Nuova Repubblica - anno IV - n. 17 - 22 aprile 1956

8 CASA SARAG/\T - I/album di famiglia. (l)is, di Di110 Rosclri) PAESE CHE VAI I roghi di S. Daniele A 8. DANIEI.B del Friuli, capoluogo di mandamento, centro industriale e turi::;lico, giù rocca nei tempi passati cli deinocrnzia liben,le, l'ammini:stra1/.iOne de-I ('omnne, dernoc1·ot..ico-cri:stiana, con a cupo il sindaco doll. Giorgio Zardi, ex seminarista e per le sue beneme- 1·em~e inf..ignito del cavalierato al merito della Repubblica, ha futto togliere le targhe da due vie citladine, che da olln>- cinquant'anni denominavano le yie stesse. Una era çledic-at11 a Gio1·dano Bruno, l'altra ad Arnaldo da Bi·escia. La prima è stata sostituita con il nome di Alessandro l\fa.m,;oni, la seconda con quello di Guglielmo Mal'coni. Non potendo materialmente fal'e salii-e sul 1·ogo i suoi 1n'vC'rr-1nipolitici, il dott. Zal'ch si è limitato a gettare s,ul i-ogo alcuno targhe stradali. Tutta colpa della Rivoluzione frAnccr,;o o dello spirito liberale, che hanno ridotto la "lotta politica solo a formt~le ed a simboli. L'ombra sua torna eh' era dipartita S ' l.\"C:ANNEREBBE chi pensasse che la famosa MVSN sia ciel tutto morta e dimenticata. Infatti, come apprendiamo da un- quotidiano sardo (.L'Unione Satcfo ciel 31 ma1'zo)i non solo es~a è ancora viva col suo nome {e sia pure con la piccola conezione di un ex) 1na svolge bellamcnlo attivitìl assistenziale beneficando i povc1·clli di ,Caglio.ri. Ecco la notizia, trasci-itta dal gior– nale il--olano: « In occasione delle feste pasquali l'Associazione d'Arma degli ;1ppi11-tenenti all'ex MVSN ha proceduto alla distri– buzione di pacchi vi\'e1·i, venendo inconho in tal modo 1 allo itnrnediate ncce~silà di nnmel'ose famiglie di disoc• cupati . .L'iniziativa ha suscitato in tutti i beneDcati viva gratitudine». . C'interessei·ebbe conoscel'e chi ha fornito qnci pacchi all1:1 hC'nemerita Associazione. Questione di concorrenza D A UArc,ldo Polizfono di Montepulciano apprendiamo alcune importanti notizie, che spiegli.no parecchie - cose sul « caso Dolci». Il sac. Gaetano Chimeoti, cappellano della Casa del Fanciullo di })artinico, insorge in una lettera a.pel"ta· contro il Dolci, che - strumento cos<·icnte dei « comp1.1gni » - « si è limitato a diffamare, pe1·ché questo gli inte,·essava .... A l)artinico c'è la. miseria perché qui non siamo nel pa1·adiso terresfre, Daililo ne ha fatto una montatura:>. Ma, grazie a Dio, c'era la POA, che fin dul 1950 aveva ape1-to in loco una Casa del Fan. ciullo, con tanto cl.i libri, qufl'Clemi e vitto _gratuiti; e ' poi c'el'8no le sei pai-rocchie, dove < si lavora sodo con l'aiuto dell'Opera Diocesana .Assistenza». Come si è per• messo codesto «straniero» -di venire a disturbare un così fio1·ento idillio, dove Santi Savarino e la Pontificia Com– missi·one facevano a gara per impedire a chiunque altro di metterci il naso? Tuttavia, anche nel ·n:wlld0 crit.tolico non mancano voci diverse. Si veda p. es. il numero di gennaio del Bollettino della Corsia dei Servi.di Milano (di Padre Turoldo)'. A proposito dell'« inchiesta> promossa da L'Iialic& dell'll feb• braio sulla persona di Dolci e sul carattere abusivo della qualificazione di « scritto1·e cattolico> si osserva che questa inchiesta. si mantiene sul piano delle insinuazioni e delle ,b ,z.a!unni?, tutte_ pr~~li qualsias_~-•r1;nostrazione, ma non I 1• e ~a ''O ffle>nol 8 o r ernre il D. « uno scrittore cattolico:>. « Si trattava di dimostrare che il D. non è scriltore cattolico. E gli scritti? L'inchiesta, su gli scr·itti cli Dolci, non dice nulla, il che è ·veramente troppo poco. Intanto J°inchiesta ha avvolto il suo oggetto còn una nebbia di sospetti e vaghe accuse, d'ordine religioso e morale; che è proprio l'opposto di quello che l'inchiesta si proponeva di raggiungere. li lettol'e. cattolico, nel fra. stuono delle polemiche, disinteressate o no, ha diritto di ef-:sere illuminalo obiettivamente e, possibilmente, dalla sua « buona stampa>, anche con una certa carità cristiana>. Fumetto televisivo I i\L\ LlG)l1 già le hanno distorto il