Nuova Repubblica - anno IV - n. 17 - 22 aprile 1956

2 ptie posi-1.ioni senza flessioni sia pure a favol'e del l">SI, --soprnttntto in una fase di profonda perplessità come quella {)l'a dctea·minata dagli eventi russi. Nei loro conf.ronti è tuttavia nece,$sario dire, con .tutta chiarezza, che la nostra a~io,{e tnll'a appunto a favorire una ripresa d'iniziativa, una maggiore capacità di aggancio elettorale,_ una maggiore coscienza della propria autonoma funzione da parte del PSI: uno spostamento verso i socialisti dell'asse che guida la politica della sinistra italiana, senza determinarn per questo nna frattura o, peggio, una lotta fratricida, che è quello che vanno appunto cercando le destre. A questa presunta prova di democrazia invocata dalle destre, il PSI fa bene a non rispondere: ma deve esso rispondere ad una più i1npegnativa chiamata dell'elettorato, che. vuole da lui lina cosciente responsabilità di guida deJla sinistra ita1iana, poiché esso e non il PCI può concmtamente e storicament~ 1xwsi il problema dei rapporti organici con forze deinocra– tiche non socialiste, con foi-ze cattoliche di sinistra 110n in– t-OgraListe. · Dire che il PCI, data la svo.lta di Mosca, è « democra– tico » come qualsiasi altro partito; affermare che, con lo scioglimento del Cominform, esso è il « partito italiano del ~ocialismo » è, francamente, ti'oppo comodo e troppo sem– plice. Se così verarnente fosse, non soltanto sarebbe in– comprensibile ed ingiustiflcabile la permanenza al coma1;do del partito della classe dirigente interamente compromessé\ con la fase stalinista e cominformista, ma si aprirebbe un grnsso, serissin~o problema ìdeOJogico, quello della giu– stificazione' di esistenza del comunismo come prospettiva òive.rsà e in certi casi opposta del socialismo. Affermare che i comunisti sono per la « via· parlamenta1·e » o è un semplice sofisma. o è la fine del comunismo come tale. Non è lecito giocal'e con cose così se1·ie: siamo ben lungi dal J)ensare èhe il comtmismo sia un fenomeno monolitico e immodificabile: ma i modi delle sue trasformazioni noa iJossono che essere .pl'Ofondi complc.%i e drnmmatici, e non possono certo limitarsi a un giuoco di formulette logiche. Se il pa1-tito comunista si è posto in condfaioni politiche di sostanziale ·isolamento democratico, la tra– sformazione che è necessada. per uscirne investe ben alt1:i problerni che non un modesto processo di autocrl– tica. Porsi ora il problema del partito unico délla sinistra. italiana, del «laburismo>> ita.liano cui paitecipino i comu- 1:Usti, è· in verità bloccare l'unica via reale di cui dispone oggi la sinistra italiana pe1· riprendere il sopravYento, che è la. qualificata e rn..sp.onsabile via sociaUsta. I compagni socialisti hanno certamente dirnostrnto, in questi ultimi mesi, una prontezza ed una sensibilità che va a loro vanto. La- c.-isi di Mosca li ha colti in parte di sorpl'esa, ma non può di1·si in buona fede cli'essi si siano n1ossi solo a seguito di essa: al conti·ario, esSi hanno delle effettive possibilità di rapido svilnppo politico proi,rio perché il « nuovo corso» della politica del PSI ha prece– duto, e di parecchio, la svolta del PCUS. J...e affermazioni :;ottoscritte dal PSI .nel documento di alleanza con UP, l'apertura delle sue liste anche ad elementi dell'USI il discorso di Nenni davanti al CC e le deliberazioni' di quest'ultimo, non sono eventi trascnrabili né passi facili: s~:mo l'espressione· di una nL1ova politica che non è più c.1uella di soggezione alla direzione comunista ma - per fortuna - non è neanche quella che la destra poneva e continua a pone come alte,·na.tiva al PSI: la fragorosa t·ottura col PCI, la frattura del proletariato, dunque la sostanziale accettazione da parte dei socialisti dell'ordine cattolico~borghese della Confintesa. Fo1·se che, pel' questo, il PSI non ha altro dl: fare? forse che esso ha. già esaul'Ìto il si.lo compito? Noi ci rendiamo ben conto dell'immenso spazio da percÒ1Te1·eperché la nuova