Nuova Repubblica - anno III - n. 37 - 20 novembre 1955

2 , veri6candosi il caso, i parlamentari di sinistra promuove– ranno una battaglia contro· l'arresto di una spia, o di un cittadino imputato di spionaggio. Ma non tanto questo ci preoccupa, quanto la crea– r.ione di un precedente estremamente pericoloso. Fino ad ora nessun goveino aveva avuto il coraggio di promuo– vere una legge nettamente anticostituzionale, anche se nella prassi la Costituzione è stata ogni giorno disattesa o violata in base a una legislazione non riyeduta. E' la pi-ima volta, crediamo, che viene cacciato un cuneo nella Costituzione e proprio in questa occasione le sinistl'e, che ogni giorn·o si proclamano difenditrici strenue del dettato costituzionale, che hanno condotto anche una bella e abile battaglia fino all'ultimo momento contl'o il progetto di legge !lforo che tendeva a violarlo, proprio in questa occasione esse si buttano bruscamente dalla . parte dei violatori della Costituzione, col pretesto che, agendo altri– menti, alcuni loro uomini potrebbero essere arrestati. Quis custodiet custodea r A difendere il principio costituzionale sono rimasti .pochi deputati: i repubblicani, i· liberali Villo.bruna e Di Giacomo, qualche socialdemocratico, il monarchico Degli Occhi, un gruppetto abbastanza folto di democristiani. No– vantasette deputati in tutto. Bisogna dargliene atto, pro– prio qui dove spesso ce la pre;.diamo coi « minori >. Intan– to il Paese, perplesso, disorientato, si chiede se i furbi sono proprio !urbi, o se lo sono così poco da fabbricarsi con le Jorn proprie mani le trappole nelle quali poi cadono. PIERO CALEFFI Caleffi ha espresso assai efficacemente in questa nota il disorientamento e la perplessità che in molti uomini di sinistra (comprnsi numerosi nùlitanti del PSI) ha suscitato l'improvvisa ed imp1·evista conversione a favore della legge Moro da parte di socialisti e comunisti. C'è un precedente, in Italia, che non deve mai essere dimen– ticato in casi come questo: ed è"il precedente dell'art. 7, allorchè i comunisti, per un calcolo puramente tattico che si dimostrò successivamente errato, consegn•arono la neo– nata repubblica italiana all'offensiva clericale, con la immis. sione in blocco nella Costituzione del Concordato musso– liniano (come si ricorderà-, il voto comunista fu allora appunto determinante, e ,·enne deciso da Togliatti per evitare quella rottura governativa e quella estromissione dal governo che De Gasperi riuscì ad attuare, al con– trario, subito dopo, valendosi dell'enorme rafforza.mento politico conseguito appunto alla sua vittoria). Ogni volta che le sinistre italiane si mettono a fa.r le « furbe~, la ·gente semplice comfocia a preoccuparsi: e teme, non a torto, che abbiano a ripetersi le medesime conseguenze che seguirono l'approvazione dell'art. 7. Questo desiderio di lealtà., di chiarezza e di disinte- 1·esse, che giustamente gli ·uomini di sinistra chiedono ai partiti rappresentativi di istanze rinnovatrici Ò addirittura. rivoluzionarie, è perfettamente legitt.imo ed esprime coe– t·enza. morale: sicchè ci sembra assai fuor di luogo che il «Contemporaneo>, con l'abituale acidità e sufficienza, scagliandosi contro certi organi di stampa che hanno .espresso, in questa circostanza, le stesse considerazioni di Caleffi, non trovi di meglio che esaltare la morale comu- . nista, che si accordava col re e con Badoglio per raffor– zare la lotta di liberazione, rispetto « alla morale dell'azio– nista che preferiva la divisione del popolo e l'inazione piuttòsto che la rinuncia a una astratta posizione di .p.rin– cipio >.