Nuova Repubblica - anno III - n. 34 - 30 ottobre 1955

nuova r Comitato direttivo, TRISTANO CODIGNOLA ( direttore resp. ). PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Oirez. e redaz.: Fir~nze, Piazza Libertà 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tel. 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. ,St. Tip. de «La Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8. 82 • ANNO 111 • N. 54 ALTERNATIVA di UGO LA MALFA CMo Codi9nola, mi chiedi nn articolo per N1tova Repubblfra e non sn– prei scr·h·orlo che fissando quali sono i punti di consenso e quelli di dissenso con il 'J.'uo scritto « Una politica in– telligente» che tanto fervore cli discussioni ha sollevato. Concordo con Te che la creazione di 11n partito, o di una formazior'ie, di carattere dichiaratamente socialista, co– stituita da. alcune frazioni socialiste minoritarie (sinistra PSDI, USI, UP) sia una operazione non soltanto fuori tPmpo, ma seriamente dannosa agli sviluppi in atto della situar.ione italiana. Un giovane socialista di sinistra espose, se non erro, questa tesi a Spaak in occasione clell"t,ltima sua Yisila in Italia e ne ebbe risposta assai meravigliata. Pa,·e,·a a Spaak, e pare a me, che già tanto danno ha re– cato all"ll~lia l'esisten:i;a di due partiti socialisti, che non si vede proprio quali prospettive e quali vantaggi possa apl'ire Ja co~tituzione di un terzo. Ginstamente Tn 0sse1·vi che « chi pone• il problema del socialismo a1ttonomo apre con ciò stesso la polemica contro il PSI, proprio su quel terreno che il PSI sta.· faticosamente riperconenclo in senso autonomistico e democratico~- D'altra parte, il Tuo seve.-o giudizio critico Ti porta a scrivere che il PSI non è in grado cli èse1·citare da solo Ju. funzione di alternativa alla DC, che la situazione poli– tica italiana rende1·ebbe tanto neçessaria, pena finvolu– zione o lo scadimento delle nostre istituzioni democl'8ticbe. Da socialista, Tu scrivi che se il PSI avesse una dialet– tica interna, nn funzionamento democratico sicuro, un'al– ternanza di maggioranze e di minoranze, un costume evoluto che non ha, non soltanto ne faresti parte (e con Te tutti coloro che la pensano da socialisj;i), ma esso sa– rebbe già quel partito capace di svolgere due funzioni: quella di assorbire parte dell'elettorato comunista, messo in crisi dagli sviluppi internazionali e dalla impotenza del PCI, l'altra di attirare il proletariato più evoluto e i ceti medi pii, progressivi. Che questo senso di cautela verso il PSI venga da me, che milito nel partito repubblicano e posso tutt'al più pormi semplici problemi cli confluenza, è comprensibile. 'Ma che venga da Te, socialista convinto, permanentemente assai poco tenero pe1· la politica qnaddpartitica e per i · partiti che l'hanno impe,·sonata, è prova cli senso cli· re– sponsabilità e del realismo con cui guardi alla situazione politica. In verità, democratici convinti non possono non accompagnare lo sforzo autonomistico che il -PSI compie, abbia o non aqbia questo sforzo successo, ma debbono, in base all'amara esperienza del passato, starn sul chi vive e non pnntai·e esclusivamente su una situazione che pre– senta parecchi aspetti cli incertezza e di ambiguità. Così, due uomini di esperienze politiche e di formazione ideologica assai diversa, finiscono col concordare. E mentre Tu sintetiz:i;i il Tuo pensiero affermando che una forza po– litica, insiema al PSI ma distintamente dal PSI, deve eser– citare il massimo di attrazione sulle due sponde, io da 'gran tempo auspico la formazjone cli una forza laica e laburista che, collaborando col PSI se ciò sarà possibile, o agendo in via autonoma, si ponga, nella vita italiana, come reale alternativa alla DC. Naturalmente )"lon mi nascondo che la concordanza complessi,·a cela alcune différenze di pensìero. Tu. parli di esse1·e col PSI, anche se operando all'interno di forze po– litiche distinte dal PSI, mentre io credo che si sarà o non si sarà co! PSI secondo che, non solo noi, ma