politica, appena dise– gÌlata, animi di sé 'tutte le istanze del partito e determini al suo interno quella vitaJità e quella dialettica che fanno d'un pa,·tito democratico tina forza. democratica d'urto. La nuova pqlitica del PSI è ancora una politica dall'alto; è ancora una scelta d'un gmppo dirigente: non soltanto pe1· molto tempo le sfasatura saranno inevitabili, ma dovrà pol'si prima o poi, di necessità., il proble1'na della struttura interna, del fun:,,ionarismo, della riforma statutaria della fomdonalità democratica del ·congressi, ecc. ecc. M~ ogni volitica crea la 8tw·-m·ganizzazione: i] PSI sarà posto· a breve scadenza di fronte a questi problemi solo che insista e proceda oltrn nella politica ora impostata. Che, non lo diciamo da· oggi, è l'unica politica. valida )n Italia. E' l'unica politica che mettel'à con le spalle al muro la DC. E' l'unica politica che costringerà i cattolici ad una scelta, e dalla loro scelta dipende, alla fin dei conti, se il nostro paese è o no suscettibile di sviluppo ~lemocratico. Certo, per ottenere questo chiarimento, biso– gna uscir-e dagli equivoci: apertµra a sinistra vuol dire pl'Ospettiva di sviluppo democratico e sociale su cui pos– sano ritrovarsi forze avanzate del cattolicesimo, forze della deL~1oc1•azialaica di sinistra, forze socialiste di ogni ten– denza. Che queste prospettive possano interessar~i com'è naturale, anche i comunisti, non significa per altro ch'essi siano lo strumento idoneo di questa politica. Se- essa si fa, e si deve fare, i comunisti dovranno. rassegnarsi, per molto tempo (per tutto il tempo necessario ad una loro eventuale decantazione 'democratica, che sarà presumibil– mente mblto lungo). a perdere ]'iniziativa e la guida., a l'estare nell'qmbl'a. I socialisti -devono rendersi conto che qHesta è la condizione {non reazionaria, ma concreta) della loro presen:,.,;a attiva: la loro autonomia è soprattutto un fatto spfrituale: è fiducia in se stessi. · Bibljoteca GinoT · 'OLA (1'.)7) mwva repubblica I I'fALIA POLITICA I IL PARTITO UNICO L-, ASSEMBLEA <lei « notabili » democristiani ha ·•messo in rilievo le doti precipue di Fanfani. Non crediamo che sia solo per dare del fumo negli occhi, che essa abbia distribuito i snoi lavori attraverso com– missioni speciali:tzate. C'è un lato di sel'ietù., in questa dist1·ibuzione di compiti, in gran parte antecedentemente prndisposti: ed è puro fanfanismo 'averla. sa.puta organizzare. Quanto poi ai frutti di questo lavoro, non sono per ora discntibìli. Daremo per nna volta ascolto anche a Scelba, quando ha messo in guardia contro l'estremo sminuzza– mento degli impegni democristiani; aggiungeremo una pa– rola, nei riguardi della demagogia di certe trovate (le ventiquattromila· borse 'lii studio, ad es.,· tipica promessa cli elargizione elettorale) e di cetti fini ultimi: fare in modo che non solo le finanze di ogni comune italiano siano in pareggio, ma che siano idonee aèl una econornia di sviluppo: troppa gra~ia, nel mo1nento in cui si discute se sia ancol'a valido o meno il sistema dei mutui per colmare gl'impegni correnti. Fatte queste considerazioni, aggiungiamo che il nucleo dell'assemblea dei notabili non l'isiede in questa elabo– razione della piattaforma, ma nell'atteggiàmento génerale e nell'indirizzo politico. J<Jsso è segnato, a nostro avviso, precipuamente dai due discOl'si, grnnde d'apeI"tura. e breve di chiusura, di Fanfani; e, tra tutti, dall'intervento di Giu– lio Pastore. Se si aggiunge che Pella· ha. di fatto aperto la campa.gna democristiana a 'l'orino, I"ointegrato da ogni vRgo sospetto di dispettoso e problematico aventinismo, e sposato al piano Vanoni, abbiamo tutti gli elementi della «unità» democristiana. Qual'è la formuJa di questa unità? un clamoroso pa– hiottisnio di partito, un diciottoapdlismo che trasuda dal– l'esterna coreografia e dagl'impegni politici. Non dimenti– chiamo che la coreografia elettoI"ale democristiana è inco– minciata dai quarantamila coltivatori diretti, dinanzi