Nuova Repubblica - anno III - n. 34 - 30 ottobre 1955

Bi 2 costituisce la prova della mutata situa,,ione politica ita– liana; 1na si tratta. ora di vedere come un atteggian1ento politico possa trasformarsi in ,azione politica: e qui si pone il problema sul quale dibattono gli amici di UP. Cosa vogliono i ceti medi che in qualche modo tro– vano la loro espressione politica in UP, in Comunità, nella "--s,inistra socialdemocratica o nel PRI? Vogliono la realiz– zwaione· della Costituzione, la lotta contro i monopoli, e per una riforma del la struttura economica del Paese, vo– gliono agi,·e politicamente per impedire la clericalizza– ,.ione dello Stato senza cadere nel vecchio anticlericalismo ideologico? Vogliono una legge elettorale democratica, cioè proporzionalista? Vogliono che lo Stato sia il primo ad os– servare la legge? Vogliono la riforma del 'l'. U. della legge di P. S.? Vogliono la libertà per tutti i cittadini ovunque, anche nei luoghi cli lavoro! Se vogliono queste cose, essi non chiedono nulla di diverso da quanto da anni ormai va chiedendo il PSI sul piano della politica interna. Vogliono la distensione internazionale, il riconoscimento della Cina popolare, scambi culturali ed economici con tutti i Paesi? Anche queste sono cose per le quali il PSI si batte da anni ed il viaggio a Mosca ed a Pechino cli Pietro Nenni è perfettamente su questa linea. Se questa è linea polit ica d ei ceti medi essa coincide largamente con la politica d.el PSI e non c'è materia né per trattative, come prospetta Coclignola, né pe1· contese: si t.-atta solo cli fare insieme questa politica che difende contemporaneamente gli interessi dei ceti medi e del pro– letariato, che tende a realizzare le aspirazioni comuni alla libertà ed alla giustizia economica ~ sociale. Lavornre in– sieme per questi scopi, così corne ceti medi e proletariato ·lottarono insieme contro il fascismo: così concretamente si crea quel legame tra ceti medi e proletariato che l'amico Caleffi pone come obbiettivo all'azione di UP. Codignola deve convinéersi che i problemi si pongono non in astratto su presunzioni•e giudizi quali la non sicura fede democratica ciel PSI o la fede nella possibilità cli mettere insieme fo.rze diverse per trattare col PSI: non c'è materia su cui trattare, ma cose da fa,·e. Conclucenclo una comune battaglia politica sorgono probi.emi cli me– todo, cli preminenza di obbiettivi, cli alleanze con altre for~e: su questi problemi si dovrà discutere e nel PSI si discute, non per inventare formule ma pc,' trarre dalla realtà delle situazioni gli insegnamenti per migliorare l'azione politica della classe lavorat.rice. . Cli operai ed i contadini sono, per lol'O anti~a espe– rienza, prevenuti e scettici, ma sanno che i loro problemi so_no ol!gi, ~ non. solo oggi, gli stessi problemi che angu– stiano I ceti mecl1: ogni volta che i ceti medi hanno lot– tato per loro giusti interessi, hanno sempre trovato al loro fianco il proletariato; ogni volta che le esigenze fon– damentali di libertà e cli giustizia sono state minacciale ceti medi e proletariato hanno lottato insieme ed insiem~ hanno scritto le pagine gloriose della lotta cli Libernzione e così sarà sempre. Questa unità deve essere realizzata coi concorso cli tutte le forze politiche d'avanguardia: nel PSI o fuori del PSI non importa: gli avvenimenti segncram10 la strada -giusta e nella misura in cui gli amici cli UP e degli altri movimenti o gruppi cli democrazia laica con– durranno con coerenza e con fermezza queste lotte si rea– lizzerà, come si sta realizzando, « la politica comune cli apertura e cli allargamento democratico e socialista ~ vo– luto -da Coclignola; senza equivoci, senza prevenzioni e scet– ticismi, nel solo interesse del Paese. ARIALDO BANFI LE ELEZIONI (82) nuol'a repubblica I I T A ,J I A P o L I T 1 .e A I J-'A PELLE DI NENN I L VIAGGIO