Nuova Repubblica - anno III - n. 35 - 6 novembre 1955

B. 8 ~al? che di .bene. Lungi da. noi la presunzione che, in una, situazione per tutti più difficile cieli' attuale, non s,iamo incorsi i_n errori; è certo però - questo è il punto -:- che non perdemmo mai di .vista gli intere~si di _tutto lo schieramento opèraio. Non stiamo a ricordare, perché i nostri interlocutori non le ignorano, le posizioni e le lotte del. MLI e dell'US! contro il Patto atlantico, la CED, la legge-truffa, le discriminazioni aÌlticostituzionali il riar~ mo tedesco. Abbiamo- se_mpre. dimostrato, coi .fatti, a;.. e.be nei momei:iti .di più aspre polem'iche, che non· si p~i'ò condui·re una politica socialista ignorando che nella lotta· c·ontro gli assalti reazionari si determina - vi siano o 110n vi siano patti -· un'unità d'azione col PCI. Le ele– zioni del 7 giugno '53 ne sono la prova. Non è molto producente, ai fini della ripresa socialista e mentre in qualche modo mi dialogo generale si è aperto, continuare a_ colpire i'USI con ai-mi ormai spuntate. I rapporti. dei socialisti col ·PCI si profilano in rrioclo diverso· sécondo la politica che il PCI e l'URSS fanno e secondo la ca– pacità e nniziativa dei socialisti. ' Oggi· vi sono le condiziÒni perché l'l!nità di azione ncih_soffochi la_ funzione e 'lo sviluppo del socialism·o, eii-. minando ogni rapporto dialettico interno dello schiera– n'ìento complessivo. Interpretare questa situazione non si– gnifica, per i socìaiisti; dar rnano..: alla· canea reazionaria dell'anticonlln~isrno, · n1a assumersi èoscientement·e le fnn·– ziÒni che nel nostro Paese spettano a lor~, e_non ·ad alti·i, · perché venga arginàta e sconfitta "l'offensiva del'la destra economica e clericale. La no;trà propost11 che i so~ialisti, raccoltisi in questi anni intorno all'idea dell'autonomia del socialisn10, si uniscano per discutere fraternamente col PSI e realizzare un'intesa, tende a tradurre· in fatti le disposizioni sòrte colla nuova situazione. Considerate le· cose realisticamellte con1e esse sono, ci sen1bra che sce'n– dère su questo .teneno sia concretare· « lo sforzo di fare d'e] PSI la guidà ·del proletariato ~ del popolo ~ella lotta pèr ·1a dernoci·azia, "il socialismo,. la pace», pe.r usare le parole dell'articolo che ci occupa. Dipender,, anche dal PSI se si potranno ragginnget·e presto, lul'lgo questa siracla, quei risultati cli conrnrgenza che· Mondo opernio. auspica. VALDO MAGNANI (Risorgi-mento SocialisÌa, n. 35 dell'l ott. •Hl55) (Ilaly's news photos) (Anthony Quinn, appena tornato in America, .ha l'isolle_vulo l'<ff(JOme1_1lo delle attrici italiane, gran parte delle quali dai seni in ~vi"sta e dafle Q!.falità .hi~erpetr~tive as~a~ meno evide~ti) Cinema neo-endocrino MAtCOSTUM~ DELLA FINANZA LOCALE LARIVALSA SUL CO:NSUMI E' STATA di notevole importanza, ed ha avnto ri– flessi politici che meritano di essere notati, una manifestazione di commerc.ianti tenutasi· recen– temente ad Anca.na. Con ia legge 703 del 2 luglio' 1952, che aùtoi-izzava i comuni ad assestare i loro bilanci con l'allargamento a nuove voci delle imposte di consumo, i co"o1mercianti intensificavano la loro funzione cl.i esattori per conto dei municipi, con diritto di rivalsa, ossia con la maggiorazione dei prezzi. Una. precedente proposta del se– natore democristiano Origlia., che mira.va a fornire ai co– n:uni gli stessi introiti mediante una addizionale dell'0,75 p_er cento sull'IGE, che già gli esercenti al dettaglio paga-. vano in abbonamento, fu bocciata per pochi voti. Passò invece tra l'indifferenza dell'assemblea, in una squallida seduta di 25-30 senatori, la proposta del senatore comu-– nista Fortunati, che divenne a.ppunto la legge 703. Questa légge ha messo in moto tutta. una procedura macchinosa; le