ai quali il presiderÌte del consiglio si è data, per un mo– mento, l'avventurosa energia. di uno Scelba; e tremila– cinquecento « notabili », riuniti per asc9lta.rè Fanfani non sono pochi. Ma conta soprattutto quello che Fanfani ha dottol a pal'te il suo stile che può piacere o non pia– cere, sn11a orgogliosa solitudine elettorale, preelettorale, postelettol'ale della democra:,.,;ia ·cristiana. In pratica, que– sta non ammetterà nelle sue liste se non uomini propri o satellizzati; non negozierà giunte, in sede postelettorale, se non con forze omogenee od affini. L'appello agli elettori è, giustamente, pér ·la ciei:nocrazia cristiana; ma- una tol– leranza magnanima è risel'vata ai «minori»: se proprio l'elettorn non si sente di votare DC, può portal'e il suo cons~nso ai pai·titi collabora:,.,;ionisti. E' una degnazione, della aale nessun minore, in questa fase elettorale, sarà riconoscente. Noi siamo al1armati di nna cosa sola: della decisione draconiana di far rifare in Italia le elezioni amministra– tive tante volte, quanto è necessario perché non esistano su tutta la faccia déll'ltalia amministrazioni «miste», cioè di compl'omesso con il PSI. Anzitntto, pe1· la traspo– sizione di verità. implicita nella propaganda che dà fonda– mento a quella decìiione. Tale propaganda è basata sulla gl'ossolana affermazione che i « complici » dei comunisti sono come se non peggio dei comunisti, e che"'i socia– listi del PSI restano appuqtò « e01nplici ». Ora è ben certo che gl'impegni costituzionali e democratici dei" PSI sono stati ripetutamente espressi anche dal CC del PSI. con una netta distinzione dall'attendismo prescritto, in questa materia, da Luigi Londo sull'Unità/ e che, a diffe- 1·enza dai comunisti, il PSI considera la destalinizzazione come una autentica svolta degl'indirizzf dei partiti di classe, e intende trarne, gradualmente ma sicuramente, le conse– guenze. Come ha potuto Fanfani basare su una altera– :,.,;ionèdi dati pubblici la propaganda del pal'tito? C' E' UNA sola 1'isposta che p~rrà maligna, ma è sem- plicemente obbiettiva. La DC ha bisogno di unità nel momento della battaglia; unità di tenden:,.,;e tutt'altro che similari. L'unica fo.rmula che può appag'al'e l'istanza dellà unità, è il centrismo, che tecnicamente significa solo che.c'è bisogno tuttora di concentrare le foI"ze, per disparate che siano, intorno ad uno scopo comune. Lo scopo comune, legittimamente dichiarabile ·e per molti cittadini tuttora credibilmente urgente, è quello del rafforzamento delle istituzioni democratiche: in un paese, ha detto Tambroni, che ancora non è matul'O per l'aùtogoverno locale. Ma con-1e giustificare, su] piano dei fatti, l'esistenza del centri– smo, se non negando che esista, ad esso, una qualsiasi alternativa. democratica? L_a. DC non può non scontare una certa crescita del socialismo; ammettere che sia una crescita democratica, significherebbe ammettere una pro– pria scofìtta, un proprio svuotamento. Il centrismo non sarebbe più giustificabile'; per giustifìcal'lo, bisogna inven– tare la non dernocraticitù del PSI. E' Quona guerra elet– torale quella di propa.ga1·e insinuazioni e apprez:,.,;amenti ingiustificati; staremo a vedere se gli elettori ci cre– deranno. L'impegno democratico del PSJ in realtà esiste, ed è, in una· parola, ii suo stesso autonomismo. E' un autono– mismo difficile, perché non esiste in Italia tuttora quella adeguazione sostanziale tra società e Stato, tra classi e partiti, /per cui si possa impunemente pretendere dal PSI qualche mossa brusca, .che, per la conquista di una .sgai·g:iante bandiera autonomista., venda a basso prezzo la sua radicata. penetrai-:ione nella classe opernia. Panfani spe– culi.su questa difficolti"1. Opera saggiamente sul piano degli interessi o_ggettivi del paese? Gliene è sorto almeno lo scrupolo? Certo le s1te conclu.sioni sulla tattica posteletto~ mie giustificano un dubbio. Le concl'usioni sono quelle cht:) nbbian.10 detto. Implicano centinaia, migliaia di l'Ogimi