Nuova Repubblica - anno III - n. 34 - 30 ottobre 1955

B 8 gesto politico la responsabilitit di agi,.e in fondo, sulla base di un proprio universale criterio illuminante. P1·ecisarnente in questa presunta « corpo,·azione > degli intellettuali sta la radice della sostanziale sterilità di una cultura ,·iva che pure intenda inserirsi a fondo nella società. E soprattutto nella r.icluzione del le lotte economiche a t1na sintesi di inter·essi dominati dalla cla.·se dirigente consiste la vacuità dello sforzo, pur sincero e impegnato, di ti-asforn,are il mondo. C'è nel fondo di ogni ten,a forza cut"turale il germe di nn trasformismo intellettualistico che impedisce una effettiva rivoluzione democraticR: non si modifìca la realti,, pretendendo di non costituir·si come aute11tica e unica classe politica, anzi l'iducendo l'attività politica a dimensione subordinata della funzione «culturale». Per questo il neoilluminismo accetta, alla radice del suo di– scorso, la soluzione rifoi·mistica: l'opera delle tecniche cul– turali, fornendo le linee oggottirn di orientamento e le nniche soluzioni scientiriche all'attività pratica della classe p_olitica, non trasforma veramente ]e veccbie strutture, ma· si limita a oo.n-eggerle e a per-/ezionarle; essa non può fornire un fine etico, ma solo criteri ~empre diversi cli ve– rifica e di strun1entazione. E' un en1pirisn10 che nasconde sotto le pieghe cli un fcr·vore operativo,. il latente desiderio di modificare l'accessorio e il marginale, lasciRnclo innlte– rato ciò che è fondamentale e strutturale. E su questo piano avviene che la socialità, concepita particolarmente come patrimonio della classe dirigente de– gli intellettuali, è una categoria che vale proprio solo in quanto sia attivala da qnella in funzione ciel legame in c,ui la ste:sa si pone con le masse: e al di là cli questa a.ttivazione· rimane p.riva di ogni valore intrinseco. E' pro– p,.io invece, sul fondamento di una socialità integrale, che investa tutte le parti della società e ,sia proprio l'intimo patrimonio delle masse d'ogni colore, che· è possibile una funzione «sociale» della cultura. La quale, per sé, non è sociale e spesso infatti non lo è stata, ma lo è sempre divenuta ogni volta che si è fatta essa stessa, strnmento politico di una ri,·oluzione o cli un radicale rinnovamento. In verità una democrazia rinnovata di cui l'Italia sente veran1ente l'lu·gente bisogno, non pnò costituirsi, oggi, su una tale piattaforma cli revisionismo culturale o cli gra– dualismo politico, ma sulla base dell'intervento cli,·etto pro– prio di quelle masse nelle forme cli una cultur-a politica, che cli esse, e delle loro molfeplici e VR1·ieesigenze, sia la precisa e coerente espressione. FRANCESCO RIZZOLI \ rDis. dt Dino Boschi) (Da una circola'fe Scelba del 7 agosto 1954 - che il ministro Tam.bron{ h.a ripreso. con altre successive - è iniziata una larghissinu, revisio~ ne delle Uste elettorali: cent'inaia di migliaict di cittadini ne verrebbero esclusi, anche per piccoH reati commess·i cinquanta unni fa) La Circolare Ner:. GIORNALI DI ISTITUTO LACAilOTA AI PIU'GIOVANI e ON JMPROVVJSA deliberazione, il Segretariato Ge– nNale della GioYentù, organo ufficiale alla clipenclen– . 