Nuova Repubblica - anno III - n. 35 - 6 novembre 1955

Bit 2 I ITALIA POLITICA I ALTERNATIVA D GOVERNO L A rREOCCUPAZIONE della stampa conservatrice (in complesso, pressoché tutta quella « indipen– dente»), questa settimana, per la cascatella cli voti favore.voli, o nofl contrari, offerti dall'opposizione al go– verno, ha qualche cosa, insieme, cli serio e cli grottesco. }""inchè l'apertora a sinist1·a è nn'offerta, non accettata, nn'offe1·ta che si può respingere cli botto, gli uomini d'or– ùine la guardano infatti con sospetto, ma, tutto som– mato, con indifferenza; ma se essa diviene qualche cosa eia subire, allora la faccenda si fa graYc, e non si vede bene come usdrno. Niente va più per il suo verso, se l'opposizione non è più opposizione; ma se la colpa non fosse poi solo cli Nenni ·e cli Togliatti? Se fossero stati gli stessi democristiani, a far comprendere ai socialcomu– nisti che l'astensione al Senato, per esempio, sarebbe stata considerata come una cortesia tca gentiluomini? Due ca– tegorie di pe,·sone, · in questo caso, avrebbero ragione di 1·isentirscne: gli uomini degli < ambienti economici>, an– zitutto, perché possono presumern che, con l' astensione delle sinistre, la DC possa per avventura varare sul serio un piano Vanoni che, in questo caso, inciderebbe davvero sui profitti; e i partiti minori che, stando alla interpreta– zione cli un autorizzato portavoce, ranfilo Gentile, hanno pur diritto cli domandarsi: e chi ce lo ha fatto fare cli comprometterci ancora una volta al governo, quando c'era qualche cos~ cli meglio da rosicchiare, presso l'elet– torato, dall'opposizione? Al di là cli qnesto sgomento e di questa ipocrisia, ]'avvenimento n,erita tuttavia, ci sembl'a, un commento approfondito, in due sensi: la tattica dell'opposizione, cli non giocare al massacro del governo Segni, rappresenta davvero un'alternativa politica? E in secondo luogo: quali '}Jossono esserne gli sviluppi? Nenni ha detto a Milano che il voto o !'.astensione, in sede di bilanci, a,·eva il valore cli un credito prohmgato al governo, sincbè questo abbia a mettersi all'opern sulle cose serie: politica di occupazione, legislazione costiti1zio– nale, riordinamento ciel settore pubblico cieli' economia ; quanto ai lt-ibunali militari, i socialisti scelsero il meno 11eggio, e, una volta deliberata questa tattica, la vollero seguita letteralmente dai comunisti, per non dar lòro oc– casione all'accusa cli un'arrendevolezza colpeYole dinanzi aù una n1isura !egislativa incostituzionale, ma peggiorar bile nel senso richiesto dalla destra. In concreto, Nenni non si è lasciato scoraggiare dagli argomenti gii, cari a.I giovane democristiano Malfatti, per il quale l'approvazio– ne socialcomunista su s.ingoli tenti, « sulle cose concrete », ol'a da. respingere come insufficiente; ha incominciato a praticarla, ecl ora sta a vedere quel che ne possa venir. fuori. Più o meno recalcitranti, i comunisti seguono. Nenni sa cli potere condurre lui, oggi, la regia dell'opposizione. Un tempo, anche in sede internazionale, i socialisti ernno · guardati con sospetto, nel mondo comunista. Uomini come Rakosi li accusavano cli dividere il proletariato, almeno virtualmente. Oggi la politica cli distensione legittima «•più voci~ socialiste, e conferisce ad un socialismo dì si– nistra una qualificata iniziativa che i comunisti, anche se piacesse loro (una volta, così, per provare) consultare Mosca, non senti.-ebbero né disprezzàre né disapprovare. Offrendo dunque il suo soccorso ai democristiani, Nenni sapeva di muoversi in modo autenticamente autonomo : nessun patteggia1nento coi den1ocristiani, nessun cedimen– to ai comunisti. Ha fatto un'aperturn al centro, non si sa se del tutto spiacente ai primi, e del tutto piacente ai secondi. Si ripromette probabilmente di raccoglierne frutti a distanza. Noi non siamo, è bene dirlo, affatto scandalizr,ati da questa pro'cedura. Che l'opposizione regali qualche cosa al governo, nel momento in cui la maggioranza del governo si squaglia, è certo un fatto bizantino, ma aderisce alla natura dei partiti e degli schieramenti italiani, e