Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

12 remmani linO dei reparti d i punta della clns.~o op2'I't\ in it..al iantt (furono tra i pochi che nel ]!J20 8cgui,'ono gli opel'8i torinesi ndla lotta pc t' l'occupazione delle ftt.u– b,'iche) j il contempol'aneo affenlHHsi del monopolio (sa– rà pel' molti una ~Ol'preS8 apprendere (·ho le . fort une di uno d~.i più grossi corIlJlle~s.j nlonopolistici Ht\lian'i, la l\Jontccatini, si sono fO"lllatc' p'I"op,'io in Marernrna quando nel 191 3, alla vigiliR d~lla glie l'l'a, riuscì ad !lS~iCIIJ'RI'8i J'int "."a p,'odH7.ione di pi ;'ite mar'em'lTlana, par-i alht qO"'!:;l t otaliLil, di quell a. nH;f,ional(l. Questò fOl'tullato collJo si– gnificò p~1' la l\Joniecatini, aS~!1Inel'e il lilonopolio dei p,'odotti ch imici, essendo la pirite la migliol'c e la pi tl 'economica, materia pl'im:l per la fOl'mazione dcil'acido sotfol'ico, che è a, SlIa volta indifSpensnbile in qnalsiasi jJl'ClcNlimento chitn"ico-indllstriale ed in modo pArticolare noli a p l'Oduzione degli esplo~ivi ); le lotte politi('he dopo Ja lihenlzione e l'offensiva padt'onale che doveva clllnli~ Ilare nella tl'agedia di Ribolla. ] I tutto è accompagnato d R un'HcClII·ata descfÌ:o:ione dei nuovi metodi di e.o;t'I'azione dt, j Ininerali, della viLa in miniera. e nei paesi con 0 0- dtin molto aUento a lla trasfurmazione non solo di una Bocil"là e di un'economi1:'l, ma. di \ln paesaggio e di un Cll:-.tUtlle (esemphui in- questo senso e notevoli, a nche Jet~ 1Clnll-iamente, le pagine che contt'appongono i villaggi dei m inlltol'i, sod i" illtol'no al luogo di lavoro, dove tutio sa. cii provvisorio, e i vecchi paesi mal'emmani raccolli in– tomo alla piazza, alli\ chiesa, alla fonte e tenHccmcnte ~Ibhtu'bicati al coclI:o:zolo da cui potevan·o dominare il p iHnu mala rico), Si profila così un nuovo volto della Mal'emma, s'indi– vidua il' ct\l'aUel'c di una. l>opoiazione tenace e cot:ag– gio::-oH, perennemente in loUa per Fesistenza j ai nemici t.radizionali, la rnaI A.1"i a, hl farne, lo sfl'Uttamento dogE agl'ari .latifondi8ti, si sono sostituiti i nuovi : il gl'isOli, Ii,\ ~ilicosi, il prepolere del monopolio, ,- 1Ha non ci scmhra che I tutti i te nnini del pl'oblema sil:\no messi sum('ientemente a. fuoco, A prescindere dalla 89UI'1-I8 ol'ganicità. (è evidente inr~tti che il libro t: stato fl'etlolosamente messo insieme rielaborando e piil spegso , trllscr'ivendo una sel'ie di articoli che l'uno o l'alt ro all~ loro era andatO' sCI'ivendo su Il Contempomn.eo e su Nuovi Ar(Jomenti; inevitabili quindi le ripetizion i e Je Il:\c,me, come quella (":',e va dal 1921 al 1944 : non basta , nv('re inserito il l'HIl' ottimo saggio di Casola, Il 801'gere del jo.sciJJmo i·n Ma remma, a.pparso a suo tempo su Co~ 'mllwitrì, e in cui poi le miniel'e e i minatori non c'enirano per niente, essendo il fascismo mal'emmano Wl t ipico ekcmpio di l'ea:done ilg:l·ul"ia ), è chiaJ'amento avvertibile l'n~8em:a, di Iln pr'cciso fondamento metodologico che vnlgo a. inserire le min iel'e nlill'e-mmane nel più ampio qUf'dl'o di 