Nuova Repubblica - IV - n. 33-36 - 2 settembre 1956

2 f'len½a combattere. In nessun luogo la DC ha mostrato di grn.clil'e l'apei-t.urn socialista, ma ?ovunque l'ha interpre– Vita una condizione di debolezza da sfruttare. Nei centl'i considerati fJÌÙ significativi della sinistra cattolica, ab~ biamo viSto Dorigo - direttore del Popolo del "Veneto - esonerato dal suo incarico su espli<.:ita l'ichiesta ecclesia– stica (provvedimento. col quale si è rivelato il significato rn·ale attribuito dalla.. Gerarchia all'accordo per la Giunta di Venezia); abbiamo visto La Pira, il simbolo di nn cristianesimo sociale aggressivo e· inquietante, sòggiacere alle intimazioni vaticane fino al punto di compromettere Ja sua dignità _cli uomo e di politico, accettando perfino i voti « obbliganti » dei liberali; abbiamo visto a Milano Ja DC irrigidil'si fino al punto da rendere impossibile la candidatura a stndaco di ti'n socialdemocratico di destra. Dovunque, la DC ha ottenuto il monopolio dei comuni dove le :Sinistre non erano maggioranza, oppure ha accet– tato l'accordo con Je destre, fino ai fascisti (Roma inse– gni) ; in nessun luogo la DC ha accettato un compl'oroesso qualsiasi di buon vicinato Qoi socialisti. La diagnosi di Jemolo, essere nell'ordine delle cose e non scandaloso un accordo organico dei· cattolici con le destre (con l'even– tuale messa ai margini di modeste eresie di sinistra)·, ma non essere configurabile un -reale rapporto di collabora– y,ione organica di cattolici con socialisti, diagn0si che sem– brava ec~essivamente pessimistica, tischia di dimostrarsi pienamente valida. Possiamo dunque concludere che 1'aPertura a sinistra, se ha rappeesentato la pr'ima battuta _di una politica coe– rentemente ed Anche coraggiosamente seguita dal PSI per una ripresa d'iniziativa politica; tJ ha determinato solo pan,ialmente nn allargamento dell'orbita politica sociali– _Shl, essendosi poi arenata di fronte ai grnssi problemi di 11n più ampio terreno d)incontri; è fallita, o per lo meno ri– chiede ora una esplicita revisione, per quanto riguarda rincontro fra socialisti e cattolict L'equivoco jniziale fra. alternativa socialista ed apertura a sinistra si ripresenta jn tutta la sua importanza. Per cominciare a risolverlo, conven·à dedicare, negli articoli che seguiranno, una più ;.t'ppl'ofondita attenzione alli.t situazione in atto fra socia– listi, fra comunisti, fra cattolici; e porre, sul piano pro– gl'ammatico come su quello politico, sul piano sindacale come su .quello ideologico, Je condizion(_ possibili di svi– luppo dell'alternativa socialista. TRISTANO CODIGNOLA NOI E GLI ALT·RI L' esigenz,a progra1n1natica .,- EDI'l'ORJALE: del n. 41 di Comunità fratta aro- .• _J la'viae1ne 1 _ 11 t _tdel 1 ·1a l~ero 0 sp 1 èt.tiva p 1 o 1 ! 1 itica 1 c1 1 e_l]?SI. ~opo r us Ta ·o . v uz1one e e_ a po 1 1ca nenmana {! la. recisa pl'es~ di posizione verso il rapporto Krusciov, l'editorialista prosegue: « In nn certo senso il saggio di Nenni si ferma dove dovrebbe cominciare ... Perché, se da. una parte, essa. (l'unificazione socialista) rappresenta certamente una esigenza vitale della democrazia ita– liana. dall'altra 1·ischià di effethiarsi nel modo peg:· giorn 1 attravel'so una pura giustapposizione dei due tron– cpni separati, quando non .sulla base degli errori, anziché delle verità di ciasc(mo. Respingere per esempio la solu– ~ione della dittatura del pl'oletariato è certo una acqui– sizione positiva ... purché no1_1si caschi nell'enore op– poslo di una sop1·avalutaZione della "via parlamentare" ... Quando ne parla Nenni c'è pul'troppo qualche ro.gione di teniern che sul suo orizwnfe non ci sia davvero altro. ll pericolo che il "super·arnento" dello stalinismo riporti l~ posi:tioni "teol'iche" e pràtiche del socialismo indietro di qwu·ant'annj, riinnestandole semplicemente sulla, vec– chia antinomia riformismo-massimalismo, ormai comple– hwientè logora e inutilizzabile, esiste, e non lo si scon– giura con un puro atto cli buona volontà :t>. A questo punto è inserita una lunga citazione della J"ispo~ta di .Codignola a O. Congedo (comparsa su N.R. li 24-G-56). Secondo l'editorialista, Codignola ha scritto « parole che più che int81'prntare