commissioni provincia.li fissano i valori delle Voci tassa– bili, i consigli cornunali fissano le aliquote delle imposte ed eventuali sovrimposte nell'ambito della legge, ed hanno facoltà di derogare dalla norma che stabilisce l'esazione a tariffa, per autorizzare il sistema in abbonamento, preèi– s~ndo poi se facoltativo o obbligatorio. Solo in qtfosto se– condo caso viene data al commerciante la magra soddisfa– zione di ricorrere, in caso di mancato accordo, ad una com– missione di primo e se necessario di secondo grado, . · Non parleremo del disagio che questa legge ha_ pro– ct1rato nel movime_nto delle m_erci a grossisti, dettaglianti, V<:tttori.Nel comune di Ancona l'amministrazione lasciò ne– gli anni '52, '53 e '54, l'abbonamento facoltativo. Nel mar. zo·_ciel '55 venne approvato invece dal consiglio comunale l'.abhonamento obbligatorio, che tuttavia il comune riuscì a ottenere soltanto da un certo numero di esercenti mi- 119ri. Con i neg~zianti di calzature e ·cqn i tessuta i, ai quali vennero chieste delle maggiorazioni dei canoni di ahbona– me11to del '54, che andavano dal 45 al 105 per cento, si a-rrivò ad un conflitto grosso. Il sindacato commercianti calzature si riunì in sede fissa e deliberò di protestare c_mtro le elevate richieste dell'amministrazione comunale, c_on una serrata nei giorni del 22 e 23 settembre, e di in– formarne l'opinione pubblica con un manifesto. La que– stione acquista .allora colore politico. Il qnesto1:e, ricevuta lit bozza del manifesto, manda a chiamare il presidentè dell'Unione del sindacato commercianti della -provincia, e lo jnforma che non solo non concede l'autorizzazione per l'affissione,. ma che anzi sarebbe costrett~ a denunciare i commercianti che aderissero alla serrata, in base agli ar– ticoli 50~ e seg. del codice penale (il codice Rocco, fasc·i– st_a.). Questi articoli precisa.no che è punibile chi partecipa alla serrata, anche quando il fatto non colpisce i lavo- leggi· n'lscono dalle esig~nze collèt!i\·e, esp,·esse dal basso attràverso: i pai·titi,' i sindacatiJ Je associazioni. · ~unque, il ·risultato è s;tato ql!esto: una manifesta– zionf che poteva essere limitata. .a 16-18 negozi, e che forse sarebbe passata inosservata, si è ingrossata ed ha vi– sto compatti, contro il sistema delle imposte consumo, ol– trè 1000 esel'centi, che hanno manifestato ·con un'insolita espressione. di scilidal'ietà, prima con l'oscuramento delle vetrine centrnli per tre giorni, poi con la senata completa il 30 settembre ( limitata a mezza giornata pe1· gli alimen– taristi). Esercenti che avevano già concordato con le im– poste consumo, amhnlanti aderenti alla CISL, alla UIL e alla CGJL, artigiani (parrucchieri) che non avevano con– flitti con l'amministrazione comunale, aderenti sia alla fe. derazione a!'tigiani, d'ispirazione comunista, sia alla lega delle cooperative, d'ispirazione democristiana; tutti hanno voluto compatti aderire alla manifestazione. E la prote– sta non era Rolo contro la gravHà delle irrwoste di con– sumo, ma ·specialmente cont-ro certi sistemi che -hanno fatto· il loro tempo nel ventennio. 1'utte le associazioni commercianti d'Italia -hanno telegrafato la loro solidarietà. Gli stessi comunisti di Ancona hanno appoggiato la mani• festazione (ambulanti e cooperative), pm· essendo stati a suo tempo i· più strenui difensori della legge 703. , . • E' da osservare poi -che questa. legge ha recato miglio- • ramenti assai relativi ·ai bilanci comunali, perchè nella voce imposte consumo il gettito maggiore è sempre dato dal vino e dalla carne, essendo rintaste immutate le vec– chie leggi esistenti, che ha.nno sempre gravato sui consumi popolari, e quindi sulla povera gente. Inoltre il gettito del– l'imposta sulle nuove voci pare