Nuova Repubblica - anno IV - n. 11 - 11 marzo 1956

8 Il LETTERE AL DIRETTORE Il PERSONE SERI E ~OMA, 2 marzo 1956 C(iro Codigri,ola, non mi stupisce che l'ex-liberafe Ardenti, di recente divenuto un catecumeno del PSI --; in !lome di quella evidente mancanza di coerenza che egli usa rirrwroverare a,Sli altri invece che a se stesso -, se la prenda con me perché ho voluto commemorare Piero Gobetti, nel tren– tennio de!Ja sua morte: Ardenti deve, infatti, compen– sare la sua recente acquisizione al marxismo del PSI anche attraverso la ricerca- difficoltosa di motivi pol€Ìb'1ici verso quei liberali fra cui ha militato per circa un cle– cennio. Ciò che mi ,stupisce è che -un democratico convinto e coerente ed un intelligente uomo di cultura, quale tu sei, possa avvalorare con il proprio giudizin 8.lcuni di quelli, banali e propri di un deteriore malcostume polemico, con– tenuti a mio riguardo nella lettera alla quale faccio ri- ferimento. ' ' Noi liberali - Luigi Einaudi con un nobile m!i')ssaggio, moltissimi altri con lettere ed adesioni, i giovani con il loro pellegdnàggio alla tomba, Badini Confalon'ieri ed io con due discorsi nel quadro di una manifestazione uffi– ciale, alla quale il governo aveva dato la propria ade– sione e il ·presidente della Repubblica aveva espresso la partecipazione dell'intera nazione - abbiamo voluto ri– cordare la figura e l'ope1·a di Piero Gobetti ed esaltare il contributo da lui dato alla causa dellll libertà e dell'anti– fascismo, rievocandone il ,significato, con semplicità.,. con ~ austerità, con rispettosa convinzione. E' vero, come tu dici, che il costume di rievocare i morti può apparire so1tanto come volontà di appropriarsi della ]01·0 memoria, ma è pur vero che è profondo co– stume civile ricordare i propri morti nel modo più cor– retto. Noi abbiamo cercato di farlo perché ci sentiamo partecipi dell'insegnamento morale, civile e p.olitico che Piero Gobetti ci ha dato, non certo per usarne il n9me come slogan propagandistico o per CUl'are velleità eletto– rp,h che, tra l'altro, nel 1956 hanno bisogno di cose molto diverse dal culto dei morti. Del resto il nome di Piero Gobetti non mi pare possa . essere usato come strumento elettorale; né mi ·sembra che– sia buona regola civile e democratica giudicare le persone serie soltanto guardandosi allo specchio. Tanto per precisai:e, con molta cordialità, ; Gùm Piero Or_sello Caro Orsello, ciò che stupiva l'mnico A-rdenti, e stupisce anche me, er<i che della celebrazione del nome di Go-betti si appro– priasse un pm·tito che rn.pjJresenta ogg-i degl[ interessi pre– cù,i e ben consolidati: che, via, col pensiero e l'opera di Gobetti molto a che fare non hanno. E che a questa cele– b1·azione « di parte » abb-iano aderito i più alti magistrati della Repubblica 1)UÒ essel'e se mai maggior ragione di amare riflessioni: ché a Gobetti si poteva e si doveva de- . stinare un(, celebrazione popolare e indiscriminata, come i fermenti del suo pensie1·0 non hanno conosciuto linee di confine, né pregiudiziali nuiccartistiche. Credinii cm·dialmente Tdstano_ Codignola SENZA FISCHIETTI MOLFETTA, 3 marzo 1956 C'aròÒòclipnola, , ~vrej :volçtò•_eVit~re di protestare pubblicamente la mia avvèrsiorÌe' Per'' $li_ ·atteggiamenti di certa stampa e per .certe intemperànzè' politiche, che già per il passato pesaro– no in modo deter'mina.nte nel tagliafci fuori da colloqui e da intese, che pure avrebbero potuto avere una loro giusti– ficazione ed un Joio significato ben precisi. Ma legg'o sn Risorgimento Socialista - con ritardo in"– dipendente daJla mia volontà - dell'll febbraio 1956 di una relazione dell'amico Scarongella, nell'ultima riunione della direzione dell'USI, relativa allà sit~rnzione di UP, che mi stupisce e mi accora al punto da indùrmi a neces- sarie preéisazioni. · Si legge nel ·passo: « ... Egli (Scal'ollgella) riferisce poi sulla situazione pu– glie~e, caratterizzata dalla debolezza della socialdemocra– zia1 allineata su pòsizioni centrist.