Nuova Repubblica - anno IV - n. 22 - 27 maggio 1956

- 8 SACRO E I:ROFANO, - Nel seg-reto della èabina la u Triplice 11 ti l··:~ ET. _T·E'R E AL SOCIOLOGIÀ E POLITICA BOLOGNA, 21 ma.ggio 1956 ·' E fJregio dfrettore, già da alcnne settimane la stampa d'informazione e· i' grÀndi settimanali dedicano ampi servizi sulle elezioni a J~ologna. Lo stesso E8p1'esao recentemente non hi mancato di sottolineare l'impo1·tanza delle elezioni bo• logn~si, iil cui i personaggi impegnati nella lotta 1 per la loro notorietà., emel'gono sul piano politico generale e chiararnente definiscono }e possibili linee di una. futura am1-r1inistrazione. Dozzn è il primo di questi: gli viene riconosciuta un'qttima capacità d'amministratot·e, gli sono ricono– sciuti anche un grande equilibrio, un'esemplare onestà, una politica tributaria saria e ispirata a sani criteri di– stributivi. Di fronte a lui Dosselti, o meglio, Lercaro. PoS~etti, si dice infatti, è l'uomo della chiesa, l'uomo del « Cat·dinale », di un cardinale attivo, dinamico, so– cialmente moderno. Col Cardinale è gran parte del clero, quella parte del clern più giovane e· più moderno, più legato alla politica e alla vita civile. L'attivismo del Cardinale ha. riscosso da un certo torpore anche il vec- . chiO clero, abituato alla fredda al'istocrazia del cardi– rl~le Nasalli Rocca, che fino agli ultimi giorni della vita T~1a.n_tennenel gesto e nella parola il sapore della sua ·origine nobiliare. Dossetti vuole essere sul piano amministrativo quello che il cardinale Lercaro intende essere sul piano reli– gioso:' le sue idee· respirnno l'aria d'un com unitarismo cristiano, d'un misticismo popola1·e caro a. certi ambienti della Chiesa, meno caro al carattere piuttosto godereccio della ·éecchia Bologna. Non stupisce che accanto a lui lavorino soprattutto i giovani; sono giovani passati attraverso esperienze di– verse, ma tutti, pil1 o meno, pieni d'entusiasmo e di un sincero amore per l'azione. Le. classiche forze di destra, che finora si" maschera– rono dietro lo scudo crociato, sono 1·imaste, nell'attuale circostanza, un poco perplesse. Dossetti e i suoi giovani potranno nel futuro essere utilizzati al servizio degli interessi dei ceti agricolo-indust1·iali 1 come avvenne nel passato, molto spesso, con il gruppo dirigente democri– stiano? E' ngionevole credere che le intenzioni di Dossetti di chiudere la porta alla destra bolognese (una fra le pilt reb·ive d'Italia) siano sincere. Ma è altrettanto ra– giollevole chiedersi con qua,li forze egli e i suoi potreb– bero mettei·e in· atto i loro obietti vi. Le riforme, i piani DIRETTORE~ amministrativi si fanno sulla base di rapportì di forze r·ea_li. ·-._quali sono· le fol"L.e che possono star dietro al i>l'Ogramma d'az'ionè ·dei giovani dossettiani? Forse lo st1:11meiito più efficiente per realizzare una politica di riformismo amministrativo quale Dossètti vuole è· ancora il clero: sono i circoli cattolici, Je ACLI, le associazioni giovanili parrocchiali, i gruppi universitari cattolici; un intero sistema ben organizzato di rnoviment-i a sfondo religioso-clericale, legati l'un l'altro dal fine di far sen– tire la voce della chiesa fra i laici sotto la ·guid·a e la direzione della centrale diocesana. Molta gente, il popolo minuto, gran parte della pic– cola borghesia rimane al d('" fuori di questa compatta organizz:azione; sente un giustificato sospetto per tali fonne cli reclutamento; preferisce, caso mai, organizzarsi da sola; la sua. tradizione è d'altra natura, laica e so– cialista; sopl'attutto vede nelle forme di propaganda delle organizzazioni cattoliche in sede amministrativa un tentativo di intl'Odurre nelle questioni polit.iche uno spirito di chiesa non proprio gradito. Del resto l'opinione di questa gente, di questo po– polo m.inuto, di questa piccola borghesia ha un fondo di verità; ogni forza, ogni gruppo Organizzato ha il suo naturale teri-eno d'impiego, e non è né utile, né cor– retto confondere il campo d'applicazione dei propri pro– grammi d'azione; il democristiano Peyron a Torino gode di un gra_n prestigio anche presso gli avve1·sari proprio per l'intelligenza con cui ba saputo svincolarsi dal peso dei circoli e associazioni clericali. L'esperimento cli Bologna ha, evidentemente, per Dossetti e per Lercaro, un altro significato. Eppur-e i fatti in Italia molto probabilmente, daranno loro torto. Anche in campo amministrativo i «governi:> si fanno sulla base di accordi e di alleanze fra forze sociali e politiche 1·eali, fra i partiti che di tali forze sono espres- sione. Ed è anche un pessimo servizio alla democrazia <lHre solo a se stessi un marchio di autenticità democratica e basare su forz:e « non politiche> il proprio programma d'azione. Nella vita del Comune, come in quella dello Stato, l'alterno gioco dei partiti, l'incontro e lo scontro dei loro programmi rappresentano l'indice d'una matura coscienz:a della funzione di un libero governo: ed è con~ dizione insostituibile di una tale circolarità di idee e Propositi il rispetto del compito cbe l'avversario eser– cita, controllando, correggendo, Cl'iticando. Un avversa– rio che è sempre «democratico> e con cui, entro certi limiti d'omogeneità del programma, si può anche colla– borare. Essere democratici siz.nifica riconoscere questo diritto (112) nuova repubblica clell'a.vversario d'essere· preso- in coosidel'az:ione, quando -Je circostanze IQ-·richie_dano; -sop1•aiLuUo-se le fo1·z:e ohe esso esprime rappresentano for.r.e reali_ <l'avanzamento ·nella vita del paese. La chiusma cli Dossetti alle sinislr·e, tacciale d'es– sere di per sé forze antidemocratiche, cade nella con~ traqcViziq,rie di mandare all'inferno proprio coloro, la cui collabora,-.ione appariri~ indispensabile per la rMli,,;za.