Nuova Repubblica - anno III - n. 32 - 16 ottobre 1955

nuova r Comitato direttivo, TRISTANO· CODIGNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Piazza Libertà. 15, tel. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, tef. 483-207/8. Autoriz. Trib. Firenze del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly. ~st. Tip. de «La Nazione•, Firenze, Via Ricasoli 8. 80 • ANNO III • N. 52 IL_DISCORSO DEI SEMPLICI di GIUSEPPE FAVATI L ' Al<'li'ERMAZIONE cli Guido Mazza li che « ogni in– clebolirnento del partito cornunista, strumento ina– lienabile della democrazia italiana, si tradurrebbe in un rafforzarnento delle forrnazioni cli destra» deve es– sere contestata. E non tanto per l'inciso, là dove si rico– nosce l'importanza del partito cornunista nella lotta per ·la. trasformazione delle strutture e dei rapporti politici del nosfro paese, quanto perché tipicizza, si teme, una sorta cli immobilismo ideologico e politico, diremmo anche cli inerzia morale che è tra le ragioni fonclarnentali della in– capaciti, cli affrontare organicamente i problerni cli oggi: l'effettivo muturnento dei rapporti cli forza tra opposizione e governo, i modi critico-pratici della alternativa socia– lista e del dialogo con i cattolici. Non si vede come un in– clebolìrnento elettorale - peraltro r-elativo - ciel partito comunista a favore del partito socialista p('ssa fare il gioco della reazione, quando si sia chiarito, e noi cli Unità Popolare lo abbiamo chiarito a sufficienza, che esso non dovrà. scaturire da una lotta sorda e sor-clida cli tipo so– ci'alclernocratico-scelbiano, n1a da un obiettivo clislocarnento cli una parte delle .forze operaie, contadine, intellettuali su un· nuovo settore cli battaglia. Non si tratta, corne per chi farnetica cli una politica cattolica autosufficiente e automotl'ice, cli sostituirsi - e in modo surrettizio, poi· - al controllo esclusivo della classe lavoratrice, ma cli prendere atto che il partito socia– lista può trovarsi nella imperiosa necessità cli accogliere 'anche dei contingenti cli forze comuniste che si spostano verso il suo settore. Se il gruppo dirigente del I'SI rifiutasse con sdegno questa prospettiva, significherebbe che accetta in permanenza la qualifica e le mansioni cli «secondo», pur se il capitano della nave non è più fisicamente i11 grado cli guidarla nel bel mezzo cli una buriana devasta– trice. Per la paura cli far la parte degli arnmutinati, si accetterebbe quindi il naufragio della nave, il suicidio col– lettivo, comandante compreso. Questo facile paragone è tra i più c_alzanti e rh·elatori dei rischi cui il PSI - e i lavoratori tutti con lui - an– chebbe incontro accettando alla lettera (non sfugge il paraclossa.!e .«ogni», che ha. meritato quindi il corsivo) la tesi cli Guido Mazzali. Aggiungiamo che essa. è offensiva per lo stesso PSI, per la sua dignità cli partito presumibil– mente rivoluzionario: può infatti ·Guido Mazzali contestare che desiderio suo e degli altri dirigenti sarebbe quello cli rip,·enclere i lontani cinque milioni cli voti assegnati al PSIUP, e che, d'altra p~rte, la fuga a destra - ormai tamponata, sappiarno, per le evidenze trasformistiche e pa– dronali della socialdemocrazia - non ha spiegato da sola l'indebolimento successivo del partito socialista? può, cl\– ciarno meglio, il Mazzali contestare che molti socialisti scelsero allora il settore cli battaglia del PCI, anche a giusta ragionò, perché i lavoratori videro nel PCI lo stru– mento più risoluto per la conquista del potere? E forse il PCI si è sognato allora cli gridare al gioco della bor– ghesia per chi abbandonava la bandiera del socialismo «tradizionale»? No cli certo, anzi è risaputo che il PCI forzò la situazione, con metodi piuttosto disinvolti, liqui– dando ad esernpio anche il solo pericolò cli una maggio– ranza socialista all'interno della CGIL. Oggi è possibile un processo inverso, con questo cli assoluta1nente nuovo: che non si limiterà ~ una redistri• buzione cli forze tra PSI e PCI, rna dovrà inserirsi in una più vasta prospettiva: cli riqualificazione cioè clell'iritero schieramento della classe lavoratrice italiana. Il problerna cli un nuovo corso della politica italiana è in primo luogo un problema cli forza. E poicpé il Fronte popolare ha fatto il suo ternpo; poiché nessuno pretende cli misconoscern l'ur- • genza cli una. espansione ·massima dello schieramento uni- Un numero L. 40. Estero L. 50. Un numero arre1 Abbonamenti, annuo per Italia e Frat.cia L. 1500, s trim. L. 450. Estero, L. 2000, 1100, 600, Sostenitor, CIC post. 5/ 626 l, cla Nuova Italia», Firenze. Gli abbc corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgerj nistrazione. Ta~iffa: l. 15.000 per inserzioni di mm. 70 CESACLAUDIO anche Via Risorgimento,3 presso Terreni p I $ A ~r:~~ -------- I per gio a ;, . 