Nuova Repubblica - anno IV - n. 22 - 27 maggio 1956

2 starnpa. estera di Roma si sono avvicendati uno dopo ]'al– tro i leaders dei dive1·si partiti in lizza per Ja conquista .delle giunte comunali e provinciali; neanche essi hanno fatto pl'evisioni e ciò ha autorizzato taluni ossel·valori po– Jitici a sostenere la tesi secondo la quale l'elettorato non sentirebbe l'importanza ed il significato di queste elezioni. La campagna elettorale, si è affermato, è stata condotta con tono fiacco e disordinato; i discorsi sono stati pOco incisivi ed i temi politici in discussione di modesta ri– levm,za. IL discorso, c1( 1>er se stesso, ha il valore di un'indica- 1,ione, se non prnprio di una previsione. Quando in un paese, carne il nostro, dove, su centoquindici quotidiani che esistono, solo nove sostengono i partiti di sinistra e la politica delle classi lavoratrici, mentre tutti gli altri sono a disposizione del govemo e del padronato, si verifica il fenomeno che nessun foglio governativo metta a repenta• glio il credito di cui gode presso i lettori con previsioni ottimistiche snlla consultazione elettorale, ciò ·significa che le cose non marciano nel modo tradizionale, cio6 come era nelle loro intenzioni •e nelle loro speranze, e che qualche novità è alle po1·te. Si possono fare i debiti scongiuri - Cinnnini insegna - rna il pe1·icolo é'è; inutile nasconderlo! Un giornale, per quanto legato ad un pa1-tito, non può non tenel' conto nei propri giudizi della situazione obiettiva e questa, dal canto suo, conferma che· l'imbarazzo della stampa 1ninisteriale ha il significato che s'è detto. Tra i molti < sintomi > basta sceglierne qualcuno. La DC iniziò la campagna elettorale non solo senza aver ancora pagato i dobiti che contrasse nelle politiche del < 7 giugno> (e la Jeggo Tambroni che ha praticamente annullato, almeno a Roma, la propaganda murale ne è lampante conferma), ma col fermo proposito dei suoi dirigenti di scompaginare l'elettorato di sinistra, servendosi come leva dei resultati del congresso di rifosca e dei dibattiti che esso ba pro• vocato all'interno dei partiti e dei movimenti a carattere socialista. Dopo nemmeno quindici giorni di questa mu• :sica, nel bel mezzo del guado, si cambiò cavallo e suo~ natori. L'on. Fanfani abbandonò il tema del <culle delle J:>ersonalità > e, nuovo Ignazio Torraca (il monaco di San Ferdjnando di Puglia), si mise a dare i nume1·i al lotto o, come ha tr;lalignato l'on. MelJoni sul Dibattito Pvlitico, « Eusapia Paladino di se stesso> si è messo a leggere in piazza l'avvenire. L'un contro l'altro si sono scatenati i leader& del quadripartito; i partiti di destra, postisi al servizio del partito clericale, h8nno accresciuto i contrasti. Nella stes– sa DC le contraddizioni ·e le contese si sono svih.òppate oome nessuno, due mesi addietro, sal'ebbe stato in grado di pl'evedere. Jn Sicilia, in Sardegna, nella Ciociarfa, in Abruzzo in decine e· decine di comuni sono state pre– sentate due lisle cattoliche in concorrenza: una con lo < scudo crQciato > ed una col < biancofiore >. Si trascu– i·ino gli episodi di .cannibalismo di partito Cui •ci bft fatto assistere la preparazione delle liste. Ma non si può non 1·ilevare che la J}l'òpaganda elettorale del partito cattoJi– oo, sui temi e.:,senziali in discussione, si è spezzata in due tronconi in aperta. ed aspra polemica tra loro. Mentre l•'anfani si accordava con la <triplice>, Gonella parlava di bisogni della classe lavorati-ice e su questo tasto, in– oousuetamente, hanno battuto anche taluni Vescovi neJle loro pastorali. Per non dire, poi, di quei dirigenti che come Franco Maria Malfatti, < Canfaniano > ed espc.,nente della direzione di piazza del Gesù, hB.nno scoperto una · improvvisa vocazione per le questioni !nternaziouaJi del comunismo, al punto di scrivere su gio.,.na1i e riviste con tono di presunta set·ietà e competcma\.. 