cli Foster Dulles a Roma non ha avuto gl'ande l'isonanza nell'opinione inten1az.ionale. Non è un'osse,·vazione maligna, che il 'l.'imes abbia dedicato una colonna al ritorno cli Nenni da Pechino o da Mosca, e quindici righe al soggiorno i;omano del Capo ciel Dipar– timento cli Stato. Ma il viaggio cli Dulles non è pe,· questo, dal punto di vista italiano, meno importante. Esso è il chiaro segno dello sforzo di Palazr,0 Chigi, cli uscire da una accusa cli immobilismo che, salva la soluzione della pendenza. triestina, pesa· sui governi centristì dalle an– nate delle vacche grasse, quelle, come tutti sanno, del ce– clismo. Da questo punto cli vista, i buoni uffici della si– gnora Luce e dell'ambasciatore Bro ·io hanno sortito un ef– fetto di prestigio, del quale si deve però calcolare il costo. Il costo reale ci sembra quello di una accentuazione an– tineutralistica della nostra politica generale, di cui è fa– cile indicare alcuni elementi. Il primo consiste nell'invito rivolto al presidente Cronchi a recarsi negli Stati Uniti. E' certo che l'elezione di Gronchi apparve, in un primo mo– mento, una delusione, a denti stretti riconosciuta, per l'opi. f.ione americana. Gronchi, che noi sappiamo, non ha regre– dito d'un passo dalle posizioni, spesso attri_buitegli, cli una propensione alla equidistanza. Ma il fatto che egli abbia ricevuto l'invito americano è eia interpretarsi piuttosto co– me l'acquisizione, che la sua stessa posizione di Pre– sidente lo esime ormai eia scelte politiche in temi inter– nazionali, cbe egli lo sa, e che qualsiasi speculazione sul suo nome è ben finita. Il secondo elemento è quello, che apprendiamo eia una analisi estera spregiudicata, come ci accade ancora cli leggerne nella Neue z;,rcher Zeitung. Il governo italiano, nella sua richiesta cli alcune posizioni di prestigio (partecipazione allo Stanclig Group della NATO; affiliazione urgente all'ONU e partecipazione ai lavori della Commissione ciel disarmo), ha fatto valere l'argomento, che, in difetto di questi <riconoscimenti>, si s~rcbbe portata nuova acqua al mulino dei neutralisti, ~1oè di Nenni. La Neue Ziircher Zeitung non aggiunge che que&-te considerazioni vengono fatte in un momento che già pos.~iamo considerare, in Italia, preelettorale, giacché poco più di sei mesi ci separano ormai da elezioni ammi– nistrath-e a significato largamente politico. Anche am– messo che questa non fosse la recondita intenzione, re– sternbbe sempre la commistione cli motivi tattici cli poli– tica interna alla tratta~ì'one obiettiva della politica !)Stera. Di queste meschinit~ abbiamo avuto nel corso della settimana altri segni. La sera stessa in cui Nenni scese a Cia'!,pjno, la stampa d'informazione del Nord stampava su settè ~òÌonne il titolo della visita dell'ambasciatore Di Ste– fan_o a Segni: si voleva stabilire cbe, se il governo italiano vuol sapere qualche cosa di preciso dei rapporti con l'URSS, non si fiderà mai del leader dell'opposizione, né ciel resto ne sentirà il bisogno; il nostro ambasciatore è, come si sa, in contatti continui e giornalieri con Kruscev e Bulganin, i quali gli riservano, come è naturale, una con- NELLA SA. A R fìclcnz11ben superiore che non al premio Stalin per la pace. C'è stato pel'Ò, in questi giorni del resto, qualche cosa di peggio. La Herald 'l.'ribune, parlando delle elezioni delle con11nissioni interne nelle industrie italiane, annunzia\·a la recessione di talune percentuali comuniste come un suc– cesso personale -della signora Luce: l' Express riportava il testo di questa opinione amcticana, con una sorniona ma– lizia che abbiamo saputo apprezzare. Basteranno queste concomitanze, per giudicare il <quadro> delle intenzioni che hanno accon1pagnatol forse senza piena consapevo– -lezza. italiana, il contatto diplomatico con Foster Dulles, ciel 23 ottobre. Nello stesso giorno, la