Nuova Repubblica - anno IV - n. 7 - 12 febbraio 1956

2 I. l T A L I A P o L I T 1. e A I LA MISURA SOCIALDEMOCRATIC N ESSUNA sorpresa è uscita, come era da ,prevedere, dal congre.sso socialdemocratico di Milano. E forse la sorpresa è proprio questa; che un partito che co– noscemmo agitato da forti contrasti e da mcmo1·abili scon-, tri di idee .e cli ·uomini, si sia oggi composto in una fon– damentale concordia con se stesso, abbia trovato la sua J misura, che nonostante qualche magniloquenza, resta una misura minore, ma che è, finalmente, un equilibrio. Ab– biamo probabilmente pcccà.to per eccesso, la scorsa setti– nfana, pa1·la.ndo•di « squal1ore » del çongresso del. PSDI. :r.L'lifidarsi delle prime· impressioni, e, in politica, fare il meno possibile della psicologia. Ai congresSi politici non -si va per cercare vivacità o colorn, si•va f)el· scoprire delle diagnosi politiche e_ delle scelte. Il PSDI ci ha dato la sua diagnosi politica e la sua scelta, e questo congresso, così arido di alternative e così mediocre negli uomini, ha pur delineato in modo semplice la sua visione della pre• sente congiuntm:a e le sue decisioni per il futuro. Dob• biamo guardarlo a questo modo soltanto, per meglio anche dedurne la fnnzione di altre forze politiche. Due pro):>lemi stavano ·dinanzi al congresso del Dal Verme: determina.re la propria posizione dinanzi al go• verno Segni, e dedurne una condotta nei riguardi della questione dell'unità socialista, cioè in rapporto al PSI. La risposta del cong1·esso, nelle decisioni della sua maggio. ranza, che sono, sul terreno dei fatti, quelle che contano, è stata: persistere nel governo Segni, e non fare un pass_o verso H PSI. Potremri-lo dire che non valeva la pena di tenere un congresso per questo; ma ciò che importa, sono le ragioni di queste ribadite inclinazioni e negazioni. piena responsabilità,. si doveva anche produrre il progres• sivo riaccostament;o _del PSDI e del PSJ·. Il torto •della sinistra è stato quello di enunciare que– ste· proposte senza fissarne i tempi graduali, Senza indi– carle come il corso e l'inclinai.ione della politica del J'SDI, anziché (così apparvero) una alternativa immediata. Con– tro di essa la maggioranza ha avuto facile giuoco, <limo• strando che, in quella veste, la direttiva della sinistra sa• I"ebbe stata per forza rifiutata tanto dalla DC quanto dal PSI; e non .se n'è {atto nulla. Ma. proprio in questa deci. sione, di nOn farne nulla, il PSDI ha fissato la misura della sua condotta. Come accade àlle fortune senza v.irtù, la si• tuazione Segni è stata- interpretata dal l'SDI come·· una congiuntura durevole, una di quelle fasi da i,llmobilizzare, alla lorò.volta, perché ad esse si addice il nostro desiderio di soppravv.ivenza e la nostra illusione di essere vivi. E coh questo, si ba.di; non vogliamo dire che alcu?li uomini, del PSDI non operino in modo rispettabile:. operano come farebbero ·1n qualsiasi partito, ma non perché siano socia– listi, per fondai'é al socialismo nuove occasioni di slancio. rruttavia, tenuto conto di queste basi negat1vc della fedeltà del PSDI al governo S4gni, il congresso del PSDI non è sta.to, pel' l'obiettiva situazione italiana, inutile. Esso ha servito a fare H punto SLl due necessari dati diagnostici. Il pl'imo è che il governp Segni durerà.. quanto ·vorr~ la democraz.ia cristiana; ma che ~questa,, a tal fine, non può traBcurare il fatto. che anche i socialdemoc1·atici, come i liberali, vi hanrio trovato. il loro equilibrio politico, àb· 'bandonato- il quale sarebbero sopraffatti da• chi sta imme• dia.tamente Joro più ~ destra e più a· sinistra .. Il sècondo è che le responsabilità ·socia.liste pesan~ tutte ·d'ora innanzi, e se ne dovrebbe tener conto, sul PSI. Se ne_dovrebbe tener conto, diciamo, in un senso grave; nel senso che questo partito non deve penle-i:·le un istarite di vista, tanto nei riguardi della D I che del PCI, ben sapendo che nessuno dei duo· lo può· sostituire, nè può fornirgli pretesti di rinvio. Quanto al PSDI, es.c.:;o