1,a della presidenza del Consiglio, ba convocato in questi giorni a Rornn, per i pi-imi di noven1bre, i titolari dei giornali studenteschi cl'istitnto, per esaminare le possi– bilità d'un coordinamento nazionale della loro attività. La convocazione agginnge che potranno partecipare alla rin– nione solo i titolari dei giornali la cui adesione sia giunta ent-r·oil gio,·no 25 ottobre al Segretariato medesimo, in via Barber·ini 29, Roma. Questa iniziativa e questa procedura non meriterebbero una particolare segnalazione se esse non avessero deter• minato allarmi e preoccupazioni, la cni fondatezza ci pare evidente. Va premesso che il Segretariato Nazionale della Cioventl1, 01·gano - ripetia.rno - di carattere ministeriale, cli cui è magna pars Bartolo Ciccarclini (fignra a tutti ben nota della giovane sinistra cattolica) promosse cli recente una iniziativa benemerita, il « Premio Nazionale Stampa Studentesca», per la cui assegnazione fo nominata una commissione composta eia Elio Vittorini presidente; Fe– derico Fellini, Pier Emilio Gennarini l\1assimo Franciosa Giorgio Petrocchi, 'Luigi Pedraz,.i, r~emb,·i; Bal'lolo Cio'. cardini, segretario. Questa commissione lavorò con scmpo– lo e con spirito assai liberale; suddivise i 106 giornali concorrenti in due gruppi (giornali cli istituto e di classe, ~ giornali a carattere cittadino), ed assegnò lG premi per il primo grnppo (il I.o andò a Il Caffè dell'Istituto Tecni– co ,Verri cli Milano) ed 11 per il secondo (il I.o andò a Il Po,·t·ico di Milano). I premi consistevano in una somma cli denaro (fino a L. 120.000), o in un viaggio, o in libri, o in un oggetto cli utilità culturale. Si voleva con questi mezzi incornggiare quanto vi è di pitt importante e pro– mettente nella fioritura dei giornali .giovanili e cl'istitnto: la spontaneità e l'autonomia, conquistate e mantenute spesso a prezzo di duri sacrifici, condizione prima ed es– senziale cli sviluppo di. una nuova generazione, socialmen– te e politicamente pi,, impegnata, ed operante nella scùola con una maturità ed una còscienza civica. Questo orien• tamento meritava ogni appoggio, tanto pii, che esso se– guiva cli poco gli stolidi interventi coi quali il ministro Er– mini aveva tentato, 1·ioon·enclo ai più abusati ed arretrati strumenti di gerarchjca disciplina e cli mal illuminato pa– t_ernalismo, di_soffocare con non dimenticate circolari que– sto moto spontaneo delle nuo'Ì>e leve di giovanissimi. Ma l'impÌ·ovvisa ini,iativa del convegno ·ha determinato una grave e legittima diffidenza. Al convegno sono invi– tati, oltre ai titolari dei giornali p·remiati dalla commis– sione, anche i titolari cli tutti gli altri giornali che risul– tano esistenti al suddetto Com-missa,-iato. Purtroppo, l'or– ganizzazione ed il coordinamento reciproco di questa stam– pa studentesca è allo stato primitivo, sicché è qunsi im– possibile (anche nel caso che non ci sia da dubitare della buona fede) che il Commissa.riato o qualsiàsi altro o,·gano s·ia if1 c{)ssesso_d'un elenco veramente aggiornato e com– pleto dei tit0li esistenti, prima d'un diligente e lungo la– voro cli inchiesta e cli statistica: infatti, già risulta che nu– merosi giornali, esistenti non hanno ricevuto l'invito; e si aggiunge, non sapp1an10 con quale fondamento, che l'in. vito sarebbe invece giunto a parecchi fogli inesistenti, vale a dire a fogli nati, con una rapiclili,. che può generare qual– che sospetto, proprio nelle ultime settimane. Quale rap– presentativiti, potrà dunque -l'Ìvenclicare il convegno con- vocato con così strana procedura? ' La domanda me,·ita riflessione, perché - a quanto pare - l'oggetto ciel convegno è d'importanza estrema per la sorte dei giornali giovanili e d'istituto: si tratte– rebbe cioè di t1f!ici<>libare il movimento, creando un ap– posito organo ministeriale cli collegamento e (cosa par– ticolarmente grave) garantendo una certa stabilità finan– ziaria ai giornali « rngi§trati ~- Non si sa che cosa acca- . drebbe di quelli « non registrati», né se la registrazione diventerebbe condizione cli esistenza.' Ma anche