il PSI stesso, saprà superare le difficoltà che hanno reso finorn impossibile la convergenza verso posizioni capaci di .dare ,·espiro, e gioco alla vita democratica italiana. l\Ii pare, inoltre, che una seconda importante diffe– l"enza ci sia tra il mio_ ed il Tuo pensiero. Tu parli di se– guire il metodo già prescelto da Unità ·popolare, e cli at– trarre in una formazione tutti i grnppi che, pur avendo una propria tradizione ed autonomia e storia, vogliano la• vorare insieme per un fine comune. E acce)"lni esp1·essa– _mente a gruppi che, com·e Comunità o i giovani liberali o i Un numero l. 40. Estero L. 50. Un riumero arretrato L. 50. - Abbonamenti: a'1~uo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, ·.trim. L. 450. Estero, L. 2000, 1100, 600, Sostenitore l. 10.000. CIC post. 5/62~1, cla Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. Tariffa: l. 15.000 per. inserzioni di mm. 70 per colonna. ESCE LA , DOMENICA ' (Il ministro Bruschi ha dichiarato che non si procederà ad una sempl'ice proroga delle con•· cessioni telefoniche) MALAGODI: Ne~sùna preoccupazione. A Braschi ci penso io e ai profitti .ci pensiamo in sicme. repubblicani dissidenti o i cristiano-sociali, non sono so– cialisti in senso stretto. Ma una tale operazione non sarebbe che la concen– trazione d~gli eretici e delle eresie: invece di semplificare i termini della lotta politica in Italia e di rendere chiare al cittadino le scelte, non farebbe che maggiormente com– plicarle. J n verità, al cli fuori elci giovani, cli Comunità e dei dissidenti cli ·ogni partito, vi è nei partiti laici un pro– cesso cli revisione critica che va meditato e del quale sa– rebbe stolto non tenero conto. Il partito repubblicano ita– liano compie, da due anni a qnesta parte, "ima azione cli controllo democratico, che n011 può essere sottovalutata. Questo partito, che ha tradizioni assai forti, educazione de– mocrntica. profonda ed una adesione istintiva nelle masse popolari cli alcune regioni, deve essere• guardato, dai so– cia1isti cli ogni tendenza, con pii, attenzione di quanto essi non facciano. ·In molte situazioni, il peso delle sue decisioni politiche sarà molto superiore alla sua importanza numerica. Lo stesso può dirsi per la corrente dei liberali di sinistra che, con l'aiuto cli un uomo probo e moderato come Villa.bruna, si accinge a dare battaglia cletisiva a Màlagodi. E come trascurare i fermenti interni ciel PSDI, se si fissano in nna posizione meno assurda del cosicletto socialismo autonomo, le possibilità della UIL, le speranze che suscita l'UGI! Se sappiamo superare tutte le divisioni-e i malintesi del passato, se non vogliamo ·avere il gnsto delle posi.– zioni «eretiche,, se non ci ·illudiamo troppo sulle possi– bilit/, che offre la sinistra democristiana, e sappiamo es: sere laici, prima. di ritentare l'accordo coi cattolici, se sap– ·piamo guardare con simpatia a.I l'SI senza lasciarci tut– tavia abbagliare dai suoi spettacolari successi propagandi– stici ed elettorali, possiamo ancora costruire qua.lcosa. Non una grande forza, ma una forza ricca di energie intellet– tuali e morali, presente nel campo sindacale e dei giovani, libera da ipoteche ed influenze cli ogni genere. Ma biso– gna avere spirito aperto e sgu,ardo lontano. E non biso– gna pretender cli annullare tradizioni politiche cli grande passato ma. convogliare ogni ,energia, nel rispetto dell'auto– noma formazione ideologica, verso un obiettivo politico co– mune ed urgente: quello di costituire una seria, concreta e vitale alternativa alla DC. Se Tu riesci a far comprendere la necessità di questa convergenza, oltre che ai liberali cli sinistra ed ai repub– blicani, che ne sono convinti, ai socialisti democratici di ogni tendenza è scuola, avrai rnso un grande servizio alla causa della democrazia. • "· che se non f-',.,, .._ p tutti i Paesi. Il periodico v11e1,-.. chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in eu.., .... _ r S A 50 OTTOBRE 1955 - L. 4U UN' OPINIONJ~ DEL