Nuova Repubblica - anno IV - n. 19 - 6 maggio 1956

I l'l'ALIA POLITICA PATRIA E CHIESA I J, l.o i\l.A<;u1.o è diYentato una festa cattolico. La sua f•olobrn:,,lone solenne ha avuto luogo quest'anno a Nliluno, in piazza del Duorn?· Ti Pontefice ha inv.iato 1111 nicliomcssaggio, che contiene tra l'alt1·0 una notazion.e intel'CSi-anle sulla lunga, e storicarnente insoddisfatta, r1- f'Pt·ci:t di unittl del mondo moderno del lavoro. L'avvo– f•ato Penaz;,,ato, in nome delle ACLl, ha pMlato con q 11 olla punto di estremismo che carntterizzll q~1e~lo set: tol'e dell'Azione Cattolica. Un assessore -dernocnshano eh Milano ha offerto il cuol'e della ciUù 11ll11festa del la,·orn c,~ttolico; cd ha soggiunto alcune sne considerazioni, st1·et– l-l11J)onte personali, suj teorici del rnate1·ialismo dialettico, che nella foga del discorso si rnoltiplicanrno. i,:ino a p)'O– venil'e da l't?gioni stoi-iche ante.-iol'i a 1\hnx e contrarie cli proposito a c1wùsiasi materialismo. lnlnnto, a Roma, fon. Giulio Pastore afrennava che la polemica con la « b~so » comunista è finita, dal nwrnenlo che la CISL è 1·i1ffor;,.fll"H 1:11 punto, da. costituire pe-t· quostfl nu,sse ope– J"aie HllA utticw.ione ine.sistibile. Noi ti siamo fermati a lungo, a Milano, in pi1u•,za del Uuomo, quelli\ mattini,, e anche il pomeriggio, quando sia.1no t1n(btti a pl'enderci una vista dell'altro p1·irno mag- 0io solenni;;;;;;ato da tfanti e Venegoni. Per la veriti\ la ~ia~;;;n ,~ra pi0na al lllattino, e piena al p_omeriggi?. l\~a ul mattino $i lJ"alhwa di gente venuta d·ogn1 pMle d Itala\ e, in piccole rappresentanze, anche dn nit 1·e na,-,ioni; il pomeriggio, Cl'a invece una m1-tnifestazionc strettament~ milanese. Possiamo dire che i milanesi in quanto tali rr(}dono "nuora al primo maggio della tradizione, che è u11i1 l.rndi1.iono socialista in largo senso. Ma <Juer-;to non toglje che rimpl'essione più viva_ la conse1·ve1emo della manifestazione del rnaHino. E 1'11n– p1·P.rssionP. e1·;-t questl'l.: che S-e la DC av1·à un altro diciotto ap1·ile, questo sa,·ù. di qualità del tutto di,·Nsa dal di– ciotto ap1·ile di De Gaspc1·i. Si11·à il J 8 ap1·ilo della Chiesa, non di tlll partito· politico. Quando De Oaspcri vinse, volle t.1,.,::-:;ociati i partiti di cenho c:onfernndo lol'O ,un va- 101·~politico pili alto del ·101"0peso quantitativo. Ma disse esprcsf:!amente clie que8la allean;;;~, che avl'ebbe potuto J:ORpingerc, era 1(\ salpatura tra il mondo cattolico che ontra,·a dominante, ne11a politica itnliana, e il mondo ,]ella hadi;;;ione. laica italiana. Non vi sarù oggi nnl!a di si!llile. Ad ogni suo discorso di rnateJ"ia S?cinle il pre- JU:Vl,SIONIDIPLOMA'l'IVHE N()N CI ()REDO Q UANDO si è appre8o, la 8ettima11a sco1·s&, che gl'ìn– conb-i di Londl'a.. stavano quaii pe,· concludei·~i con un fullin1011to a cansa dello scontrn fra dirigenti la– burisl"i, BCvan c-0mpreso, e dirigenti sovjet.ici, Hl pranzo offod:o n qtH~st:i ultimi dall'Esecutivo na:donale lablll'irsl-a, rsi è diffuso un senso di genernle stupol'e. Non era sorto nessun fatto nuovo abbastanza g1·ave da giw;tifical'e una rottuf'a che avl'ebbe potuto profondamente modificaJ'e la evoluzione intema1.ionale in corso e forse anche quella in– terna dell'Unione Sovietica. Ciò nmiostante comunisti so– vietici e laburisti inglesi si erano ~ompo1-tati come se Yi fosse stato c1ue8l.o fatto nuoyo. La J-ich.iesta dei di1·igenti labudsti sulla sorte dei car– cernti politici socialisti in Europa orientale era perfet– tamente legittima. La reazione sovietica era stata spropor– ;,,ionata. M'n ehe bisogno c 1 era di ~olleva1·la in que11a Io1•ma e in quella circostanza? Non sl invocherà mai abbastanza dai dirigenti coll'.111- nisti' il l' Ì.spet.to delle libertà dei loro avversari politici; non può e.