venga assorbito, per circa il 25 per cento, dalle spese per il fonzionamento degli uf– fici a.ppositi. Vi sono articoli di' l_usso come canocchiali, macchine fotografiche, pianoforti, o anche meno di lusso, ma sempre per abbienti, come fucili eia caccia, auto, moto, che non pagano nulla. Una addizionale all'IGE (dalla qua– le sono già esenti i prodotti base dell'alimentazione; pane, farina, polenta, ecc.) graverebbe sugli articoli suddetti, e farebbe di conseguenza abbassare enormemente le attuali imposizioni su vino, olio, carne, pesce, che colpiscono mag– giormente ·il ceto medio e il pl'oletariato. Si osserva da parte comunista che tale provvedimento verrebbe a limitare l'autonomia dei comuni, i quali do– vrebbero poi dipendere dagli uffici IGE per l'accertamento delle quote loro spetta.nti. Ma a parte il fatto che l'auto– nomia dei comuni è da tempo un pio ricordo, e le inten– zioni dell'on. Tambroni sono tutt'altro che rassicuranti (ba– st~ leggere l'articolo di Piccardi sul Mondo ciel 4 otto– bre 1955) non dovrebbe essere diflicile ottenere dagli uffici IGE i rendiconti, affiancando magari codesti uffici con due ratori (nel caso in questione i commercianti retribuivano egualmente i 101·0 commessi), ma tende ad esercitare nna pressione per costringere il governo a modificare una legge. Troppo pretendere che il questore, abituato a ricevere tutto dall'alto, si accorga che in regime democratico le funzionari dei comuni di residenza dei contribuenti, ed eventualmente con un funzionario della provincia, che po– trebbero costituire un piccolo collegio de.liberante. In real– tà, ti IJroblema è di fondo: e riguarda l'orientamento .ge– nera.le '.lella. politica fiscale in Italia. VILFREDO DUCA' .(85) .nuo-11a repubblica ARIA DI MILANO GRATTA N. ELLE ORE più tranquille incontro sovente sul mio tram un curioso omino sulla sessantina. Veste cor– rettamente di nero; è piccolo, un po' tozzo, con baf– fi .e capelli nerissimi, aria di un benestante artigiano o di !'m: lel'l'oviere in pènsione. Non parla mai con nessnno. .Si_ede CQn-.,tm certo sussiego, trae. dalla tasca della giacca un •paechett_o di' foglietti ·e nna matita, e si dà a serivere · vert'igin,osamente con una grafia largà e un po' all'antica, -~ -:, 'Q'tjalche volta mi son seduto vicino a lui per sbir– ciare con poca discrezione sui fogliettì. E'' un po' difficile· decifrare quel che scrive perché 'tiene i foglietti ripiegati, in due, _mentre la sinistra copre"una. parte· di quel che ha scritto. , · . -r. L'altra sera. ho- potuto'leggere qual.cosa più del so– lito e una frase sopra.ttutto 111i·htt colpito, uria frase sot– tolÌneata. ene1·gicame.ntè · tre· volte; « Milano è là città dei'·signò,-i: :Men.tre i. poveretti JanguÒno senzà case e non caminano .per le auto mobili, si costrnise il gratacelo. Il ... ~- Ah, che bello poter leggere tutto, perchè in quelle po– che parole senza ortografia c'era. Milano, la Milano di questi aniti,· giganteschi scatoloni di cemento arn,ato e stra– de zeppe di automobili, grosse medie piccole, in velocità o in posteggio. ·Milano si avvia a diven'tare la cittil dei grat– tacieli, con appartamenti di gran lnsso giardini pensili, piscine aeree, mentre la crisi degli alloggi per il medio ceto e per la povera gente è ancora molto lòntana dalla soluzio– ne, e attraversare la strada diventa per il pedone una bel– la difficoltà· e un brutto rischio. L'affare del grattacielo iJl piazza della Repubblica ha una storia. Sarà tenninato non pri1na di un anno, per-_ ché si· è perduto molto tempo ad' esaminare la protesta della Cu1-ia la quale non voleva consentire che il grattacies· lo superasse in altezza la Madonnina, la: famosa Madonni- . na sulla gnglia. più alta ciel Duomo. Ora. la Ma.donnina ha vinto ai punti (per due metri), ma l'edilizia. sembra riesca ad avere la ·rivincita con il grattacielo Pirelli, in piazza Duca d'Aosta, la cui costruzione è già iniziata. Il gratta– cielo di cui parliamo è alto 122 metri. Volume, 100.000 metri cubi. Area totale al teneno, 1400 metri quadrati. Centrale elettrica, aspirapolvere centrale, bruciatori pel' le immondizie, ufficio postale che riceve la posta diret– tamènte per pneumatico dalla posta centrale; centrale fri– gorifera. e· centrale per riscaldamento, dieci ascensori, cel– lule fotoelettriche all'ingre.