Nuova Repubblica - IV - n. 33-36 - 2 settembre 1956

nuovll repul NR/OM CESACLAUDIO presso Bonometti Via Q. Sella. 20 R O M A Comitato direttivo: TRISTANO COOIGNOLA {direttOre resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELL\. Segr. dì redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà 15, teJ. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tei. 483-207,8. Autor~z. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. · Printed In ltaly. St. Tip. de «la Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. 125-126 - ANNO IV • N. 55-56 Un numero L. 40. Estero i. 50. Un numero arretrato L. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim, l." 450. Estete: L. 2000, 1'100, 600, Sostenitore L. 10.000. CIC post. 5/6261, ;La Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'ìniziO del mese. Pei' pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per inserzioni dì mm. 70 per cOlonna. ESCE LA DOMENICA e Nuova Repubblica» è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, reg!strato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luQlio 1955. Manoscritti, fotografìe, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. 11periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam, postale Gr. Il, 2 SETTEMBRE 1956 • L. 40 DESTINO DELL'APERTURA A SINIST di TRISTANO CODIGNOLA L E ELEZIONI del 7 giugno furono qombaltnte dal partito socialista italiano, sotto l'insegna dell'aper– tura. a sinistra; quelle armninistrative del 27 mag– gio dovevano costituil'e - dopo la ripresa del dialogo dcmocraticçi imposta dalla caduta della. legge maggiori– taria - la prima fase di attuazione concreta del nuovo corso. In questi due anni, la situazione politica italiana ha subito· un'evoluzione profonda, fino a.Ila svolta del rap– porto Krnscìov, che ha determinato anche da noi una scossa brusca, con conseguenze non ancora valutabili del• fequilibrio generale. In questi due anni, come ha giuocato la politica <;lell'aperh,·ra a sinistra?; vi è stato o no un rafforzamento della sinistra?; la situazione tende a stabi– liz:1,arsi intorno ad una sostanziale egemonia cattolico– mocle1·ata, o si volge a destJ"a?; il partito socialista si è dimostrato in grado di rcggçre alla politica da lui f$tesso proposta?; quale pl'Ospettiva assume ora il problema della "tlnificazionc soetali:sta?; il crollo mora~E (mfl può diven• ta,·e anche politico) dei comunisti come giuoo:1 nella con· giuntura italiana?; come si prospetta l'ipotesi di una nuova organizzazione della sinistra?; che contributo c'è da attendersi dai cattolici?; e infine, qual'è oggi la posi– ;,,ione psicologica delle grosS"e masse di lavorntori, e prima di tutto degli operai?; la lotta sindacale è capace di espan-– derf:i sui binari trndizionali o richiede una reimpostazione tot~le?; e nel frattem.Po, si è iniziato da parte delia"sini– stra un nuovo sforzo prog1·ammatico?; si sono cominciate a delineare nuove basi teoriche, ideologiche che si dimo– i-:lrino più vicine alle effettive condizioni in atto della lolla politica cli quanto non sjano quelle su cni sostan– zialmente si è fondata fino ad oggi l'azione delle sinistre ila liane? Una selva di domande, l'una connessa strettamente alraltra in nn groviglio di problemi, assillano la monte e l'animo di ogn.i militante di sinistra, dovunque egli operi.' Per la prima volta, dopo la ce1·tezza assoluta del– l'antifascismo, l'incertezza assoluta. delle prospettive, delle giustificazioni ideali, degli stessi presupposti morali pre– domina nel cuorn di quanti partecipano alla politica per ttna profonda e totale. persuasione umana. Nòn possiamo pù'.1 oltre sottral'ci a questi intenogativi ansiosi, ango– sciosi: è ponendoli,. è cercando di risolverli in un contri– buto conco1·de ma anche in una polemica ape1·ta, che si creano le condizioni di una ripresa, da questa stagnante pesante e paludosa atmosfera da cui par difficile emergere. Che significato aveva Ja politica di (,pertura. a sinistra inangurata da Nenni nel '53 e sostan'z"ialmcnte sostennta da no.i? Guardandoci indietro, si può affermarn che questa politica avesse ti·e possibili significati diversi, in parte ma non completamente intercon-enti. Il primo, quello più reale ma meno vistoso, consisteva nella persuasione, or– mai maturata nel «leader» socialista e in pochi altri di– rigenti del partito, che occone\,a una svolta differenzia– li-ice dal partito comunista. Va dato 8.tto a Nenni che questa sensibilità. è testimoniata dalla sua politica molto prìrna della crisi Krusciov: è implicita nella proposizione della