Nuova Repubblica - anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1956

2 ITALIA POLI'fICA NUOVO 1~EMPO S AH.EBBE UH.ETTO non riconoscere jl progi·esso po– litico che il nostro paese ha rcali1. ,za.to nel Hl55. Questo prngresso lo si pt;ò mollo chiarnrnente com– pendiare nel fatto che, sostanzialmente, la fonnula del centrismo quadripartito, nelle sue pili ovvie e sorpas. sale prnsunzioni, è stata infine superata, e che siamo en. tntti .in nna fase cli più ga1·anlito $viluppo democmtic·v. E' vel'O che, fmrna!J"nente, gli uomini e la rnaggiornnza del governo Segni sono ancora, spesso, quelli del governo 8cclba; e che, anzi, presso Segni hanno trovato occupa. :,,,ione e prestigio personaggi della desha democristiana, che parevano accantonati dal più mosso indi1·i,,:t0 di qc1e– st.o partito, precisatosi al congresso del San Carlo. Ma di fattv, chiamare Gonclla alla. riforn-ia a.nnnini::.ti·aliva, e Andreotti alla perequazione fiscale, è stato un n10do, sia di ricompone o almeno di smistare e cli chiarire posi– :t.io11idi uornini e di cose in seno alla. dNnocrazia. cristia.na , sia di oit'rire Ad un goyerno di cenfro-sinistn-1 talune esteriori garanzie verso j! mondo, così vasto in Italia, délla gente d'ordine. A iutti è par·so tui..lavia chiaro che il passaggio da Scelba a Segni significava l'abb,;rndono del complesso « ceclismo-cliscrimin1:11/..ione», cioè cli una politica determi– nàla strettamente da n;1a situazione inter1wzionale, 1a gunna fredda, che aveva jncominciato ormai ad esau– rirsi e a rnodificarsi con la 1no1te di Stalfr1. Eravamo an– cora, a marzo, indietro cli due anni J"ispetto al J"esto <l'Eut"Opa; il passaggio a Segni, nel modo stesso in cpi ;..l'aUi,·dà di questo goyerno si l'ealizza sul piano parbmen– La.J"e, è certo una pr.ima adeguazione alla storia più re– cenle. Nessun'.J ha dimenticato che il go,·erno Scelba, pro– p,.io per la p1•jo1·.ittLassegna.tf1 a puri prnblerni d'ordine, non eri\ stato ln g1·ado di tisolvere nulla, salvo la questione di Trieste, tuttavia in un momento e con istn1menti non scelti o provocali dall'Italia., bensì dalla Gran Brntagna e dalla ,Jugoslavia. Certo non sottovaluteremo l'obiettivitù di ql1el 1·istiltato, che giovava a sciogliere dall'immobili'tt1.– Ja nostra politica estera; ma neppure potremo ravvisarvi uno di quegli esiti, tipici di trn governo di democrazia, piulto.-:;to che cl.i una. modei·ata antocrazia. li fatto nu·ovo, con jJ governo Segni, era invece che esso trneva le conse– guen;1,e da una situar,ione italiana orma.i càpace di mag– giore dinami,'3mo. Apriamo il l!J5G con qualche cosa di nuovo davverJ, e cli vivo: la CJ'eazione della. Co1-te Costi– t11:1,ion,lle; una scadenza onnai prnssirna della legislaz;ione per lo sfrnttamcnto delle ris.orse endogene italiane, che Jian110 costitt,ilo, agli occhi clei più attenti osse1·vatol'i in– tcrnazi·s11udi, il fatto prospettico più interessante dell'an– Jlata., e a quelli dei pili avidi, il più attrnen\e; una vota– zione rapida e comunque felice della legge Tl"emelloni. Ora questi tre elementi fondamentali, che toccano· in profondo Ja vita pubblica e privata degli ) talia.ni, sono il segno di un nuovo ternpo, que}b di un paese che non si illude più di po~er rinviare, con pretesti di politica estera o di anticornunismo, la risoluzione dei suoi problemi interni; e di un go,·e1·no che non terne pili di « fa.re il gioco delle sinistre», se i suoi f·onclamentali atti leg.islati,ii hanno dato luogo, di fatto, ad un bipartitismo che è nel buon uso del~ l'equilibJ"io