– zione cli un pl'Ogramma progressista quale Dossetti in– tende applicure; e rivela una simpatia non nascosta ve1·so un integn,lismo cattolico che, in ogni caso, oggi, è un'..in– cognila da non rischiare. Crazie peL· l'ospitalitiL, e con i rnigliori sa1uti Frcmcesco Rizzoli L'OPERAZIONE FIRENZE FIRENZE, 22 mau(lio 1956 Caro CocNgnola, ecco il testo di una rettifìca inviata_ a, L'Espresso: « Eg1·egio Dll'ettore con rifer·irnento a·ll'articolo cli Cesare Zappulli, rola~ tivo alle· ele;,;ioni amministr8tiv6 a Ìiìrenze e pubbli! cato sul n. 21 ~ del Suo settimanale, desidero precisar~ che· io non ho dato le dimissioni da Uniti~ popolare, ,Yla solo dalla Segreteria fiorentina del Movimento, come na– turale conseguenzà. della decisione dell'Assemblea locale di seguir·e ·una· strada dive1·sa da quella· che il Co~i: tato '.Esecutivo a·veva· pl'Oposto.: · ~engo pei·ò ad agginng~re - per non dar luoSo a equivoci - che all'interno cli Unità popolare io ho sem– mai sern1Jre · ra})presentato ·un8- posizione pili di e: sini– stra :e-:' per cui, Se hQ ·sosteni.1tO l'ic!Ca del ~ fronte· lai~o,. :.......:, che 8VJ'ebbe dovuto• operare, del ·re.Sto, in stretta in~ tesa còn il PSI ..:_ l'ho fatto pel'cli°é convinto ·che solO tin tale sChieramento elettorale avrebbe per ·certo impe– dito alla DC fa ricostituzione· di una n~agSioranza tri– partit.ica. o quadripartitica e ]e av,·ebbe conseguentemente imposto una scelta precisa, ossia. l'accettazione ·o meno di una nuova. alleanza comprendente le forze Jaiche m~ anche quelle socialiste. Non bo mai creduto alla possi. bilità, per ì soli laici, cli condiz:ionare efficacem0nte la DC; e mi meraviglia che posizioni del genère siano ar– !acciate eia un giornale di orientamento radicale, dopo le infelici esperienze degli altri partiti' minori, 'in pole– mica con le quali dovrebbe essere appunto nato il Jltu·• tito Radicale. · Voglia gradire i migliori saluti:,., Ti prngo di pubblicarla, perché essa vale anche a chiarire alcuni malintesi che possono sorgei-è dalla let• tura del tuo articolo « L'operazione Firenze>. E a. CJ~lo– sto proposito mi preme pur clil·e che, per mio conto, « il massimo allargamento possibile del terreno sociali. sta, per la creazione di un ampio schieramento di sini: stra democratica» si 1·ealizza operando affmché. questo schieramento diventi , elemento. determina·nte di o<>ni combinazione di governo: solo in tal caso, infatti, e;so potrà climostral'8 di avere quella capacità di autonoma iniziativa che è condizione indispensabile peréhé possa sempre più svilupparsi. Nella particolare situazione della nostra cittit, anche un piccolo spostamento di voti po~ teva valere a creare una tale situazione; e cl 1 altra parte, cosa siano stati i repubblicani ben poco conta se ora avessero acconsentito a scendere sul nostro terreno. Piuttosto la tua soluzione è immobilistica: perché ~en– ti·e postula una maggioranza di sinisti-a., di «difficile» -realizzm-,ione, non si avvede che, non rea.lizzandosi, il PSI nor\ sarà in tal caso in grado di imporre alcun4 ché, e dipenderà. solo dalla buona volonti, della DC in~ tendersi con esso o 1·icostituire una giunta. con i mino,·i oppure scegliere il commissario prefettizio. Non d.ipen • clerà da noi di condiz:ionare se,·iamente una certa po– litica mediante la possibilità cli propoJ".re (e realiizar·e) scelte alternative. Ben altro avrei desiderato! Per finire: ha certo esagerato l'am'ico Pavolini quando ha scritto di una nostra assemblea. risolta « dì stretta misura»; mi pare però che di alb·ettanto esageri tu scdvendo cli una maggioranza del 90% ! Cari saluti Franco Ra,và Non ca,pisco fra~camente la vos1z10ne del compagno Ravà. M·i vare ovvio che se maggioranza di sinjstn, ci. sarà, la DC fiorentina sarà costretta, volente o nolente, alla ricerca di un accordo coi socialisti e con Unità Povo– -làre, cioè a un reale apostaniento a sir;istra: o me~o ohe La P-ira non accetti di collaborare non dico coi liben,ti, ma addùittura coi monarchici e coi fa.sc· isti! L'eventtm– lità di una maggiora.nzc, assoluta della DO coi soli social– democrcit·ici e repubblica.ni non mi pare che si possa infatti seriamente vorre, e non è mai stata posta. Qmmto al 90%, chiedo scusa. Si trattava forse dell'89%. '.f, c.

RkJQdWJsaXNoZXIy