anche il nostro peftsiero P.otr·ebbero addirittura essere nostre». Il giudizio è ri.fe – l'lto al brano dove il direttore di N.B. affermava che, così co,ne sono, né i socialisti né i socialde1Uocratìci, sono ca– paci, unendos~, di soddisfare la richiesta politica del Paese, che occorre, rnnanzi tutto, avere idee chiare intorno al tipo eh Stato e di convivenza sociale per cui si combatte e sugli strumenti che si intendono adoperarè. . « C?nsi?e,·iamo un passo avanti l'ultimo punto della 1· 1 ::;oluz1one del CC del PSI, dove si dà notizia della no- 1 ,n,ina. di una commissione incaricata di redigere il pro- 9,·fl,mnw del ~)a1·tito ... nel momento in cui (esso) si pre– para a rnagg10.ri responsabilità». Fare non dire U N SùGGERJAfgNTO alquanto diverso e pari– mente ~nteressante, invecè, quel!o che dà. al PSI G. Galh, sul n. 56 del ·Mulino («Le sin,istre 1,1el!e urne :i,): « Oostrii:iga Ja DC a scegljere, ma la costringa cl?vvero_, non a parole, Q1a a fatti, rifiutandosi di appog– giare giunte. monocolori o pendolal'i, rovesciandole ovun– cp1e po:-sibile, come poteva a Palermo ro\·esciare la "iunta }\ lessi. Non ripeta più, Nenni, che vuol fare esplocfere Je contl'addizioni della coalizione centrista.: lo faccia. Si con– Yinca che Togliatti può fare tutti j salti della qu·aglia sulla sua destra, ma diversa sarebbe la situazione sulla sini?tra. GI~ \·erTebbe dietro lo stesso, non se ne preoc– cupi, ma gli elettori, nei quali egli ha tanta fiducia, hanno ~bbastanza. buon senso per capire chi guida e c~i è gui-' dato. E ne trarrebbero le conseguenze.: Come. le trarreb– bero se- notassern che l'ora dei socialisti continuasse va– namente a scoccare per molti mesi ». Non sembl'ano neanche queste parole vane, tanto più che, anche. se indubbiamente diverse, non sono affatto conhaddittoJ"ie con quelle d~ll'editorialiSta di Com-unità. (125-126) nuova repubblica .__ __ I_T_A_L_I_A _ P_O_L_I_T_I_C_A __ I SOCIALISMO N VIM I L SETTIMA~A LE francese Demain, che è in pal'te emanazione dei gruppi europeisti della SFIO, ha de– djcato, nel suo numero del 22,agosto, una ~lensa pa– gina all'uni(icazione dei partiti socialisti italiani. l dati che vi si trovano raccolti el'ano in gran pmte conosciuti in Italia, perdhé segnano le tappe di una cronistoria, che è incominciata· con la reazione del PSI, e di Nenni in particolal'e, al ra.ppol'to Kn1sciov. Ma il fatto che alcune altrn notizie anticipassero qualche cosa di ciò che il pub– blico italiano ha appreso il 25~26 agosto· a seguito· dell'in– contro di Pralognan, prova che l'analisi di Demain pro– viene direttamente dagli ambienti della SFIO più infor– mati dell'iniziativa dell'Internazionale a favore del movi. rnento di u;1ificazione socialista italiano. Già vi si tien conto della rnissione di ZagaH· presoo l'Internazionale stessa; vi si prevede un'adesione di Nenni alla politica atlantica, nella misura in cui questa dia corpo a più avanzate strutturazioni economico-soCiali; vi si decifra il senso probabile dei prossimi congressi democristiai10 e comunista, in quanto condizionati dal ritmo della con– vergenza tra il PSI e il PSDI; si citano infine risultati sta.tistici circa il peso, nell'ultimo decennio, del sociali– smo in Italia, in 1·elazione alle sue fasi. d'autonomia o di satellitismo. · Diamo impOl'tanza all'articolo di Demain perché se, come crediamo, esso è in qualche modo il. frutto di una analisi ufficiosa della SFIO e dell'Internazionale, deriva all'incontro di Pralognan una consisten;,:;a, che sorpassa quella deJl'abbraccio di Nenni e Saragat. 'Predisposti su basi pubbliche, come sono per i partiti socialisti quelle offerte dalla testimonianza e dalla mediazione dei pa1-titi amni degli altri paesi, l'incontro e le basi generali di uni– fica:e-.ion~ realizzati il 24 agosto acquistano una stabilità che alt1·i eventi non potranno facilmente rovesciare. Anche se resta vero che la convergenza· non sia totale; che oc– corrano esperienze e prove di comune impegno, prelimi– nari ad un uffici"ale congresso unitario; se sia àncora denso di incognite il rapporto' PSI-PCI, al di .,là delle schermaglie retrospettive• cor.se recentemente fra Nenni e Togliatti. Sul piano'delia politica