8vihtPl>O e di t rasfol'mazione della " socieli" na'l.ioIH\le, Gli autori anebhct'O anche dovuto svil uppill·e un& loro preziosa illdica'l.ione : ,"opposizione, da pa.l'le degli agnni Inaremnumi al co::.:.t itni'·.si d i impianti indusl riali ~ul luogo di estl'iI'l.ione delle mstet·je prime, per il ti- 1l1Oro di provocare il rincaro e il dirottamento della mano d"opera. bJ'accianti le, S~H'eLbe balzata n.itida allora, J'im· n tagine di una Ma.remm.a semi-coloniale, caraUer·izzata cioò dall'assen'''R di indtlshie, dall'agricoltura estensi\'a, e dallo sCt-uttalnento delle risorse n aturali da pa l'le di gruppi capilnlist ici estranei all'economia locale. Sim ile iw)omma a un'Indof'ina o aèl IInlAlgel'ia, dove gli « indi~ goni ;l) lavorano a, va ntaggio di pochi agrari e dei ma· nop(ili della madl'e poil·ia che si sono spart iti le :;t,one di iH(luenza evhanCio accurahnnente ogni possibilill\ di ("on ll'asto, Si sR"l'ebbe vi.':tto cOllle la IVhU'emma sia praticllIYlente cl ivio';u, in due pal,ti: lInçt minel'aria, che fa Ci:lpO a Massa l\'ra littilOa (feudo della. Montectltini ), e l'a ltra agl'icola, ('ho ha il StIO ccnho nel capoluogo, G,'os,')eto, dove la pr·osenza delle miniere (che pure non sono n pi L' di mez. z·om di automobile)' è totalmC'nte inavvel,tita, La mnteria. de [ mina.tori della Mw'em'ma attende quindi d i essere pilt ampiamente e profon~lamenle tl'at– tnta o 1n un romanzo (e Cassola sembra che ne stia pre– pal'ando uno) o in IIn vast.o Javoro stol'Ìco-scientirico, dove le m iniOt'e dovl'anno esgere necessariamente acco– state a quell'altro fatto mal'emmano di importanza na~ 'l:ionnle, che è costituilo da lla. riforma agral'ia : insieme fnnno della. Mal'emma una delle regioni es~enziHl i pel' Itl stndio e la compl'ensione dello sviluppo della società ili'll iana, CLAUDIO ZANCIII ANGELO ANGELOPOULOS L'atomo unirà il mondo ~ L'impiego deIl"atomo come fonte di ener– gia ha già dato luogo alla costruzione delle prime centrali termonucleari, dove l'energia atomica sostituisce i combusti– bili convenzionali o la forza idrica nella produzione di energia elettrica a prezzi di mercato. Nel corso dei prossimi de– cenni, l'alomo è destinato a soppiantare le fonti tradizionali di energia e a tra– sformare profondamente il quadro delle forze produtlive. Angelos AngelopouJos, noto per j suoi studi sulla pianificazione, prospetta in questo libro le conseguenze economiche e sociali dell'applicazione dell'energia atomica su larga scala e im– posta chiaramente i problemi di fronte a cui l'umanità verrà a trovarsi nel pros. simo futuro . EINAUDI ( L'an_ Fanfan.i è partito alla volta d.egli Stati Uniti per stu– diare gli orientamenti dell'opinione a1nericana in m erito aUe prossim e elezioni preSidenziali). (122) ftUOI'B repubblica (Dis. dì Di110 B ose"i) IL DOGANIERE: Ila da den uncia,re commissari prerettizi! rrEATR.O A -V EN EZIA TRE LACIJNE DA COLMA-RE di TINO ZANON DAL BO ". ' E RI PRESE goldoniane - o forse, più largamente, , ..J le riprese del tealro veneto ,-:- ~i sono ?o.nfermate - anche quest'anno la p<nte