Nuova Repubblica - anno IV - n. 40 - 30 settembre 1956

Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRl, PAOLO V1TTORELLI: Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direi.. e redaz;: Firenze, Piazza Ubertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, te 483-207 8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in 1taly. St. Tip. de c:la Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. 150 - ANNO IV .- N. 40 • Un numero L. 40. Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero: l. 2000, 1100, .!.i00, Sostenitor~ L. l0.000. C(C post. 5/6261, «La Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del m~se. Per pubblicità rivolgersl all'Ammi• · nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA Il e Nuova Repubblica » è settimanale poliÙco e di cultura. E' anche giornale murale, registrato presso Trib. di Firenze con decreto : n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta·. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 50 SÈTTEMBRE 1956 • L. 40 IN MORTE DI PIERO CALAMANDREI RICORDO ..UI UN MAESTRO I LETTORI· ci scuseranno se qu~sto nume~·o viene _di– stribuito con ritardo. Stavamo per andare in mac– , china, quando in una clinica fiorentina si spegneva la grande luce di Piero CalamanQ.rei: ·e non èi siamo sentiti di uscire, senza dedicare a Lui, çhe questo foglio aveva incoraggiato e sorretto, un primo ricordo. fosse pure inadeguato ed affrettato. E come potrebb'essere altrimenti? Nelrangoscia ine– sprimibile di-quest'ora, non potremmo avere né -l'animo ,né la capacità di disegnare il profilo di un ·uomo che seppe contemporaneam~nte fare tante cose e in ogni cosa raggiun·gere una così àlta perfezione. Giurista ,in– signe, fra i fondatori del rinnovato diritto processuale italia.no ; avvocato principe,- orator:e di straordinaria effi– cacia; _grande costituzionalista come si rivelò alla Costi– uent (fu no dei massimi autori di..,.._que.Ila ar.ta costi– tuzionale che compendia oggi il nostro comune vivere civile),- ed ancora di recente nei primi suoi interventi davanti all_a Corte, che a nessuno come a- Lui deve la prop1'.ia esistenza; maestro impareggiabile, dalla cui scuola uscirono generazioni intere di uomini nuovi; uomo'"politico impegnato fi.no in fondo nene· azioni in cui credeva; scrittore e saggista di rara delicatezza, il cui moralis111:o _sapeva celarsi disuetamente dietro un largo ed ·umano umorismo: chi saprebbé oggi, degna– ffieote, ridurre ad unità una così straordinaria· ricchezza 1i vitalità ~ d'ingegno? · bero non come militante politico, n·on come avvocato, non come scrittore: ma come insegnante. Quanti di noi sapevano, in quegli anni grigi e conformisti che prece– dettero la guerra d'Africa, di Rosselli e di Gobetti, del Non Mollare e di Salvemini, della parte che Cala– mandrei aveva q.vuto in_ quelle vicende che culminarono nella tragica notte del 3· ottobre 1925 a Firenze? Poco 0 riulla sapevamo di tutto ciò: ma Calamandrei era, ai nostri occhi, il portàtore di· un mito lontano nel tempo, il mito P,.ella libertà politica e della fierezza umana. Egli non faceVa allora propriamente attività clandestina: e neppure più tardi la fece. Ma era come la .matrice natu– iale, da cui uscivano, nell'università di Firenze, le nuove e coscienti reclute dell'antifascismo. Non era il solo anti– fascista rimasto sulla cattedra alla facoltà di giurispru– denza fiorentina: ma err1. ce.rlé:::0=1ente l'unico il cui anti– fascismo fosse operante sugli altri. Le sue lezioni di pro– cedura ci abituavano al rigore della ricerca, all'esattezza