interna, può trovarsi fin d'ora una comlrne piatta[onna elettorale e di govemo, estensi– bile del resto a tutte le forze democratiche di sinistra. Non occ.one dire che la piattaforn1a può ben~esse1·e quella, già indicata da L6mba1'.d'i per il PSI, di una interpreta– zione dii·igistica di un piano di massimo impiego, cioè nna trasvalutazione del piano Vanoni, che nelle mani del~1emocrazia cristiana, malgrado la buona ,volontà di Segm, si viene vanificando. E' chiaro infatti che grin– vestirnenti che esso richiede possono solo c◊-ncretarsi a dué condizioni: austerità nei consumi, imposizione di se– vere potature ai profitti. Ma la DC, per il• suo interclas– sismo, non è· in grado di fare né l'una cosa né l'altra. Solo un grande schierameiito democratico e socialista, con un grande seguito nel mondo operaio, può imporle. Esso solo è in g,;ado di conseguire u.n primo risultato, che non è punto massimalistico, quello dell'indipei1denza dello Stato dai grandi pomplessi e organismi imprendito– riali italiani. Che questa finalità possa costituire la base di una comune politica intérna PSI-PSDI si può abba– stanza tranquillamente ipotizzal'e. La piattaforma comune di politica estera è assai meno facile da· precisare. Cospirano a rendeda più vaga e pro– ·blematica il passato dei due partiti. Nella fattispecie, si deve riconoscere che il ruolo del PSDI nella politica in– temazionale degli ultimi nove· anni è stato· p1•essoché nullo; ma non si può dimenticare che esso. ha hnito per trovarsi all'estrema destra del socialismo occidentale, dando prnva di un atlantiimo e di un cedismo talmente indiscussi, da indicare almeno che la problematica della guerrà fredda vi éra del tutto assente. Sì deve con pari equjtà precisare che il PSI non ha saputo per molti anni enucleare un'autentica posizione ùeutralistica o di equi– distanza, e che questa sussisteva più per qu3.nto esso non diGeva, che non per ciò che· esso fosse in grado di pro– pone e di esprimere, data la sua passività alle propen– sioni prnsovietiche dell'alleanza coi comunisti. A questa di(ficoltà, che deriva da un lungo passato di posizioni fonnali ed oppo.ste, sta per aggiungersi la pericolosa illusione che tutto sia fatto adottando la for– mula della concordia con l'orientam~nto generale· dsill'In– ternazionale socialista. Sarebbe ingenuo dimenticare, in questo momento, che questa è dominata dal Labour Party, il quale nòn può estranial'si da tipici problemi della li– quidazione dell'impero inglese; che la SFIO, la quale oggi tanto si adopera per la mediazione tra PSI e PSDI, è alla testa di. nn governo incapaCe di esprimere una solu– zione democratica delle questioni del Nordafrica; e che il terzo g1·ande partito dell'Intei·nazio.nale, quello tedesco, è impegnato sin d'ora in una fondamentale battaglia elet– torale, che fa perno sull'unificazione tedesca, e che esso deve quindi avere le mani perfeÙamente libern 1·ispetto· ~d ogni preconcetto nei riguardi dell'URSS, e dello stesso europeismo C'OSÌ scolasticamente ribadito dai Mollet e dai Saragat. Domandarsi _a questo punto che cosa significhi una politica dell'Internazionale, è come trovarsi dinanzi ad un pili difficile interrogativo. Resta perciò che la piattaforma di politica estel'a per l'unificazione socialista è interamente da costn1ire. Non possiamo• negare che c'impensierisca anche il palliativo. di un atlantismo nenni,rno, condizionato dalla realizza~ zione dell'art. 2 del Patto Atlantico. Questo articolo è stato sinora una lustra, e ha. giocato come pretesto della pofiti@a estera democristii)na; d'alha parte nulla sap– piamo sin~ra dell'opera dei « Trn Soloni» per la riforma strutturale del patto atlantico, ma sappiamo che in pra– tica tut~o dovrebbe tradursi in ma22"iori investimenti ame– ricani in Europa, un fatto al qual~~l'economia e la classe politica degli Stati Unit,i non si dimostrano affatto pro– pensi. Se pertanto l'atlantismo moderato ed econornistico del PSI dovesse copril'e u.na resa indiscriminata all'atlan– tismo ptno e semplice, e cli chiave eminentemente anti– comunista, del PSDI, questo equivarrebbe, ci sembra, a nessuna politica estera. · Un ulteriore dato del problema è ancora francamente inesplorato: quello dei rapporti che dovrebbero intercor– rer~ tra un partito socialista unificato, e il pa1tito e le masse dei comunisti. Sino a questo momento i contrasti « a punta di spillo:>, sempre pi.