Nuova Repubblica - anno III - n. 32 - 16 ottobre 1955

4 verno regionale ò oltren1odo interessante, n1a molto i;>c.coccn• pante. Ti-e uon1ini della clen1ocrazia cristiana appa1·ivano. i più indicati per ]a presidenza del governo: l'on. Restivo, capo della destra tlc formata da circa otto cleputàt1; che, quale presidente dei precedenti governi, ha il merito del successo elettorale; l'on. La Loggia della fanfaniana Ini– ziatiYa clemocrntica, alla quale appartengono circa venti deputati, che è molto ben visto dalla direzione nazionale e da quella regionale della DC; e l'on. Alessi, della cor– rente di Concentrazione democratica, il quale ha una fol'te posizione pel'sonale nel pal'tito e gode la viva simpatia dei ci,·ca ~ette deputati gronchiani. L'on. Restivo, che è un accorto ten1poreggiatore, in un primo tempo non scoprì le sue intenzioni e fece ·eleg– gere l'on.· La Loggia presidente dell'Assemblea, riducendo· così." due i candidati alla presidenza della r~gione. Frattanto !"on. Fanfani, il quale nei suoi discorsi elet– torali a,·eva proclamalo che il suo partito intende conse– gui,·e la maggioranza assoluta all'Assemblea, ~veva posto il veto a qualsiasi accordo con le desti-e per la formazione del governo, negnnclo però nel contempo ogni possibil itn cli aper,tma a. sinistrn. L'non;o ·più àclalto per tale indirizzo politrco semb,·ò ancora una yolta, !"on. Restivo, che riscuote la piena fiducia dei ceti conservatori, e difatti !'on. Fanfani puntò su cli lui. Senonché l'on. Restivo 1 avendo con11nesso l'errore' di assuniere preci~.i impegni con i partiti della d~s_tra, insi• stette nel sostenere la loro inclusione nel governo. Nel frattempo le sinistre ponevano il veto alla pre– sidénza Restivo e affermavano nei lol"O giornali _che vi ernno buone probabilità per l'apertura a sinistra, preoc– cupando così grandemente le destre. A questo punto il cardinale Ruffini commise il grosso cno,·e di pubblicare la non mai !lbbastanza nota lettera episcopale, con la quale dichiarò apertamente che la Chiesa non poteva consentÌl'e, nella politica siciliana, alcuna aper– tura a sinistra, in quanto postulata dal PSI. Q UESTO clamoroso e inaspettato intervento della Cmia mtò molto l'opinione pubblica, e sembra che abbia tur– bato anche i rappol'ti tra il pa1·tito dc ed il cardinale Ruffini, perché venne interpretato come un chiaro in– tervento in favore dell'on. Restivo e della sua tesi. Ne venne fuo,·i l'elezione a presidente clell'on. Alessi, con i voti del suo partito e quelli dei liberali e dei sara– gattiani, con l'opposizione dei comunisti, dei monarchici, e del llISI e con la necessaria astensione dei dieci· depu– tati socialisti. Ma. l'on. Alessi, che, in obbedienza al veto della Curia, ha proclamato di non potere e cli non volere fare alcun espe,·imcnto cli apertu-;·a a sinistra, sembra eh~ non dia sufficienti garanzie alla conservazione. Ed è stato prudentemente circondato da un certo numero cli assessori adatti ed inoltre l'Alta Corte ha annullato la legge cli ri– forn1a amn1inistratiYa, che, giustamente, costituiva il vanto clell'on. Alessi. La situazione del di lui governo è estremamente de– bole: teo~iuamente può contare sui 37 voti del suo par– tito (salvo probabili sorprese in sede cli votazione a scm– tinio segreto), su i tre voti dei liberali e su i due voti dei saragattiani (anche qui non può escludersi qualche sor– presa); in tutto su 42 voti. I monarchici e il MSI, in complesso 18 voti, sono al– l'opposizione e lo sarnnno sempre fino a quando non sa– ranno inclusi nel governo, ciò che oggi è diventato ancora più difficile in conseguenza clell'accorclo cli unità d'azione trn tah due pa,'liti, accordo che ha molto scosso e resa pe,·plessa la destra democratica cristiana. A questi di– ciotto voti bisognerebbe sommàre j venti voti ·cJei comu– nisti e i dieci dei socialisti; in totale 48. L'esistenza del go,·erno è, dunque, affidata alla astensione dei dieci so– cialisti ed anche cli parecchi comunisti. Secondo la costante prassi pal'lamentare, l'on. Alessi avrebbe dovuto, subito dopo la elezione del governo, -fare le dichiarazioni