Nuova Repubblica - anno IV - n. 11 - 11 marzo 1956

2 suoi lettol'Ì cho l'indomani all'Astoria sarebbero interve– nuti un collaboratore di Gramsci e Togliatti, un tal Mt1rio Cenctti, un non meglio indicato connmista Reprone e un poco noto « comandante degli arditi del popolo» Norisava. La burlesca informazione forniva anche il particolal'e che il Cenctti aveva collabornto alla « rivista rivoluzionaria prolétaria dil'eita da Togliatti a Parigi> e che era stato « membro del Praesidiurn italiano .al secondo congresso in– terna:1.ionale coniuTlista tenutosi a Mosca nel 1918 :$, Questi u ltimi dati avrebbero reso attento e sospettoso anche un 1·agazw del ginnasio, ma non poterono nulla sui redatto1·i del Giornale d'Italia i quali non si accorsero nemmeno che i nomi dei tre pretesi scissionisti comunisti erano inventati di sana piaiita ed erano; anzi, l'anagramma dei nomi cli tre ben Iloti giornalisti anti.comunisti: Enrico Mattei, cor– rìspondente romano del grnppo Nazione-Carlino e della 1·ivista ~Penipo (Mario Cenetti); Sandl'O Perrone, direttore del Messaggero (Reprone) e il senatore Santi Savarino, clirettme, guarda caso, del G-iornale d'ltalia (No1·isava). E' istruttivo però sapern che dei cento e più quoti– diani governativi che si pubblicano in Italia, solo i quin– llici della Confindustria. e l'unico ,controllato da vicino da Scelba non hanno fatto baccano sull'Astoda, limitan– dosi, al massimo, a dare una breve notizia di poche righe. Domenica 4 marzo, di questo gruppo cli giomali, quattro - La Sicilia, La Gazzetta_ di Parma, 1/ Alto Adige e La 1.'r-ibu,w del Mezzogiomo - non 'hanno pubblicato neppurn llll rigo dell'avvenimento. Qualcuno ha credulo di scorgere nella mancata pubbli– cazione l'indizio pili sostanzioso che l'iniziatiVa dell'Asto• J"ia fosse da attribuire alla lega padi-onale 0 che pochi giorni prima era stata costituita tra Confindustria, Confida e Confcommercio. Non è così, invece, perché quei giornali, jn fondo, si sono regolati a quel modo, primo, perché erano convinti che era un modo poco efficace di combattere i corritmisti e, secondo, perché, el'-lsendo avve1·titi di che si trattasse, hanno cercato di differenziarsi dai «governativi» per guadagnare il pubblico. Quello che non si è capito, piuttosto, è stata l'esita– :,-,ione non dell'Unità e dell'A.vmiti! i quali anzi, soprat– tutto il giornale comunista, si sono rnossi bene e con abi– Jitit, ma di taluni giornali democratici di sinistra i quali non si sono nemmeno preoccupati di avvel'tire che all'A· storia si barava. Hanno lascialo il campo completamente libero ai loro avversari e, se non vi fosse stata la burla dei comunisti, alla l'ine sarebbe potuto rirnanere il dubbio che, Ion,e forse, gli Enl'ico Mattei del gio1·nalismo italiano non sono p1'oprio degli analfabeti. * Il comvagno e amiro cari,jsimo Gaetano Pierac– cini ha verd·uto in ·questi giorni fo fedele com,pagna di ·una vita laboriosa ed eseniplm·e di. lotte, insieme combatt11te. Vada <ilui la .'/olidarietà h·aterna di Nuova Re– pubbljca e di tutta la famiglia di Unità Popolare. e l~RTO non Stll'anno gli studenti da ,soli a far caclel'e il generale Franco. Non sta qui l'importanza degli av,·cnimenti di Madrid, per quanto essi siano stuti abbastanza importanti da obbligare il Caudillo a cambiarn ùue ministri e ad effettuare una «virata> nella sua politi– ca, passando da un'apparente deside1·io di «evoluzione» vei-so forme meno rigido di totalitarismo, a un rafforza– mento della Falange. Le conseguenze politiche di tutto ciò non sono prive di inte1'esse. I monarchici tiepidi, che tl'0vavano nelle. pro– messe del generali.