11. ESCE LA DOMENI0 40 ( Dis. di Dino Boschi) IL PROF. MOLOTOV: « Vi chiedo scusa. Otto mesi fa, ho scambiato la misura delle basi con quella del– l'intera superficie n tario, bisogna appunto chiedersi in qual modo si pensa cli uscire dalla cittadella dell'opposizione per proporre e rea– lizzare una alternativa cli governo. Il discorso qui si fa necessariamente più complesso. B' infatti non assurdo ipo– tizzare che il PSI ottenga cli rientrare in qnalche misura nella direzione degli affari dello Stato, ma esso è attual– merite così debilitato dalla fatica, organizzativa degli anni in cui si imponeva tamponare con ogni mezzo la minaccia· di una scissione sulla destra, ed ha così passivarnente accolto, insieme alle virtù, rnoJti· difetti della tradizione prefascista (rnentre gli uomini del PCI davano prova cli ben altro vigore e cli ben altra lucidità culturale e ideo- .logica), che ci si offre ironicamente rnolto meno assurda l'ipotesi cli un stlo irnbrigliarn<-nto in un accordo parla– mentare, cli vertici, in cui ancora una volta la politica delle concessioni « tattiche» (it1tra cosa. dai « compromes– si» politici, inevitabili·) sostituirebbe la politica delle ii– forme essenziali, sul vivo delle strutture del nostro paese. Questo naturalmente in vista di un tempo migliore, cli una pa.Jingenesi (ci si perdoni il t.,,rrnine abusato, prima che l~gorato dalla pubblicistica borghese) in cni le fanterie CO• muniste assurnerebbero il ruolo del protagonista. Non si creda., infine, che n olti socialisti non iscritti al PSI paventino una soluzione mclicale, cli ;-ivolta prepotente e travolgente· con il prezzo anche elevato cli ogni rivolu– zione. Anzi il nostro somrnesso e personalissimo parere è che in Italia la classe lavorali-ice conquisterà ti,tto il po– tere in definitiva solo attraverso una serie cli scosse vigo- 1·ose e non attraverso un meto,lo permanentemente gradua– lista. Mà per intanto ci si conceda che la classe lavora– trice si trova nella condizione· cli vedersi postulata la rivo-' li1ziore, e cli non- _veder ormai né l'ornbra della rivolu– z.ione né, se non ci rirnbocchiQ;.rnoinsieme le maniche, l'on1~ b1:a delle riforme, precipitando invece sempre più nella mi– sèria e soprai ..tto, e prima ancom, nell'isolarnento politico. Colpa solo dei reazionari? l\Ia lo si ripeterà fino al volta– s·\ornaco: _e allora Marx 'che' cosa è vennto a insegnarci in ~,nesto sciaguratissimo mondo? CRISI NELL'UG S I ·E' APERTA, dunque, la crisi clell'UniÒne Goliar– dica Italiana: nell'irnminenza del' congresso nazio– nale il Consiglio della Goliardia, organo deliberativo centra.le dell'Unione, ha dichiarato la decadenza del presi– dente e si è sciolto, invitando le associazioni federate ad assumere direttamente l'in·iziati,·a per la convocazÌqno e la preparazione del congresso. A motivo cli così grave provvedimento è stato esplici– tamente addotto il comportamento dell'ex-presidente l\Ia. rio ·Raimondo, che ha favorito il tentativo cli alcuni com– ponenti la Commissione Laureati clell'UGI tendente ad as– sumere cli fatto la. direzione politica clell'UGI stessa e clel– l'UNURI, sorpassando i litiiiti del mandato affidato alla commissione dal congresso goliardico cli Milano. A Milano era stata ravvisata la necessità che l'ini– ziativa goliardica universitaria trovasse, sulla base dei lau– reati che via via lasciano l'università, una continuit.:\ orga.nica nella categoria che all'università è direttamente collegata, e cioè nel rneclio ceto intellettuale, nei settori clel– l'insegnarnento, della professione e della laurea in gene·re. In ta.le occasione fu costituita, con scadenza mandataria al successivo congresso goliardico, una co1nn1issione incari– cata dello studio del problema e dell'attuazione cli concrete ii1iziative atte a promuovere la costituzione di una o pilt organizzazioni di laurea.ti. Purtroppo la Comrnissione Lameali, per volonti, espli– citan1ei1te rnanifestata sin dall'inizio dalla maggior parte dei suoi componentiJ venne meno ai suoi compiti e, aste– nendosi dall'intraprendere qualsiasi concreta iniziati,·a, co– i11e quella per .un convegno nazionale o dei convegni lo– cali cli laurea.ti già appartenenti alle Associazioni Goliardi– che, pretese un controllo effettivo su tutta quanta la poli– tica goliardica nelle associazioni e negli organismi studen– teschi, onde si realizzassero « l'unità e la continuiti, ». La debolezza e i tirnori cli una presidenza clell'UGI provvisoria, che doveva preoccupa.rsi unicamente della con-

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