politica di « apertura a sinistra» che si confondeva, rna non era tutt'una cosa, con la conclamata alternativa socialista. L'altemativa socialista infatti po~tulava una poi:;izione ideologica, politica, di forza dei socialisti tale da poter assumern la guida della sinistra italiana ponendosi come «alternativa» al govemo clericale della cosa pub– blica; l'apertura a sinistra partiva im·ece dal presupposto che, non esistendo ancora le condizioni politiche dell'alter– nativa, occorreva ·prepararle con una politica di avvicina– mento o di alleanza con la democrazia cdstiana, che po1·– t8sse a rimorchio, in condizioni rovesciate di sudditanza, il partito comunista. Il fatto che la propaganda e la po- 1emida politica 1953 scambiassero queste due espressioni e prospettive mostra soltanto ch'esse erano allora assai confuse cosl nella· mente di chi le proponeva. ~omc in quella delle masse che sembravano disposte ad accoglierle: ma la realtà politica·non ma,ncò di chiarire per suo conto roquivoco e di riportare le cose al loro punto effettivo. Era dunque implicita nell'apel:tnra_ a sinistra una · volonU1 prudente, sottaciuta e interiormente Ancora in– certa, cli una ripresa d'iniziativa, di una propria possibile autonornia funzionale dei socialisti: accompagnata eia una larga zona d'ombra e di ambiguitù, dete1•mjnata dalla necessitlt in cui si trova,'a .il PSI di non brusquer la si– tuazione l'ispetto ai comunisti, .di non procedere lungo il teneno delle scissioni e delle 'lace1·azioni del mondo operaio 8 contadino, mn piuttosto Jnngo la direttiva della maggiore 1·esponsahilitù, del maggiore impegno,. della· rnaggiòre pvesenza. Significmva respingere h1 via socialde• mocraLica (rottura a sinistra, compromesso a destra) so– stituendole unà di..ettin1 di .reale iniziativa politica, che trascinando con sè tutta la sinistra la rendesse anche ab: bastanza forte per determinarè condizioni di trattativa con la DC. Quello che è accadnto di poi nella posizione del PSI rispetto al PCl, fino alla chiarn proposizione di posiz ioni autonome dopo il 1·Rppo1·toEmsCiov, è su questa li.nf 'a. In queito prirno st-n::::.o. d,i;~y e, fop01·tm•il u sinfatra del '53 fu coerentemente il primo passo di una politica che ha· portato nel '5G il PSI ad una ripresa di autonomia pol.i ,ti.ca qu.ale ... "fii_SO non aveva conosciuta eguale· dal 1947. I l sec ondo Sl,i}rlificato di q11ella politica era di determi– na1·e iutof·no al PSI, che si testimoniava capace cli Lma prospettiva propria, il rnassimo di altre forze, sì da al– largarne la sfera. e rendere con questo slesso più efficiente e più pregnante la propria politica. In questo secondo significato, apertura a sjnistra significava non più « fronte popolare » a guida comunista, con un certo nu,nero di 1~1inol'isntelliti di comodo, ma un ancora incerto ed incle• finito.« fronte repubblicano», del qnale la guida politica passasse RÌ socialisti, con l'adesione di numel'Ose altre forze rninori della sinistra democratica,~e con l'appoggio forzoso dei comunisti (obbligati dall'iniziativa socialista • In nessun luogo la sinistra democristiana ha dal() battaglia:: dovunque ha perduto senza com· battere. • Nei centni considerati più significativ,i della sinistra cattolica, abbiamo vist-0 peraltro il direi• tore del « P-0polo del Veneto » esonerato dal suo ,incarico su esplicita ~ichiesta ecclesiastica (ecco la conseguenza dell'accordo di Venezlia). • Dovunque le sinistre non erano maggioranza la DC ha ottenuto il monopolio dei comuni, ac· celiando l'accordo c-0n le destre, fino.ai fascisti. :• L'apertura a sin1istra è fallita, o per lo meno richiede ora un'esplicita revisione, per quanto ri• ·guarda l'incontro fra socialisti e cattolici. ad un ruolo di secondo piano). In questa secouda acce• zione, la politica di apertura. a sinistra ha proceduto con minore còerenza e con risultati meno evidenti che nel primO' caso. Il risultato pi 1 ù netto si è avuto nel '56, in occasione delle elezioni ammjnistrative, con l'alleanza sti• pulata ed attuata, su chiari presupposti e con favorevoli risultati, noi confronti di UP e dell'USI; ma il tentativo di fare del PSI il nucleo di nn « fronte repubblicanp » si è fermato qui, e rischia ora di arenarsi di fronte agli equi– voci di una affrettata unificazione socialista. In verità, il tentativo era assai ambizioso, e si ò svolto forse più su strumenti tattici che su una preparazione e valutazione di fondo. Cosa significa infatti un « fronte repubblicano» anc0t·ato al PSI se non una politica di riforma, cli tra– sformazione, proposta. dal PSI alle altre forze della :;ini- slra democratica italitrnn; e uno gforzo di rcv1s1one icleo– logico•programmatica capace di pone i socialisti al cent-.