<.:simo un pretesto per non riunirsi nl gl'tlppo dei monarchici intransigenti, si trovano così ta– gliati fuol'i da Franco. I tradizionalisti (partigiani, dal XIX secolo; di un i-amo pili reaziona.T'io della monat"chia. spagnola) si vedono ributtati fuori, perché uno dei loro, Pardera, è stato silurato con il capo della Falange Fer- nandez Cuesta. · D'altra parte il retto1·e dell'nnivc,·sitÌI. di l\ladl'id, Lain Bnltalgo, vecchio falangista (ex-comunista) va clandesti– namente in Francia. Pet· la prima volta dopo vent'anni di JJOtere fraochfata, ha inizio l'esilio di gente del regime. E J◄'ranco inoltre, per dissimulare le vere origini degli avv~– :nimenti di Mad.l'id, ha dovuto attribufrne ta responsabilità. ,ai comunisti (che non vi hanno avuto assolutamente parte) rinforzando così. la propaganda_ comunista e dan– dole un argomento per mascherare il fatto che 1a dele– gazione sovietica ha votato, a fianco delle altre delega. zioni, pel' l'enti-ata di Franco nell'ONU. Questo natural– .mente non nuocerà alle relazioni commerciali e politiche ,son.1j:)1·epiù strette di Madrid e Mosca, ma renderà. pili .diHicile la. lotta dell'opposizione non monarchica e non ·comunista al regime falangista. Q11este dunque le c<;>nse– .guenze politiche dei fatti di Madrid. Ma c'è molto cli più. Cl.i esuli repubblicani, come i democratici e perfino .certi monarchici restati in Spagna, si pl'eoccupavano per l'avvenire del paese. Questa pl'eoccupazione ora condivisa nella diplomazia. mondiale, da coloro che temevano di -veder riprodursi in Spagna, al mo.mento della caduta (o della morte) di Franco, il fenomeno che si produsse in Ge1·mania e in Italia ~el 1945: la mancanza di uomini nuovi, di quadri giovani, per diJ-igere il paese. Dopo Madrid, sappiamo che quef"Sto timore non è pe~ fo1·tnna giustificato. Vent'anni di dominio cle1·icale nel– l'università e nelle scuole, di triplice censura (politica, 1·eligiosa e « di stile») sui libri e 1 sulJe riviste, di n.1ono• polio di stato della stampa e della radio, vent'anni di propaganda a senso unico, di 1·ipetizione ossessionante delle direttive della Falange e delle .prediche della chiesa cattolica, non sono riusciti ad abbrutire gli spagnoh, né a Janatizzare la parte nughore della gioventù del paese. Nel 1952 s1 §pppe che 11« smdacahsmo veiticale » della ~alange, la pe,:manente carestia, le calunnie contro il mo– _vunento opei-aio, non ci-ano riusciti a sottomettere Ja (101 ), 11111ll'a repubblica ITAl1IA POLITICA I MISS IO NE NEGLI STATI UNI ] . A SETTIMANA politica italiana è .' 