resta utile alla stabilità di questo .governo~- che ogni italiano di comune coscienza preferirà Sempré ai l?ella e agli Scelba. Prèghiarùo il PSDI di non ~ecedere da questa S\.1afunziotl.e; di non muoversi. . ALADINff (97) .nuova repubblica testo l'affennazione di uno dei tanti blef/eurs che si tro– vano in Ògni partito per gettare piet~~ sui radicali. D'altra parte, occorré tener presente che i no.stri radicali non, par– lano, comè ·si potrebbe giudicare a prima vista, di intelli• genza sul piano, delle i~dividualità. Intendono piuttosto· i-iferirsi a. qualche cosa di collettivo e la riprova è che, qccanto ·alla direzione ed alla segreteria del partito~ ha.nno creato un organismo del ~utto speciale, che potrebbe anche dirsi Ol'iginale se già non fosse stato spei-imentatò dal par– tito democristiano col' famoso « trust dei. cervcTii » : si tratto. di un « comitato tecnico» che, per l'appunto, ha il compito dì sfornare sul mercato politico soluzioni à. ca.tena, buone per ,l'isolve1·e i principali problemi che sono posti dalla struttura della vita pubblica, amm?nistrativa cd economica e che, a conti fatti, sono circa u'na quarantina. Quando dunque l'avvocato Pa'ggi esc_lama « siàmo tutti intelligenti :P si devo intendere che la colJettività' dei radicali è intelli– gente nel suo insieme. Cornun(lue sia, ai radicali debbono essere riconosciuti tutti i meriti che ha.nno: il carattere schiettamente anti– fascista dei progranu:ni, la critica.i agli indiriz.zi confessio~ na.li dello St;ato, del governo e dell'economia e, probabil– nlente, anche gli scopi conclamati che il nuovo· partito si propone <li raggiungere. Ma qui si i~scrisce un dubbi() che il· convegno roma~o ..:...nonostante alc~ine volitiv~ dichiara– zioni rilasci·ate da Valiani al Nuovo· Corriere dj Fir~nze e nonoStante i ripetuti dchia1ni di molti oratori a}Ja concre– iez~a s <1.lveniinia.na ~ non ha completamente _chiarito: quale metodo vogliono segufre per giungere agli obiettivi che si propongono? · Un Partito ché prendè le mos.~e dalla necessità <li riso}.. vere una serie infinita di. problemi di ogni natura e che si 1·ichiama ad .una dell~ « prediche » di Einaudi ( ConoscenJ ver giudica.re) e che, quindi, ha l'aria di volersi presen• tam come un vero• e prop1-io « maestro in riforme », non av1·ebbè dovuto i;nostrarsi così smanioso di mettersi al bal– cone. I gio_yani radicali, come Pannella e come Ferrara 1 che nel partito portano· oltrn al corredo richiesto di in• te11igenza anche un• in più di.· idea.litù., l'hanno detto chiaro e tondo. Sa1·ebbe dovuto prima· maturare polìti.– camente e soltanto dopo avrebbe dovuto porsi jj prnblema della sua. rappresentanza elettorale. · Spiacerebbe se una così frenetica galoppata verso Je eccelse mete del radicalismo moderno dovesse poi diri– gersi proprio verso i lidi di recente abbandonati da buona parte degli attuali radicali. Un paio d'anni fa~ un ministro libera.le , inaugurando a Torino il Salone dell'Automobile, Il rapporto del PSDI verso il governo Segni è stato, sul piano obiettivo, posto Eisattamente dalla sinistra del PSDI. Anzitutto, il debito riconoscimento che Segni non è Scelba, e che le sue capacità di realizzazioni legislative sono incomparabilmente superiori, di tanto almeno quanto ~ più onesto e formalmente corretto il stio antico'ìnunismo. E' 'un governo nato al punto d'incontro di tre Co!fiponent.i: la presidenza della Repubblica a GronChi, la coesistenza Parlamenta(e instaurata da Nenni, la· decisione di Fan- - fàp.i, elettorale più che. sostanziale, di daré 'corso graduale agli enunciati del San Carlo. L'espressione di questi ele· menti si è umanizzata in qriesto presidente, chè ha 1·i– scosso, per lti sua lealtà e. pei· il suo volonteroso fervore, la· stima_ di t"utti. Il PSDI nòn ha avuto parte in nessupa delle tre. cpmJ.