corrente «europea> della politica estern italiana, da. Matteotti a Fanfani, in– goiava il rospo più inginrioso cli questi anni, il voto con cni la Saar ha respinto lo statuto europeo. Al di là ·di questa ambiguità, il comnnicato conclnsivo clegl'incontri romani permette almeno cli cogliere d(li risul– tati seriamente promettenti? Una politica è sempre una politica, e quando riesce, essa n1erita con1unque di essere valutata per il suo realismo. Noi in qnesti casi procediamo con un metodo che altt·i accuserà cli essere ottuso: sce– glian10 un giornale serio, magari serioso, e gli credian10; questo giornale è per noi il Corriere della Sera. Orbene; qni abbiamo appreso che Stati Uniti e Palazzo Chigi sono d'accordo sulla politica da tenere a Ginevra. La fo1·m11la è cli notevole ambiguitn, perché Palazzo Chigi ha accre– ditato negli ultimi tempi l'ipotesi, cli una equidistanza fra le tesi di Londra, che (come ha eletto l\facMillan al congresso conservatore) sono tanto elastiche da giunge,·e ad ammettere la piena autonomia di scelte politiche di. una Germania unificata, e quelle cli ,vashington, lontane come si sa da siffatto dinamismo. Del resto, l'invalidazione della < identità cli vedute» sta nel fatto, riconosciuto subito dopo dal Corriere, che non esistono, alla data del 23 ottobre, no– zioni in qualche modo precise circa l'atteggiamento sovie– tico a Ginevra. Proseguendo il Cor·riere informa che anche Dulles è d'accordo sull'idea, che i rapporti Est-O,·est non debbano intralciare l'integrazione economica europea. E', bisognerà riconoscerlo, una concessione augusta alla dut– tilità mentale dei nostri diplomatici: ma non supera i li– miti dell'assenso opinabile di una Grande, alla opinione, per nulla controve,sa, cli alleati-di-miner potenv~I ..-- - l'.Italia .in.vocava un sistema cli stabili, periodiche consul– tazioni; a leggere il Co,-riere, comprendiamo che c'è stato un volenteroso ~ perché no?> del Dipartimento cli Stato, senza tuttavia « prevedere forme organizzate cli consulta- zione>. Per il Medio Oriente, ci siamo fatti forti della po- sizione geografica dell'Italia, e delle nostre capaeità di me– diazione presso il mondo arabo, Qui, come si ricorderà, noi abbiamo illustri precedenti; l'ultimo, così efficace, fu l'intervento cli Pacciarcli in favore dell'Egitto in regime di controversia con la Gran Bretagna. Anche qui, un «però!» ammirato di li'oster Dulles, che il Corriere traduce con l'osservazione che non dipende dagli Stati Uniti fare al- l'Italia questa posizrone cli preminenza diplomatica. EUROPA SU MISURA Che dopo questo si possa dare grande rilievo agli ef– fetti dei colloqui italo-americani, non oseremmo affermare. Invece ci spiace di non poter penetrare il senso di altri accenni della versione cli Aldo Airolcli: pare ad esempio che Dulles abbia fornito « precisazioni e assicmazioni > al governo italiano, in merito al piano Vanoni e ai petroli; ma purtroppo Airoldi non ha saputo 'informarci, nel Cor– riere, sino a qual punto il governo americano desideri S-ssi– stere i grandi monopoli del petrolio, nel loro desiderio di curarn il sottosuolo italiano. Al termine, però, ciel suo « servizio », il Corriere dice tutto in due parole: si voleva fugare il sospetto cli una tiepidezza a.tlantica, cli una pro– pensione neutralistica italiana, e ci siamo riusciti; si vo– leva rimontare una china di depressione del nostro peso internazionale, e questo resta un compito per il futuro. In breve, abbiamo dato qualche cosa e non abbiamo ri– cévuto nulla. Abbiamo, per dirla brusco, venduto la pelle cli Nenni; in cambio, abbiamo ottenuto il consenso ad al– cune opinioni. Bene. Non saremo certo noi, in futuro, ad accusare ancora cli immobilismo !'on. Martino. SAARBRUCI<EN, ottobre H UBERT NEY, discendente diretto del maresciallo di Napoleone, ha sconfitto il « grassone », Dicke J oho ossia il