· Ho forti dubbi che chi ha vergato queste belle righe non abbia avuto occasione di sperimentare di per– sona lo spirito d'inazione e di rinuncia da cui sarebbe stato animato il movimento azionista allorchè sérisse fra le più gloriose pagine della Resistenza: e quanto al capolavoro diplomatico di Togliatti con l'accordo di Bari, ci dispiace di conferrriare a tanti anni di distanza il giudizio che ne 'demmo allora, che esso fu lID grave atto di debolezza, che fiaccò la volontà di lotta e indebolì il significato rivo– luzionario del movimento di resistenza, che.infine fu all'ori– .gine dei molti successivi equivoci per i quali la deposizione della monarchia fu ottenuta soltanto col referendum del I 946 e· furono immobilizzate molte altre possibilità di trasformazione immediata del paese sul piano politico– sociàle. Tutto ciò premesso, resta però da vedere se - nel caso dei tribunali militari - l'atteggiamento tenuto dalle sinistre (sembra, per iniziativa di Nenni) sia sta:to o no veramente errato. Su questo punto di fatto, non mi sento di essere completamente d'accordo con Caleffi. Se vera– mente vi era il pericolo che la Ìegge Moro venisse respinta. (per il voto contrario o l'assenza di molti deputati del cen– tro), e che di conseguenzà venisse ripristinata la giurisdi– zione militare anche per i reati d'opinione, mi par difficile contestare, in sede politica, la necessità di evitare un tale risuJtato: e ciò non soltanto per difendere i militanti delle sinistre in pericolo d'incriminazione (difesa del resto dove– rosa da parte dei partiti che li ra.ppresentano), ma anche per l'evidente considerazione che, in prossimità della lotta elettorale, al governo si sarebbe ·lasciata. una formidabile arma d'intervento contro la polemica. dell'opposizione. Il dubbio può sussistere, se mai, in altro senso: che cioè l'azione dei socialisti volesse avere piuttosto un ca.rattere dimostrativo sul piano della politica dell'apertura a sini– stra: in questo caso, è fuori dubbio, si tratterebbe di tatticismo deteriore, poichè - come tante volte si è detto - ·non può esistere apertura a aini11tra sulla. base di c-om– pròmessi di qua.lsiasi specie sui principi essenziali di egua– glianza giuridica e di libertà pubblica. Tuttavia, non sem– bra legittimo dare un'interpretazione di questo genere a un atto di mera convenienza politica., che non mi pare abbia compromesso ulteriori possibilità di attacco data la. chiara e coerente azione svolta in questa occasi~ne dalle sinistre per l'applicazione totale del dettato costituzionale. Non si vede pei·chè, infatti, il problema non possa essere posto davanti alla Corte Costituzionale alla prima occa- B1b1oteca t:i1no 1anco · l_jETTERE AL CONVEGNO DI LUSSO MILANO, 7 novembre Ca,·o direttore, il convegno nazionale della stampa studentesca, svol– tosi à Roma nei giorni 4, 5, 6' novemb ..e, è servito se non altro a lare un po' di, luce sull'attività: semiclan– cle.-tina del Segretariato nazionale della gioventù, ente morale che ha fìnora prevalentemente svolto la sua azio– ne à favore della gioyentù operaia e contadina. Il pro– gramma del convegno preYedeva ·- per. i primi due giorni - due relazioni, svolte rispettivamente da Bartolo Ciccardini (ex direttore di « Terza Genel'azione ») e Luigi Pedrazzi. Il teno giorno ha avuto luogo invece la premia– zione dei giornali partecipanti al I Concorso nazionale stampa studentesca, organizzato dal medesimo Segre• tariato. E' da notare l'ottima 01·ganizzazione disposta con lar– ghezza di vedute e di mezzi dal Segretariato stesso, orga– nizzazione che ha--permes~o per la prima volta alle reda– zioni di circa 110 giornali studenteschi di incontrarsi. No– nostante queste favorevoli premesse - da una parte la buona volontà, la correttezza e la larghezza di vedute del– l'ente organizzatore e dall'altra la foltissima partecipazione cli redattori - non ci pare che il Convegno abbia avuto sviluppi degni di grande rilievo. Delle due relazioni, la, prima, svolta. dal