Nuova Repubblica - anno III - n. 31 - 9 ottobre 1955

Bit 2 wsamente affermato che la Costituzkme n9n soffre inter-• .pretazion.i cavillose o che pertanto nessun cittadino- allo llt&to civile, e cioè non indossante uniforme, avrebbe do– v:nte più \essere giudicato da tribun!'li m:ilitai·i in tempo di pace. Dopo cli (\he... d•Jpo di ·:che. i .n:'i~istri presenti, &ragat compreso, votaronò alla unarunuta 11 progetto del minfatro della Giustizia. . . « Che cosà avremmo dovuto fare secondo te? », ri– spo11deva un ministro socialdemocratico alle mie rampo– J!',oe. « Sarebbe .stato serio provoca.re una crisi per una tale Q1>estioncella? A noi. nulla. importa delle spie e dei sabo– tat(ui. Ammetto che il governo ha fatto male perché agen– do come ha agib.:i si è alienato le simpatie di certi. strati de'lla opinione pubblica; ma noi' non potevamo assumerci la responsabilità di una crisi·». A questo punto stanno ie cose. Ed è curioso che proprio e· solo i repubblicani, sino à questo· momento - oltre ai partiti di sinistra - abbiano tenuto fermo il loro pro– posito di votare contro il prog13tto·governativo: fo1·se per cassare la responsabilità iniziale del loro leader. Ma è strano, insomma, che socialdemocratici e libera– li, e anche democristiani dei quali abbiamo stima, conside– r,no ~ questioncelle » cose del genere; che da anni, di f-ffinte ad una Costituzione inerte, disattesa, vioJ.'lta ogni gii)rno per volontà di questo o quel ministro o di organi delicati dello Stato, si adagino in una ·rassegnata acquie– scJ')nza per tema di .scompaginare l'assetto governativo, col p!!etesto che vi sono cose più importanti e più mgenti da affrontare e risolvere; non rendendosi conto che, fino a tanto che il paese sarà in mano alla polizia e ai tribunali militari, quelle. cose importanti e urgenti, saranno· sempre aHo stato di progetto, perché mancherà il consenso della oninione pubblica e mancheranno gli strume1Ùi- adatti alla Jom attuazione. Credevamo che solo !'on .. Scelba, nella sua grossolana paternalistica concezione dello stato moderno, potesse il– hidei·si. di convogliare i favori popolari alla den)ocrazia mediante la severità repressiva .. Vediamo purtroppo che Sèelba ha fatto scnola; peggio, che h!i trovato nell'attuale. compagine ministeriale chi. gli da dei punti, perché poteva esservi speranza sino a quando la questione dei tribunali militari restava aperta, e la speranza tramonterebbe nel momento in cni venisse sanzionata con apposita legge. la giurisdizione dei tribunali militari per gli sìnobilitati, qua– lunque sia la imputazione loro. ascritta. · · E così; da transazione a transazione da cedimento a cedimento, da questioncella a q~estioncclla, potremo un giorno sentire !'on. Saragat ripetere con Scelba che la Co– stituzi·one .è una trappola; e sopravviveranno, se Dio e il béneplacito dei democristiaRi non ci assisteranno,· con la fa.5cistica legge di polizia, le giurisdizioni speciali più ini– que e più assurde che i costituenti, come ben sa l'on. Sa– ragat che li presiedeva, avrebbero voluto abolite. Tutto iiinarrà ancora nel vago e nel provvisorio in attesa che i socialdèmocratici, i liberali, i « laici > si accorgano che, a i.ir -,a di volta.re· la testa dall'altra parte·per non vedere le manomissioni dei loro sacri priilcipii compiute ogni gior– >10,saranno ridotti a contare meno del. due di coppe; ·e già.