PSI COSE DA FARE D A Q1h\LCHE TEMPO è in corso un interessante dibattito attorno alla funzione del Movimento di Unità Popolare: ne hanno scritto Coclignoln, Caleffi, Pani e ,·i è intervenuto sull'Av(mti! Guido Mazzali. Il problema è serio perché è il problema cli quella parte del ceto medio italiano che reazionario non è né vuole essere, che den1ocristiano non è per motivi ideologici e politici, che ha amaramente· vissuto le esperienze della socialdemocrazia nostrana, che considera il partito repub– blicano e un sopravvissuto e che dopo tante delusioni e an1.arezze non sa cosa fare né come· organizzal'Si. Piern_ Caleflì ha indicato, per UP, la funzione cli « le– gar<> la solidarietà dei ceti medi e del proletariato intel– lettuale che seguono UP con il proletariato cieli~ fab– briche e delle carnpagne » che segue prevalentemente il PSL ed il PC, in vista del!"« opera. cli salrntaggio prima, cli edificazione poi, della democrazia italiana». J n so– stanza, mi pare, Caleffi pensa di attribuire ad UP una funzione fiancheggiatrice ·del PSI al fine di realizzare quel legame tra ceti medi e prol~tarialo che ancora manca. <.:oclignola attribuiscH ad 1.'P funzioni e prospcttirn pii, ambiziose: per Coclignola il PSl non è un partito a « funzionamento democratico sicuro», non sa fare una po– litica capace di « rapp1·esentare insieme tutti gli strati so– ciali» or·ientati in senso democratico, onde la necessità cli giungere ad una « concentrazione o un'alleanza» t1'a le forze democratiche laiche tipo Comunità, grnppo del Mondo, sinistra socialdemocratica ecc. che < consenta a queste fo1-6e riunite cli trattare unitariamente col PSI per una politica comune di apertura e di allargamento democratico e so– cialista». li compagno Mazzali ha giù risposto a Coclignola af– fermando che si tratta di un equivoco e che gli equivoci non chiariscono ma confondono ancor più. li problema è però così serio che sembra utile ripren– derlo e vedere cli andarvi pii, a fondo: si tratta cli un p1·oblema che ha due aspetti concorrenti: quello ideologico e quello politico. E' vero che le crisi del Hl4G ( rottura del Partito d"Azione) e del 19~7 (scissione saragatiana) sono state crisi del ceto medio: esso, in particolare il ceto medio il)tcllettuale, ha. _con~battuto la lotta antifascista prima e la. Resistenza p~i in stretto legame con il proletaria.to organizzato dal PSI e dal PCI ma, fallita la rivoluzione democratica, si è trovato presto in crisi: questo ceto· medio voleva, e subito, una soluzione cho nel 1945 era impos– sibile. Col riorganizzarsi del le forze di destra e col con– seguente raclicali:i;zarsi della lotta sociale e politica, questa parte del ceto medio si è trovata a dover operare una s~elta e, rifiutandosi alla scelta, ha creato - o meglio ha tentato di creare - la. « t~rza for~a ». Ora H ceto medio comincia. a rendersi conto che la ~ terza forza» non è una fo1·za, ma è una debolezza dello schieramento politico italiano in quanto ha servito, per anni, ad avallare e giustificare una politica cli aperta rea– zione economica e confessionale: dobbiamo certamente con– siderare questa nuova éoscienza del ceto medio di cui si discorre come un note,·ole · passo avanti nel chiarimento della situazione polilicà nazionale: ed a questa presa di coscienza ha fatto immediato seguito un altro fatto assai importante e cioè la presa di coscienza della funzione del PSI COfY'P P-lemento fondamentale ed insostittùbile della vita democratica del Paese, del PST come è, come si è venuto consolidando in questi anni di dure lotte intestine ed esterne, del PSI pa1-te integrante della classe lavora– trice italiana, del PSI che ha condotto, fino ad ora, una politica coerente per mantenere l'uniti, della classe lavo– rntrice italiana, in funzione della realizzazione dello stato democratico repubblicano quale è configurato dalla Carta Costituzionale. _Questo mutato atteggiamento dei ceti medi verso il PSI

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