11 Malfatti, non pago di ciò, ha anche indirizzato una sua lettera a l(rusciov dal quale ora attende risposta, prcnto a me– ravigliilrsi alt.issinrn.n1ente ove quegli desse a. vedere di non sape,·e chi è e cosa lui rapp.rcsonta nella, politica"" italiana. Il testo non si conosce, si sa l)erò che il buon Malfatti tenne due l'iunioni con i suoi « =lniicl » per sta• bilil'e se a K.rusciov spettasse il titolo di « eccellen:la > o quello di 4'. onorevole~. preferendo, infine, il seconè.o per l'acuta conside.razione che egli non ri,7este cariche nel govemo dell'URSS, ina è solo membro del parlamento sovjetico. ALTRO sintomo, per finire in bellezza, sarebbe l'atteg• giarnento di quegli esponenti politici che, liberali per tessera come il ministro Martino, giudi.!ano in pet·ico1o la propda rielezione alla Camera {nella consultazione peli• tica, che, secondo diverse fonti, si vorrebbe anticipare alla prirnaveni del prossimo anno), lHmno 1:(à fatto una bella capriola e, voilà, per effetto di magil\i httnno estrat– to dal taschino del panciotto un inaspettatf, C.udin~I Ler– caro che gli garantisce la elezione come e indipendenti) nelle liste democristiane. L'on. Malagodi, notevolmente preoccupato delle riper– c11ssi oni negative che ha suscHato il panegi1·ico del Papa fat.to dal ministJ'O liberale in un convento di sur i·e, fa Mpere in giro che la cosa è ·perfettamente normaiv con– siderando che d.i quelle suore :Martino sarebbe, nientemeno, che il patr·ono laico. I pretendenti dem0cristianl alla ca– rica. di ministro degli esteri attizzano lo scandalo e smentiscono la cosa. La conclmiione, comt.nquo, è sem– pre la stessa. Il ministro degli esteri, Martino, non ha saputo tener conto del consiglio che Del dicembre scc,rso al su(}' l'itorno dal viaggio in esti·emo oriente gli !u ofieJ to gratu.itamente da Nuova Repubbl-ica. Non si è comperato un Jibro sui provo,·bi cinesi e gli sono venuti meno, così, guid a e conJo ,·to. E' rimasto « la voce italiana> degli spo1· imentato.ri delle bombe all'idrogeno, l'affìere della Nazione e degli oppositori del capo dello Stato, dimo• sh·ando inoltre cli avere una paura matta che a smontare dalla tigre, che con tanta ostentazione ha fìn qui caval– cato, la tigre in pol'ola finisca per farne un solo boc– cone, incurante, povera bestia, del peJ•jco]o di mo.rù·e av-– veJenat.a .. (112) ,mova repubblica ____ I_T_ALI A Po LI TI e A I E' ARRIVATO IL 27 ., E POSIZIONI elettorali di tutti i pa1·titi italiani si . ...J. sono p1·ecisate nell'ultima settimana, in modo che dovrnbbe app&rire facile fra1-re sin d'ora delle pre– visioni e delle deduzioni dal voto. Eppure Ja cosa è meno sernplice di quanto sembri. In– fatti quelle precisazioni sono state formulate in guisa da. lasciare più porle aperte. Così I~ democraz.ia ci-istiana, pur mantenendo le sue « chiusùre >, è venuta, per bocca di Fanfani, attenuando l'a1·1:,romento commissariale pel' la formazione delle giunte. Il commissario è un personaggio che si è via via