrative di fronte alle pronunzie de11a Corte costituzionale. (E non è passato neppure per un istante in testa a quel prefetto che ]'art. G06 del codice penale pu– nisce l'arresto a1:'bitrario). Possibile che il prefetto cli Pa– lermo abbia agito cervelloiicamente, di si.1a iniziativa, senza il beneplaci'io del ministero delrint.erno? Se così è, l'on .. Tambroni si dichiari estraneo alla faccenda, e prenda i provvedimenti del caso; se invece è vero il contrrrrio, 1 0$– ser,atore ingenuo si accorgerà che il diapason della sua meraviglia, difficilmente supernbile, è largamente sl.11:>erato, S O~O poi iniziati gli attacchi di stampa .(la stampa" indi– pendente" di destra); sono stati affissi manifesti de• n.igl'atori della Go1'ie costituzionale a Roma e a Napoli (e la sullodata stampa ha soniso còmpi'aciuta: 1.'u l'as voulu, Geo1·ges Dandin~ tu che hai dichiarato illegittimo l'al't. 113 !) ; e nna l'Ìdicola "agenzia" di tendenze fascistico– co1'porative - eyidenternente in mala fec10 - ha persino trovato «enorme» che 1'on. De Nicola e 1a Corte preten– dano che la legge dichiarata illegittima cessi immediata– mente di aver vigore, anche p1·ima di essere sostituita da un'altu: quasi che ciò non fosse formalmente sancito, ex– vressis verbis, dall'art. 136 della Costituzione. Ecco la ragione delle dimis.sioni di Enrico De ~icol;. Conosciamo i sarcasmi di· certa gente sulr« eterno dimis– sionario>. Sappiamo bene che quei signori hanno fatto i loro calcoli su questo. Ma De Nicola ha dato, e giusta– mente, un significato politico alle sue dimissioni, ponendo con perentoi·ia chiarezza. nei suoi veri termini il problema del prestigio della Corte dì fronte alle aperte o.coperte ri• bellionì dell'esecutivo. Benedetto sia, dunque, l'« eterno di– missionario». E' bastato qnesto, infatti, perchè il c01~slglio dei ministri si sia affrettato ad app,·ovare, a tambur bat– tente, i prov,~edirnenti sostitutivi delle norme dichiarate in– costituzionali, che dovranno rispettar·e nello spirito, e ·non soltanto nella lettera f,H"isaicamente intesa., la Costituzjone; è bastato perché sollecitazioni, assicurazioni e garanzie siano pervenute da ogni parte alla e: tenda di Achille», la vma del Presidente a Torre del Greco. G1-onchi ha. respinto le dimis.-sioni; e De Nicola 1·imane al suo posto, oon moltiplicata energia e con ancor più alto prestigio: quel1o che gli viene dall'opera compiuta, dalla rinnovata. fiducia del presidente della repubblica e dal voto fidente di h1tta la democrazia italiana. Nel ,Prossimo nunzero: ANDREA FAGIOOLI, La· sinistra francese FRANCO MORGANTf, Fase neo-giolittiana -

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