Nuova Repubblica - anno IV - n. 11 - 11 marzo 1956

8.56 nuova PIERI ANNA Via Campa.ne 4 S I E N A , h h ============== repu.u.ullCll Comitato direttivo: TRISTANO CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza libertà ]5, te1. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tC:!f. 483-20718. Autorlz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in lta!y. St. Tip. de «la Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. 101 • ANNO IV • N. 11 ILCOMPLESSO . • • I. J DELLA· B NDIERA. I L CONGRESSO di Mo~ca, il viaggio di Gronchi, il di– scors~ di Pinau. si sono succe~uti, in. ~nesti ult.imi giorm, a puntegg1al'e una evoluzione pohhca mondiale di strao1•ainari$ importanza. Non cederemo alla tentazione di tlna interpretazione frettolosa (ché ciascuno di questi eventi importa analisi approfondite ed informate), ma ci li~ite1·emo a constatare che fatti di tale portata non pos– sono non determinare, anche nel nostro paese e alla vigilia di consnltaqioni elettorali, una certa atmosfera, a cui nes– suno potrà sottrarsi. Questo clima, che è quello opposto allél « lotta frontale blocco contro blocco, senza alternative, senza mitigazioni, senza variazioni::. (lo ricorda Nenni nel suo fondo di domenica scorsa)·, .può - secondo i casi - far germogliare una primavera di transazioni, di compro– messi e di rinunce 1 oppure può· contribuire a determirÌare nuove e chiare posizioni politiche di attacco -.e anche d'in– contro.., una decantazione di temi ormai rugginosi e di conforrnistiche pregiudiziali verso aperture, soluzioni e schjeramenti moderni, ·che 1·ichiedono anche un certo ar– dimento morale. L'incontro fra socialisti e democristiahi, di cui tanto si parla, poiché in questo clima nasce, può appunto generare cose contraddittorie: né ci nasconderemo il pericolo, poi– ché in Italia siamo, che a un certo punto tutto si riduca una modesta divisione di seggi e di torte, sprofondando il grigiore e il conformismo della nostra società in una valle da cui sarebbe assai arduo risalire. Non che ciò debba avYenire, ma può .avvenire: e diremmo che il senso di questo pericolo è già una difesa, che consente la sorve· glianza e la presenza~necessarie. E' giusto dire che i risultati del congresso di Mosca hanno ridato attualità ad un tema di fondo, che aveva di– viso a suo tempo dai socialisti i comunisti: ma non si può credere che tutto accada in modo così idillico, sicché i co• munis,ti, abbracciando a trent'anni data una tesi che hanno a·spramente combattuto con ogni mezzo e,d ogni arma, non avrebbero ormai che da allinearsi coi socialisti su posi– zioni democratico-parlamentari. Intanto, è da vedere che cosa avverrebbe dei comunisti se veramente ciò fosse fatto )ino in fondo; in secondo luogo, par difficile_ritenerl che i So~ialisti si vbdano piovere addosso questa grazia di Dio di eredità nella guida del proletariato, senza aver rielabo– r~to in tutti questi anni la loro propria posizione, né ri- • flettuto all'inadèguatezza di essa ai nuovi problemi de1Ia società moderna, anzi essendo continuamente sollecitati a non pensare (dal 1nomento che pensare non· avrebbe potuto ~non scavare un certo margine di differenziazione che si voleva evitare); ancora, è da riesaminare che significhi, ·per Ìa lotta operaia, posizione democratico-parlamentare, che a noi sembra valida solo alla condizione di una in- . tensa ripresa autonomistica, auténticamente democratica dal basso, internazionalista del movimento operaio nel suo inte1'.no; infine, va tenuto conto del giudizio dei terzi, che insomma qualche cosa ci stanno a fare anche loro, e che potrebbero mostrare disinteresse ed anzi ostilità al .'ridul're tutto ad una questione riser'Vata di primogenitur~ fra co1nunisti. e socialisti, come· se il problema. d~l so~ cialisrno nella nostra società appartenesse solo ad una ._;èra– .zione di militanti. Ci sernbra che in questo momento la incontestabile ·forza dei socialisti éonsisla soltanto nel poter profittare ·.di ciTcostanze estem·e favorevoli per riprendere, oltre Fini– :ziativa~ tattica, quella strategica, sforzandosi dunque di rielaborare s;riamente (senza troppo indtig'.iare nei con– fronti e nei ~ompiacimenti) il problema· dell~ vropria esistenza, della p;opria funzione, della propria dottrina. Riprendere l'iniziativa politica sui comunisti (espressione che speriamo non sia considerata blasfema, dal momento che nessuno può dubìtare· della iniziati va politica tenuta Un numero l. 40. Estero L. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. '1500, sem. L. 800, trim. l. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10 000. CIC post 5/ 62() 1, «la Nuova Italia•. Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per ln,;erzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA f Dis. di Dino Boscht) (A Roma, gli impiegati del ministero dei tra- sporti disegnavano.nelle ore di uJ!icio. Seque- strati fogli immoralt e fermate 10 persone) I trasporti della fantasia in questi an~i dai comunisti sui socialisti) significa per la verità criticare senza risparmio le formule, vedere cosa • c'è sotto, riaprire il dibattito interr\o, portare nel paese idee nuove e concrei.e, avanza1·e soluzioni precise, elabo• rare una. nuova cultura, e diniostra.re (non coi sacri testi, ma con la forza di una nuova persuasione, e del– l'azione politica) la capacità delle classi più povere di portare avanti temi di democrazia validi per tutti, cioè di sostanziale e non formale progresso della, società. Que• ste cost} spetta al PSI di farle, ma esso non le può fare e non le farà da solo né con la ,;truttura attuale: ma sol– tanto se. sarà ...capace di un'espansione effettiva, non pu– ramente elettorale, al di fuori di sé. Espansione e attra– zione strettamente legate a rinnovamento de11e strutture interne, apertura a nuove idee, dibattito e scontro di po– sizioni, coscienza delle proprie possibilitil ma anche della propria insufficienza. Nessuno pensa di « dare lezione al PSI», di che talvolta ci si accusa; ma fermamente pen-· siamo che la dilatazione della misura socialista significa anche I"eale arricchimento e annnodernamento di essa, senza dj che è pura e deteriore e inutile tattica; e che a questo arricchimento altri vanno chiamati a partecipare non come semplici complementi di comodo. Il discorso forse non. è inutile nel momento in cui, in• tòrno a tutti noi, si stanno muovendo cose di dimensioni ben· superiori al PSI e a noi. Perché forse non sempre e non tutti i socialisti sembrano rendersi conto che, per J}q_rl'~. I~ stesso probl~ma dei rapporti coi c~ttolici nel– l'unico modo corretto (che è quello di dare ai cattolici che la vogliano accettare una prospettiva, un'alternativa laica), non vale nè il compromesso (che' potrebbe al con– trario clericalizzare i socialisti) né la prova di forza elet– torale. Occorre preventivamente un sostanziale impegno di accordo, d'incontro, quindi di reciproca revisione e critica, un abito comune di modestia e di ricerca, rispetto alle altre correnti (socialiste e no) che possono costituire un'autentica ampia differenziata sinistra. democratica. Con• sideri tutto questo il PSI, con realismo e senza eccessivo « complesso della bandiera » 1 per non perdere la sua oc- casione storica. * e Nuova Repubblica » è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale, regist"rato presso Trib. di Firenze con decreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an– che se non pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. l1 periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 11 MARZO 1956 . L. 40 Note ro,nane e ONTRARTAMENTE a quanto potrebbe credersi, il problema dell'analfabeth.;ino non rig\iarda solo coloro che non sanno né leggere né scrivcl'O. Concerne un po' tutti ed investe le responsabilità generali: quelle dei governanti, perchè dovrebbero adoperarsi pN la sua e'lin1i~ nazione; quelle dei cittadini, pet·ché dovrebbero concorre– re nell'opern del governo. In questi giorni, invece, sono accaduti fatti tali che, a ben pensarci, mostrano un So– verno insensibile al pt·oblema ed un'opinione pubblica che per la massima parte non se ne interes·sa. I fatti, a dirla in breve, sono quelli arcinoti dell'Astoria di Roma che, valu– tati soprattutto nei loro riflessi, mostrano una realtiL poli– tica