3to.ta assai n1agrR. ..J ll fatto pili importante, a rigore, si sta svolgendo fuori cli qui, con la visita di Gl'Onchi negli Stati Uniti. Jn ltalia, un pietoso congressino di comunisti dissi– denti, e la decisione, a Bologna, della democrazia cristiana, di assentire alla richiesta di Dossetti, cioé di un'assemblea cittadina -in cui la sua candidatura Yenga confermata n \"0to segreto. C'è qualche cosa da cli,-e, ci SP1nb1·a, 1·ispetto a questa insolita prnceclura. lnsoljta, pe1·ché in tfllo forma essa non è prevista dallo statuto, o almeno dalla consuetudine di questo, e di nessun partito. Usa infatti, in generale, che i cand-idati alle elezioni siano, sì, acclamati in assemblee, ma su proposte già preparate da comitati, senza dibattito, e con sistemi di votazione per alzata di mano, che impe• gnano, evidentemente, tutti e nessuno. La richiesta di Dossetti ci pare perciò un serio esempio di 1·ettitudine elet– torale, che sa1·ebbe bene diffondere. Nel caso di Dossetti si tratta tuttavia di una decisione che si ~notiva per ragioni ~ingolarissime. Se è vera infatti la ,,oce che egli sia., insie. 1110, il candidato della DC e della Ctnia 1 è chiaro che egli, uscito da cinque anni dal partito, voglia esigerne una più esplicita indica:i;ione politica. ln secondo luogo, Dossetti deve costruirsi una forza, che da tanto gli rnanca, e sia pme su quel terreno di pm·a rappresentanza amministra– tiva do,·e, non sappinmo con quanto realismo, egli conta di limita1·e, e tutelare, il suo ufficio, rispetto alle lusinghe ed agli impegni di politica genei-ale. Tratto dalla sua soli. l'udine di studi, non certo amato da dirigenti del tipo di Elkan, Dossetti ha bisogno di un appoggio diretto della «base», alla quale non è più presente da troppi anni. Tutte queste ragioni spiegano una tecnica interessante, ma forse irripetibile, di- democrazia dire~ta. Insieme a questa attesa della originalissima assemblea, COl'l'Ono per Bologna le pi-ime voci e previsior:ii elettorali. I comunisti sono giH. all'erta, e i loro periodici di federa– zione sono occupi1li a prevedere che a Dossetti tocche1-;t coprire, innocente, le combutte reazionarie di chi gli terrà dietro sulla ljsta dernocristianA. 11 linguaggio cohumista punge in due sensi. Un◊ è quello indicato, che vale per di– storgliergli i voti dei ceti medi; l'altro,9invece, è diretto a persuadere la borghesia che questi sindaci sa·nti hanno il torto, per sfuggire alla presa del loro retrotel'l'a conserva– tore, di fare della irnpl'ovvisa_del11agogia sociale. Dal canto loro, gli amici di Dosselti stamlo studiando attentamente Ja gestione amrninistn;ti·va- comunista, che a Bologna è SPAGNA CLANDESTINA L'INSONNIA DI FRANCO classe operaia spagnola, che fece scioperi generali a Bar– cellona, a Madrid, a Bilbao. La Spagna conta dunque per l'avvenire, sulla possi– bilità di validi successo1·i a Franco: i giovani studenti di Madrid, e quelli di tutto il paese che non hanno potuto manifestare, i professori che al lol'o fianco banno difeso il ljberalismo di fronte •al governo, e anche quei sinda– calisti clandestini - giovani e vecchi - che fecero nel '52 il primo sciopero generale che sia mai stato visto sotto un regime totalitario .. Questa certezY-a è p.ill funesta per il ,·egime di Franco di tutti i complotti_ immaginabili. E' il segno dello scacco totale del falangismo. Un regime che non è riuscilo ad attirare (o pet· lo meno a neutralizzare) i giovani e il proletat·iato, è un regime costruito nel vuoto. Nella Spagna, in cui le proteste degli studenti sono sempre state un barometro infallibile dell'opinione pubblica, quando que– sta non ha avuto la possibilità di manifestarsi dii-etta– mente, gli avvenimenti di l\:tadrid indicano che Franco - insieme a Stalin - è