-iRcrvi una sostanzia.le comprensione intemazionale, Jinché C\ìntinui a dominare nei regimi comtmisti un 1'0-. gime d'incomprensione e d'intolleranza int:ema: I di1·i– geui"i comunisti devono abituarsi, specialmente ora che am– mettono i danni del totalitarismo, a sentirsi chiedere, dai diri.~enti socialisti, di ripristinal'e Ja libertà d'opinione. Ma rincontro di Lo11dra er·a ti. primo grande incanti-o Ira i rappresentanti di un regime recentemente liberatosi d:1ll'i1>0teca. staliniana e quelli del paese più sensibile - con la Francia, ora che la sua J>Olitiea estera è retta dai socialisti Mollet e Pineau - alle esigenze di una politica jntel'nazionale distensiva, da cui dipende la liberali~za– ;;;ione dei regi111icmrnmisti nel mondo Ol'ientale. In questo pamJ.e, i laburisti rappresentavano l'ala marciante di que– sta politic:a. Con l'enore fo1·male commesso da Gaitskell al pranzo offerto ai sovietici, i laburisti si sono tagliati fuori dal– l'inconfro diplomatico ed hannD lasciato. a Eden, cl1e è forse un mediocre pl'imo ministro, ma che ha spesso cli– n108irato di sapel'e il fatto suo nel campo della diplomar;ia, tutti i vantaggi ed anche tutti i meriti dei 1·isultati posi– tivi dell'incont.1·0 stesso. Quand·a i sovietici, sia pure sotto J'eHetto deJrim, hanno dichiarato ai laburisti che 6 più facile intendersi con i conservatoJ'i che con loro, essi hanno fo1·se dato p1·ova della lorn il~differenza. ideologica in poli– tica estera, ma hanno· anche espresso un- ,;;indizio politico Bulla sihm:t.ione neJla. quale si erano ,·enuti a trovare, che Ia colpo 8ulropinione j11glese. sidente del consiglio ricordfl la di,·etla. filiazione del suo pl'Ogramma dalle encicliche. li debito sl.01·ico della dcn10- crazia c1·i~tiana verso le trndi~ioni di pensiel'O e di a,-;ione delle moderne conenti laiche cli idee non viene più in alcun modo riconosciuto. La parola nuoYa è che la Conte dell'ideologia è metastorica, è la Cliiesa stessa, è il Papa. Di questa franchezza. bisogna <'ompiRcersi, perché pe1·– rnel.te di Yeder chial'O nel futt11·0. All'avvertimento impo:– nente delln celebrazione cattolica del l.o maggio, J:.isogna aggiungere qualche altro documento; ad· esempio la ri– !-:posta dell'Osservatore romano al discorso pronunziato a \·eron a da Piet1:o ijenni, in ~ui questi si rivolgeva ai la,·01· 01.ol' i cattolici. 11 1.cstnmento spii-it.uale di De Ca– speri, che 1·accornancbwa ni suoi di non cad~·e nello « sto- 1·ico steccato» di « guelfi o ghibe.llini > è dimenticato, e in pa1·te supen1.to. Dirnenti~ato, se siumo obbligati a oon– stntare la f lne del cattolicesimo liberale che De Oasperi insegnò ai suoi. S11per1(1~ se tcll.iarno conto di alti-i testi anco1·a, 1 che sono eminentemente i discorsi, elettorali di 'J'amhroni e Fttnfoni, i quali ee1·cano cli fo1· prop.