dei conce~~alla pulizia dello stile, ci facevano intendere che la sosdfl-za del diritto non sta· nelle formule: ch'esso è il rivestimento, l'ordine logico di una re,altà sociale mutevole che vi circola sotto. Tanto grande era come giurista infatti, quanto appariva la contraddizione vi– vente del formalismo. Co.sì, dietro le formule della pro– cedura, dietro la lucidità matematica delle sue dimo– strazioni, noi giovani imparavamo presto a scorgere la maestosa figura d~l_la giustizia: e, con la giustizia, un sottaciuto ma potente invito allà. responsabilità perso– nale, all'impegno civile, alla ricerp__rr libera, che nei gio– vani 1:ligliori si maturava rapidamente come invito al– l'azione. Senza di~-e mai un parola di politica, con la forza morale del suo esempio, del sub impegno di maestro in una società di u6mini, Calamandrei ci aVviava alla politica: ci ·faceva antifascisti per generazione sponta– nea, senza che noi sapessimo esattamente che cosa fosse stato i1 prefascismo né il primo antifascismo. Dal '35 al '42, Calamandrei fu il capo naturale della resistenza al fas~ismo che si andava prepar-ando in noi giovani fiorentini; l'ovvio punto di riferimento, che cer- :fascista diventasse una cesura permanente della tra– dizione italiana; con la volontà di ricreare la continuità, violentemente spezzata, fra Risorgimento e Resistenza: fra la libertà giacobina da cui era nato l'impeto risorgi– mentale, e la giustizia sociale ch'era il nuovo problema del nostro_ secolo. L'incontro di libertà e giustizia, che aveva affascinato Rosselli, diventava per Calamandrei Si è detto di lui che era un grande umanista. Ed è vero. Riandando ai tempi della Firenze laurenziana, a guel decennio glorioso dell'Impero fiorentino che vide 1:accolti, intorno a Lorenzo, alcuni dei più· grandi spiriti di ogni tempo, ·sembra di ritrovare, diremmo perfino oella singòlarè figura fisica, il nostro Piero. Ma nel suo uma'nesimo, Calamandrei si porta·va di~tro tanti altri s€:coli di storia travailiata; quell'ansia di verità, quel– l'anelito perfi~o ·doloroso di giustizia che, dalla tradi– Zione rep~bblic~na del padre Rodolfo, lo riallacciavano ~Uo spi-~ito·_risorg!men"tale e giac.obino. Da questa sin,. golarissim"a. :m,istura dj. rigorismo mazziniano, di uma- 1e5imo toscano, di severo abito scientifico, nasceva il fasçin:o. segr~t9 ...deÙa sua umanità: dalla violenza delle suè ,esplosi6ni Che si· accompagnava alla straordinaria delicatezza dei· suoi - sentim'enti { più intimi, all'accurata 1'icerca di esatiezza ·.e· di ordirie ·ch'era visibile in og·ni. Sua· ·azioné. cavamo noi stessi di tenere fuori da ogni impegno im- _ continuità storica di una tradizione, necessità di rifarsi mediato, coscienti come ci facevam·o che il suo compito ai richiami di essa per spingersi avanti oggi. Così na- era e restava quello di preparare ogni anno nuove leve. sceva nel 1945 Il ponte: un ponte gettato fra un Se vi fu ·un periodç, .doloroso per Lui, esso fu quello della passato da non distruggere e un avvenire da ricercare; Resistenza arm.ata, il periodo che va dal1'8 settembre fra uomini dispersi e divisi, da raccogliere in un compito i043.· all'agqsto d~l 1944: non soltanto perché egli san- comune di ricostruzione; fra popoli diversi, per ritro– g~in"a.,Sa.della barbarie ~he si abba'tteva sul paese, e non vare in un Ordinamento sociale più giusto le condizioni._ ' L'a su~ prÌilia -esperièn~a sociale fu la guerra: vi par– tecipò con entusiasmo con quélla generazione di giovani il1tell~Ùuali ·ché · neÙ~. ·lib~ra~ion~ di Trento -~ Trieste Vedèvano il cdro~aITlento . natllr.al ~. cÌi un cicio;'quasi com– ~iuto dalla ge~erazione de( t> ad.rr. Ma .