nome chiamnn. (( "dola Clace (ghiaccio) anziché Grace. Ma, a quanto · risultR, nell'intimit,\ non è poi così gelida come la vol'l"ebbero presentare. Ieri pomeriggio, approfittando di un attimo in cui la pioggia aveva cessato di cadere, è uscita a passeggio con il principe Ranieri nel giardino del palaizo. Camminavano a braccetto come due fidan• zati qualsiasi e cli tanto in tanto era lei a piegare il collo, ad appoggiar·e ln gotR contro qnella del fidanzato. P1·eso dal gioco anche Ranieri si è spinto a qualche effusione e con Je dita vellicava la nuca, le orecchie alla ·fidan• zata che ogni tanto si scostava per stringersi poi ancora più. affettuosamente al braccio di lui. E intanto, a loro insaputa, un operatore cinematografico appostato con te• leobiettivo, filmava la scena:>. Dal quotidiano La Stm-nva di 'l'orino (il più serio dei qnotidiani italiani), hmedì-n1al'tedì IG•l7 aprile ]!)56. li bando ai ghibellini I L « GUELFISSil\IO » Giornale del M(ittino di Firenze si most-ra particolarmente initato per l'accordo elet– torale raggiL1nto localmente da UP col PSI, eviden. temente pei·ché lo giudicà uno strumento abbastanza utile pcL· modifical'C l'attuale rappo1·to di forze. E ha. organiz'. ~alo un grosso « battnge » pet· mettere al bando della pubblica opinione gli impenitenti ghibellini di Unità po– polare. Appl'encliamo così che anzitutto la composizione della lista è «strana:» pe1·ché vi figurano molti intellet– tuali, « dando l'impressione d'una prevalenza dei profes• sori sulle forze tradizionali del PSI :.; poi, che essa vor– rebbe far leva {guarda caso) « su una pRrte della bor– ghesia laica:., al fine anche cli permeùere a qualche espo• nente di UP di prendersi finalmente il suo posto al sole; poi, che si tratta, in realtà, di una manovra a ben più largo ragg"io, « una specie di prova generale (l'abbrivi– clite!) di quelli che potrebbei-o essere i compiti del PSI e del PCI nel quadro della stessa politica italiana futura»; infine, che la lista è stata fatta addirittura a Roma, negli ambulacl·i (pensiamo) cli via. delle Botteghe Oscure, come stanno a dimostrarlo il sno carattere «intellettuale» cni fa riscontro il carattere «operaio> della lista ·comunista, e la present.azione come n. 1 del simbolo della lista, manovra astutissima che probabilmente è stata arzigogolata perso– nalmente dall'on. Nenni {previa consultazione, s'intende, con l'on. Togliatti). I l'edattori del Mattino sono, evidentemente, un po' inquieti: e non diciamo che non abbiano le loro ragioni. Apprendiamo da essi che si tralta, per pa,·te nostra, di un « tradimento ai danni del socialismo democratico» di cui, è inutile dirlo, essi si sentono naturali protettori e partecipi. Peccato che l'istituto del «bando» dalla città sia ·stato soppr·esso: pensate che cuccagna pote-I' « bandll'e »' questi scocci.atol'iJ che non sono contenti neppul'e de11'on. La 1-.ira.! · (107) nuova repubblica Ll<:'l"l'EHA 1H UN UIOVANE UA'l"fOLll'O LA CRUNA DELL'AGO ROMA, 16 aprife 1!)56 C«l'O compagno Ood ignota, la co:-1apotrà sembrarti poco aduttn per essere pubbli– cata su di un settimanale politico, tuttavia - e purtroppo - essa ha tali conseguenze politiche e tnli conseguenze· so– ciali (olt.-o alle evidenti conseguenze morali), che Ìton saprei veramente tro,·are un Jnogo migliore cli Nt1ova Reznibbl·ica. Ti pado come cattolico, e come caltolico parlo· a tutti i fedeli che oggi dovrebbero sentil'si frustati a sanguo, mentre Ja cosa per quel che so non ha sollevato alcun n,more né ha impressionato nessuno. Il S. Padre nel suo discorso di sabato 14 aprile ai dil'igenti cli a;,.iende ha tenuto a stabjlire che non è ammissibile per i cattolici nn regime di pianificazione totale, anche se un intervento dello Stato nella economin è cosa necessaria nei fotti. E' noto che mai nessuno pofrebbe affermare con co– scienza e serenità che la Chiesa e il Cattolicesimo non pos• sono ammettere un regime pianificato integrnle. A parte Ja. nelta ingerenza ndlle cose cli Cesare, perché qui non sono affatto in gioco le anime, ma gli interessi; a parte l'oppol'tunitìt