presidente ciel consiglio della Saar, Johan: nes Iloffmann, che sosteneva lo < statuto europeo ». Tanto l'uno quanto l'altro sono democristiani: ma il primo, cli– ~cenclente del maresciallo francese, è il leader ciel CDU che ·vuole il ritorno alla Germania, mentre il secondo, cliscen– . dente cli coloni tedeschi, era considerato amico della Fran- cia e ciel suo ex residente nella Saar, Granclval. La coalizione dei partiti filotedeschj, la Deutsche Hei– matbund, cli cui fa parte il CDU, comprendeva anche un gruppo socialdemocratico, legato al partito cli O!lenhauer e un partito «democratico», capeggiato dall'ex SS nazist~ Schneicler, che diresse la campagna per l'annessione alla Germania hitleriana nel referendum del 1935. . I partiti filotecleschi erano stati fuori legge fino all'ini– zio della campagna per il referendum ed hanno avuto ra– gione ciel regime cli Jjbertà vigilata dalle truppe d'occu– pazione francesi al grido cli De,· Dicke muss weg, di gras– sone cl~ve andarsene » e cli una campagna cli vilipendio contro 11 governo amico della Francia che li aveva man– tenut! per dieci anni nell'illegalità con l'aiuto delle truppe straniere. . La libertà di voto è stata pienamente assicmata gra– zie alla presenza cli 1500 osservatori cli cinque paesi del– l'UEO, f~a ~ quali vi erano 120 italiani. Gl'inglesi, che avevano mviato solo 50 osservatori, assicuravano però il ~o~ando. cli queste p~cifiche truppe d'invasione, grazie al– I emgmatica figm-a cli un certo colonnello Urton che con i. suoi _baffoni, la sua pipa e il suo ombrello, è' dive~tato simbolico. La meticolosità della sua or 0 anizzazione è giunta fino a s~abilu-e la durata esatta di ~gni spostamento in automobile fra ogni sezione elettorale e il centro di Saar- briicken nel caso di bel tempo, nel caso cli nebbia, nel caso di nebbia e cli gelo, ecc. Ma la posta in gioco era tutt'altro che chiara. Lo sta– tuto 11uropeo proposto all'approvazione popolare avrebbe sancito l'autonomia politica della Saar fino al trattato cli pace con la Germania e i suoi vincoli economici con la Francia (le cui importazioni dalla Saar hanno raggiunto 114 miliardi di franchi contro 45 alla Germania). La classe operaia era fìlofrancese perché sapeva che l'economia carbonifera della Saar è complementare rispetto a quella siderurgica lorenese (in quanto le acciaierie tede– sche della Ruhr si servono ciel proprio carbone che è di qualità superiore). Ma anche la Saar ha le sue' acciaierie e il loro ex proprietario, l'industriale nazista Ilermann Roecbling, spodestato dalla Francia, ha gettato miliardi ne!la ca':'pagna per mettere fine al regime che lo ha espro– pnato, sia pure con un congruo indennizzo. L'errore della Francia è stato tuttavia quello di voler legare la posizione della Saar alla costruzione cli un'Europa fondata stùla CED e sulla CECA. Caduta la CED, lo « sta– tuto europeo> creato sulle sue ceneri non poteva soprav– viverle e la popolazione della Saar ha preferito votare con– tro l'Europa su misura che non riusciva a capire, seguendo _invece il sentimento nazionale tedesco che capiva. Il nazionalismo spurio che già permise a Hitler cli vin– cere ha ti·ion!ato contro il falso europeismo dello « statuto europeo>; il sentimento ba trionfato sull'interesse econo– mico e la carta europea, giuocata male e per mascherare interessi nazionali francesi, ha finito per essere messa in scacco eia sentimenti nazionali opposti. E' nna vittoria del nazionalismo tedesco, ma non contro l'Europa. falsamente rappresentata dallo « statuto europeo >, bensì contro il na– zionalismo francese. HEINRICH WOL~ Olivetti Lettera 22 In auto e in treno in aereo e in albergo sulle ginocchia, sul tavolo d'un bar, esatta e leggera scriverà la vostra corrispondenza gli appunti di viaggio i ricordi delle vacanze. ALADINO

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