consumato lungo la via della propaganda. All'ultimo, 1a DC ha spiegato che essa non vuole commis– sal'i, ma •voti. Così l'argomento funz.iona a doppio taglio. Da un lato, è una prospettiva reale e non abbandénata; dall'altro, figura come un forte ·pretesto propagandistico per aumentare la maggioranza. In queste co1ldizioni, tutte le prospettive restano possibili. · Entro la DC si dovrù anche osservare che alcune voci si sono dimostrate meno propense, altre hanno abbondato nel senso di una applicazione rigìda della preclt1sione ran– faniana. Le voci più perentorie sono appAl'se, ci sembra, quelle di Colombo, che, come si diceva entro la_ DC un anno addietl'O, nega che ci si possa intendere con la sini. stra «: sulle cose,, mancando J'accoi-do sui principi; e quella di Dossetti, di cui non può non penosamente col– pire Ja requisitoria contro il < tradimento:, dei comunisti, perché condotta con una astrattezza di metodo (i comu• nisti avrebbero tradito perché nel 1945 volevano buttarci in pasto ad un nuovo totalitarismo) che è, a dir poco, uni– laterale. Le voci più possibilistiche .sono rimaste, malgrado alcuni g1·otteschi episodi di aut~nticazione e smentite dei testi, quelle di Tambroni e Gonella. Sarebbe tuttavia in• genuo <>- credere che i loro attegg.iamenti non siano & loro volta centristi. Lo sono, neJ senso che costituiscono una linea di riserva ed una alternativa interna del centrismo. Infatti l'applicaz.ione rigida delle preclusive ·!anfaniane è come una scommessa, che si può vincere, ma si può anche perdet-e. Tambroni e Gone!Ja J'appresentano la vecchia ri– SOJ'Sadel e caso per caso>, che consente una politica. al centro ed una alla periferia, e, intanto, di guadagnare tempo per le elezioni politiche. Che poi essi avanzino o sostengano posizioni di influenza personale, può essere 'vero o meno vero, ma ad una analisi obiettiva della situa– zioQ.e illlporta. in realtà molto meno. A Tambroni si può for8e attribuire un indirizzo, che gli deriva dalla sua pra– tica stessa di ministro dell'interno, il quale vede sin d'ora gl'inconvenienti deH'c inte1·vento eccessivo> dello Stato nei comuni. La sua concezione del governo, come si pale– sa dai- suoi articoli, pii1 ancora dalle espressioJU dal sen fuggite che da11e cose dette, resta però eminentemente prefettistica. Quanto a Gonella, la tesi del < caso per caso», non gli è ce1·to nuova: e non bisogna dimentica1·e come~ inducendo i « minori> al famoso pl:ltto del 15 no- (ltal)J',y Sews Pliottu} Intorno a Maurizio vembt·e 1952, egli .fos:=:.e t~!lora il pili esatto, oltranzista ese– cutore del trnsformismo degasperiano. Le sinistre faranno bene a chiamare le cose col loro nome, a gnardarle come sono, pur facendo la giusta parte ai nmtaggi di tol!eranza che da simili posi:1,ioni possono scaturire. E gli altri pal'titi? Dobbjamo pu1· dire che la stessa fluidità di deduzioni è possibilo 1rncbe da pinte degli av– versari della. democrn;-.ia cristiana. I missini hanno, per bocca. di Oray, ufficialmente dichiarato la loro disponibi– lità ad una collabort1.zione su piattaforma «nazionale). I monarchici hanno ntteggi,,menti cli 1·impianto. I liberali già puntano su un incrnmento, che li fa paladini della chiusura delle frontiere del cenil'ismo. E sono forse i soli ad aver assunto po.