di affom11ne una cosa di questo genel'e ai dirigenti di a~ienda, malati, generalmente, di una fo.lsa religione costruita esclusivamente sulla. pl'opria misura, è oggi in gioco tutta una prospettiva spirituale che nega al callolic9 - o meglio che vonebbe negargli - la indi. pendenza di giudizio nella scelta ciel regime economico più• acfotto ai tempi e pjù confacente allo sviluppo de1la sua personalità. Non soRtengo affatto la necessità eco• nomica oggi in Italia di nn regime pianificato integrnle, anche se è un fatto che una metà. del genere umano adotta un simile Sistema economico probabilmente migliore, dal punto di vista delle realizzazioni, del sistema capitalistico; ma affermo che togliei·e ai cristiani la possibilità di una apertura su questa soluzione, signifìca negare la persona umana, negare ìl valo1·e della comunitit, ignorare il pro• grosso umano, respingei-e la prospettiva di un benessere generale. Significa soprattutto una ulteriore intollembile ingerenza in cose che la Chiesa non riguardano affatto, · per Lino scopo contingente, per un fine politicistico, per una enata visione della precedenza dei valori. Non fa1·ò un'analisi teologica del fatto, ciò che non è 1"lelle mie possibilità; ma vorrei chiedere al S. Padre che cosa si aspetta da una affermazione di questo geno1·e i se crede che la pretesa dottrina sociale della Chiesa, foto• grafia statica di una società confusa, ne venga finalmente chiarificata, se c1·ede di aver risolto dal punto di vista morale il dilemma della proprietà privata e della morte per fame. Vorrei sapere se ciò andl'à a benefìcio dei diseredati, degli affamali di giustizia, dei poveri, o non piuttosto dei potenti, dei ricchi, di quelli della cruna dell'ago, di quelli che amano la. tranquillità, e che sono così tiepidi, e che sono così convinti della propria religiosità che hanno fatto del nostro paese il più miserabile campo di oltraggi ideo– logici, che l'hanno reso la palestra degli ipocriti e il covo degli « ulh-a ,. !?orse che per incensare quattro grossi proprietari vale la pena di distruggere la rivolta mornle che lentamente in tutti i c"l'istiani si sta insinuando; o vale la pena, per conquistare i miseri voti di qualche altro proprietario, negare la persona e le forme di creazione che J1uomo per la volontà di Dio, inll'oduce nella società per ren– derla più umana, più comprensiva, piit unita.ria e più giusta? Vale fo1·se la pena di ingerirsi nella scien;,,a e nella politica pe1· dire una parola che è conferma di incredu. lità per molli, che è morte dello spirito? Vale forse la pena di sottl'arre a Cesare - ancora una volia - ciò che è suo, per alimentare quegli equi– voci in primo luogo spi1·ituali, quelle paurose ipocrisie, quelle fughe dalle responsabilità che si chiamano pn1-tito cattolico e unità politica dei cattolici! Occorre - per tutto questo - rinnegare anche una parte dei cattolici che sanno che un regime pianificato è altrettt1nlo buono ·e forse. migliore di un regime capi– talista? Ma oggi che i cattolici stanno da tutt'e dne le parti dell'odiosa barricata politica, oggi che il ricatto spiritunle non ha più ragione cli esistere, non è forse errato voler continuare (anzi voler rinnovare) una rissa ideologica, un tenorismo spfrituale in un paese come l'Italia che non ha ancora conosciuto la libertit? Quella nuova parola vanà ad anrnentme il sorriso degli sfottici e a distn1ggete il lavorn di tanti anni; ad ingrassare quelli che sono gii~ soddisratti e cl1e vivranno sicul'i pel'Ché finalmente anche la Cltiesa ginnge a pro• teggel'e la lol'o potenza, la lorn ingiustizia, il loro ripu– gnante e tiepido crìstianesimo. Si ama accnsal'e di presunzione ~ cli orgoglio qlti pensa o dice queste cose, ma è cecità ed incoscienza e poca fecle e non amore, non sentirsi pai-tecipi della Chiesa e non soffrire con Essa. · Oggi l'umanit.\ è di nuovo dimezzata i dovremmo essere rivoltati e scossi pe1-cht!: una metà delle anirne è scac. ciata dalla Chiesa, dalla veritù e dall;D-more. Cordialmente, Piero Lippi

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