parla1nentare di ogni moderho paese democra– tico. Che in questa condiz-ione sia accaduto che l'on. l?au– fani pel'iodicament.e clicessr- la sua ultirna parola nega– tiva sulla apert'u1·a a destra e a slnistrn., e c-an nlaggior€l jn::;isten1/..ada qt1esta r~arte, quanto ma.ggioi·c ne ern l'oppor– tunitù; e che lo stesso on. Segni si dichiarasse (meno con– vinto) sdebitato vei·so la sinistri'!., per j! semplice argo– mento che il suo govel'no potesse farne tranquillamente a meno ~ que:,te s.1no state le pal'ole invecchiate, ma tat– ticamente ginstifìcabili, cli una politica, che nei· fatti, e ad onor suo, coraggiosamente se ne distanziant. I J_., })UNTO critico, ciel passaggio eia Scelba a Segni, è stata, come tutti 1·icordano, l'elezione di Gronchi alla presidenza della Repubblica. Quel giorno sonJ state dette, da uomini responsabili del quadripartito, cose spia– cevoli e poco onorevoli, che orncchie di giomalisti hanno udito, e mani pietose degli stessi uomini nvn hanno tra– scritto Pt:r il pubblico italiano. Prnbabilrnente questi per– sonaggi non ne arrossiscono neppure pili - in politica non si al'rossisce delle parole, e spesso neppure dei fatt.i; ma alrneno essi si sentirnnno garnntiti dal fatt•J, che a Jebbrnio j1 presidente italiano sia invitato' negli Stati Uniti. L'elezione di Grnnchi è stata un fatto serio nella vita dei partiti italiani; ed è quasi prodigioso come a · quello scompiglio sja potuta succedere la presente chia– l·ifica:Gjone, che vale ad enucleare senza equivoci la clestnt democristiana controriformista o clerico-fascista,. a legarla patentemente alla J'appl'esentanza. degli alti e medi ceti • 1·isoluta111ente conservatoi·i, ad estrarl'le invece una pa1ie del personale che è capace di servirn in dernocl'azia. 0.1·a, se si gua.rcla al permanente stimolo cli questo pro– gresso italiano, sarebbe iniquo non additarlo nella persona di Pietro Nenni, che dal maggio jn poi ha dorninat•.) e indirizzato la. .vita parlamentare .italiana, ha reso possi~ bili e decisivi i risultati di Gronchi e cli Segni, senz~-istan– carsi di 1·ispondere coi fatti dell'apertura a sinistrn alle parole cli chiusnl'a che l'on. Fanfani non si tratteneva ,(Forse non potondo diversamente) dal prnnunziare. Non _oBiamo decidere se questa azione di sintesi moderata, ma. di sicuro. progl'esso, che Pietrn Nenni ha prnYocato, goda. o ,meno Ja piena a.ppl'Ovazìone di qnelle conenti del JlSJ, che o avi·ebbern pl'Cte.so un pili lungo periodo, per l'el.aLo– ntzione alla base di 1rna politica di << ape1·tura a sinistra», o l'avl'ebbel'O 1·espinla, per timore che si inaridisse nel puro gioco dei vedici, cioé della vita pal'iamentai-e. li con– grnsso di Torino, prima dato jmportante per il corso della vita pubblica nel '55, hlScja adito a questa ipotesi. E per noi, essa merita cli e8sere approfondita, giacché il peri– colo; per il PSI, è certo quello di isterilire ht sua voca– zione sodalista .in una. ,·asta imprnsa parlamentare, tut– t;:i,via solo tattica, a scapito di trasfol'rnazioni più inci– denti sulla struttura italiana, che per un partito socialista debbono pnt· sostanziarsi in modifiche del regime di pro~ p1·ietà., e in spostamento di potere dalla bol'ghesia alle oi·gani,,.:;,azioni proletario. Su queste colonne abbiarno de– nunciato a !tingo questo pel'icolo, cli un l'Sl tnllo occu– pato a obbligare la DC a eseguire il suo pi-og1·arnrna, ma immobilizzato nel peoprio, anche rninimo, che si collega ad una applicaz:ione di1·igistjca del piano Vanoni; ebbene, non è un caso, che