·so_no speditamente avviati, per loro libera scelta, ·ver– so tale destino. Ed è triste pensare che se, come ancora osiamo spe– rru·e, il parlamento respingerà il progetto Moro, il_ merito non sarà dei « laici » superdemocratici, ma dei franchi ti– ratori democristia1ù che voteranno, con le opposizioni d_e– tìnite anticostituzionali, per la difesa della Costituzione: PIERO CALEFFI ' E'· uscito . ELIZABETH · WISKEMANN L'asse Roma - Berlino con prefazione di GAETANO SALVEMINl Questo è il primo tentativo serio di tracciare la storia dei rapporti diploma- .· ... tici fra l'Italia fascista e la Germania nazista, culminati nella firma. del Pat– to d'Acciaio ·e nell'Asse Roma-Berlino. L'Autrice non Si è contentata di uno studio minuto di tutti i . documenti già resi pubblici; ha potuto consultare an– che numerosi documenti ancora celati negli archivi dei vari Ministeri degli Esteri e ha interrogato parecchi diplo– matici italiani che hanno assistito da vi– cino al grande dramma che ha coinvolto l'Italia nella sua vicenda più disastrosa. • DOCUMENTI DELLA CRISI CONTEMPORANEA» N. 18 • Pagg. XVI-464 • I.. 2000 LA NUOVA ITALIA .FIRENZE LIBRI E RIVISTE NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO- MENSILE Sotto. ali ausplcf dei servizi ·spettacolo Infonnaziòni. e Proprieta Intellettuale della Presidenza del Conalalio dei Ministri- DireziÒne: -Roma Ca~llà Postale 24'1- (79) BHFa repubblica l. ITALIA· POLITIC 1 A J ROSSI FRA I SERPE A BBIAMO ASCOLTATO anche. noi, con viva ,soddisfa– zione, il discorso di chiusura pronunziato dal mini– stro Paolo Rossi al termine del dibattito <lell'Istm– zione. Era grart tempo, diciamélo pure, che si aspettava in Italia, dopo la restaurazione della democrazia, una chiara rivendicazione della priorità indiscutibile dello Stato ill questa materia: una priorità che non chiede legittimazion1 e autori,..zazioni, ma le concede essà stessa; che rispetta e in nessun modo intralcia la spontaneità di istituzioni edu– cative, ma se ne riserva il controllo della idoneità e dei risultati; che lascia liberissima espansione alle correnti cul– turali e morali della Chiesa, ma garantisce con pari fer– mezza it sorgere e il diffondersi delle altre tntte; e che con– fe,·isce allo Stato l'obbligo di fare delle «sue:> scuole, cer– tamente ancora in (ase di ricostruzione materiale e morale, un modello di libe,·tà e di efficienza. Le parole di Paolo Rossi sono venute a tempo, perché hanno risposto a pun– tino a quanto si veniva dichiarando, in senso affatto op– posto, alla. Settimana Sociale di Trento. Si sarà posto men– te al fatto, anche, che mentre il ministro dell'Istruzione parlava in parlamento, !'on. Fanfani prendeva la paro!!} alla Settimana Sociale dell'Aziono Cattolica, e senza en– trare direttamente' nel merito dei J?l'Oblemi della scuola, confermava tuttavia che gl'impegni orientativi dei setti– manalisti non sono destinati a rimanere -lettera morta, n1a sen1pre hanno inciso e incideranno, in concreto, sul .. l'azione dei cattolici in quanto politici. La stessa. coinci– denza dei due discorsi m!)tteva di fronte il segretario della DC e il ministro laico della pubblica istruzione della re– pubblica; non per nulla, il giorno dopo, autorizzati am– bienti cattolici ·avvisavano Paolo Rossi che avrebbe fatto bene a serbare il senso 'delle proporzioni, e a non ingi– gantirsi dinanzi ai compagni tanto naturalmente più po– tenti della presente coalizione a gnida democristiana: si guardasse, quindi, dall'aprire una questione troppo grossa per poter essere sorretta dalle sue spà.lle di semplice vi– gilatore della scuola pubblica. Probabilmente non avremo per questo, in Italia, un Kulturkampf; o lo avremo di dimensioni moito più ri– dotte ,:he negli altri paesi occidentali, dove, più o mep.o clamorosamente, è dappertutto in corso. Le :vicende del Belgio sono troppo note e recenti per dover essere