-qµella esperienza ili aprì ben alfri orizzonti. Da essa, come -Omodeo, Ca– lamand;·ei ripç>rtava un'ailSiosa domarida, un .profòndo– Pur. d·e1ie stragi ·e dei morti, ·m-à anche della sua Toscana di una pace reale, e defil1itiva. Il · pont•z divenne devastata, ct.elle op~re d'arte ma!lomesse, delle testimo- così, di anno in anno, nello spirito di Calamandrei e nianz,e del passato distrutte, ma: per la forzata sua as- nella società italiana, qualche cosa di più e di diverso senza dal campo di battaglia. Era combattente nato: e di una rivista: fu un impegno _collettivo ed un incontro poich_è .la sua· n_otoriet~_ià, Firenze, dai tempi dèl Non M◊Uare, l'avr"ebbero votato' ad immediato ed. inutile sa- turbamento morale: una esigenza impellente di combat- Ùificio il gior.no stesso dell'occupa~ione tedesca, eg1i ac– Ùme"'"ntocivile per un ideale di giustizia.'Fu uno di quelli: · ~ettò la legge d~lla necessità, allontanandosi dalla città: che dalle trincee non trasse un ·costumé di violenza, ma ma il sottile str_uggii:n~nto della .sua coscienza, per non {in ~iffipegno· ai presenza integrale nella vita collettiva· potere operare di petsonà. ·a ,.fianco delle generazioni di 9,el paese, per ridoq_arle tanta carica di .umanità quantol giovani ch'egli_ avèva preparato a combattere, fu il se– torte era esplosa la carica di bestialità nel"' conflitto: Il; greto dramma di qtiei. illesi, e di poi. Proprio in ragione suo primo orientar~'i,.. politico verso forme. dL rinnova-! di tjuesto _'sentiI!lento repreSso, egli diVenne poi 'l'esalta– mento socialista ier~--'i-~fatti strett~:mente legato ad u~ai t0re i:riù ,cosciente e più efficacé · delle forze, dei· valori, 1sigenza di uma~.it;ì 1 ,èheX~~periea_zà della, ..gqerra aveva,' , ciel significato morale· deÌla R~sistenza: quasi come po– moltiplicato e fr1g'iiài-itito.~ "E1:à .. · urto ··-spirìt0 - roma~ticò r... st~md oinaggiò' :a~- \1;;a 'fotta· -~11;· quale la, logica stessa corretto da .un _intelletto cartesiano: la sua umanità, che clell'azio~e 1 gli aveva impedito di partecipare di persona. Si esprimeva: talora in forme bizÌarre, in uno spirito Dalle macerie di quella esperienza terribile egli si caustico ed argu~o, ma anche in incantate ingenuità, ne rialzava, nell'autunno del '44, con una volontà indoma- costituiva l'amalgama vitale. bile di riptes,a, di riscossa: con la vofontà d'impedi~e Molti di noi, della generazione successiva, lo cono};>- che il profondo iato determinato in Italia dall'esperienza di libertà, un centro çU coordinamento e di raccolta, la piattaforma naturale di un'azione politica. Alla quale, jn senso stretto, egli non era portato: l'accettava come una necessità, come uno strumento per affermare delle posi– zioni e delle idee, ma se ne ritraeva, anche con di– sgusto, quando si accorgeva di Quanti compromessi, di quante falsità, di quante debolezze umane fosse intes– suto questo strumento. Alla Costituente, e poi al primo parlamerito repub– blicano, egli dette la misura della sua grandezza: nella discussione parlamentare, nell'attività costituzionale, nella battaglia politica, il suo· nome ogni giorno di più andava diventando simbolico, per la forza morale con la quale sosteneva ogni azione. Ma anche di questo pe– riodo, che fu il più ferv~do della sua- vita pubblica, ci sia permesso di ricordare qui non .i meriti ch'egli si as– sunse di fronte al paese, meriti dei quali più degnamente

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