plU VIva e ongmale deL F esUval veneziano dol teal l'o (1). il regist LodO\'ici sa Inet.tel'e in ri lievo cel-la tlln~tna modemitù delle commedie del Goldoni e sa apPJ'ofìttnre del palcoscenico del teatro .. all'aperto di San Giol'gio per immergel'n6 la vicenda nel– J"tI,rnbiente e nel colore veneziRno (con l'aiuto valido dello scenografo _Scandella). -1\1a il risultato maggiore di queste ripI'ese sta nclla conferma della validiU dell'arte goldo}1ia– na, deL teatl'O goldoniano, che si rivela prepotente anche atil'averso intel'pl'eta,,-ioni non scmpre adeguate_ Perchè dal Festival si vOI'l'ebbe, fl'ancamente, qualcosa di più j si vorrebbe che la settecentesca gl'azia che carat– terlzza il teatro del nostro conu.nediogl'afo maggiol'e tro– vasse lm'intel'prela;r,ione adegua'.a non per imposÌ<:1Zione, pel' idee scelliche, pel' vÌl'tlt di qnalchd intet'pl'ete solt.ant.o, ma per un'esecnzione di buona classe e di notevole perle– zione d'arte, Goldoni non dovl'ebbe aver sempre da invi– dia re, p'er esempio, - e per rcstal'ç nell'ambito del Festi– val veneziano sia pu,'c non di qnel-t'anno - il tanto rninol'e Mariv811x e le inlerpl'ctazioni esempla.ri cho ne dà il teatro Mtn igny, Disognerebbe, ' per cominci~lI'e, che il l'egista cornprendesse che i tonj e motivi reallstici sono, sì, un ,elemento dell'a d e goldoninnn, ma vanno ripoltati a nch'essi all'elemento dorninante ch'è la poetica e sce– nica. grazia d'nna comicitù, che ha l'inconfondibile im– p,'onta dell'ambiente e del gnsto settecentesco; que– st'aspetto delle commedie goldoniane non puù esser messo accal1to agli altri, ma de\-e dominal'li " tutti assumel'li in sé ; esso esige, naturalmente, intuito e fantasia dal regista - e questi non sen1bI'Rno mancare - ma anche una disciplina e un afJìatRmento d'esecuzione, che invece, ptJl-tl'Opp_O, mancano molto, sia per cAl'enza di prove, sia talvolta per insuffìcen:o:a d'impegno o, vicevel'sa., per amor di shahue. Questa era pel' il Festi\·al l'annata delle riprese ; dopo Racine, Ruzzanle, Goldoni, ccco Pil'andello; se si può parlai' di ripresa a p,'oposito d'Hn autore che non ba ml~i perduto di mOI'dente e d'interesse, Ma Liolit non ap– partiene cel{amente al teatro pil'andelliano pitl tipico e più rappresentato ; è fOI'se Ja commedia in cui si sco– pJ'ono più aperte e ser'ene le nostalgie d'una vita n atn– l'a ie ed istintiva ch'erano al di so:to delb « pl'oblemati~ cità» pirandelliana, La scena di Virgilio Marchi ha dato a, tRii nostalgie un acceso colore siciliano, com'el'a evi~ dent.emente nelle int.enzioni dell'sutOl'c; COS1 acceso e inconfondibile che non era forse neceSSArio che la regia di Costa si s(ol'zasse d'aggiungervi musiche, danze, riti superstiziosi folclol'istici che, per sé, rispondono perfet– tamente alla natura del dramma ma cl.e potevano esser intl'Odotti con più sobria- misura, lasciando maggior ri– lievo al contenuto umano che nel drmnma non manca e che qualche :volta, forse, avrcubc ]'ichiesto accenti d'uma~ nitil. pi LI pl'ofonda o, almeno, un miglior afflalAmenl_o fra Sii aUor'i. In