~so, due piscine all'ottavo pia– no e un'altra per i bambini. Negozi cli tutti i generi al– l'interno e solo per gli inquilini. Intanto, n1ontagne di domande giacciono ancora sui tavoli clèll'lstituto Case Popolari e la fame di case divora a.Imeno un quarto della popolazione. Molti che sono « a posto» pagano affitti dalle 20.000 alle 30.000 lire al mese per due o tre locali. Più a posto di così... Non c'è stata, in– somma, in tutti questi dieci anni dopo la guerra, una po– litica comunale per la casa popolare. L'on,ino scrive che 1'1ilano è ]a città dei signorj. Non è sempre vero. Tantissima. gente ha l'automobile perchè il suo lavoro esige l'automobile. Si vedono ancora molte t.opo1'nò e giardinette in giro, oltre alle nuove « seicento ~. E s'intende che si vedono anche mltomogili lunghe da. qui a là, che nemmeno passano per le strade. A proposito, la nuova edilizia, tutta. cubi e rettangoli e spigoli, ba lascia.to insoluto un grosso _problema., quello della larghezza delle strade. Nel centro, dove è stato ricostruito, vi sono strade non più larghe di prima: in compenso ·i palazzi sono più alti. Vedete. via Cerva, la~ga un sei metri, quasi, tntta senza. marciapiede. Vi è consentita la sosta degli anto-. veicoli da. un lato;, margine. utile per. gli autovelcoli (senso unico) tre metri e mezzo. Margine utile per i pedoni, zero. Le macchine ti sfrecciano accanto a tutta birra, e buon per te: Lo se· non piove; 2:q_ e pii, importan• te, se .stai bene accosto· .al muro, con la- speranza che non passi una « n1illenove ». Intendiamoci, non è un caso unico. Basta vedere ,via J>aolo da Cannobio, via Cavallotti,. via Battisti. Si vuole ingrandire Milano in altezza, anziché in larghezza.. · Quanto ai pedoni, poveri diavoli, -che son sempre la maggioranza, l'11ssèssor~ alla polizia urbana, che è un social– democrntico, ritiene che essi siano la schiuma deJla terra, gente ingombrante, da far fuori perchè impedisce cli fare di Milano una città bene ordinata. Provatevi ad attra~er– sare a piedi piazzale Oberdan, attorno ai" caselli di porta Venezia, sorvegliato e disciplinato da diversi vigili; nem– meno un secondo di tempo è destinato ai pedoni, e poichè i veicoli incrociano da tutte le otto direzioni convergenti sui caselli, chi non abbia una buona dose di fucoscienza, ventj anni e il cuore sano sarà meglio torni iÌldietro ali-a prima fermata. tranviaria e prenda. un tram, pregando Dio che questo non si scontri con un «collega» o con una autobotte; In compenso, tra catene, segnacci bianchi· sull'asfalto, tabelle, avvisi, tabelloni, segni di alt stop volta grazie e semafori sen1afori semafori che costringono le n1acchiric a lunghe s_oste ogni dieci met1·i e quindi a ricuperi di tempo a cento all'ora ·nei tratti liberi, :Mila.no sembra diventata uni selva selvaggia di lamiera ferro e acciaio. E il più bello sta nel fatto che ogni ora che passa segna t111anovità, almeno una per ogni strada. Se uno che abbia la macchina la lascia per un giorno in riparazione, è sicuro di dover rifa.re il giorno dopo la propl'ia cultura.. Si J,rocede a sin• ghiozzo. E ogni tanto ci scappa il morticino o, nella. ipotesi migliore, trenta gforni d'ospedale essecì. PIC

RkJQdWJsaXNoZXIy