dott. Ciccar– dini, faceva un esame obiettivo e pacato del movimento studentesco, esaminando le esigenze sentite dagli studenti e gli elementi di critica alla struttura della scuola apparsi in questi ultimi tempi sulle pagine dei giornali studen– teschi. La. seconda relazione, curata dal prof. Pedrazzi, verteva su di un tema. di grande interesse: le insufficienze ·della scuola e l'atteggiamento psicologico dello studente di fronte ad essa, l'indirizzo della scuola attuale e le prospet. tive di un'iniziativa studentesca nel suo seno. Due rela– zioni assai brillanti che però non hanno fornito ai presenti" una materia viva e polemica su cui discutere. · Si sono infatti registrati interventi fiacchi o estranei al tema del convegno, e ben raramente si è accesa una. d.iscussione centrata sui problemi di fondo del movimento studentesco. Non sono mancati d'a.ltra parte gli inciampi· procedurali - e questo non• per colpa del Segretariato ma per colpa. di studenti che tenevano ad ogni costo a tra– sforn1are il convegno in un congresso votando mozioni. Questa iniziativa incontra.va l'opposizione del Segre– tariato, che non poteva dare nessuna garanzia sul sistema seguito nel fare gli inviti_,né, poteva procedere per ovvie ragioni ad una rigorosa verifica dei poteri. Il èonvegno, in una parola, al di fuori del grande interesse tecnico delle due relazioni, non ha offerto quasi nessu~isodio di discussione e di « incontro > fr/,, i re– dattoii. Anzi, molti di essi, hanno rimpianto certi convegni regionali organizzati alla garibaldina una. domenica mat– tina, senza rimborsi spese, né albergh"i in eui fare gazzarre notturne, né giri turistici della città . L'unica cosa notevole che si è potuta. constatare nel corso del convegno, è stata. la correttezza e la buona fede del Segretariato della gioventù, su cui erano stati avanzati seri dubbi (lo si era confuso con Ermini o con qualche longa manus di Gedda), e la presenza di un'iniziativa che pur partendo dall'alto potrà sicuramente giovare al mo– vimento studentesco senza lederne l'autonomia, Per quanto riguarda la premiazione, segnaleremo il riconoscimento toc– cato a e Il Portico >, periodico assai vicino agli ambienti giovanili di Unità Popolare. Sta ora. agli studenti il compito di fornire al Segreta.– dato i dati per un'azione valida di appoggio e di fiancl.eg– giamento del movimento studentesco, a.zione che, se con– dotta con larghezza di vedute e spirito liberale, potrebbe essere suscettibile di favorevoli sviluppi. G. C. B. 805 DOLLARI BOLOGNA, 27 ottobre Caro Codignola, si dà il caso che solo ora, a qualche tempo di distanza dalla sua pu,bblicazione, mi capiti di leggere sull'ultima pagina del tuo giornale uno scritto riguardante il Centro di Bologna dell'Università Johns Hopkins. Lo scritto (con– tenuto nel numero del 22 maggio) mi ha colpito e mi ha persuaso a scriverti, più che per l'inspiegabile violenza e animosit,\, che possono annidarsi anche dove meno le si aspetti, per l'imprecisione e l'ignoranza di dati facilmente acquisibili che, com() puoi constatare, formano un Jam• pante contrasto con la sicurezza del redattore. Tutto il lungo scritto è imperniato sul fatto che la « tassa d'jscrizione e di frequenza.» per tale Università am. monti a 805 dollari, pari a circa mezzo milione di lire ita– liane: da ciò il redattore deduce il carattere capitalistico dell'Istituto, la volontà imperialistica dell'America la qua.