se qnesto non avvenisse, è evidente a chiunque sia consapevole ciel valore cli 'rinnovamento, cli ricambio, di dibattito che qne– sti fogli rappresentano, il significato di una loro nfficia- 1.izzazione e, peggio, d'un loro finanziamento, diretto o in– diretto. Una cosa è attribuire dei premi ai giornali fatti con maggiore impegno, attraverso una selezione eseguita con criteri onesti e non faziosi da una commissione cli esperti (così come è stato egregiamente fatto), ed ·una cosa del tutto diversa è assorbire i giornali d'istituto in , una organizzazione è sotto un controllo che non saranno soltanto paternalistici, ma - inevitabilmente - politici (o, peggio, ministeriali). Chi con-osca le difficoltà finanzia– rie che i giovani debbono sostenere per dar vita a que– ste iniziative, apprezza anche il valore educativo cli que– ste stesse difficoltà, per l'impegno ch'esse determinano (impegno che ginstamente merita premio, ma non può es- sere sostituito da un finanziamento «statale>). . Dove ·si vuol giungere dunque! al medesimo obiettivo forse che si pro1)oneva l'on. E.rmini, usando però, invece del bastone, la carnta? si vuole forse, attraverso la via an– che troppo facile clell11.piccola corruzione e del controllo burocratico, soffocare uno degli aspetti più spontanei e pii, genuini del difficile rinnovamento democratico del nostro paese? Una risposta a questi quesiti potrà darla solo lo stesso convegno: ma riteniamo intanto che sia doveroso da parte nostra richiamare l'attenzione di tutti i giovani sn una situazione che non può defin.irsi chiara. Vorre1nmo aggiun• ge,·e che il nostro appello non si rivolge particolarmente ai giovani «laici> in eventuale polemica coi «cattolici~, ma a tutti incl,stinlRmente i giovani che nella propria autonomia e nel proprio autogoverno trovano le fonti e le condizioni essenziali dello scontro e ciel dibattito di po– sizioni e di idee. (82) nuova repubblica Note romane S IAMO 1'ORNATI, un'altra volta, al rango cli « gra.n– de potenza » internazionale. Per chi non avesse fatto caso aIla cosa, il brevetto ci è stato rilasciato, dome– nica scorsa, dal 1ninistro degli _Esteri an1ericano, Foster Dulles, al momento cli salire la scaletta dell'aereo che da Ciamp.ino, dopo nernmeno venti ore di soggiorno romano, .doveva conçlnrlo a Parigi. Nell'apprendere la noti,,ia un fremito cli piacere pervase la diplomazia romana ed al' bal– cone cli Palazzo Chigi fu subito issato il gran pavese del– l'orgoglio. I «politici» sono stati più cauti ed hanno ispi– rato i loro appl'ezzan1enti ad una n1oderazione che, Iran• camente, ci ha fatto onore. Non un uomo politico ha ri– ltvato la cosa e se anche la stan1pa, democristiana si Io~;!-:e regolata. allo stesso modo avremmo potuto dirn cl'es~.cro uno dei paesi più seri del mondo. In ogni modo, ciò che ha pii, occupato la curiosità cle- 1,lli osservatori parlamentari romani è stata la ricerca dei motivi per i qtrnli un vecchiello così equilibrato come Fo– ste,·· Dulles -- ha 67 anni - si era lasciato anclar·e ad affermazioni che contrastano in modo così evidente col tono cli t'utta la politica americana cli questi nltimi anni. Le spiegazioni sono state nume1·ose, n,a solo una n1ette conto d'essere raccolta ed illustrata. Si ti-atta cli quella olre tro– ,·a i suoi punti di [orza nella politi(•a del Qnil'inale e nelle diflìcoltit in cui pHre si sia venuto a trovare il Di. partimento di Stato aniericano con la nuova congiuntura internazionale. In altre parole, si tratterebbe cli questo: messo alle corde dalle difficoltà economiche e vista l'im– possibilità di ottener·e qualche cosa con le buone dagli Stati Uniti, il goYerno