conclusione, il Fesli\'al di Cjtleseanno è mancato in due suoi aspetti fond~mentali : non ha dilto nessun nllO\'O sosta,nziale contributo a lla l'assegna del tentt'O interna· zionale j ha rinunciuto a lle novitù, o alla l1oviU\, che finora non lWeVt\ mai omesso dal suo p!'Ogl'a.mma. Nel ÙH'~O aspetto, le riprese classiche o moderne, accanto ad a.lcuni aspetti l)Os.itivi. di scelta e d'imposhlz'ione scenica, il gl'osso– pu nto negativo è costituito da lla complessiva mancan"-,, cii classe, di perfezione (1"al'te dei t r'e spettacoli ch'esso ha. allestito in propl'io, Alla prima di queste tre lacune il rimedio sembra ovvio : si tl'alta di 1'Ì00uOVel'e Ja causa del mQle, cioè l'inaspettata scarsezza. dei mezzi ; ma non ci s'illuda che questo l'imedio basti. E' necessarja anche una. Jal'ghezza di c.riteri cultm'ali 8, cui non si p resta l'ambiente italiano attuale e meno a nCOl'a si prestano i legami che ha il Festival con gli ambienti go\'ernativi; vi si pl'estel'ebbe molto meglio il ritorno ad una effettiva dil'ezione vene– ziana. Se cel'chiamo i rimedi al secondo difetto, la man– ca n~a o "insufficenza clelle « novità » orred o dal Festival, l'impor'tanza dei valori spirit uali e culturali vi si fa aneol' più evidente j non è con' un concorso pel' giovani a,utori, ' come si ft\ceva nei Pl·imj anni,. o con l'incarico di sCl'h r cl'9 un dJ'all'ltlll.\ uffidato a qUl1 lcbe sCI'ittore in ' voga" come fino all'anno scorso, che si l'isolve il problema. J.. o si J'isolvc cI'e/lOdo tln più intimo e aperto contaito fra il Festival e il teatl'O conlcmporaneo; intel'~ssando gli auto!'i e le com– pagnie al Festi\;al, p ,'oclirandosi copioni eli- antOl'j cho ayendo scritto ope re dve e originali pre reriscano fade l'RppresentHl'o per la prima yolta a Vene:o:ia, Quanto al terzo punto, esso rientra nella cond izione tante volt'e notHtl.\ e lamentata di tutto il nosl,'o tea t 1'0_ ch·è assa i più d·impl'ovvisa;r,ione che di pazienza, di tr-ovnte piil o meno geniali e più o meno disol'dinate cho di ~upel·ior'e, niediti:lto senso dell'arte_ II Festival comun– qne - e non quello solo di Venezia, ma tutte le ini;r,i~~ tivo simili di teal'ro che fioriscono in Italia - acquiste~ l'ebbe un mer·ito nolevole se invece di seguire la COITonte v'andasse con~'o, se pl·eIe l'isse dare degli esempi piuttosto che 8C'guil'e quelli che gli vengono offet·ti. Sembl'a che 'pe,· l'anno ventu.l'O la direzione, veneziana, dci Fest,ival tcatrale, mediti un inter·essante 'OillSggio a Coldon i 'attmvel'so una gara inlcl'p,·etativa, 'del teatl'o ibl– liauo e cI'alcuni teatri stl'an,iel'i, L'idea è forse otti"ma, ma por Id slla l'illscjta son n ecess8,·je due condizioni: che i teatri stranieri accolgano l'iniziativa veneziana; che il complesso o i çomp'lessi italiani che saranno in gara vi pongano l'impegno che mettono di solito in questo - cose gli stranieri. Noi ci auguriamo vivamente che sia. così. (}) Sul Festival veneziano, vedi la precedente corri~ spondenza pubblicata nel numero del 29 luglio di NN,

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