Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

8 (122) nuova repqbblica UNA PA.GINA SEMPRE ATTUALE Valo la pena - se necessario - anche di morire. Oggi in Spagna. Domani in Italia. PERCHE' ANDAMMO ·INSPAGNA Lo storico di dornani riconoscerà. nel sacriGcio sem• plice, virile, qonsapevole degli esuli antifascisti italiani l'inizio della. riscossa. Compagni, altri debbono parlare dopo di me e perciò non mi dilungo. P1·ima cli chiudere voJTei dl.l'vi le ras:ioni della inia fìducia nolla vittoria. della rivoluliwne spagnuola, no- 11ostante tutti gli aiuti, gli intrighi, le mediar.ioni. di CARLO I L SAI.U.·TO che siamo ven'uti qui a dare st~ser~ ai compagni di ogni tendenza che partono o l'lp~rtono volontari per la Spagna, ha_ da essere semplice e virile. Semplice perché non si tratta di un gest?, ma di un fotto che parla per sé eloquentemente. Virile, perché questi nostri çompagni, vanno a com– battere. fucile alla mano, correndo i rischi che il com– battim~nto comporta. l compagni che partono per la Spegna vanno a rag.:. ~iungere i 2.000 antifascisti italiani che da ':'esi co_n:– balto110 sul fronte prnleta"rio; vanno a raggiungere 11 primo ma intrepido nucleo della fùtura ~rn~ata _ross_a ihtliana; vanno a confondersi con le centinaia _di mi– gliaia di giovani proletari che a Madrid, a Huesca, a b-hlaga, fronte Siguenza; Cuenca, Saragozza o Bilbao tongono alta la bandiera della libertà e della rivolo• :done nel mondo. Dove vanno? Vanno in realtà verso la patria ideale, Ja pat1·ia per cui lottammo in Italia, per cui lottiamo oggi nell'emigrazione, per cui soffrono in galera tanti compagni nostri, per cui tanti sono morti, Viezzoli, De Rosa, Angeloni, Picelli, Jacchia, Falaschi, Centrone. Dopo i lunghi anni d,i esilio io confesso che fu sol~ quando varcai le frontiere della Spagna, quando m, i,.;orissi nelle milizie popolari, e rivestii la tuta, divisa i;imbolica del lavoro armato, e imbl'acciai il fucile, che mi sentii ridiventare uomo libero, nella pienez.za della. rnia dignità. All'estero siamo sempre e se1npre saremo dei mi• norati, degli esuli In Spagna no. In Spagna ci sen• tiarno pari, fratelli. Dopo essere sta.ti obbligati tanti anni a chiedere, ningari solo il sacrosanto diritto al h1 voro e alla residenza, in Spagna abbiamo la gioja di dare. Non fosse cl;e per questo, la partecipazione jn per• ,.;ona prima. alla lotta -in Spagna, rappresenta una espe- 1·ienza preziosa e bellissima. Torneremo, torniamo gi;'~ dulla Spagna rinno\,ati, ringiovaniti, anche se talvolta zoppicanti. li nostro orizzonte si è alla1·gato, ingigon· I ilo, arricchito clefla. esperienza senza pari di una ri• vohi:-1ione e cli nna gueri·a in un paese per tanti Jati ~irnile al nostro, attanagliato da problemi spesso ,non · diversi dai nostri, a contatto con un popolo che è, a mio avviso, il popolo più nobile, più ~impatico, pili ingenuamente aperto all'a,·venire che esista altual– rnenle al mondo. .Ricordo con emo;,,ione il nostro primo viaggio vel'SO il fronte, il 19 agosto. Eravamo partiti la sera tardi, :-:onza mangiare. 'Qi avevano detto che probabilmente lo uvl'emmo ricevuto in viuggio. l\la le ore passavano, il treno saliva lento verso l'Aragona e il sonno finì pc~r prenderci tutti. Verso f• una un voci1;\re enorme ci s,·eglia. Ci precipitiamo ai finest1·ini e cosa vodia.• 11101 La stazione g,·emita da una. folla di migliaia di 11<.m1ini1 donne e ragazzi. Era tutta, ma proprio tutta h. popolazione di Tttrrasa, piccola città industriale, che t>-.nt. ri,nasta alzata per salutat·e i volontari italiani, pe1· pol'hHe loro cibi e bevande e dir loro il .suo grazie (•d il suo augurio. Così faceva 'l'arrasa tutte le notti, da quindici notti, con nna spontaneità ammirevole. Sentimmo quella notte passare su rlt noi il soffio rovente cli una vera, autentica ri·:tllt.zior1e di ·popolo. 