Nuova Repubblica - anno III - n.28 - 18 settembre 1955

2 del Consiglio dei ministri che doYeva deliberare sulle com– petenze dei tribunali milit'l)'i. E la risposta, inattesa perché a darla fu uno dei colleghi governativi più accesamente anticomunisti, fu che l'opinione pubblica italiana era stata tratta in inganno, che Ja cortina di ferro e1·a un'inven– zione della propaganda occidentale e che, se alla fine il nostro govemo l'avesse abbassata, avremmo scoperto chi sa quali verità. Come sia stato, non si sa, ma è un fatto che Je « be– stemmie» del collega governativo al'l'ivarono dentro la sala di riunione del Consiglio, suscitàndo il più vivo imba– razzo tra i ministri. Uno solo, il più anziano, la commentò, affermando che « eh, sì anche questa è una questione da risolvere ». La riunione di Gabinetto durò oltre quattro 01·ee, per quanto sia stato detto che una parte dei lavori sarebbe stata dedicata all'ordinaria amministrazione, si è saputo che, invece, le quattro ore erano state tutte assorbite dal ~ibattito sui tribunali militari. .La seduta, narrata da uno dei protagonisti, è quant'altre mai interessante: « Si sapeva - ha riferito un ministro - che non eravamo d'accordo con Moro. Oltre a tre o quattro democristiani, erano con– tra.ri i qt1attro soéialdemocra.tici e i tre liberali. I mini– stri, compreso il presidente, sono 22: ce n'era quindi a sufficienza per mettere in minoranza i fanfaniani. La prima sorpresa la ebbi contando gli assenti: otto in tutto e per di pi,1 .quasi tutti coloro che non la pensavano come il Guardasigilli: Andreotti, Braschi, Angelini, Rossi, Vigorelli, De Caro, oltre· a Vanoni e Colombo. La battaglia, comun– que, non ora persa: proprio la sera prima il vicesegretario ljberale Orsello aveva riaffermato che il PLI era favorevole alla tesi Gonella e di quest'avviso, per tutta la settimana precedente, si era dichiarata la stampa. del PSDI. Due socialdemocratici - Saragat e Romita. - e due liberali - Martino e Còrtese - Gonella e fo1·se Cassiani sarebbero già stati un buon numero di oppositori. Ebbi la seconda sorpresa.. Dopo Moro,. prese la parola Martino: accolse la tesi « fanfanian!'- ». Cortese, subito. dopo lo imitò: « Non è l'idealo - disse 1·iferendosi a.Ha legge sui giudici militari - ma trovo che si può anche accettare». Sa.raga.t divise il suo intervento così: sette min_uti contro il Guardasigilli e cinque a favore. Nessun altro prese la parola, tranne Go– nella. che, per un'ora. e mezza, spiegò i motivi politici, giuridici e ideali per i quali il progetto Moro non realiz– zava la norma costituzionale. Saraga.t, allora, 1·iprese la parola: si era fatto convincere, ed in fatti il suo nuovo • intervento fu tutto contro il progetto di Moro. Segni rias– sunse la. discussione e, da.ti gli assenti, non fece votazione. Fu così che il comunicato ufficiale parlò cli unanimità cli consensi ». L'incredibile capriola liberale e la parziale ritirata socialdemocratica (non si può non parlare di ritirata con– statando che ben due ministri sui qua.ttro che il PSDI conta al governo furono assenti) hanno una loio spiega.zione e spiegano altresì la ritirata dei ministri democristiani favorevoli: prima della riunione Segni aveva « contrat– tato » il voto liberale e quello socialdemocratico, promet– tendo, in cambio del « ni » di Saragat e del « sì » di Martino la. sollecita approvazione delle legg{ elettorali. A Montecitorio, però, ·si confida ancora che la legge Moro possa essere respinta. Le ragioni son queste: in primo luogo, Segni- ha preteso che della. questione si discutesse pubblica– mente e non in Commissione; in secondo luogo, lo stesso Segni, contrastando Fanfani, non intende pone la que– stione di fiducia; in terzo luogo, la votazione sa.rà a. scru– tinio segreto e l'opposizione interna della DC non potrà non approfittarne. * E' uscito CLAUDIO CESA Apostolato cattolico • e condizione operaia Al posto dell' immag_ine stereotipa, che ammiratori e avversari hanno tal– volta concordemente accreditalo, dei preti operai « giullari di Dio », si deli– nea in questo volume la pensosa fisio– nomia di uomini che hanno cerca lo di vedere chiaro nei fatti che li circon– davano, e di assumere una posizione che permettesse ad essi, sacerdoti cat– tolici, di essere militanti operai. « ·Biblioteca Leone Ginzburg » n. 12 Pagg. VI-158, con 8 ta– vole f. t. L. 800. LA NUOVA ITALIA FIRENZE (76) nuova repubblf ca ITAL-IA POLITICA I OPPOSIZION.E EGOVE Q 'UESTA SETTIMANA le cose principali .accadute in Italia si assommano in due concorsi che riguar– davano le qua.lità femminili: si doveva eleggere l'italiana. più avvenente, e quella più idonea a costituire il modello della donna ideale, sposa e madre esemplare. In margine, si è pure conclusa la. mostra