ù frequenti, tra PSI e PCI, non dicono molto. La ragione per la qua.le la con– troversia tra PSI ·e PCI non potrà per ora diventare.di ,:. chiarata opposizione è duplicò. La pl'ima è che, gli piac 4 eia o no, il partitò comunista non può in Italia operare_ se non nel rispetto delle forme democratico-rappresenta– tive. Inutile ricercare se nel fol'o interno dei dfrigenti co– munisti questa linea di condotta. sia una tattica, o una scèlta ideologica: è un dettato della situazione obbiettiva per un partito comunista operante in un ·paese atlantico, La seconda ragiona. che impedisce al PSI il brusco di– stacco e l'aperto contrasto con il PCI, è che in questo caso i comunisti italiani si vedl'ebbero esposti, anche senza sanzioni ufficiali, ad un progJ"essivo « trattamento tedesco». Ora il PSI non pohà mai accettare che ciri– que milioni di lavoratori italiani, quanti_ sono a dir poco l'elettorato stabile del PCI, siano, pur blandamente, di– scdrninati. Fa parte della sua battaglia la loro difesa da ogni al.tentato ai loro diritti di eguaglianza democratica. SI DIRA' che 'il problema del rapporto di un partito so– . cialista tmificato coi comunisti, Si risolve. di fatto, con una spregiudicata politica cli inhiativa socialista. -Si può bene prescindere da cliscnssioni non urgenti e di carattere finalistico, pro o contro questa o quella interpretazione della ditta.turn del p1·oletariato, non impicciarsi di tecni– cismo ideologico, e fal'e uua 11olitica interna nazionale socialisticamente Ol'ielltata, nella prnsunzione non impro– babile che n_on ma;nchi, almeno, il seguito della OGIL. Ne verrebbe ~ poco a poco il naturale travasamento di voti comunisti al socialismo, e il pl'Ob.lema arduo a risol– versi di diritto, sarebbe lentamente superato dai fatti. Tuttavia anche questo dinamismo, se esiste, non può non comportare un impegno di principio: la garanzia di « in– discriminazione politica :t> offella da un partito socialista unificato ai comunisti, come oggetto ed impegno di una propria battaglia democratica, in piena autonomia dal PCI. Questa formula sarebbe un p~sso innanzi per il PSDI, un passo indietro per il I'SI, ma l'unica degna degl'imp·egni di democrazia socialista sui quali essi in– tenderebbero assidere la loro convel'genza. Essa consen– tirebbe anche la base dì Jibertà. morale necessaria ad ac– ·c?gliere c_aso per caso, ove si renda opp◊-rtuno, l'appog- gio parlamentare del J'CI. •_ · Con tutta la ·considerazione che merita il maggior partito italiano, la democrazia Cl'istiana, ci sembra in– vece che l'un.ificazione socialista possa compiersi, su que– sto fronte, senza Set'Ìe difficoltà. L'orientamento "e11erale dei due movimenti, che può essern concorde so:tanzial– rnente dal punto di vi'Sta del metodo democratico di– verge profondam.~nte nei .fini e nei meizi della poiitica pratica. E' quindi chiaro che almeno in una fase ini– zjaJe, o il PSDI dovrehbe nscil'e. dal governo e passare all'opposizione, o farsi negoziatore déll'influenza del PSI sulla condotta governativa, condizionandola quindi radi– calmente. E' altrettanto chial'o che> fatta l'unificazione, un partito socialista dovrebbe prnsentarsi in Italia come alternativa alla DC. Ma 'in questa congiuntura. sta alla democrazia cri~ stiana scegliere I~ propria politica. li congresso di Trento si troverà già dinanzi a problemi del genere? E' difficile dire se prima del 15 ottobre il socialismo italiano sia in grado •cli impostal'e esso stesso le condiziÒni dei con– gressi nazionali della DC e del .PCI. Dipende dall'inten– sità con cui a Roma sarà s\"iluppato e prolungato il la– voro che Nenni e Saragat hanno iniziato in àgosto. ALADINO OCCIDENTE RIVISTA INTERNAZIONALE DI STUDI SOCIALI E POLITICI Redattore generale: ERNESTO DE MARCHI Redattore italiano; FERRUCCIO ROSSI LANDI Redattore inglese: ASA BRIGGS Sl pubblica sei volte l'anno. - Redazione e Amministrazione: via S. Francesco da Paola 2 Torino - Telefono 527-864 '

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