programmatiche, avrebbe dovuto, cioè, di– mostrare che la Giunta ha quella omogeneità di vedute e quella unità cli tendenze che costituiscono il principio pri– n10 su cui si fonda un governo. Ma !'on. Alessi, nella situazione in cui si è venuto a troYare, non ha voluto fare alcuna dichiarnzione, sia per– ch~ la sua Giunta non è affatto omogenea e sia perché, ove avesse dato assicurazioni alle sinistre, avrebbe disob– bedito al divieto della Cmia, ed ove si fosse scoperto ras– siomahclo le destre, avrebbe avuto il voto contrario di tulle le sinistre e sarebbe caduto subito. Il nuovo sistema inaugurato clall'_on. Alessi è « rivolu– zionario» perché rornpe una tradizione costante e necessaria ed è inoltre gravemente peegiuclizievole delle prerogative dcli' Assemblea la quale, col paese tntto, ignora, in con– seguenza, il programma del governo. Ma in occasione della discussione sui bilanci, cioè entro il corrente anno, l'on. Alessi dovrà pur fare la sua scelta e le sue dichiarazioni. Sah·o che non si limiti ad alcune generiche assicurazioni alle destre e alle sinistre per guadagnare tempo. Ma una simile politica insincera ed equivoca, che ser- · virebbè alle necessità dilatorie della democrazia cristiana, non giovernbbe né agli ·altri paetiti, né tanto meno alla Sicilia. ANTONINO RAMIREZ LIBRI E RIVISTE NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO MENSILE Sotto oli auspici dei servizi Spettacolo ·Informazioni e Proprietd Intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Direzione: Roma Casella Postale 247 (80) nuova repubblica .CRI'rERI DI UNA RIFOHMA FISCALE COSTI E RICAVI_ :Per il conlrollo dei costi 11011 sembra che gli uffici fìnanzia,·i siano in gl'ado di se– guire ogni anno tutli i conLribuenti; E' opporluno adeguarsi a quanto viene falto in ogni paese fiscalmente progredito: la creazione· di un corpo cli professionisti spe– cializzati, i quali siano chiamati -annualmente dai ·conti:ibuenti e da loro pagati per l' allestazi.Gne della ve,·idicità del bilancio e della dichiarazione prescnlala di I BERTO P R,EilESSI i cl'Ìtei-i cli una riforma Ascale, esposti in 1111 precedente articolo (v. Nuova Repubbl-ica, n. 25, · del J 8 agosto u. s.), affinchè una tale rifo1·ma non cli– Ycnti la solita burletta, occorre preoccuparsi dei motivi più efAcaci P.er l'accertamento della posizione fiscale cli ogni contribuente. Sino ad oggi l'accertamento fiscale, nella stragrande n1aggioranza dei casi, si è ridotto ad una specie di « iner– cato delle vacche», in un primo tempo sanzionato dall'isti– tuto ciel concordato ed ora mascherato dalla rettifica di dichia,·azione, un nome nnovo per indicare nella sostanza la stessa cosa. La legge Tremelloni, che il nuovo ministro ha dichiarato cli voler sollecitare (non si sa peraltro se con modifiche tali da diminuirne ancora il valore), pre– vedeva alcune innovazioni che costituirebbero senz'altro un passo avanti sulla via degli.accertamenti veritieri; insien1e, tuttavia, a nun1eros.i elen1enti negativi. Una cosa deve essere ben chiara, ad ogni contribuente ed al fisco, cioè che, al cli fuori cli ogni presunzione, il reddito deriva sempre dalla differenza fra ricavi e costi; il compito di ogni sistema. cli accertamento deve quindi esclusivamente tendere a stabilire con esattezza questi due elementi: costi e ricavi; la differenza è 1·eclclito effettivo; che diventerà imponibile fiscale solo dopo la detrazione cli una quota considerata esente perché necessaria al minimo cli vita. Stabilito questo concetto elementare, è chiaro quale sia il compito delle parti: il fisco cel'Cherà cli preoccu– parsi cli determinare i ricavi, il contribuente dovrà di– mostrare i costi. Nella particolare situazione italiana poi, dato lo stato cli disordine e cli cattive abitudini mentali e morali sia ciel fisco che del contribuente, bisogna ten– dere a render gli accertamenti il più possibile automa– tici, sottraendoli alla discrezione dell'amministrazione e dei contribuenti. A questo scopo pot,·ebhe essere cli prezioso ausilio l'Im– posta Generale Entrata, op'portunarnente modificata secon– do i -i!'