8enli1111no il consenso, la fede .... E ci abbracciammo com• 1110,isie ci dicemmo a. voce alta, la nostrn, gioia di bat• te:rci, la nostra sicurezza cli vincere, e anche, se occor• 1·evtt, la nostra tranqtiilla !J.Ccettazione del sa,crificio. Questo episodio vi illu~tra, compagni, meglio di w1 lungo sviluppo, il sentimento cli dignità e di ·gioia tho pl'ova. il volonlar·io italiano, che pronrno tutti i volonta1·i in Spagna. V A NON E' solo dal lato sentirnenti,le e jndividual0 ll..1. che il yolontariato in Spagna assume un così alto valore .. E', anzi e sopl'attutto, dal lato. politico. L'i11,tirascismo italia_no si è affermato .in Spagna, corno una. forza positiva, anche militare, e come una grande forza. Finita, la favola di un antifascismo eh~ non ~i batte. Finita la diffamazione di un proletario Jtaliano incapace di reagire al fascismo .. Finita. in par• ticolare l'accademia dell'esilio a cui 1J.n ingrato de• r::t"ino sembrava condannarci. L' -tz.:,me non l'abbiamo solo predicata. come padre Zappata. L'abbiamo vissuta. Migliaia. di esuli italiani hanno. piantato posto, fa. miglia, abitudini radicate, per andare a. combattere il fascismo, non appena_ l'occasione. ~i è presentata, nep• pure aspettando l'invit9 o il consenso, anzi alle volte :il consenso forzandolo, strappandolo. Questo Ò· un fatto importantissimo· nella storia del noR:I l'O esilio e delle nostre· lotte i è un fatto decisivo. Noi ormai sappiamo che esistono migliaia di compagni nost,·i che hanno combattutq e saranno capaci di com• batle1'0, capaci tecnicamente di manovrare anche le atmi più delicate; .che li ritrove1·emo sempre nella. lotta rivoluzionaria, per la lotta. 1·ivoluziona1·ia, verso l'It'alia, in Italia. L'interrogativo che ci ponevamo spesso: 1·i• sponder1\ l'emigra:,;ione alljl prova.! E' risolto. Ha risposto. · Esi8te. Esistiamo come foi-1.a politica. e corne forza. mililare. E finalmente, .e ter?.0 a.;;petto in6nit"amente impor• ROSSELLI tante, il più impoi·tante di tutti, questo inlervento arm'ato defl'emigrazione italùrna in Spagna stabilisce un ponte, un legarne con l'Italia che non si romperò pili. Non solo perché il popolo italiano - da mille testimonianze che l'iceviamo - segue con una pas• sione crescente lo svilupparsi d~lla guerra civile; non solo pel'Ché dall'Italia partono, per combattere in Spa• gna, giovani eroici che già. alla. frontiera rischiano ]a galera; ma perchè con questo atto virile l'emigrazione italiana - dirnenticata, diffamRta, qualche volta de• risa. - torna ad essere un !atto vivo e presente nella storià italiana, diventa forse per la. prima volta un fenomeno storico, acquistando il diritto morale ad essere· tenuta presente nelle f\tture lotte italiane. Il popolo it.a.liano ha visto nella Spagna come un simbolo. Mai -infatti come oggi nbi possedemmo la coscienza di aver agito in nome e per conto della imÌnensa maggioranza del popolo' italiano P?rtando in Spagna, contro i generali fascisti e i loro alleati hitleriani e mussoliniani, la voce e H b1·accio deH'Italia proletaria. ....Vale la pena di combattere quando soflo in_giuoco valori così gì-andi, tutta la speran7.a. che un'ep0ca, il bisogno di emancipazione, la pace stessa del continente, la sorte dei popoli oppressi. Si rimisurnono tutte in un unico fatto centrale: Ja rivoluziono. Può da1•.o:;ich8 necessità di politica e propaganda all'estero nei 1n1esi di democrazia bo1·ghese consiglino gli stessi spagnuoli di presentare la guerra civile co• me una semplice resistenza contr'l la r~h,llione di una rnino.ranza reaz.ionaria armata a un governo lega)e espres• sione della volontà della maggioranza, e può darsi - e ne dubito - che convenga dire che Jo scopo della guerra è quello di 1 ·istabili.re la. 1·epubblica democl'atico·parlu– rnentare. Ma Ja verità è che nella Spagna Jibera è in cçrso, an;,,i è già avvenuta., una grande &torio" rivoluzione che difficilmente può conoscere ritorni. Gli operai con– trollano le grandi fabbriche; i contadini hanno avuto · Je terre; il profitto non è più il motore della produ– zione i le vecchie caste e classi dirigenti sono spaz– zate; la cultura è rnsa accessibile al pDp.:,lo: una nuova. classe dirigente sale dal basso; tutta la vita si orga.