-i i con– cett,ì di patria e di ~.ocicH1.industriale mode1·na. Patria., tecnicà, chiesa: ah biamo tutti gli cle1ne11ti per un mo– derno s1ato __confessionale. Bisogna prnvedere con chia- 1·ezza queste cose, per non ~orprendersi di nulla all'indo– mani di una forte vit.torift dellR, den1ocrnzia cristiana. * ):e ]I ministro italiano degli estel'i. Martino, è pa·rtito, come suole, per una s<wie cli viaggi. Questa volta non va lontano: Pa,·igi e il Benelux. E a Parigi egli ported le pi·oposte italiane pe1· la revisione atlantica. In questi giorni, abbiamo visto vari documen~i della politica este,·_n italiana, documenti che non è fucile !'accordare. A Pa- 1·igi, il comunicato conclusivo clegl'incontri presidenziali fn preceduto da una conferenza stampa del ministro de– gli esteri, che diceva cose niente at'fRtto identiche a quelle concluse fra i ch1e presidenti. Ora vonemmo un po' sa– pea·e quale · è la politica estera ittt..liuna. Il presidente della, repubblica, nei suoi colloqui fran– cesi," ern accompagnato dal nostJ"o ministro degli esteri; si pensel'ebbe che ne dovesse 1·isultare un purito di vista unico. A leggere i. testi dei quitli facciamo menzione, non si ha af(atto questa impressione. Secondo la versione di <Ji·onchi la revi8ione atlantica. dovrebbe avere tre fina- \t. ,nr I.a dichi;nazione comune .anglo-sovit}tica non indica i particola1·i dei pl'ogressi compiuti nei val'i campi, ma la comitn-e- accettn;;;ione dei pl'inc:ìpi delln pacifica coesistenza, che è CO)Jt.enuta -pel' ltt prima volta in Un documento sot– toscritto ·da una gl'ande poten~a occidentale, gli 'accenni alla comunanza di vedute sul disarmo, sul Medio Ùl'ienf.e e su alhi p1·vblemi minol'i, dimosti·ano che a Londra si è lavor·ato e si è lavorato bene. L'inconti-o franco-italiano dl Pal'igi acqnlsta quindi un interesse anCOI' maggiol'e, dnta la con.1unanut dei punti .di vi~ta anglo-CrancPsi sui problemi trattati negl'incontri pa– t;alleli di questi giorni a L0ndl'a P. a l'a1·igi. Sì deve quindi e8sere gra.ti a1lo !--ipirito d'iniziativa ciel prersidente del1a Repubblica e al suo C..Jl'aggio..._ politico di avere comple– tato concl'etamente a ])al'igi il p,·ogrnmma politico fran– camente esposto alcuni mesi fa <li fronte al Congresso amer.icano a \\ 7 ashington. Se il presidente de lla Repubb lica 11011interpretasse la sua funzio.ne come una fun:t.ione non soh:>di ·vigilanza sulla Costituzione, ma anche di rapprnsentanza attiva dell'opi– nione del suo paese nei l'f\pporti internazionali, l'Italia con– tinuerebbe ad essere la grande assente da questa revisione diplomatica che avviene sotto i suoi occhi. La funzione del minjstro degli estel'i sembra essere quella non già di fare la politica estera del paese, elle,. se dovesse dipendere dal suo operato, semplicemente non esisterebbe, ma di smo,·– zare gli efieUi dei risult"at.i positivi ottenuti dal prnsidente della Repubblica. L'incontro franco-Halianù dsulta larga.mente positivo, por l'accenno, durante i colloqui, agli aspetti economico– sociali del patto atlantico, e per il tentativo di. coordinare la politica italiana con quella francese dopo l'aperta 1·e,·i– sione della politica atlantica proclamata dal presidente del consiglio francese e dal suo ministro degli esteri. Pel'ché dunque il ministro degli esteri italiano, on. Martino, do– veva tentare di disfare da solo quello che i1isieme tutti i delegati