}onenti che hanno determinato la scelta di questo governo; al contrario, esso ha avversato ani.ara• mente l'eleVazione di Gronchi al QuirÌ'llale, ha vérsato lacrime e sangue dal momento in cui· fu enunciata l'aper– tura a sinistra, ha morso il freno Qgni volta· ·che le pro• paggini ancho più •lontane del dossettismo passavano dai programmi- alle realizzazioni. Per un Saragat inteso so• prattutto ad una negativa concol_'renza contro Nenni,- nOn questo _si presentava agl'inizi come l'ide8-le governo; la « porta chiusa» ·al PSI non poteva, infatti, essere meglio custodita che da Scelba; nel nome (li Scelba semp"re e sol– tanto poteva essere ribadito alla base,· che 'il PSDI garan• tiva la democrazia dal fascismo e dal comunismo. Eppure, çammin facendo, il goVerno Segni si è rivelato capace di offrire anche al PSDI un mifìimo di. dinamismo; gli ha ricordato, -nei fatti, che poteva tornare a {a1·si coraggio, che pòteva 1·inverclire dina.nzi al paese talune sue. pr-ornesse llon semplicemente formali. Il programma del 'PSDI re• Stava con Scelba nei cassetti~ con Segni è passato in più casi agli atti, e per una ragione assai semplice: che co– stituiva non il programma di Saraga:t, ma quello di Segni stesso. E tuttavia, anche in queste condizioni, dove si pro· duceva una felice co~ncidenza tra le inten:t.ioni saragatiane e la volontà democristiana, il PSDI risaliva dinanzi a se st~sso; si r~scopriva .. buono e anche un poco socialista; perdonava a se stesso gli errori del passato; qualche pro• gresso del paese passava dinanzi ai tavoli dei suoi miniStJ-i, uomini del resto attivi, e incapaci di slealtà verso il loro presidente. A salvare del resto il PSDI da ogni timore di• nanzi all'apertura a sinistra, vegliava e continua a vegliare Fanfani, con le sue perentorie chiusure. Come abbiamo su– bito notato, il governo Segni si presenta ai socialdemo– cratici com~ que.llo che, vigilato contro Nenni e Togliatti da lf'anfani, tuttavia ha soppresso di fatto gli apparenta– :r_-nenti e ,:arato la Tremellon~. Che cosa si può desid"erar6 = =;:::"'"'::::'~;":==:;:";;=======':=:=:=:=:==:_;d~isse d'aver realizzato la su:i massima aspirazione di uomo e èh uomo politico. I casi della vita hanno voluto, poi, che quello stesso ministro abbia scoperto che nel suo partito gli_ rendevano la vita difficile: distaccò, allora, le proprie re– sponsabilità da. quolJe, dei suoi amici libera.Ii i per non fir– mare una legge petrolifera che non gli garbava tenne il dito indfoe. della mano destra al collo per oltre un mese, pro~ prio fino a.11~ caduta. del governo Sce]ba i ~ntrò in crisi ed· iniziò lentamente la sua evoluzione politica. Aveva toccato il fondo ed il meno che potesse fare era di risalire alle stelle. 'Tardi, sì, ma in te~po. Ora occorre che egualmente di meglio? - - • L'analisi della. sinistra socialdemocratica è andata tut• ta.via più ·a fondo, quando ha· rilevato che la DC ha già - smesso la vecchia formula doli& solidarietà democratica, e opera, a11che attraverso i1 governo Segri.i,. secondo una sua logica dt partito, del resto indiscutibilmente legittima: la– vora a ,procural'si, se le riesca~ una maggioranza assoluta; non si batte per il quadripartito, ma per se stessa e un suo desiderato, rinnovato 18 aprile. Le «chiusure» di Fan– fani hanno lo scopo di mandare inna'nzi "il•più possibile il governo Segni, con la sua maggioranza surrogata dal soc~ çoi-so del. ~SI, ma- a stretti_ ~ni demò~ri~tiani._ Di. q~i ]a proposta di una politica di iniziati~a, che la sinistr.a. ha sostenuto alla tribuna solo tro!)po debolmente, Ioi·se anche per scarsità di uomini (Mo11dolfo ammalato, Zagari « spe• so» l'ultimo giofuo più come oratore che come esPonente politico). L'iniziativa doveva 'consistere nel dirottamento ~overnativo da Mala.godi a La Malfa, cioè verso un tripal'• ~ito caratterizzato da una· dimostrata indipendenza da1la destra e,~onomica, e appoggiato, su basi negO',dabiH, pro– g~ammaticamento, dal PSI, così"_da trasf0;rmarne Ja _mag– g1or~1:1za_eq~i_yoc~e vi_z•tuale:di oggi in un~· maggioranza effettiva e reale. Su qufsto terreno·, dei fa.ttì pubblici e, di ,u-,"t,_. )~~-J~~ ·!