Segni, su suggerimento del Capo dello Stato, avrebbe fìnalmente cercato cli far fruttare la pr·esenza nel mondo di un gruppo cli' potenze - quelle orientali - per intj1no-ril'e lo zio San,. Fu un giuoco Anche abbastanza scoperto, con Segni che, a Bari, parlò di « normalizzazione dei traffici con l'Est>; col consiglio dei ministri che montò la noti,ia ciel rinvenimento dell'enne– simo poz,,o petroli[ero qua, i con l'aria di dire cl_,e, a quo– sto punto, il paese poteva fa,·e a meno cli tutti; con i giornali governativi, infine, che n1entr·e davano grande ri. salto alle visite dei sovietici in Italia, non trascmnrono di parlare eon fare misterioso del viaggio cli Nenni a re– chjno ed a Mosca. Risultato: Foster Dullcs ci ha definito « grande potenza» quando qui da noi, lasciamo .anelare i disoccupati, ma per dare mille lire agli statali si è tas– sata tutta ltalia; ci ha promesso i finanziamenti per il riano Vanoni, sia pme a copertma della « moltiplicn– zione » del nostro contributo alla NATO e in cambio a qnanto corre voce, di certe concessioni in materia pelro• lifera che avrebbe ottenuto; ha definito Gronchi, sinora negletto e p.oco appr~zzato negli Stati Uniti, e, strilcing per– sonc,lity, cioè a dire, « una personalit/i che mi ha colpito profondamente» e lo ha invitato a ,vashington. I maestri del_ cerimoniale cli Palazzo Cbigi e del Qui– rinale, mentrn tutto questo ~ discuteva in sede politica, hanno avuto la loro da dire sulla mise del segretario di stato ame1·icano. E' sceso a Ciampino - hanno rilevato - con indosso un abito grigio scmo e col medesimo ha preso parte a tutti gli incontri romani, quelli del sabato e qnelli della domenica. Avendo la stessa camicia, ha parlato con Cronchi, con Segni e col Papa ed è ,·ipartito, poi, con la stessa cra,,atta con la quale era giunto a Roma. Orrore! Sa,·it il rappr~sentante cli una delle pii, grandi potenze del mondo, ma questo disprezzo per la forma, per così dire, è peccaminoso. Il nostro Martino, invece, pareva li'regoli: un abito per ricevere l'ospite americano a Ciampino; un nuovo abito e nuova candida biancheria per la serata; un'altra montu;a completa per la riunione del Viminale e, coine si conviene, un vestito da, viaggio per irnbarCarsi sull'aereo con Foster Dulles. Il compianto ex-presidente del consiglio, Francesco Sa– verio. Nitti, ce l'aveva tanto _con Sforza perché, come mi-, nistro degli Esteri, gli sembrava un esibizionista, peggio di certi vecchi diplomatici francesi che, nel 1920, pur cli dire qualche cosa sul siio conto ohe suonasse novità lo accu– savano - lui che poi sarà prigioniero dei nazisti - di « gern1anofilia >. E Sforza, si rainmenterà, si esibiva con atteggiamenti' oratori e battute di spirito più o meno fe– lici. Sarebbe stato inleressan_te sentire un giudizio di Nitti su Martino, ma non potendolo avere ci si dovrà limitare, per forza, a ,·i[erirne uno che sembra,. sia stato coniato dai francesi del Quay cÌ'O,·say: « veste come· Eden -dicono - ma, purtroppo, Eden non veste come lui ». * Edizioni •. Elnau1'1 Norberto Bobbio Politica e cultura «Saggi» pp. 282 L. 1200 .. Norberto Bobbio ha raccolto, In questo volume, i saggi che è andato scrivendo in questi anni intorno al problema dei rapporti tra politica e cultura, e a q'uelli - immediatamente connessi - della libertà e della democrazia politica. Anche chi, per avventura, non concordi con le conclu– sioni dell'Autore, sarà costretto a riconoscere l'im• portanza del contributo recato da questi all'impo• stazione e alla soluzione di alcuni problemi cruciali _cl_el nostro tempo •. ---- - •· ·

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