• nizza, oggi in vista della. vittoria, domani in vista del b~nessei-e materiale e della elevazione morale del mag– gior ·numero. Non sono possibili reti·ocessioni. La. 1·ivo-, luzione non si svnota. })iù continua la guerra e più Je necessiti'~ stesse della guena sviluppernnno e consoli- . deranno .le conquiste della rivoluzione. 1)i.~cor.w 11ro111rncialo a,I Arge11/e11il il 1.o f~ùùr(li() 1937 (v. in Serilti politici e autohiogr;1fìci, <li C(lr/Q Jf;.~uifi, ·J9HJ. L'ECONOMIASPAGNOLA OGGI I. MEZZI DEij POTER di GIULIO N .l!:L ·]939, all~ fi11e della guerra civile, il governo del generale Franco clichia rava che avl'ebbe seguito una politica economica del tutto diversa. da quella dei governi sia della. monarchia che dei primi a.nnì della repubblica: in particolare il governo « Ilazionale > si im• pegna,·a ad intervenire di ..ettamente nel processo econo– mico e soprattutto ad assol'bire, con l'industrializzazione, l'e~enza della popolazione ag1·icola. · La'. guerra. mondiale scoppiò nello stesso anno: e que– sto non poteva non avere effetti diretti sullo sviluppo del. l'economia spagnolà; effetti che in parte furono negativi (tra questi, soprattutto, la quasi impossibilità di 1·inno• vare il 1nacchinario delle industrie), ma che, per una parte assai rnaggiore, fm·ono positivi: durante i primi anni del conflitto numerosi irnpiunti per l'estrazione delle mate1·ie p1·irne furono co:;trnit.i dai tedeschi; im• pianti che, quando l'A::.;se 1\1 battuta, fUl'ono incamerati dal governo spagnolo. Malgrado gli impegni as:sunti dagli economisti del re• gime, malgrado la Spagna sia rimasta fuori dal secondo conflitto mondiale, l'economia spflgnola è oggi in uno stato di grnnde arretratezza; in molti settori non ha ancora raggiunto I-e medie produttivo del l!J3G. Consideriamo in primo luogo il settore agricolo: pren– dendo come punto cli rifel'imento la media del triennio 1!)33-35, e ponendola uguale a JOO, notiarno una dimi– nuzioi:ie della produzione agricola del 6% (nel 1952), mentre la popplazione è numentata del 2 L %, il che porta a oltre due milioni il surplus dei lavoratori agricoli. Per far fronte al bisogno di. valuta pregiata il governo ha jn. cremcntato la. produzione di beni esportabili: in partico• lare la produzione di cotone (rispetto al 1929) è quasi raddoppiata, Così come qnella dello zucchero (ma. la pro# dur.ione di quest'ultimo, gii~ nei prirni tre anp.i della re• pubblica, era salita di oltre il 50%). In netta diminuzione sono invece i beni di cosu,no: nel J 956 si sono dovute importare oltre J00.000 tonnellate di _olio d'oliva, men• tre il rendimento di grano per ettaro è sceso a. 9,3 quin• tali (nell'Italia meridionale è 10,!J; nel resto d'Italia è molto superiore). rila queste cifre dicono poco se non si aggiungono a.Itri dati: che cioè quasi il 40%- della. popolazione agri– c.-ola è concentrata nelle regioni centrali (latifondi) nelle quali il reddito pet· ettaro è (dati del 1950) di 1600 Pe• setas, contro 4000 pesetas per ettaro nelle zone costiere dell'Atlant,ico e del Mediterraneo. In queste ultime poi la fe1·tilità del teneno irrigato ha pol'tato ad un aumento di densihì di popolaz.ione che non ha riscontro nelle cam• pagne europee._ Un esempio: nel distretto di Murcia una famiglia di contadini dispone in media di un terzo di ettaro, e la densità della popolazione- è pari a 1200 penr~ sone per kmq. Il i·egime si è pill volte impegnato sia a