~i;-.ioni i-igide, insieme ai socialdemo• cratici, che, nel loro ufficiale giudizio intorno alla confe~ ren,~a-stampa di Nenni, non si di,·ersifìcano dai liberali stessi. La conferen,,;a-sbrn1pa di Nenni, si può dire che abbia dominato tutta la fa:=:.eterminale <lolla campagna eletto– rale. Es.'3a ha scosso, e insieme losciato perplessi, molti os– servatol'i. Legittima. è la tesi, che quando si collabora. con un partito, non si ha diritto per questo di pr1;:ndergli ani• ma e corpo, e tagli1:1rlo fuori dalle sue relazioni più sostan– ziali. Discutibile resta invece la l'iretizione di un atteggia– mento che qui stesso fu più volte discusso, e cioè l'offerta. di una collaborazione pal'lamentare che sospinga la sini– stra democristiana ad im1>egnars.i definitivamente e senza ambagi per il progl'amma del San Carlo, cioé per il < terzo tempo sociale» della DC. Qui, ci sembra, bisogna, portal'e la chiarez:t;a sino ai guoi esatti limiti. Il problema non è di sospingere la DC a fAl'e la propria politica, ma a farla in determinate modalità, che· 1>ossnno dare soddisfazione ad esigenze sociali:;te. Si pl'enda ad ,esempio il piano Va– noni. Se ascoltiamo l'interpretazione dei ministri finan– ziari democristiani, non possinmo chiudere gli occhi di– nanzi al fatto, che essa è quella di un blando stimolo alla. iniziativa privata., la. quale de,·e re.:stfll'e il soggetto insosti– tuibile della produzione. E' un punto di vi$ta legittimo, sebbene non .sa.ppiomo quanto fedele agl'icleali cl.i Vanoni. Ma non è punto plaur;jbile che esso meriti l'appoggio so– cialista. Per dei socialisti, o il piano Vanoni è lo sll'umento dirigistico che delimita il potere dei monopoli,' e stabilisce, orientandole, certe pl'ioritù 1>roduttive e di occupazione, o è un piano avverso .. Per('hé queste spiegazioni non em&• nano in tutta chial'ezza dalla propaganda nenniana! Pro– babilmente perché anche .il PSI attende di pronunziarsi pt·ogrammaticamente. quando il 2i maggio gli abbia dato in mano una certa for:rn. Ma anche questa ,situazione la– scia aperte molte, forse troppe prospettive. E molte ne lasciano i comunisti, i qunli hanno completamente sospeso, durante questa campagnn, l'orientazione della loro « via itllliana > del comunh:.mo, ris:e1·vandosi probabilmente an• che essi di defìnfrla, con una discussione interna, successi– vamente alle decisioni c!l"'ttorali. Si pnò contribuire a fìssal'e in qualche lineamento sta– bile il movimento così sornione di queste elezioni ammi– nistrative? Si può, certo. Le Co1·zeinterniedie, sud<livise e frazionate in tanti mino ..i raggn1ppomenti, avraono, spe• riamo, questa funzione all'indomani del 28 maggio. Alcune di e$Se ne saranno tuttavia trattenute dal timore di per– dere le posizioni acquisite. Non è un caso, che la DC, dinanzi al lamento dei minori olloati, che la sua propa– ganda contro la dispor,;ione dei ,·01-i li danneggi, abbia spiegato, attraverso le sue agenzie, che essa non intende colpire gli amici, ma gli avversari potenziali. Questi sa• ranno, in parte, da indicare all'estrema destra; ma, con molta maggior p.recisione, in quel centro sinistro dal quale · noi prop1-io ci muoviHmo. E' un riconoscimento ambito, significa che ancora \JOU. ,·olta si guarda con corruccio a gruppi politici che da qualche anno non hanno cessato di stimolare il partito di maggioranza ad operare Je sue scelte. ALADINO QUADERNI DI NUOVA REPUBBLIC Sono usciti: 4) PIERO CALAMANDREJ, In difesa di Danilo Dolci 5) Una sola politica (Up nelle elezioni amministrativ.e 1956)

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