quest'anno proprio il piano Van·Jni non abbia fatto un passo innanzi, e che la stampa finanziaria possa, non a torto dal suo punto di vista, allie_tarsene. ] l segno che finalmente la situazione italiana si è scossa dal centi-ismo, si è avuto infine di recente con la scissione liberale. Senza uscire orn in pronostici sulla espansione elettorale che possa conseguirne a libernli e radicali, si è tuttavia vel'lficato qui un chiarimento ana– logo a quello che, senza spaccature di partito, si è ormai iniz-iato all'interno della DC. Diciamo pure la parola: il J V55 è s_t; :i.tò l'anno della svolta «radicale» jtaliana; non tanto pel'ché ne sia uscito un nucleo che porta specifi– camente questo nome, ma perché questo si può adegua– tamente adoperare per qualificare J'jndil'iz-:;,o generale della politica di govern'.J oltre j1 quadl'ipartito. Questi 1·iconoscirnenti erano doyuti, ma è ora d'indi– carne i li'niili. Il « bipartitismo »✓cui abbiamo accennalo è solo una tappa in un processo cli democratizzazione, che in Italia giungeva, e giunge in ritardo sui dati interna– zionali e sulla coscienza pubblica, da molto tempo matu– rata, dell'anacronismo quadripa.l'tìtico. Si è compluto un injziale aggiustamento, e dobbiamo felicitarcene. ]\'la dob– bian,o 01·a. inserirlo entro più vaste «costanti» della no– strn. politica del clopoguena. Da questo punto di, vista, Note ro,nane M AN .MANO che /'atmosfera politica, pur nelle ferie natalizie delle Camere, s'è andata ·Surriscaldando, \U1a sede cli quesjti di natura, per così dire; p.iù ideologica che p'olitica si sono posti per i responsabili del governo e della coaliz:ione quadripart.ita. Questo ministero - ci si è chiesti ~ è politicamente e ide-vlogic~mente im– pegnato all'attuazione di una pai·te ciel programma del governo Scelba ovvero è libero, senza pregiudizio per Ja sua stabilità, di regolarsi diversamente quando il farlo, come nel caso della legge delega per gli statali, meglio corrisponderebbe ai pl'incìpi inforrnat-Jri del suo pro– gramma? Ne hanno discusso un po' tutti e pare che anche il consiglio dei ministri abbia preso in esame, prima di Natale, ·la delicata questione. Secondo alcuni sarebbe stata jnteressata alla cosa anche la presidenza della Repubblica, ma né da questa parte né da altre è venuta una 1·isposta chia1·a e precisa. Il rigomso 1·iserbo celerebbe incertezza di posizioni e di ra.pporti di forza a.ll' intemo della coali– zione govenrntiva e, forse, anche confusione e antitesi di prnpositi e di metodi. Alcuni giomali governativi - tra i quali La Stampa - hanno detto che, per oonto loro, Segni non è vincolato agli impegni cli Scelba e che, per– t.anto, egli è libero di r·inunciare al criterio della delega, ove l'accoglimento conduca verso lidi sgraditi. Pratica– mente, è stato giudicato pili confacente agli indirizr.i del goven10 in carica il democratico ricorso a.I pai-lamento. Di questo avviso, tutto sommato, si mostrano anche i sindacalisti, ma mentre quelli della CGIL, nel sostenerlo, si preoccnpano di dire in anticipo che, se all'eventuale ed ormai probabile ricorso alle Camere si d·vvesse giungere, ciò avverrebbe senza colpa del gabinetto in Cal'ica, i sin~ clacalisti democristiani della CISL non fanno tante clistin. zioni e sl}.ingono a più non posso perché Segni chieda una «proroga»; il loro rec-,:mdito propositi panebbe quello di provocal'e una votazione di fiducia: superandola, le tesi politiche di Scelba farebbern ancora testo; non superan– dola sarebbe la Cl'isi. In ogni caso, Pastore ed i suoi