spezzettare i latifondi del centt·o, per la 'più coltivati a cereali, che a raggruppare in entità economiche vitali le zone costiere. E' inutile dire che non si è fatto quasi nien• te e che là dove si è fatto qualche cosa i contadini, abban• donati a loro stessi, ·senza acqua, senza concimi, senza attrezzi da lavoro, hanno dovuto abbandonare i campi, anda ndo nd ingrossare il- f-lnsso dell'er-iigraz.ione braccian– ti.le · interna. Se di. un fallimento quasi totale si può parlare pe.r SESTINI quanto riguarda la politicà agraria, il q;rndro non è di• verso qu,rndo si osserva. la situazione industriale. Si è gi,\ accennato al fatto che Je industrie dispongono di. un nwte ..iale in genere in_vecchiato; ma jl punto .debole dell'organizzazione industriale della Spagna è il defi• ciente s,·iluppo delle vie e dei mezzi di comunicazione ,e della produzione di energia. I chilometri della rete !Cr. ro,·iaria. sono aumentati di 700 rispetto al 1034, mentre le carro:,;ze via.ggiatqri sono diminuite cli quasi 2500 uniti.\, ed i vagoni merci cl"i q1rnsi 6000 unità. Al contrario i valori tonnellata-chilometro sono quasi raddoppiati; il che si• gnifica sl un incremento dei trasporti, ma ottenuto a prezzo di una enorme usura del materiale. Nel 194.l venne fondato l'Instituto Nncional de Indu– stria (INI), col compito cli prnmuovere gli investimenti nei settor·i buso cli prncluzione; ma neanche questo è stato un successo: tenendo prnsenti lo medie del decennio ]942•5L si nota cl,e gli investin1enti statali sono solo una piccola percentuale di q11elli privati. La produzione com• plessiva di energia eleUl'ica in Spagna ammonta a 9 mi– lioni di I<ilownltore (contro 3i milioni in Italia): orbene, nel decennio sopra citato l'lNl ha investito una somma pari solo al 17,9% di quanto hanno investito i privati. E' quasi raclclopj)iata invece l'estrazione del carbone; ma la mancan;rn di attrezzatura adeguata fa sì che ·un mi• natore spagnolo estragga solo il 70% di quanto estrae un minatore francese, e il 55% di quello inglese. Un certo progresso si nota nel settore siderurgico; ma è in gl'8n ptu'Le dovuto al capitale straniero (l'INI con• hibuisce con uno scarso 5,5%); van rico,·dati il combinato di Avila, ché dovrebbe l'addoppiare la produt.ione. spa– gnola di acciaio (che nel 1952 non raggiungeva il milio• ne di tonnellate annue), e le filiali della F'.CA1' e della Renault. · Nel settembre 1953 erano fìrmati gli accordi economi• co-milital'Ì con gli Stati Uniti: essi pre\,edevano esscn• zialrnente la. costruzione di G grandi aeroporti, di nnt, rete di strade strategiche cli collegamento, e di un oleo• doito che, partendo da Cadice, avrebbe don1to attraver· ·sare tutto jl paese.; ma. i contrasti che negli ultirq.i anni hanno diviso i capi di stato maggiore delle forze armate americane hanno fatto sì che questi Ja,·ori vadano molto a- rilenlo. A tre anni circa dalla stipulazione degli accordi gli Stati Uniti hanno speso in Spagna solo poco più di {O milioni di dollari, Nella storia - antica e recente - di Spagna si sono sempre trovati i gruppi finanziari, per lo più stranieri, che sfruttavano le risorse del paese, giocando sul basso costo délla mano d'ope1'a, espo1·t8ndo i prodotti grcz~i inveco di farli lavora re sul ll!ogo. Questa volta però il governo non soltanto laRcia corrère, ma si inserisce egli stesso nol processo di sfruttamento delle risorse del paese, onde trarne i mezzi per restare al potere. Nella loro resistenza, che d1Jra da vent'anni, contro il regime, i lavoratori spa• gnoli non difendono soltanto la loro digniti\ cli uomini, ma anche l'avvenire eéonomico del loro paese. I ,l(t/j ulifi-::ttli riti J)r~se11lt arlic-olo sl),io ,tlt1fi q11a.ti hl/li vrnj dt1fl"Ecouomic S11n•ey o( fa1rope in 1!)53 ·(Gil1t11ra. 19;.it).

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