·• ,-,··~· ~~. ;; Note ro,nane U NEDI' SCORSO, i radiCali sono tOrnati alle loro . case dopo due giorni di costuinate discussioni nella. nu~va sede cl.i via Colonna Antonina, proprio da– vanti a Montecitorio. Hanno fàtto scrivere •Sulla porta d'in• gresso · « partito radicale », hanno deciso di par.teciparè alle eleZioni ·amministrative, si sono dati uno statuto ed hanno eletto i propri dirigenti. Per arrivare a «mille» si deve ben cominciare da « uno~, e non potr:emo essere certo noi a sottovalutare quaflto ossi hanno già fatto. Né par• rebbe· molto cavalleresco unirsi al coro di quelli di via li'rattina Che vanno 1·ipetendo... in giro, anche. ·a· e;hi non gliene importa nulla, che no,n basta scrivere « atto primo>, « scena prit11a » pe1· poter dire· d'aver scritto una commedia. I radicali sono u1.1,anuova realtà. nel firm~mento poli– tico italiaoo. Bis.ogna prenderne atto. A Roma li ha com– pleta-mente ignorati solo un giornale, Il Tenipo di Angio~ lillo e, a dire il vcrO, il numero dei ·giornalisti che ha sà.lito le scale della 101·0.sede- è stato modesto: i gro~si calibri dell'informazione giornalistica. non si sono fatti. ve• dere neppure nei dintorni. Visti in famiglia., i dirigenti del PR. non sono poi da buttar via. PersQ_ne dabbene, vestono tutti a mOdo e sonO tutti fol"biti parlatori tranne Pannunzio, il direttore del Mondo, il quale - pare _- preferisce Sbrigarsela con la p~nna e, forse, non sbaglia. Non ostante tutto sono sim• patici e rieScono a farsi perdonare, in un modo o nell'altro, ~nche quel tel'l'ibile neo che è la loro presunzione di esse1·e i veri ~ _gli unici portatori dell'intelligenza ad alto livello, quella stessa che intendono utilizzare sul piano pratico per risolvere tutti. i pr~blemi speCifici che travagliano la no• stra. difficile epoca sto1·icR .. A sentii-lì u~ paio· d'ore si im– pa1·anq tante cose nuove, ma alla fine uno avverte l'ur– gente neces~i~ di correre a casa· per togliersi la curiosità di vedere in quale libro o quale rivis.ta ·ha letto proprio di recente ]a maggio1· parte dei c_oncetti sul r~dicalismo che gli son9 stati ammanniti. Cel'Ca cerca, 1·Ùetta a spizzichi ~a storia del liberalismo europeo di De Ruggiero, compul• ·in tempo non f~cia. passi falsi perché spiacerebbe davvero il dover constatai·e che tutto si riduca ad inventar fa più mastodontica macchina per tagliare il bul'l'o da-I secolo de• cimoterzo 'ai giorni d'oggL · ·- -a ::s • I: ·- w - I: a ■- N ·- -a w * Tommaso Fiore Il cafone all'inferno •Saggi» pp. 261 L. 1500 Questo Cafone all'Inferno potrebbe deflnlrol 11 seguito del Popolo di formiche; la· Puglia d'.o~g{Ji, dopo .quelladi trènt'anni fa~ con quello · che non è cambiato abbastanza e quello che Invece è nuovo e In sviluppo. la nuova opera di Tommaso Flore è un esempfo di moderna lett,ratura civile, In cui lo scrittore, 11politico militante, lo storico, Il tecnico 10no tutt'uno, e ne risulta un. libro vivo e umano, con– Ufl ·caloredi rapprè~entazione • di discussione che trascina. L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGl,.I DA .GIORNALI 1'. RIVISTE D'ir_ettore: Umberto F~ugiuele !\mano, Via 'a, Compagn~~I 28 dorrisp .. casella Postale .3549 Te!egr, ·ÈC,;:iia~pa . · ," sati il Bentha.m e IO Stuart Mili, l'l~fogliato Ricardo, alla fine si scopre nella_ Sto·ria delle do_ttrine po!it·iche di Georg.e H. Sabine proprio quella frase che almeno in tre diverse ,9ccasioni_..è stata ripetuta in via Colonna Antonina,. quella-, per essere .·precisi, secondo cui « il lib.erismo dei radic;li è upa. forza intellet-iuale. di straordinar~a impo~tan2'.a nella politica· italia:tla ». Salta così subito agli occhi un piccolo,. ma significativo pal't-icolare: Sabine· parla di forza intel• 1ettuale importante « nella politica dell'OttoOO:nto »· if· che parrébb~ un Po' diV~rso. anche -s~; sotto ~lè~ni profili, un Parallelo' tra 1'800 e l~oggi }t~liano poss~ anche a.-:zardarsi. - .Ma nÒn -;;. il CaSo di sottiliizare n~ .-1. ~~e?~~re / }?re~ .. r._,[.,,,, ___ ............ , .. ,,-.---------

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