ricor– date; ma solo poco più .indietro nel tempo, -si rammenterà la polemica francese, tra democristiani e radicali e socia– listi; e quella della Germania, meno vistosa, solo perchè si svolge nell'ambito dei Laender anziché su piano nazionale. Mà-1-"- la polemica del nostro tempo, pei·ché va di pari pa'sso con il grande tentativo di un nuovo slancio di dire– zione educativa della Chiesa in -Occidente, attraverso i par– titi della democrazia cristiana, per ciò che· attiene agli aspetti legislativi dei diritti della scuola privata, e attra– verso la riattrezzatura più moderna che quest'ultima ha potuto darsi, indubbiamente con l'appoggio della borghe– sia conservatrice dell'Occidente. Paolo Rossi non ha accen– nato a questi temi,. forse per uno scrupolo di cautela, che gli consigliava di non alla~gare eccessivamente l'orizzonte della sua presa di posizione;· forse anche, pei'chè sa chil in Italia un Kulturkampf si risolverebbe ancora, oggi come oggi, a tutto vantaggio della Chiesa stessa. La democra– zia italiana è ancora troppo incerta del suo ethos, dei suoi valori, per contrapporsi àlle pretese egemoniche della Chie– sà in fatto di istruzione: tant'è vero che l'on. Rossi è tor– nato poi solo a riesporre il concetto liberale tradizionale, garantistico, dello Stato, in fatto di libertà della cultura e dell'istruzione. Non è del tntto errato, pertanto, quanto ha detto domenica scorsa Mario Missiroli sul Corriere, ricor– dando i fondame)lti di dignità autonoma dello Stato come fonte di eticitì,. Ma in realtà, proprio l'eticità come_ pura conservazione del Missiroli; è di per sé la ragione della debolezza dello Stato a rivendicare la sua autonomia edu– cativa dinanzi alla Chiesa . JN ITALIA i difensori dello Stato essendo, dalla parte laica, troppo spesso dei Missiroli, la parte dello Stato resta debole, e il ministro è già da encomiare e da felicitare per la fermezza delle sue parole. I partiti: e gli uomini laici hanno provato almeno t{na soddisfazione del cuore: vor~ rebbero ora sperare che tutto l'indirizzo del ministero vi si ispiri, che Paolo Rossi trovi Ira i suoi ciù-ettori gene-cali i p_iù vivaci collaboratori di una politica di controllo sulle istituzioni private di istruzione, e dei .propulsori rigorosi delJa scuola di stato. I laici aspettano dal ministro non solo una difesa verbale ~ senza dubbio nobile delle loro convinzioni, ma un· indirizzo attivo di laicità e di effi• cienza della scuola in Italia. Non vorrebbero mai dover pensare che essi difendono, a quel seggio, una loro posi– zione puramente nominale: finirebbero così con il c&!ere ad un piccolo ricatto, che si tendono da soli, e del quale i clericali potrebbero sorridere divertiti, e; tutto sommato, per nulla impensierirsi. · Al nostro ministro « laico », noi c1·ediamo, vi sarebbero · poche .ma sostanziali raccomandazioni da rivolgere. La prima è che bisogna pure che egli si risolva a conchiudere la vertenza dei p1·ofessori' secondari. Questa sta diventan– do serpentina, e rischia di invelenirsi seriamente un'altra volta.· E' un'ottima cosa che, a- differenza dall'on. Ennini, l'on. Rossi cerchi di -immedesimarsi nella condizione dei docenti, anche di fronte ai suoi· colleghi ·del Bilancio e del ,Te~ro. Ma abbiamo l'impressione clie non ne stia-venendo: fuori nulla.