il grande fallito ideologico dt-1 - insieme a Stalin - è il grande fallito ideologico del potere. Ma niente di più. . La Spagna si è sentita come sollevata. Il paese sa che il suo futuro non è chiu8o, che ci sono .l;ra i suoi citta– dini dei gruppi capaci di prenderne la direzione. I diplo– matici occidentali dovrebbero arrivare dia medesima con– vinzione, se sono capaci di guardare in faccia. la realtà. Ma anche ciò ha 1ninore impol'tanza 1 quando si sa che gli studenti e gli operai spagnoli di dopo la guerra civile hanno statt,ra sufficiente per raccogliore l'eredità di qnelli di prima della guel'l'a civile. La Spagna, ,Junque, può dor– mire tranquilla. Al momento ò Franco a soffrire d'insonnia. VICTOR ALBA E' toccato a noi, della terza generazione ·antifascista, negli anni della infanzia quando appena vigeva Zo· ius m'w·murandi, di sentire accennare a un credito degli. ita– liani verso la Spq,gna ver quelle armi che avevano aiutato il gene-ralis:Jimo lì'1·anco a mettere ordine in casa v1·opria. Ora questo cred·ito si è rivelato, io credo, a ciascuno di f-:tata più ehe onorevole, e si sfo1·zano di formulai·e pro– grammi di lavoro che appl"Ofondiscano la 1·espornrnbilità economica e sociale del comune. ;\ llo• .<.;latoattuale, la pre• visione non è favorevole alla demoC'razia cristiana, la quale potrebbe eventualmente guadagnai-e sino al 35 per cerito dei ,·oti, ma non per questo poti-ebbe, anche se coadiuvata dai partiti laici di centro {ciò che è dubbio, almeno per taluno di essi), giungel'e al 50. l..a foi·za di Dossetti, ccime 11gli già ha spiegato, consiste nell'af•cettnl'e tanto la vitto– ria quanto la sconfitta, con un compito, in questo caso, di s1 renua opposizione. E' probabile che i dcmoci·istiani bo– lognesi preferi1·ebbero hittavia un lr-nder più disposto a compromessi, in vista, corntmqm\ df>I successo. Ecco per– ché anche al centro la DC è an1·ora in sospeso sulla mi– su1·a, in cui sostenere a spada tratta il candidato che teni~ lc,.;ta a Dozza. 'l'utti ci siamo accodi, ad es., cli come il Po– volo abbia minirni:r,zato la notizia dell"assemblea di Bo– logna. ] l secondo avvenimento al quale abbitrn10· alluso, è consistito nel cong1·essino dei comunisti dissidenti. Ma la miseria. di questo e,·onto non ci d.ì. affatto il segno, che: attendiamo, delle reazioni comuniste al congresso cli ~.losca. Forse dopo il 1·itorno cli 'l'ogliHtli se ne potrà per~ 1•epire qualche cosa. E' po~~ibile che la polemica sul caso J-fervé, ad esempio, non abbia risonanze cli alcun genere in Jtalia? f\bbiomo detto che il solo avn,nirnenlo italiano· degno di rilievo è stato, quPsta settimèlnH, il viaggio cli Gl'Onchi. E' da. osservn,·e che le previsioni ufficiose contro la sua in4 tei-p1·etazione dei compiti prf';$idenziali, dul'ante la perma– nenza di lui negli Stati Unili, sono quasi del lutto cadute. Eppure Cronchi ha parlato con Eisenhower esattamente cli quelli che si SArebbero voluti considc1·ar·e temi proibiti: la condizione econorni~a clelFitalin, le forme di una colla– bo1'azione intemazionale cli,·e1-~a da quell,1 militare. A noi sembra che egli Hbbia con ciò Psatbunente assolto al suo compito. Pinltosto ci ha mernvigliato l'uccen'to posto dn lui sulle soluzioni ou1·opeistiche, che nessuno sapeva, fos– sel'O, nel passato, conforn1i alle ~ue inclinazioni. Anche la stampa americana ha dato, al soggiorno e alla parola di Ornnchi, notevole ·rilie,·o. Tutto sommato, questo è nno dei viaggi nd alto livello che da gran tempo si sono rive– lati pili utili. Speriamo che il governo, e specialmente il ministero degli e.