internazionale del cinema, che gl'italiani hanno seguito con viva passione nazionale. La scena politica, i!l cambio, è stata, come da un mes e a que sta parte, stagnante. Le ferie non sono ancora termina.te, né vi sono mordenti avvisaglie di rico– minciam ento. Si è tira.ta in lungo la questione delle com– petenze dei tribunali militari; si è proseguita stancamente la disputa intorno all'interpretazione lapirista del fanfa– nismo; !'on. Saragat, stanco di ba.cchiar nocciole in Pie– monte, dop o aver preso commiato dall'amica Toti dal Monte, alla qua.le aveva audacemente consigliato di non respingere u·n invit o in URSS, è di nuovo nominato dalle cronache romane, per i suoi confidenziali colloqui con il p1·esidente del consigli~: tuttavia, da parte sua, nessuna impennata, bensl, sul -.:olto se1·eno, i segni distesi di una v acanza c he ha conferitç alla sua salute. In avanscoperta, è anda.to innanzi Matf·eo Matteotti, a ricordare a. Segni taluni imp egni indu bbiamente importanti, tra cui quello della legge elettora.le. La scuola, nelle sue rivendicazioni, ha continuato a battere il passo. A rigore, si è esposto in modo visibile solo l'on. M8l·tino, sia per il « rilancio europeo», sia per avviare a buon termine la questione, che malgrado le buone parole inglesi ci sembra rimasta egualmente in alto mare, della candidatura italiana 11ll'ONU. N ULLA. da registrare; dunqne? Diremmo che invece qualche movimento si incom incia a. d ecifrare anche dai pallidi segni cui abbiamo accenna.to . Il primo è questo: che dopo l'a.bbraccio gener ale della M endola, riaf– fiorano tutti i precedenti motivi cli dissenso all'interno della democrazia cristiana. La questione delle competenze dei tribunali militari è in ciò sintomatica. Da un la.to, il presi– dente del consiglio che raccomanda una i nterpr etazione «giuridica» dell'art. 103 della Costituzione, e che dà, in ciò stesso, una. lezione di politica ad uomini di « Inizia– tiva», come Tavian.i e Moro; dall'altro uomini di destra . concentrazionista, come Gonella, che finiscono per trovarsi più vicini a Nenni e Togliatti, in questa richiesta, più vicini a Saragat e allo stesso Malagodi, che non alla maggiorànza del loro partito. E' difficile analizzare i motivi « politici » dei restrizionisti: quando l'opposizione alla for– mula ~ìù -ampia e risolutiva viene dal ministro della difesa, si può supporre un certo « spirito di dicastero», che costi– tuisce la b uona., e ins ieme -la cattiva faccia di ogni ministro? O si deve sospetta.re che la tesi restrizionista voglia tut– ta.via cons ervare e s alvare un cei·to principio dello « stato d'ordine», che è cosa. ben diversa dallo stato di diritto? E quando si coglie sugli spalti della. tesi più liberale l'on. Gonella, si deve per fo1·za sospettare la priorità della società civile sullo stato, ovvero candidamente a.ttenersi all'appa– renza, e accettare, approvando, il fatto che una destra democristiana venga oggi evolgendosi nel senso giusto del conse1·vatorismo, che è quello della scrupolosa applicazione dello spirito della Costituzione e delle leggi? Come si vede, è difficile cogliere le intenzioni delle par– ti contra stanti della DC; ma che il contrasto esista, e non media.te dalla. discussione interna di pa.rtito, cioè con una . palese carenza della segreteria, questo pare evidente. E' evidente anche nell'altro aspetto interno della DC, al quale abbiamo accennato, quello della interpretazione lapirista dell'indirizzo fanfaniano. E' solo troppo facile dare addosso a don Sturz o, e in riferimento al suo sorpassato liberismo ci trovia.mo per forza. dalla pa.rte a lui contraria; ma non p ossiamo d isconoscere che egli ha dimostrato, in questa occasione, una lea.ltà politica. che dovrebbe essere regola, quando ha chiesto, infine, di sa.pere, se la famosa lettera ciel sindaco· di Firenze al segretario della democrazia cri– stia.na costituisca o meno l'interpreta.zione autentica di . quella « dottrina della Menclola », a tenor della quale do– vremmo attenderci una. società né I comunista né capitalista, e a cui La Pira ha dato almeno un significato imme– diato, doma.ndando che si ga.rantisca. alle grandi .masse ita– liane la stabilità del salario reale, al riparo dalle variazioni della con giuntura, com e accade in tutte le econo.mie moder– namente amministra.te . La strada indicata da La Pita è però, ed egli evidente mente lo sa, quella di determinati controlli, e quindi di uu certo interventismo, se socialismo non si vuole chiamare; è la strada che implica il distacco della DC dalla destra economica, o per lo meno le autono– mie delle sue decisioni eia pressioni confederali. Si riflette q9indi infallibilmente sulle questioni più attuali, e che non urgono meno di quelle di attuazione della