– lo per mezzo del Centro di Bologna della Johns Hopkins sione da qualsiasi cittadino, o davanti al Parlam~nto dalle sinistre, quando si trovino nelle condizioni di forza per farlo. I socialisti sono stati tante volte accusati di dele– terio e sterile massimalismo: faccia.mo attenzione a non accusarli di opportunismo, ogni volta che cercano di inse– rirsi, sulla base di un calcolo di forze, nel gioco politico immediato., . T; C. (85) JUJova repubblica DIRETTO.RE University p·repara. i quaclri della. sua politica di guerra io Jj:uropa... _ • Caro Codignola, non ho ben capito una sola cosa: se il tuo redattòre proviene da una recente c~isi nelle file dell'estrema sinistra, oppure stia facendo pratica, sostenen– do «.ragionamenti» di cieco anti-americanisrno, per esservi ammesso. In ogni modo, giacché il pezzo è st;,_to pubbli; cato sul tuo giornale, e giacché alcuni lettori hanno avuto sulla Johns 1-Iopkins University solta11to quella informa– zione,. ti prego di pubblicare questa nota a rettifica di quanto è scritto nel suddetto articolo. ta < tassa d'iscrizione e di frequenza > in un'univer– sità americana privata - e private sono le maggiori uni– versità americane; da Harvard a Columbia, da Yale a Johns Hopkins - ammonta. a circa ottocento dollad, i quali possono sembrare molti a. chi ha un tenore di vita dieci volte inferiore, soprattutto se questi annette a. tale iscrizione lo stesso valore che si può annettere all'iscrizione alla scuola media. Comunque, il sistema universital'iò ame– ricano è quello che è, vale a. dire ottimo: e non credo che gli americani aspetterebbero le osservazioni del tuo redat– .tore per impugnarlo, se ne fossero scontenti. Si sa bene che tutti i popoli, politica o no, sono uguali quando gli si tocca la borsa. Per ciò che riguarda la Johns I-Iopkins University, la quota d'iscrizione e di frequenza non poteva essere di– versa per il Centro di Bologna e per la sede centralé di Baltimora, nel Maryland. All'estero, infatti, le spese uni– versitarie sono ancora maggiori che in patria. Per il Cen– tro di Bologna, a me sembra tuttavia che tale cifra sia una. pura e semplice formalità, poicbè non mi risulta che un solo s tudente paghi l'intera retta: tutti infatti, di qual– sia.si nazionalità essi sia.no, godono di speciali borse di stu– dio che coprono gran parte, e in molti casi tutta, la tassa d'iscrizione e di frequenza, le spese di viaggio e di mante– nimento. Considerando la facilità con cui possono ottenersi le borse di studio, è chiaro che se uno studente paga l'in– tera retta, ciò significa semplicemente che egli vuole e può pagarla. · Mi sembra con questo chiarita l'unica obiezione degna. di rilievo del tuo redattore. Per il resto, insegnando presso questa Università, sento il dovere di elogiarne pubblica– mente lo spirito 'di studio serene e costruttivo, base di una coesistenza ammirevole tra st~denti di diversissima tradizione culturale, possibile solo dove sia fiorente una democrazia. Vorrei anzi aggiungere a questa affermazione l'invito esteso a. te e a.Ila tua redazione dal nostro Rettore, il Oh.mo Prof. C. Grove Haines, e ai tuoi lettori che s'interessano a questo centro europeo del!Università Johns · Hopkins che abbiamo la fortuna di ospitare presso la nostra. Univer– sità di Bologna: l'invito a visitarla, a. osservarne il fun– zionamento e, alla fine dell'anno accademico, a giudicarne i !rutti. Grazie dell'ospitalità. Cordialmente, Alfred-0 Rizzardi Il tra6letto pubblicato a suo tempo dal nostro giornale esprimeva una. preoccupazione, che non sembrava fuori po– sto dati gli orientamenti diplomatici della signora Luce e la presenza (allora) dell'on. Ermini alla Minerva, Ma l'ami. co prof. Rizzardi ci assicura. che quella preoccupa.zione era infondata: ne prendiamo atto volentieri, per la serietà e la competenza che gli riconosciamo. E la piccola macchina per Ì'uf– Cicio e· per lo studio privato. Fornisce un layqro di qualità 1 elevata e costante. Uniace le caratteristiche di stabilita e di . robusta struttura dei modeUi mqggiori alla. mobilità ed· ele- 9a~a .della portatile. , · · Olivetti Studio 44

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