· La psi~olqgia, l'onestà petsonale, il gatbo di una cultura ben fom1ata sui classici fra1Jcesi e inglesi del sette e dell'ottocento, una. parola calda e persuasiva di av– vocato di grido, sono le prime virtu dell'on. Rossi; ma·, la politica dell'on. Rossi deve pure essere quella di rendere efficace la scuola di stato, facendo dilegu,ne finalmente il disagio e il malcontento che l'aduggiano. E' possibile che, per settimane e settimane, non si concluda un confronto tra la previsione della spesa operata dal « Fronte della scuo-Ja », e quella del governo, in materia di aumenti di stipendio? E' possibile che ci si avvicini alle scadenze del– la legge delega, senza che il governo ·si ritenga in grado di assumere gl'impegni inerenti al riconoscimento della funzione d'eccezione della scuola, entro l'apparato dello Stato? Ottime parole non bastano; l'on. Rossi gode le siin– patie degli uomini della scuola, ma queste non sarnnno sufficienti, dinanzi alle sne· lentezze, a conservargli "indefi– nitamente nel consenso che resta sinora, soprattutto, un credito leale delle buone intenzioni. Secondo problema che ci sembra impe_gnare diretta– mente il min~stro: pende ancora al Senato 1a legge che deve immettere nei ruoli le decine e decine di migliaia di in– segnanti abilitati per anzianità e idoneizzati a·ll'insegna– mento di ruolo senza concorso. La scuola. sa che cosa pen– sare di questa legge, che al parlamento ha trovato un solo ostacolo nella pervicacia di Alcide Malagugini; ma scale di velluto presso tutti gli altri parlaiuentari, di sinistrn inclusi. Il ministro sappia che se si vuole tina scuola di stato efficiente, v'è poco eia fare: ·seri coneorsi,- frequenti ispezioni operate da personale universitario, e onorari non umilianti. L'immissione nei ruoli dello Stato di insegnanti che hanno in gran parte sfuggito o fallito a.i conèorsi degii uttimi anni, è fatta apposta per legittimare la· credenza, . cho la scuola privata sia, al postutto, anche tecnicamente nieglio attrezzata di quella pubblica. Potremmo ritornare sulla scuola· postelementare, che il minist,·o ha varato in modo così poco ortodoso, illuden– dosi di potervi applicare· i_l·personate in soprannumero presso scuole, alle quali, mancando spesso persino l'intero corso delle prime cinque classi, tale personale non è di fatto reperibile .. Abbiamo l'impressione che l'on. Rossi in questo c.aso, come in qltello permanente dcii centri didattici, non abbia ·saputo scrollarsi di dosso certe sgradevoli eredità del silo _predecessore. Burocrazia pesante e influente a dispetto del ministro? oppure debolezza di partenza dell'on. Ros.si, ch-0 agisce quasi nella presunzione di dover !ungere al– l'interno -di una posizione 01·mai stabilizzata di predominio democristiano, alla· quale ·strappare si qualche eccezionale 1·ettificazione, n-Ìa senza supporre di potere e dovere rico– minciare imponendosi? Sono ipotesi che affacciamo senza accentuarle, perché vorremmo sostenere, piuttosto che -in– fastidii-e, un uomo, il quale ha mostrato l'animo di non venir meno alle convinzioni della sua educazione di laico e di uomo. di cultura. L'on. Rossi conti· dunque sulla nostrn solidarietà; ma badi cli non farci rammaricare la sua scar– sa audacia, non già nel riformulare dei· principi oggi ·pro– fondàmente e largamente assaliti, ma nel dare loro un se– guito organico. Il suo stesso discorso aveva soprattutto l'onestà del buon ai:nministratore; ma pensi l'on. Rossi che il ministro dell'Istruzione della democi·azia. repubblicana è il portatore della con.sapevolezza culturale di questa realtà politica, e non semplicemente l'altissimo capo di un ùfficio, nel senso opaco e linùtato del termine.· MOTORI POMPE VENTILATORI L'ECO DELLA STAM.PA ALADINO ARZIGNANO UFFICIO DI RITAGLI D;\. qI(!R; N.MI E RI)'ISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Vì.a'O;·Cempagnonf28 Corrisp. Casella Postale 3549 rrelegr. Ecostami>a'

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