amici cli « F·orze Sociali» si considererebbern soddisfatti. Il do– mani J1on li preoccupa; considevano gli impiegati dello Stato, professori compres.i, una massa. di mf\novra; a loro interessa il diluvio. Durante la campagna. elettoni.le del 1953 fu notato un po' da tutti, e persino dalla. stampa straniera, come certi rnani.festi e ce1-te prese di p•Jsizione democristiane sem• brassern fatte a posta per portal'0 acqua al mulino degli opposito1·i della « legge-trnffa ». Si diedero del fatto mille e una spiegazione, ma si dimenticò di dire che quello ac– cadeva., pvobabilmente, perché la propaganda dell'opposi~ zione contro la sopraff_a.:t,ione minacciata con ranticlemo– c"l·atica « maggiol'il/:i.ria. » era largamente penetrftta nella coscien:;,a. popolarn. Ora, nwntz·e giù. si sfogliano a. Monte- (91) 11uova rc1rnbblica quanto più la democrazia cristiana si dispone a realiz– .za.re gli aspetti pl'Ogrnssivi del suo pl'ogramnrn, tanto pi1\ es:sn deve Lue i conti con un suo elettornto, che è (in sede di analisi la tesi di Pella è giusta) assai meno in– ti-epido di questo governo caltolico-raclicale. A qnesto punto è qui11di da clomancLnsi se la DC sia in grRclo cli proseguir·e sn una via che le, allontana una parte dei ceti dcll'« Ndine cosliluito », anticomuni:sli pei· definizione e per tenore ac1·it,ico, o per ben consaputi interessi. Indub– biamente l"incliriz-zo cattolico-J"aclicale non vorrebbe lav'.:,- 1·aré per Ne,nni, ma per se stesso; quale costo, .in tel'mini di 1·ipresa anticomunista, .dovr·ii 01·a pagal'e la DC per soddisfare la massa df'gli elf'ltori 11011 J"adicali che lia sem. pre costituito la sua pit'1 larga base di consensJ? Jl di– sco1·so stess•.J del l'ontefice, che chiede ai cattolici cli non combattere jl comunismo nel semplice {01"0 j1Jle1·io1·e,ma nelht aperta milizia politica, lascia. diveder·e che la DO, o non poll'à. proseguire a ltrngo sulla. via intri1prnsa, o andrù incontro ad interne difficoltà, non svio suscitate dalla sua 1·appresentanza cli ben individuabili celi econo– mici, ma eia polent i sfrati clP1·ic;:i,J-i. e HE T 1 CO' fare l' « apertul'a a sini~tl'a. », que8tO i;;tru- rnento i·in~latosi efficace al passaggio dalla. fase caUolico-libei-ale di De Casper·i a quella caHolico-l'adicale di Segni, che può fare l"<1pertura a si11i;.,ha per forzare qnesUt i;;itnazione? l'er il momento, la battaglia pet il piano Vanoni è la sola che possa decidere la situazione, e obbligarn la DC ad assumel'e tutte le sue responsabilità. Anche q~ii, il piano è suo, al modo stesso che la legisla– zione pet· gl'idrocarburi o quella tribntaria (sebbene por– tino altl'.i nomi e debbano accreditarsi ad altri progettisti) è passata sotto la sua egeroonia nella coalizi"vne di go– verno. lHa il « piano Yanoni » 1;aggiunge radici assai più profonde di tutto quanto si è fatto quest'anno; e costitui~ sce un caso spec.ifico, di cui il PSI è in gi-ado di dare un·jnterpreta:.-;ione di\·ersa da qnella pJ'lldenzJalmente bor– ghese dei professori di economia che hanno assistito il mi• nistrn del bilancio nella sua formulazione. Non si fa Utl' piano cli massima occupaz-ione, in regime democratico, senza la collaborazione e il controllo della pRrte jntercs– sata., che è rapp1·escntata da una CGIL - la quale ha di– mostrato quest'anno le sue gi"Dsse possibilità di respiro, dopo l'episodio FIAT -, e da pa1titi di sinist1·a il cui po– tere elettorale non pre\·ede recessioni. Il PSI ha ancora una volta l'occasione di guidare la politica italiana, e, que– sta volta, in modo