~, e· dalle larghe· aperture che il PSI fa ai socialisti indipendenti, particolarmente a . Bari. In Puglia è sorto il partito radicale ed esso assorbe quel poco che c'era di UP. I radicali hànno offerto all'USI '.una alleanza elettora10, che .è impossibile accettare perché il ,problema attuale è quello (lell'unità socialista è di una ta.tt ~ca elettorale adeguata a. qllesta pontica ... ». Io preciso:· · · . ._ 1) Io ignoro in quali forme si siano ma.i realizzate le aperture del PSI verso i socialisti indipendenti di Bari. · Di Napoli, segretario della ·1ocale federazione, per il pas– sato ha sempre precluso una qualsiasi partecii;>azione del– l'USI a manifestazioni promosse dalla sinistra. Almeno a quelle, cui noi partecipammo, sollecitati fraternamente e non condizionati ·in alcun modo nella nostra partecipazio– ne. E poiché lo stesso Di Napoli mi conferma la persistenza di rapporti nulli con l'USI, mi pare di capire che Je apere_. . ture dell'USI verso il PSI di Bari, in questa vigilia elet- torale, trovano comodo articolarsi su una nostra relegazio– ne nel setto.re radicale. In coscienza dubito che simili arti– colazioni si rivelino in alcun modo giovevoli allo ·scopo. · 2) Il partito radicale in Puglia si identifica col gruppo dei radicali della Piazza, . un intelJigente quindici– nale di Bari. L'« equipe» di questo periodico, da Calvario . a Spinelli a Dell'Acqua, è contraddistinto da una consa– pevolezza critica e da una sua dignità· politica, che hanno (101) nuova repubblica ( Dis. di Dino Boschi) c< Il Fronte Economico difende i nostri interessi. Non si squagli! H, deterrninato .fra UP ed il gruppo « Piazza» una· franca, quanto proficua presa di, contatti. Ma la distinzione delle due posiziw:ii è stata mantenuta nettissima; distinzione ancor più apprezzabile, in quanto gli stessi atteggiamenti .. critici assunti dai radièali verso j. loro organi centrali, e a noi non nascosti, ci hanno assuefatto a considerare qnesti giovani a.miei in posizione di_affinità politica, più pl'ossima di }JU!!nto non accada fra gli stessi nostri reciproci Movi– me~ti'in altre zone del paese. Affinità, naturalmente, che non pnò, almeno oggi, di– struggere la diversil'à delle prospèttive politiche. 3) Per la verità, « quel poco che c'era di UP», in Puglia, esiste ancor oggi compatto e mèglio organizzato. Nei centri dove noi esistiamo, con sedi e rilppresentanze consiliari e capacità di inizi"ativa, siamo riusciti ad annul– lare la presenza dei' minori e rappresentiamo l'unico punto di ancoraggio di una posizione socialista., moderna e de– mocratica. Abbiamo organizzato sindacati e promossi di– battiti, tenute conversazioni e patrocinato manifestazioni antifasciste. Naturalmente Senza comunicati stampa né fischietti né trombe. Perché non riusciamo a-dimenticare che operianio nel Sud, dove mo:ntature, glorie fatue e bugie consapevoli si comprano a dozzine. _Mi spiace confermare la mia ignoranza, ma non cono– sco altri gruppi « ribelJi :» minoritari, che abbiano testimo– niato un analogo attivismo. Un merito che pure ci viene riconosciuto dai radicali e dai socialisti. Evidentemente l'USI non condivide questo riconoscimento. Ma questo non riusciamo a convicercì che sia male per noi. 4) Temo inoltre .che non possa esserci stato un ri– fiuto dell'USI ai radicali. Non foss'altro perché mai v'è stata offerta di alleanza. Gli unici promotori rli contatti e offerenti di alleanze siamo stati a tutt'oggi noi di UP. Fu nostra infatti nel mese di gennaio l'iniziativa di incontrare gli esponenti dell'USI è del gruppo radicale. ln un primo incontro con il gruppo USI, rappresentatò dall'avv. Ra– munni (lo ScarongeJJa non partecipò alla riUnione, perché . il Ramunni non riuscì a reperi1·lo) ci parve di· capire che il Ramunni si dicesse convinto della opportunità di ·una posizione ~lettorale barese· che riunisse i radicali, UP e l'USL Della provincia non si parlò perché, nei