-o di nno schie.ramento ~osì di,iCl'~O da quello pigramente seguito dopo il '47 in .Italia?; in quale senso, in quali 1i– mi\i una esperienza puramente, spesso formalmente mar• xista, poteVa racchiude>re, ·· spiegar·e que:--ta nuova real ti,. politica, e fin dove ~i do,·e,·a ~pingere l'analisi ideologica. nl di lù e al cli fuori dell'ortoclo~~ia ma1·xista, per trova,·o una convincente, ntlunlt~. vìb1·aute, non pl'Ofossornle C" dot.– tl'inal'ia giustifica;.:ione cli q1Ìe:-:tt\ politit:a? Era ov,·io elio lo sfo1·zo del PST non doYe,·a e non poteva limitarsi ad una ripi·esa di colloquio con alcuni gruppi mino ..itari. por quanto significativi; che una similo politic non pol<n·a non invf"stll'e i rappol'ti del PSI coi Socialdernocn,tici. c:Di repubblicrrni, coi ·radicali: ma si era ,·e,•flmente di.-.:posli a far·lo? Che l'estensione ai socialdemocratici obbia intonto determinato un ritorno di fornm1a della « unificazione Roriulista », pl'irna cl1e si SÌcl fatto quHlclie cosa di più t-:ul piano dolla. p1·o~pcttiva prognrnwnatir·a, su quello della ricerca ideologica, sn quello delln spf 'rimenta:1.ione politicR, prova come l'antica pigrizia r'nenlt1 le rischi di nt10,·o di pr·endere il sopravvento. Difatti, o i sociali.sti hanno ve– ramente un progi·amrna di governo da p1·oporre al pae!-.0 (e allora è jntorno ad esso che bisogna mettere alla Jjrova tutti gli altri gruppi della sinisfra democratica), sono disposti ad una revisione di fondo che consenta di ,:ico– noscere in tali altri gnippi complf'mPnti necessa.l'i, e non sumplici ornamenti esterni, di una Hziòne comune (e allora si pone esclusivamente il problema della maggiorn o mi• nore volontà effettiva di codesti gmppi acl i1npegnarsi su quel programma), oppure essi non sono in grado di faro nè l'una cosa nè l'altra, e quindi non possono realiz:Mtl'O quella politica. La presunta nnitù di .fondamento ideale fra socialisti e socialdernoc1·atici, la presunta unità di bandiera .e di altari (e qui un problema assai clivcrsv - quello della unifica:1,ione - si sovrnpponc al problerna della convergenza della sinisti-a democratica), richiedo una ,·crifica politica particolarmente rigoi·Òsa, dal mo– mento che snl pia~o delle scelte effettive la socialdemo– crnzia italiana costit9isce l'ala più conservatrice dell'in– tera sinistra democratica. Solto questo aspetto dunque, non s..i può cli1·e che le p1'C'lllf"~"'-C implicite nell'apertum a sinistra siano state picna111ente rispettate. Si è rimai::ti a metà strada: come un cavallo che sia rimasto senza fiato per-una corsa. impai·i alle sue zampe. Se il processo di allni-gamento politico dei socialisti dovesse infatti vani– fica,·si _in una unitù di comodo socialdemocratica, ·anzicl,è in un'ampia convergenza socialista e democ-ratica, si ri– schierebbe di rinunciai-e in pai·tonzà a quella alternativa "- reale cli cui si è parlato da principio. Infine, aperturn a sinistra voleva dire: offerta di partecipazione al governo della cosa pubblica, cost1·in• gendo la democrazia CJ•istiana ad una vera ancol'chè par– ziàle rinuncia di pçitere (in luogo del monopolio polili<"(, in atto, cui le altre forze centriste hanno servito e servono di copertura e di supporto). Partecipazione nl govcmo, spa1-tizione del potel'e non significano - è o,·,·io - no– cess~riamente ministeri: ma, coito, una nuon1 maqgio– rnnza, un diverso equilibrio, che può nascere dalle Giunte •e dagli enti economici ed aJ'l'ivare al parlamC'nto, ma che insomma presuppone una scelta politica p1·eci:c:adelle duo pa1·ti, dei socialisti (e delle forze minori ch·e~si avrebbero di {atto rappresentato) e dei democristiani. Dopo ::rnni di massimalismo troppo spesso vacuo e cornHnqne infie;into irrimediabilmente dall"ipoteca .comunista, un sano e sc1·io mini•malismo, diretto a scopi circosctitti e p1·ecisi. ma de• cisivi. Condizione di questa politica: ·un sostanziale mu– tamento di rotta all'interno della DC, dove la sinistra, at– trntta dal richiamo democratico e f:ocialista, desse la sua battaglia « lflica > e la yincesso. Dobbiamo rieonoscere che tutto questo non è accaduto; e c:he questo ter·zo aspetto dell'apertura a sinistra è fallito. E' inntile cliloltal'ci sui so e sui ma: l'esperienza delle Giunte è stata la ripro,·a di questo fallimento. In nessun luogo la sinistra demoNi• stiana ha dato }a. s!la battaglia: do,·unqne ha perduto

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