ç:teri già esposti, cioè con una forte riduzione cli ali– quot~ (all'uno o anche al mezzo per cento, invece del tre pel' cento attuale) evitandosi cosl il rincaro della produ– zione e gli eccessivi esborsi dipendenti dalle alte aliquote. Dovrebbe anche essere semplificato ed unificato il modo cli pagamento, da farsi esclusivamente a mezzo cli posta-giri settimanali, da versare anche alle grandi banche per evi– tare ai contribuenti le lunghe code agli scarsi sportelli po– stali, con la scotta· degli elenchi analitici delle fatture · emesse nella settimana precedente. In questo modo l'ac– certamento dei ricavi si ridurrebbe a fine d'anno ad una s01nn1a di 52 addendi, salve, naturahnente, le eventuali vendite fatte senza l'emissione della regolare fattura. A proposito cli questa grossa questione, è da s6Uoli– neare l'immoralità del sistema attuale, per il quale chi cerca di sottrarsi con la frode al suo dovere tributal'io (non emettendo regolare fattura) può poi rivolgersi al frodato, allo Sta.to, se a sua volta trova chi tenta cli frodare lui. E' come se un rapinatore armato cli bastone rubasse aI passante e poi si rivolgesse allo stesso passante, perché lo difenda da altro rapinatore armato cli mitra. bfatti,. at– tualmente chi tenta di frodare la collettività non pagando l'Imposta Generale Entrata e la Ricchezza Mobile, può in un secondo tempo rivolgersi allo Stato stesso se il suo cliente non paga; per fare questo è sufficiente il versamento tardivo dell'Imposta Generale Entrata più il .10 per cento dell'importo non pagato in tempo; quanto alla Ricchezza Mobile, essa finisce generalmente nel dimenticatoio. La sanzione pilÌ morale e più automatica contro que– sto malcostume sarebbe quella cli,non riconoscere azione al creditore fiscalmente non in regola contro i debitori ina– dempienti. Se il termine cli una settimana per il paga– mento regolare dell'Imposta Generale Entrata dovesse ap– parfre troppo drastico, si potranno eventualmente intro– durre dei ten1pera,n1enti, con aggravanti in casi di recidiva. Una obiezione da non prendere in considerazione è comunqne · quella che nna modifica del genere nel nostro diritto civile lederebbe i sacri princìpi della tradi– zione giuridica romana e italiana. Tepiamo ben presente che dai tempi del diritto romano ad oggi sono trascorsi quasi venti secoli e che forse alcune cose possono essere aggiornate. Certo è che se un operatore, un commerciante sa di non poter agire contro l'acquirente nel caso non venga subito emessa la fattura, è possibile prevedere che le fattme verranno fatte e l'Imposta Entrata pagata, an– cora prima della consegna della merce. Questo risultato si otterrebbe senza l'intervento cli controlli da [)arte dello Stato, ma in via automatica, attraverso il reciproco con– trollo degli interessati. In questo sistema dovrebbero venire esentati dal pa– gamento dell'Imposta Generale Entrata i trasferimenti cli beni non controllabili, come per esempio le vendite al mi– nuto nei negozi; dovrebbero al contrario essere assogget– tate al sistema comune cli pagamento le parcelle dei pro- BAVASTRO fessionisti; si ottel'l"obbe così lò scopo salnta,·e cli abolil'o il sistema degli abbonamenti, c,ampo carntte,·istico ciel. « mercato delle vacche~- Quanto ai costi, sarebbe interesse dei contribuenti cli climostrnre la maggiore quantità possibile cli costi, per di– minuire il reddito. E avrebbe1'0 anche la necessità cli di– sporre cli una fattlll'a pe1· ogni lira spesa, al fine appunto cli dimostrare il ,·eclclito effettivo. In questo campo biso– gnerebbe essere generosiJ perché non si potrà. n,ai con– vincel'e un contribuente 8, dichiarare tutti i ricavj se non gli si riconoscono tutte le spese sacrosantemente fatte; anche a rischio cli far passare qualche spesa personale co– me spesa cli produzione. Per i-I controllo dei costi non sembra che gli uffici finanziari siano in grado, per la carsità e la mentalitn dei funzionari, cli seguire ogni anno tutti i contl'ibuenti e non resta quindi che adeguarsi a quanto viene fatto in ogni paese fiscalmente progredito: la c1·eazione cli un corpo cli pl'ofessionisti specializzati