soprat– tutto alla realtà delle cose, dove, per essere fedeli al pro– gramma cli Napoli, è fatale che i democristiani si appog– gino eventualmente ai loro stessi avversari. Il voto alla Jegge M_o,·o è assai piè, discutibile che Nenni non creda, né gli sarà facile metterci rimedio con l'appello alla Corte Costituzionale. Ma ormai è fatt .., ecl è inutile ritornarci &u. Noi ci daremmo pensiero d'un'altra cosa: ciel carattere «molle» cli questa tattica; una tattica, cioè, senza con– tropartite, senza evidenti contrappesi dialettici. Per fare un esempio: i socialclemocratici tedeschi hanno approvato all'unanimità, con gli altri parlamentari, che Aclenauer abbia ottenuto a Mosca la restituzione' dei prigionieri; ma non per questo hanno smesso cli contrapporre alla politica estera ciel Cancelliere una. contraria politica estera. E' a queste condizioni che un voto favorevole dell'opposizione rinvigorisce !'-nziché inclebolirn, perché, mentre permette di decifrarvi fonclamehtali preoccupazioni nazionali, non manca mai in esso il lievito di una alternativa per il futuro. Nei voti della settimana scorsa non esiste.va nulla cli questo genere, ma, da un lato, una preoccupazione certo umanissima di portru·e il governo in un'ama più spÌl'a– bile di quella degli agguati della destra democristiana il che è onesto ma non politico; dall'altro, la volontà cli ;ro– lur.gare a qualunque costo i giorni del ministero Segni, pet la preoccupazione cli un rilancio di Pelta o cli Scelba, c~e certo 1·appresentano qualche cosa cli assai meno posi– tivo, ma che rischiano cli riemergere anche più facilm~nte, per poco che Segni abbia l'aria cli lasciarsi sedurre dalle lusinghe della sinistra. Il nostro parere è allora che anche questa tattica possa essere buona, ad una condizione: che sia il sostegno cli una pblitica, di un programma, perciò noil di una rnaggioranza di rica,nbio, n1a di un'alternativa di go– verno: l'inizio, cioè di una piattaforma elettorale. Alti-i– menti c'è rischio cli operazioni purnmente verbali, e cli un autentico regresso dell'apertura a sinistra. rer rendersene conto, conven,, riflette· che nel no– stro paese esistono, certamente, due maggioranze; quella « stabile e omogenea» democristiana (né stabile né omo– genea, come si è visto), e quella virtualmente autentica, che ,-a eia Vanoni e La Malfa a Nenni, e che sebbene non omogenea è però seriamente pO$Sibile, nel senso che può coagularsi intomo a concordi soluzioni di gradualismo ri– formista. Noi, sia eletto cli passata, non le disprezziamo affatto, se esse presentino anche modesti risultati rivolu– zionari, come potrebbe essere quello dell'autonomo costi– tuirsi cli un settore pubblico dell'economia, e di pochissime nazionalizzazioni, quelle ad es. dell'energia e dei telefoni. Tuttavia è eia domandarsi se questa seconda maggioranza nazionale, che è nelle cose stesse, possa davvero costi– tuii-si oggi, senza togliern ogni nerbo all'opposizione, e senza rendere astrnttamente. acrobatico il gioco parlamen– tare: senza, per di più, scuotere davvero la DC dal suo agitato torpore. La domanda cbe pertanto vogliamo rivol– gere soprattutto ai socialisti •è: con quale programma, con quale indirizzo generale intendete presentarvi alle elezioni amministrative? Avete qualche cosa di meglio, cli più impegnativo eia offrire al paese che i sorrisi tattici alla democrazia cristiana? rerehé l'operazione dell'appoggiò a Segni ha indubbiamente una portata di adeguamento in– ternazionale, in sede di politica interna; ma nelle forme in cui si è incominciato a verificare esso ha qualche cosa di estrinseco e di meccanico, che non permette cli scor– gervi un avvenire. Vorre,nmo, su questo punto, essere n1e~ glio -rassicurati cbe non dal neretto dell'Avanti!, nel quale si diceva che il PSI non ha la funzione cli favorire gli scel– bini, e perciò sostiene Segni. Il PSI, noi crediamo, ha la precisa funzione cli un partito socialista. ALADINO Note romane °L,'EX _CAMER~ERE di ~itler sta i~formando i lettori .J..1 dei g10rnah governativi che -H1tler - con poca creanza parlando - tra le tante manie, aveva anche