avevano cel'Cato di elaboraret Perché dove,·a esprimere la sua personale sfiducia nei piani di disar.mo, quando inglesi e russi cominciavano a trovare insieme una base d'intesa e quando i suoi ospiti francesi potevano vantare soprattutto un merito, ne11a. loro politica estera di questi anni: ·quello di non M·er·e mai disperato della possibilità di giungere un giomo a un piano conc-01·dato di disarmo? In mezzo - a un lavoro diplonrntieo serio e delicato, come quello dei negoziatori inglesi, francesi, americani e russi_ per trov.are le basi di un comune piana di di.~al'mO, proprio quando i{ delegato personale del presidente Eiseuhowel', Stassen, aveva un lungo colloqnio a Londra con Krusciov su questo problema, il capo della nostra diplomazia con~ elnde gJ'inconhi parigini con la dichiarazione: « Non Cl credo,. Che eosa si aspetta per considerare di nuovo l'at– t.ività del ministero degli esteri italiano eon.1e un8: cosa seria? l'AOW ''ITTORELLI (109) rm111111 rrnubblica litiL: strnttu1·n,-.ione interna econon1ico•poiitica del patto atlantico; iniziativa per la 1·ichrnione cli tensione Oriente– Occidente; iniz.intin1 per un aiuto con.-:istente ai paesi sottosvHuppati. Secondo il nostro mi11ist1·0 degli esteri, i punti secondo e te1·;;;0, che costituil't?hhero la rnateria di conrnni vedute tra Jtalia e Frnncia ai ~cnsi della mis– sione cli Cronchi, non rientrerebbern nella politica estera italiana, pmprio in ciò divergente dl\ q11Pll8 francese. La 1·evisione atlantica precbnizzata cl.-i pala;;;;;;o Chigi si limita. semb1·a, al primo- punto. Senonché, su di esso, Fmito1· Dulles ·si è pronunziato sin dal dicembre scorso: pc1· gli scopi indicati da Martino non c'è bisogno di tt-a– sfol'111are il pnUo atlantico; basta, l'OECE Martino ha allorn nwglio p1'ecisuto il suo punto cli visfH: non si tratta di c1·ea1·e nuovi Ol'gnni tecnici, ma politici, per il coordi– namento cli wùrnica politica econornicu dei me,nbri del pa.tto atlantico. Che cosa voglia dire questo discorso è meno chiaro di quello che sembra l'I prima vista. Per esempio, l'indii'izzo commerciale della Ornn Bì-etagna è l'avol'evole a $Cambi economici con l'Q.,iente; quello tede– sco, in particolar modo, tende a CCl'CHl'e-nuovi merrati nelle zone sottosviluppate; qu011o amerlcano l'esta fonda– mentalmente prote:,,ionistico. L'Italia che rosa pensa ri- · ~petto a queste dirff'renze? L'on. 1\:Tai·tino lia. parlato an– che di una a1· moni:t.zazionf' ·dell'Rll<"an;;;a snl piano « psi– cologico» . .E' 1111a parola chiara od o.-;euro H seconda di quello che ci si rnette dentro. Può si·gnifica1·e una più p1·e– cisa soggezione dell'Europµ ocuidenlnle. •O tlll amplia– mento doJle ,·i8iùni ame1·icane ye1·so le <":sigonze della de– mocr1-1z.ia en1·ope11, indubbiamente pili lata, in fat.to di « sicurez;;;a » icleologicH, di quella degli SUI.li 'Uniti. L'op.i– nione italiirna nv1·ehbe diritto cli sapern~~ cli pila. * :}: L'on 1'ogfo1tti ha proclamato senza nmbagi, al Bo,·bn,· che la via italiana del comunismo è CJt1ellttdelle 1·ifo1·me. L'intervi,:,ta è di grnnde importanzi:i., p<'rché scioglie la lunga alternativa, « i-ivoluzione-rifom1e », (•he si attl'ibui– sce, a torto o a l'agione, al pal'tito co1n11nista italiano. Diciamo a tori.o o a ragione, perché in l'Caltà l'altema– livt1 è mono e!:!alta di quanto supediciulniente Appaia. Vi ~ono rifol'me ·ri,·olu,-,io11arie, e vi sono ri,·o\wr,ioni, come fu quella fnsC"ista, (•he nulla mutano alle strntturo so– ciali di un paese. J\fa il ,·alol'e delle parnl(} di Togliatti è chiarn in· un altro senso:· è un irnpf>gno nel una a;,,ione pl'opulsiv;; nell'ambito parlarnenbll'e, indicn1o come il più jdoneo al clima e Hlle trndi;,,ioni politiche itnliane. Resta 01·n solo da sape,·e se, in qufl.