i quali siano chiamati annual– mente dai contribuenti, e da loro pagati, per l'attestazione della veridicità del bilancio e della dichiarazione pl'esen– tata; gente capace, ben pagata e ·praticamente incorrnt– tibile, socialmente e moralmente ad un alto livello, qual– che cosa come un notaio in campo finanziario. In tutti i paesi dove funzionano ( 'tati Uniti, Inghiltena, Svizzera, Germania, Olanda), questi professionisti si sono dimostrati eccellenti strumenti cli collaborazione fiscale. Un bilancio o una dichiarazione, attestati veritieri da un revisore scelto da ap1:iosito albo volontario, dovrebbero senz'altro essere accettati dal fisco, che limiterebbe i suoi controlli ad alcune pochissime aziende, affinchè tutti, contribuenti e reviso1·i, sappiano che esi ·te alla fine la possibilità cli una ulteriore e definitiva verifica da parte dello Stato, eserci– tata da funzionari altamente qualificati e ben pagati. Una attestazione infedele da parte dei revisori dovrebbe essere pagata con la pe,·clita del diritto cli attestazione e con la galera, sen~a. condiiionaJe o con la iscrizione. DUE OBIEZJONI si possono fare a questi suggel"imenti: l) con la sottile inventi,·a italiana i contribuenti tro– ,·erebbero senz'altro la maniera cli non fare le fatture pur assicurandosi il pagan1ento per contanti o a n1ezzo cam– biali; 2) non sembra possibile trovare in Italia un corpo cli professionisti capaci e disposti ad attestare la ve1·icli– cit,1 cli un bilancio o cli una dichiarazione, dato che i commercialisti ed i ragioniéri sono per tradizione dall'altra. parte della barricata, vale a dire suggeriscono ai contri– buenti i modi per 'paga,·e il meno possibile cli imposte. La prima obiezione è fondata solo in parte: in ef– fotti, se una vendita è fatta per contanti cessa il rischio cli perdere l'azione, perché il pagamento è già intet:Ye– nuto; ma si deve tener presente che tutta la gestione azien– dale è sottoposta· alla revisione annuale cli un tecnico e che nn cliscrnto movimento cli vendite per contanti o pe1· cambiali, senza le relative fatture di vendita, non può sfug– gire ad un occhio esperimentato. Bisognerebbe che quei denari e quelle cambiali potessero essere immediatamente intascati dai titolari e trattenuti come utili, ma chi ha un minimo cli pratica della vita aziendale, sa quanto sia dif– ficile che qnesto possa verificarsi con continuità, pernhé quasi sempre ogni disponibilità viene usata pe,· far fronte agli impegni. E poi, i clienti che possono pagare per con– tanti sono pochi, da conta,·e sulle dita.di una mano. La seconda obiezione nasce da un pessimismo ecces– sivo e forse anche da una scarsa conoscenza èlegli uon1ini, dovuta alla pretesa cli essere sempre e ad ogni costo molto furbi. Che non si possano trovare in Italia poche migliaia cli persone disposte a svolgere una professione onorata e redditizia solo perché da noi è nuova e magari contraria ad una tradizione, non sa.mbra possibile. Si potrabbe anche prevedere un incentivo pe,· le azien– de disposte a sistemarsi nel nuovo stato cli cose, l'iclu– cenclo notavolmente, magari anche alla metà, le aliquote dell'imposta, nel caso cli bilanci o cli ,dichiarazioni certifi– cati. I contribuenti sarebbero allettati dalla riduzione cli aliquota e lo Stato non vedrebbe diminuire le sue entrate perché i redcliti denunciati sarebbero notevolmente supe– riori a quelli attuali. Il nuovo sistema potrebbe essere, al– meno per un certo tempo, volontario: chi vuole si mette al passo con le esigenze della vita civife, fa le cose in regola, fa certificare il bilancio e ottiene la riduzione cli aliquota; chi non vuole continua come prima, dichiarando implici– tamente che tende a frodare, e si può quindi con più faci– lità colpirlo. Questi suggerimenti tengono conto cli una necessità: evitare un allargamento dei poteri e dei compiti dei fun– zionari e rendere cli conseguenza ogni operazione la piu automatica possibile. Tùtto ciò tenendo conto dell'esigenza fondamentale, cli uscire una buona volta dal vortice nel quale tutti ci dibattiamo.

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