centri dove noi esistiamo, UP si qualificherà. elettoralmente con liste isolate. In un incontro successivo coi radicali, questi si dissero impreparati alla lotta elettorale, volendo prima provvedere ad una strutturazione organizzativa del_ loro gr_uppo. Pro– posito riconfermato in sede di congresso radicale ( 5-G feb– braio) e sulla Piazza del 19 febbraio. Esitazione onesta, che la comune nostra buona volontà sta cércando di ri- mùovere. Il cumulo dei falsi è evidente. Poiché le intenzioni non sollo valntabili, io non voglio trarre giudizi politici dall'atteggiamento dello Sca~·ongella. Siamo già troppo divisi per metterci a sondare l'animo di coloro, con i quali· sarà pure necessario collaborare. Non . foss'altro perché non sapremmo dòve trovare il tempo per polemizzare con gli avversari comuni. Repetitçi, iuvànt~· ma in questo caso io credo fermamen– te che il ripetersi di simili atteggiamenti non gioverà di certo a creare rapporti cordiali fra l'USI e noi . Affettuosamente, tuo !3enfomino Fi.nocchiaro PAESE CHE VAI La vista e il cuore S ICURAMENTE un molo di commozione ha per~,aso tutti i cittadini che hanno sapnto dell'ultimo umaniS-' simo gesto compiuto da don Gnocchi, quando ha voluto che la cornea dei propri occhi servisse a ridare parziale vista a due fanciulli ciechi. La vera carità, quella che si esercita con il sacrificio di se stessi, impegna a ·prose– guirla fin. oltre la· morte. (E l'esempio di don Gnocchi ha. già servito a· togliere da11a muffa degli archivi parlamentari il pl'ogetto di legge per il trapianto degli organi umani, decaduto con la precedente legislatura e ripresentato fiÒ. dal 21 settembre '55). Non sappiamo se gli stessi cittadini commossi e ammi– rati di qu.el gesto siano tutti informati di ciò che _sarebbe acéaduto in un istituto romano di ragazzi mutilati. Pare infatti, secondo riferiscono alcuni giornali e secondo risulta da un'interrogazione al governo presentata daJle ·onorevoli Luciana Viviani, Marisa Rotj.ano, :C,uciana Nenni e Maria. Maddalena Rossi, che ben quaranta ragazzi, rimasti ciechi -per cause belliche, siano stati sottoposti alla visita di uno specialista al fin~ di sc~gliere l'element9 clinicamente adatto per il tfapianto. Poco male- se detta visita fosse ·stata fatta. tenendQ all'oscuro i fanciu1li del sll9 scopo (benché l'averla effettuata a tutti in'sieme avrebbe già potuto metterli in noù lieve apprensione); il male invece è che a tutti fu comunicato- lo scopo reale dell'accertamento medico e a tutti fu esplicitamente cfetfo Che la cornea di don Gnocchi avrebbe dovuto ridare la Vista a uno soltanto'. Una grande sventura:-, fqrse più 'grande della loro stesSa. _menomazione fisica, perché si è ]_asciato sperare invano di potet' rivedere, sarebbe stata dunque procurata ai trenta– nove muti.latini dai dirigenti dell'istituto e dai medici. I ·milioni di cittadini che ci vedono hanno n dovere di chie– dere che sia fatta luce su qu0sta .sciagurata circostanza. Gualtiero il buono ,.(~·uN~·NOTA umana s'è avuta allorquando nell'ufficio del dottor Giamboni è entrato Gualtiero Jacopetti, chia– mato_ a Perugia per riconosc~re formalmente nella « zi-n– gai·ella » la moglie, che non vedeva dal giorno in ·cui si uni a lei in una saletta del carcere di Regina Coeli. Appena. si 1 è· hovata dinanzi a suo marit,o, la ragazza, che sta va rih.cahtucda.ta in un angolo, è scoppiata in un pianto dirotto ·e co11 un moto di infantile 'p~ura si è coperta con un braccio .il, volto. Jacopetti le si è fatto allora vicino, le ha b~tt~1~()_,amiche"."olmente la mano sulla spalla, le ha. mormo.rat.o) pa;role ge_ntili, poi coti un g,jsto tra l'affèttuoso e il rassicura,nte le ha offerto il fazzoletto perché l?otesse • asciugarsi le lacrime». Non· si tratta di un pateticÒ discotso da Bolero film. E' la chitlsa di una corrispondenza da Perngia del quoti– diano La Stampa,• di Torino, 28 febJ)raio 1956.

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