-de conclizioni, esista nncora una rngione d'essere del pa1;\ito comunista. In che cosu. si diHerenzia dal J 1 Sl? SarÌ\ concesso di notare che un tempo la. domancl:_1 eh~ (•i si poneva era e~att:umenl"e l'opposta.: che co~ti difff'-rf'n;1,in i socialisti dai comunisti t ALADINO Il LETTERE AL DIHETTORE l PAESE SICILIANO ASSORO. 28 ltprite 1956 Eo·regio J.ircttore, nei Assoro non ci saranno ele:t,ioni an1n1ini.s1Tative. Nelle prncedent.i ele;;;ioni ebbero la moggioranl'.a i comunisti e i socia lisi.i: per· discordie interne e per· l'incapacità. di amministnno dural'ono in carica meno di un anno e presentiu·ono le dimissioni. Più di un altro anno re– starono quattro consiglieri sot:iAlisti che, con ge:;tiono commissHiale, amministrarono il comune: fu forse la. migliore Rn1minisb·azione che si è •avuta nel d_o1>?guena.. 0J'a da due Anni, avvenute le nu4lve elez1om, son_o al comune i democristiani, praticament~ senza opposi– zione. In realtà il comune è in mano a nes.-.:uno. Il sin– daco svolge -attività a Catania, doYe è impiegai.o e ,·iene ogn.i settimana o più; gli altri' non hanno ,·oca in capitolo. Così tutto va in 1·0Yina. L'edificio scolastico, iniziato nel 1950, è ancora in costrnzione e non se ne ,·ede la fine. Debbono ancora ultimarsi otto appartamenti IN A-Casa, ini:t.iati pm·e in quell'epoca ( 1950). Detti appal'tamenti da dlle anni circa sono stati ns>Jegn,di agli aveni.i diritto· da.I novembre 1955 ~ono ~tali occupati, arbitra!'iameot~. sebbene ancora incompiuti, da alcuni degli assegnattni e da alt1·i. LavOl'i se n~ incominciano, ma poi scompaiono mate– J"iali, attrezzi di lavoro e rappresentanti della· Ditta e non se ne parla pili. La. chiesa principale, che è mo– numento na:,-;ionale, a cawm della frsgilitìi del tetto (che in un punto ~ crollato) è jn pericolo e nessuno se ne occupa. Assoro, che pure per la. vastità del suo tenitorio e per la ricchezza. del sottosuolo dà allo Stato nn 110n lieve contributo, con poche spese fatte con critel'io potrebbe essere trasformato in paese iul'istico o in stazione climatica. Ma il paese è lasciato nel più completo abbondono, tanto più che per ora non sen:ono quelle migliaia di voti che vi si po:-1sono raccogliere. D'.altra parte gli assol'ini ehe fin dall'antichit.'L godette·,·~ fama di uomini coraggiosi ( « vfri fortes et 6deles > h chiama. Cicerone) sono oggi dominati· dalla sfiducia e .dal fatalisruo. Si lagnano che molti fo.reF:tieri, agevolati dal– l'ufficio provincia]~ del lavoro di Enna, lsvol'ino nel tenitorio di A:-.isoJ'O,mentt·e ai cittBdlni viene negato il nulJa osta; ma si ,·ifiutano di elevnrn una protesta scritta pe1· non avere noie. Anche qui infine la DC e la Pontificia distr-ibuiscono qualche pacco con la solita im– parzialiti'~ che le distingue, e cioè ;\ ~t!conda della. tes– sera. polhict1. Con sti1ua, · .lloriano Rwaso

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