commi!:lsariali, e nuove ele– zioni a l'ipcti,-,ione. Si è riflettt1t-o al pei·icolo di questo rnetodo? Sembra il più rettilineo, da. chi voglia l'omogeneità delle amministrazioni, e da chi sernb.ra potersi a cuor leggero adattare alla l'ipetizione delle consulta;,.;ioni po– polari, sicuro che prima o poi Yincerà. Ma il clima. di rinnovatissime elezioni sarit fatalmente quello plebisci– tario: pro o contro la democrn:,.,;ia cHttolica; e, di rimando, p!'O o contro la democ,•azia socialista. L'effetto facilmente prevedibile è il dnaliz't.arsi sernpi-e più rigido delle forze politiche italiane, il fatale essCl'e risospinto del PSI nella st.l'etta della alleanza comunista. E con rngione del resto. ]l proletariato messo alla. sfida sotto l'accusa cl.i sovversi~ vismo (a.nche La l:,ira ci sembra cadere in q11esta insi– dia) non guardei-Ìt per il sottile; non potl'à distinguel'e le forze e le questioni di metodo. ll pr·ogresso dclrpntonomi– smo socialista rischierà di esserne seri:unente rallentato; la lotta torna in questo caso a. svolgPr.-:i per la conquista del_ potere, sia pure moltiplicato o suddiviso per cento o per mille. E' una lotta pe1·icolosa, in q11nnto lo spii-ito di crociata che anima i democristiani conduce logicamente all'annullamento civile dell'avversario. A questo punto, attenti alla politica. del partito unico: Essa esiste già prima. e indipendentemente dal fatto che questo abbia conquistato il pote1·e: la si pratica sin d'onL Che Fanfani dia questi ordini di batt~glia tuttavia non ci scandalizza: prima di tutto, non si può pretendere che una lotta elettorale sia condotta ammettendo sera.ficamente le ragioni dell'avversario; in secondo luogo, vogliamo cre– dern che tra l'ordine rigido della lotta, e la sua esecuzione, vi sia ancora una distanza, che un corto ·senso di oppor– tunità. potrà 1·iempire di attcnua't.ioni e di compl'omessi. Cj ha piuttosto colpito lo scelbisrno po.stumo di })astore. Il suo grande timore, è che al progresso sindacale della CISL non abbia a corrispondere il voto della base in sede politica. Di che si preoccupa il len<ler di un sindacato che si proclama « libero » e « neutro»? Ma ciò che è più grave, è che Pasto1:e lavori per la lotta politica all'interno della classe, pet un timore di firma e di prestigio, in nome dei quali egli volenterosamente si as::;ocia a. quella che costi– tuisce una voi·a. e propriH clenigrazione del PS]. A noi sem– bra che l'alterazione dei fatti sia tanto più grave, quanto pitf 1·i~pettabile è il pubblico 'al quale ci si rivolge. A P--a– store, bene o male, è affidato come pubblico un vasto settore di lavoratori. Ci sono tanti modi di intendere e vivere il cristianesimo. Questo dell'on. l:,astore è per lo meno singolare, fuori del comune. Anche lui, forse, non ci aveva pensato. ALADINO L'ACD (Associazione nazionale tra i Comuni De– corati al valor militare) ha demandato al comune di Bologna la realizzazione delle PRIMEMt\MFEST!\ZIO~I t\RTISTICIIE E CULTURt\LI DEI.Li\ RESISTE~Zt\ E' stato bandito un concorso per una antologia del Risorgimento e della Resistenza. (Chiederne il bando al comitato organizzatore, presso il comune di B0- logna). La commissione giudicatrice sarà presiedùta dal sii1daco di Bologna. e composta dal sindaco di To– ~ino, o altro amministratore comunale da lui delegato, e dai seguenti membri: prof. B. Barbadoro. prof. R. Bat– taglia, prof. M. Bendiscioli, prof. G. Doria, prof. A. M. Ghisalberti, prof. C. A. Jemolo, sen. E._ Lussu, prof. F. Monf"anari, prof. P. Pieri. Fungerà da segretario il prof. L. M. De Bernardis. Sarà inoltrf;?· tenuta un:1 Mostra delle Arti figurative sui temi della Resistenza con una sezione di opere sul 1.o Risorgimento e una lhssegna internazionale del film sulla Resistenza. QUADERNI DI NUOVA REPUBBLICA Sono usciti : 1) ANTONINO RAMIUEZ, Otto anni di autonomia sicilian~- 2) GIUSEPPE ·GESlJALDo'; La rif9rma fondiai·ia in Sicilia 5) Orienlamenli sindacali

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