<:;le1·i,non faccic\no quanto occorre per svaluta l'Io. ~AtrADlNO noi come un debito, t1na 1·esvon:;abilità ancora più pesante verché• non nostra, non voluta da noi mci raccoll<, nel fallimento dell'Italia fascistci. Piero Calwnand1·ei è venuto a 1-icordare ai giovani di Milano che questo debito è aià stnto 1-iscattato dai vo– lontari italiani dello schieramento (tnti/asci8t(l, che varte– ciparono alfo lotta in di.fesa della Repubb/.ica spagnola. Ma c'è• ancora q-ualcosn da fare, dopo i recenti avve– nimenti dell'Università di Madrid, ed è qualcosa che solo i giovani 1)0880110 fare, mui iniziativa ·che tocca a loro. Si tratta di levare una voce di solidar-ietà con gli studenti riwd1·ileni e soprattutto si tratla di cogliere i fel'menti di libertà che si (L{litmw laggiù, di studiare e di C(ipire una :Jituazione che si va lenta,-mente maturando ùi S1myna secondo 1·agioni storiche va·rticolari. Le, genemzionc -it,,liana che è u,jcita dalla Re:Jistenza ha forse qualco:Ja da dfre c,gfi studenti spognoli, cioè che la loro in-iziativa. di libertà, sotf.o pena di essere sterile, deve uscire dall'università e allargm·si fino a scoprire tma e(JettiJ,a u.nità popolare, come è stato <ippunto nelfo Resi– stenza. Ma questo insegna.mento vuò essere dato e ac– colto solo nella misu,ra in cui si d imost·ri · di avere con– se,·v(ito almeno fonnahnente l'unit.à e la concordia degli ùitenti che hanno carntte,'izzato il 11ost·ro movimento di l·iberazione naziomile. Per que:Jlo hii semb1·a imvortante osservare che la manifestazione di ,.,olidm·ietà· dei giovani milanesi con gli studenti di S1)agna, avvenut<, domenica 4 marzo, è stata vol-uta da tutti i movimenti aiovanili e studenteschi democratici, dall'Associazione goliardica alla PGOI, al pal'tito radicale, a Unità vopofare. Non ha ade– t-ito però il movi·1n;nto giovanile democratico cristiano, dovo ,qualche vervles:Jità, ver non avere nulla fo comune con i coniunisti. G1·ediamo valga la vena di chiedere a·i giovcmi democristiani, o meylio alfe loro gera1·chie roma– ne, se vogliono che un magistero di libertà veng(, accoltÒ con o senza esclusioni. Dopo le pa.role di Giovanni Merza{Jora (UP J, di Bet– tino Graxi (PSI) e di Umberto Dragone, del partito radi– cale, Piero Calamand·rei ha rievocato {}li anni. dell'Uni– versità di Firenze sotto la dittatura fascista, ha letto brani dal libro Spagna clandestina e dc,l disc01·so che w1 discepolo liberale tenne sulla tomba di Ortega y Gasset. Calama.ndrei ha ricorduto a.lcuni colleghi d·i insegnumcnto 8p<ignoli conoscittti in terra di es-ilio a Città del Messico e ha concluso 1·ipetendo la /lwse che H.osselli dedicava dalla radio di Bm·cellona o{lli anti/asèisti italiani: « Oggi in Spagna, domani in Italia! :.. Ieri e oggi in Italia, domani 1·n S1,agrw. Gli studenti spagnoli devono rende1·ai consopevoli che la cultura tra• vassa naturalmente nel lavoro e -il fovoro nella .cultura e saper t1·ovare quindi mi motivo writario alla loro azione. (Ettore Brissa)

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