culturale e giormtlistica quanto~i sconfortant~. Le responsabilità del governo sfuggono ad un discorso puramente giuridico. Ma dal punto cli vista mornle è grave che sia stato «appoggiato> il congresso dell'Astoria quando, nemmeno un mese prima, sui compagni dei brac– cianti pugliesi che erano convenuti a Roma. la polizia ave– va fatto fuoco, ferendo ed uccidendo. Al to1·to - perché non altro ehe tale è quello di costringere la gente, con la minaccia delle armi, a vivere in una condizione umana inaccettabile - sono stati aggiunti la beffa e l'inganno. Si· dirà che il governo, uffic,iahncnte, non compare come organizzatore del congresso dei « comunisti di.ssidenti ». Verissimo. Non compare ufficialmente; ne era però infor• mato a puntino: ha concesso il biglietto ferrovia do cuffHI• lativo da Andria a Roina; ha concesso l'autori½?.azione della pubblica sicurezza per tenern il convegno; ha dispo• 'sto un apparato di polizia nel raggio di mezzo chilometro dall'Astoria che pareva ci fosse lo stato marziale; ha messo a disposizione gli «esperti» del servizio informazioni mi– litari e del ministero degli interni per la buona riusciti\ dell'operazione. E poi, se non bastasse, riff1ane sempre il cui prodest di ciceroniana memoria. Le responsabilità dell'opinione pubblica, dei oittndini, sono in apparenza pili impalpabili ancora; eppure esistono e sono precise. C'è da chiedersi, per cominciare, come fac– cia un cittadino democristiano o, se si vuole, socialdemo• cratico a comperare ancora il giornale del proprio ptutito ovvero quello «indipendente» che gli ha scodellato per quattro giorni in fila una serie di bubbole come se si trat– tasse di verità scritte nel Vangelo. Bubbole, per intendersi, del tipo di quelle pt1bblicate sulla Nazione q sul Resto del Carlino dal loro corrispondente romano. La lettura di que– sti arzigogolatissimi articoli - a pen8arci berle - il primo giorno deve averlo meravigliato; Poi ]o ha entusiasmato, perché, sant'ldclio, è umano rallegrarsi dei cral.; che si vo~ rifichino nel partito nostro avven:.ario; infine deve averlo convinto: ma proprio quando il nostro lettore si è trovato lanciato a capofitto nelle discussioni, eccotelo eh~ deve get– tare le a1·mi e convenire che, sì, avevano ragione gli altri perché quello in cui aveva sperato e creduto era proprio una panzana. Che di questo e null'altro si sia trattato non vi è alcun dubbio: E' anzi chiaro che gli scrittori che con tanto zelo si occuparono dell'Astoria non soltanto ,non possono es_ser~ giudicati in buona fède, ma non possono esse!e d1fes~ neppure dal punto di vista semplicemente profess10nale, d1 giornalisti. Dagli· analfabeti in senso proprio si distinguono solo perché so'no in grado di scrivere cocomero senza la. « q ». Infatti è bastato sottoporgli un modesto problem~, · non di cultura che sarebbe-- pretender troppo, ma sempli– cemente scolast'ieo che fanno la figura di quella contessina che una sera, càpitata non si sa come ali' Ambasciata So– vietica di Roma, si meravigliò nell'apprendere che « an– che> i russi avevano combattuto ]a guerra contro i nazisti. La beffa, poi, dei comu!1isti ai grossi calibri d~l gior: nalismo borghese è stata così atroce che coloro 1 quali ·ne hanno fatto le spese si sono ben guardati dal :rac– contarla ai loro lettori. Gli organizzatori, a quanto si è sa– puto a Montecitor.io 1 temevano che non riuscisse. Av~vano pvuto in passato numerose prove della dabbenaggine e ·de118, scarsa preparazione, ad esempio, dei redattori d~l Giornale d'Italia (una volta, sempre per citare, fu da qu~– sti pubblicata una Jettera apocrifa del deputato demo?r1~ stiano Roselli cJ)e era tutto un insulto per la DC; un-al. tra:volta. venne stampata una volga.rissima «patacca» solo perché sul primo foglio c'era scritto che si trattav_a d~ ~i– velazioni det servizio segreto americano, operante m Sv1z• zera, riguardo i\l!a successione di Togliatti alle B~ttegh~ - Oscure), ma, nonostante ciò, esitarono non poco pmna dL dec~:~s\e n'era invece motivo. Nel primo pomeriggio di. sabato il Giornale d'Italia annunziava tutto contento a.i

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