nltrimenti p1-0fonclo che nel 1955. Sotto la sua spinta, la stessa DC o si trasforma o si spezza.. Poterlo dire ora, a dicembre del '55, è la con– clt~sione più positiva di un bilancio politico ..deffanno. ALADINO cit:ol'.io le margherite della Cl'isi e mentl'e le aspiranti al vedovato volontario si preparano al pianto, si ha nnoJva .. mente l'impressione che jJ governo si stia adopera:1clo, suo malgrado, per creare l'atmosfera psicologica. del suo 1·ove– sciamento. La « quinta colonna» dei ministri fanfaniani si è messa all'opera: il guardasigilli j\,foro - al quale, uni– tamente a Taviani, si deve se le competenze dei '1'1·ibu– . nali milital'Ì non furono modificate nel senso volL1to dalla Costituzione - si è messo nuovamente in vista col cli– spotlco ed arbi'hal'Ìo p1•ovveclimento contro il giudice Gial– lombardo, prjma trasferito percbé, a quel che dicono tutti alla Carnera, ern andato troppo innal1zi con le indagini sui traffici ,·alutari degli esponenti democristjan.i e, pOi, deferito alla Corte di disciplina perché, lamentando di essere stato c-vlpito peJ" ragioni politiche nell'esercizio delle sue funzioni, avrebbe determinato - secondo il parere del ministro - « gravi e infonda.te accuse al go,·e1·no ». Come se non bastasse, nell' cntoiwa.ge del ministro Go– nella, incadcato dì condune in porto la rifol'ma della burocrazia, si va affermando da tempo che il varo Pelle sue leggi sarebbe sicuro e poco ci sal'ebbe da ·preoccu .. parsi dell'eventtrnle alla,·gamento dello sciopero degli sta– tali. Mal ricopiando Giolitti, gli sì fa dire che gli sciopei-j, alla fine, si spegneranno mentre la riforrna della burncra~ zia sarebbe un fatl'o compiuto, incancellabile. Mo1·0 e Gonella si pt·esentano, così, come d11e tipici esempi di ministri che non si rendono ben conto di quanto pro(onclamente sia radicata nella gente comune la co– scie,ùa dei propri diritti. PR.-:;si per Moro, ma per Go– \lella - anche se una cl'isi di governo gli pia.cerebbe per le possibilità. che gli verrebbe a schilldere di una presi– denza. del Consiglio - non si capisce perché si ostini nella falsa luce delle mezze posizioni e non esca., irn·ece, aJ– l'aper-to a far vedere che, vera.mente come dice, egli non è pilt quello del tempo .in cui, segretatio politjco della DO, propose e patrocinò l'adozione della « legge-trnHa ::i,. La sua stessa dottrina Teligiosa gli rie-arda che « errare humanum est, perseverai·e diabolicum », che rnu\. volta compiuto lo sbaglio occone a,·el"e l'onesb\. e il coraggio della confessione, · A par-t0 tutto, per qnanto concerne lo sci•.Jpero degli stata.li, il ministro per la riforma. burocratica fan't. bene a leggersi su « L'unità. dei lavo,:atori e la rinascita del– l'Jtalia. » (un libro curato da Augusto Ma,:;trangeli e An 4 ton io Tatò e pubblicato dall'edil1·ice «Lavoro», quale è la posizione della CGIL rigua1·d-J alla difesa dei diritti civili e sindacali dei pubblici dipendenti: considerandosi che la limitazione, o peggi•J, l'aboli~ione delle liberh\ sindacali (come i sindacalisti assicurano che sia negli ~copi dello statnto giuridico attual111e11te jn discussione l'l.,l « pa.da – mentino » cli Palaz:zo Vidoni) mine1·ebbe tutto l'edificio delle libertà. democratiche italiane, oYe le forze dei pnb– blici dipendenti non fossero sufficienti a fat cambiar rotta al governo, si Rggiungerebbel'O ad esse qw"lle cli tutte le altre categorie di la.yoratori, fino alla proclan1a.zi •J11c ch,J!o - sciopcl'O genel'l 'l.le. *

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