quelle cli « far raffreddare> gli ambienti dove avrebbe preso la parola in pnbblico e di prendere la simpamina, come l'« insonne:> ,cli Palazzo Venezia. L'on. Fanfani - l'l]J!costamento è puramente casuale - prende la simpa– mina, ma quanto a rafircddare gli ambienti, per dirla, alla tedesca, è selbstiindig, cioè fa lutto da solo, e, ad onor del vero, vi 1·iesce anche bene. In Sicilia, qnando prese la lodevole abitudine cli impostare i comizi elettorali sulle bar~ellette anzichè sul programma politico del suo partito, si guadagnò il nomignolo cli frigidaire, ma dopo il discorso cli Marciano, dove il 30 scorso parlò agli aclisti toscani, lo hanno addirittura soprannominato « il piccolo iceberg della politica». Una sorta cli robot al ghiaccio, per intendersi. Poi s·è saputo che il segretario democristiano assorbe il suo humour dal capo dell'ufficio attività cuiturali del partito, non meglio noto che come Mimi Falclella, che è l'unico col quale, oltre alla sua famiglia (per la quale, a sua lode, Fanfani stravede), egli ami intrattenersi e l'unico che sap– pia tenerlo di buonumore; allora tutto s'è spiegato. La let– teratura ha avuto i « giullari cli Dio> che ebbero l'influsso che è noto nella poesia sacra; oggi abbiamo il menestrello di Fanfani che « Ol'ienta > gli indi.rizzi politici della DC. . Certo è che a Manciano, Fanfani le ha ha elette grosse quando ha toccato il tasto della « maggioranza precosti– tuita del governo» cli fronte al compiacentissimo ecl edu– catissimo pubblico cli aclisti che stava ad ascoltarlo. A parte tutto, a parte i voti dei socialisti e dei comunisti in virtù dei quali soli il governo Segni è riuscito a supernre la meta dei bilanci, il segretario cli Piazza del Gesù avrebbe dovuto ricordarsi che a meno da una settimana dal mo– mento in cui parlava - precisamente il 4 novembre - si sarebbe tenuto a Bologna il congresso nazionale delle ACLI. llfa se ne dimenticò o non volle ricordarsene e così, serissimamente, fece il discorso della « maggioranza preco– stituita ,. proprio a coloro i quali, dissentendo su alcuµi punti fondamentali del programma del ministero e della DC, sono indicati a l\Iontecitorio come quelli che possono Yeni.rsi a trovare, da un momento all'altro, nella condi– zione cli mettere in crisi sia il governo che la DC. Detti molto in sintesi, i fatti ignorati eia Fanfani sono questi. Le ACLI, pur essendo un'organizzazione cattolica giudicano il programma sociale del governo e quello demo~ ci·istiano inadeguato alfe necessità nazionali. L'on. Pen– nazzato, che delle Acli è il presidente, è sì un deputato democristiano, ma poco alla volta, nelle ultime settimane, è diventato il leader cli un certo gruppo cli parlamentari i quali - come hanno scritto sui loro giornali ~ aspettano il governo alla « prova del nove » della legge sui patti ~grari. Fanfani, d'accordo con Saragat e Malagodi, ha imposto a Segni l'abbandono del principio della « peren– nità della giusta causa»; Pennazzato (e con lui le Acli (85) nuova repubblica toscane, e~iliane, lombarde, piemontesi, venete e pugliesi). ha già detto - e, se non lo ripetesse a Bologna, ci si tro– verebbe in presenza cli uno dei più clamorosi scandali poli– tici - che non approverà decisioni ciel governo che ledano gli interessi dr «_milioni cli lavoratori agricoli». La storia della « maggioranza precostituita> raccontata <1gl i aclisti toscani pare, ·clunque, proprio una barzelletta. Ma c'è cli più. Fanfani - e qui la commedia sfiora i li– miti del dramma - non s'è reso conto che lui, capo della famiglia democristiana per essersi autodefinito il primo erede di De-Gasperi, 100n si è reso conto che si trovava in presenza cli figli e nipoti sull'orlo della riqellione. Lui di– ceva di guardare ai voti comunisti e socblisti con « in– differenza e senza gratitudine, perché non richiesti e non necessari» e quelli si accingevano, quatti quatti, ad impo– stare i lavori ciel loro congresso nazionale sul problema dei rapporti tra cattolici e comunisti. Dopo la prima confe– l'Cn~a di Ginevra, !a parola d'ordine di n1olte organizza– zioni cattoliche - Acli comprese - per quanto concerne la soluzione cli quel problema è stata « gradatim », che vuol dire un poco alla volta. Al cong,·csso di Bologna, in– fatti, si vorrebbe compiere un passetto in avanti verso la soluzione. rennazzato resta presidente, ma assistente ge– nerale ecclesiastico, al posto di rn.ol\ 13. Civarcli, sarà mons. Quad1·i il quale, a quanto si dice, sarebbe un « moderni– sta» ecl uno cli quei prebti piuttosto disinvolti in fatto cli rapporti coi marxisti. Un altro particolare che è impor– tante mettere in luce è che renno.zzato si appoggerà su un vicepresidente di nome Labor, 'lnello stesso esponente delle Acli lombarde al qnale essendo stato chiesto, una volta, se nei circoli dell'org::1nizzaz.ione potessero essere amn,essi i comunisti - gli « scOTnunicnti > - rispose scn 4 za esitare: « Possono entrare tutti. Anche i comunisti >. Oltre a tutto quc3to, non pt1ò certo dirsi u n c~so che la rivista ufficiale dc!!e Acli, Azione Soci -O.le, proprio alla vigilia ciel congresso, abbia _pubblicato larghi brani di un libro cli Jaques Lcr,lercq intitolato Il senso della st01·ia nel vensicro cristiano. Vi si afferma - in evidente polemica con gli orientamenti cli piazza ciel Gesù e, a conti fatti, anche con quanto ebbe a dire Segni nel suo discorso alle Camere ne! luglio di quest'anno - che il problema dei rapporti tra cattolici e comunisti non è impostato in modo i;iusto dai primi. « Ciò che si scri,·e del comunismo negli nmbienti cattolici - vi si logge testualmente - dà in ge– nere l'impressione che il primo· scopo del comunismo sia quello di dfr;trngg0re la religione. Così credono la n1aggior pnrte dei cattolici e specialmente il clero. Poiché la loro preoccupazione è prima cli tutto religiosa, la prima que– stione posta in present.a di qualsiasi movimento è quella del suo atteggiamento verso la Chiesa. Quando si parla cli vittorie comuniste in Cina, nelle nostre pubblicazioni - afforma Leclcrcq - ci si preoccupa quasi esclusiva– mente di vedere come i missionari e i fedeli vengano trat– tati; nw n<rn si p'.msa-che--i-ca.ttolic.Lin_ Cina i:a-12prasen– tano l' 1 per cento della popolazione e che, quindi, i loro problemi debbono_ parere molto secondari agli occhi del– l'altro 99 per cento ... ». « Per ciò che riguarda noi -- pro– segue lo scrittore cattolico - il problema primo è cli pu– rificare la Chiesa e cli liberarla dalle forze temporali alle quali ~roppi cristiani la legano. Le obiezioni più correnti che si fanno alla Chiesa non riguardano la divinità cli Cristo e ancor meno la dottrina trinitaria o quella della gra.,ia. Ciò cbe alla Chiesa si rimprovera è il "rumore dell'oro sull'altare", è il suo "stare dalla parte dei r.ic- . chi", è l'attaccamento dei suoi ministri al ciana.re: se que– sto è vero, è una corruzione; se questa è solo falsa appa– renza, bisogna dissiparla. E non la si dissiperà - si c0n– clncle molto significativamel1te - soltanto con parole e discorsi>. L'on. Fanfani non ha tenuto conto cli tutto ciò e, per for-.i;acli cose, non si è potuto nemmeno accorgere che, ad esempio, il discorso ciel Leclercq sulla Cina pone quel pro– blema alla stessa maniora con cui lo ha posto il Vicario Generale delta Diocesi di Pechino, il R.P. Simone ,vang, in un'intervista concessa a Dibattito Politico; nella quale è eletto poi che la terribile persecuzione dei cattolici cinesi - che ha impedito sinora al nostro ministero deglr Esteri cli stabilire normali relazioni diplomatiche con qneì paese - non dev'essere tanto terribile - se i cittadini <!attolici in parola non solo sono presenti in tutti gli organi e servizi dello Stato, ma vi occupano anche posizioni uffi– ciai! bene in vista. La morale politica cli tutto ciò - come si commentava sia a Montecitorio che in alcuni autorevoli circoli democristiani cli Roma - è che il «piccoletto> di piazza ciel Gesù dovrebbe o cambiare partito o cambiare menestrello. Olivetti Lettera 22 In auto e in treno in aereo e in albergo sulle ginocchia, sul tavolo d'un bar, esatta e leggera scriverà la vostra corrispondenza gli appunti di viaggio i ricordi éìelle vacanze. *

RkJQdWJsaXNoZXIy