costituzione: lRI, petrolio, legislazione limitatricti del monopolio. Su tali questioni, continuiamo a ignorare esa.tfamente il punto di vista. del partito e del governo. Sapeva.mo che il ministero Scelba era ·per quelle soluzioni, in ta.li problemi, che ine– sattamente si denominano liberistich e; s appiamo che il libe– rismo n·on è il feticcio cli Seg1ù; non sappiamo come il segretario del pa.rtito democristiano intenda. fare, di tali problemi, la pietra di paragone delle sue idee né comuniste né capitaliste. Se volgiamo lo sguardo al settore dell'opposizione, dobbiamo compiacerci del discorso di Nenni a Reggio Emi– lia. Da un pezzo Nenni non usciva. dalla. !luidità cTelle «aperture», e questa volta è e;..trato in un discorso con– creto: il governo Segni può sperare. una politica interna bipartitica, nella misura in cui procederà senza linùta.zioni all'aggiornamento costituzionale della. legislazione, come ha . eletto di proporsi; altrimenti, può attendersi chiara e netta opposizione. Noi veniamo qui da qualche tempo divisando, per il PSI, una politica non di apertura o di collabora– zione dall'opposizione, ma. di alternativa di governo. Nenni ha tenuto a Reggio, in questa. materia, il corretto linguag– gio dell'opposizione che si pone, come programma di go– verno, la attuazione della Costituzione. Vogliamo sperare che sia il principio di una ricomposizione della politica del PSI, che rischia. altrimenti di lasciarsi logomre dalla DC, nella. vana speranza di sospingerla a fare ciò che essa vuole, e nella condizione autoricattatoria cli non spingere a fondo la. propria. critiéa, per timore di impeclii-si, in seguito, nuovi atteggiamenti cli lusinga. Questa politica ha il torto, a nostro avviso, cli dare, della distensione in– terna.zionalc, una interpretazione ingenuamente letterale, o meglio: essa poteva. essere utile, prima di Ginevra, quando si trattava. di attenuare abilmente le conseguenze discrimi– natorie, in politica intema, della guerra fredda, ment,·e di– venta controproducente dal momento in cui si tratta di assun,ere la distensione con1e un dato ormai iniziato, a di 4 spetto delle clirricoltà in cui si trova impantanata la que– stione tedesca, e di trarne le conseguenze. In primo I uogo, questa.: che, in politica interna, i partiti di sinistra, e in primo luogo, il PSI, hanno diritto cli non prestarsi nean– che un giorno di piè1 alla proYocazione, secondo la quale essi darebbero il paese in mano del blocco sovietico; la con– seguenza, quindi, di fare, con serena combattività, la. loro parte di pa,titi democratici che aspirano al governo in una regolare alternativa di destini pa.damentari. Ciò che continua infatti a. sorprenderci, nella situa– zione italiana, è che questa reagisca così lentamente, quasi somionamente, ai nuovi dati internazionali. Abbiamo com– mentato la settimana scorsa la. scarsa. capacità indicativa della « diagnosi cli Togliatti»; sentiamo tuttavia in tomo a noi alita,·e, nel campo « laico», un'at1ra cli « terza– forzismo »; che !'on. La Mal fa alimenta con una esemplare tenacia, ma alla quale non si sa davvero qua le soffio, obiettivamente, imprimere, dal motµento che le fo1·ze da raccogliere sono così discordi, o così scarsamente rapprcscn– ta.tive. Del PLT, non c'è che eia distaccare quanto è già vir– tua.lmente fuori del partito, il gruppo del «Mondo>, che tuttavia lia. sempre conseguito un successo di stima e non di voti; il PRI ba certo l'anima pronta, ma la. carne stanca, cioè un orientamento abitudinario di lea.lismo romagnolo che non gli pe,·metterà mai di rinunziare a.lla sua. sigla, e a certe sorpassate parole d'ordine (lo stesso La 1.folfa sa petfettamente quale seguito, sempre mino1-itario, abbiano le sue posizioni, e sa che su queste, precisamente, non ri– conquisterebbe il suo collegio); quanto al PSDJ, come pretendere che abbandoni la sua inutile conco1Tenza. al PSI, che è tuttavia la sua ragione d'origine, e· cli soprav– vivenza? Tutte insieme poi queste forze, quando anche si fondessero, non a.vrebbero raggiunto utilità concrete, sino a che non avessero affrontato criticamente la questione dell'unità di classe dell'elettorato di sinistra; né potreb– bero sostitui1·e il PSI o il PCI, senza, dopo aYer esami– na.to tale problema, essersi assunto esse stesse un compito socia lista. D I FATTO, i nuovi dati internazionali hanno conll·ibuito in concreto a ripulire ulteriormente la scena. politica italiana. dalle formazioni a.rtificiose, o per sopravvivenza contingente di funzioni prefasciste nel gioco democristiano, o per ruo li seco ndari della guerra fredda.. Caduti molti fumi della qua.le , ci si avvede che il nostro panorama po– litico ha minor n umero di effettivi attori, dei quali nes– suno, salvo qualche spericola.to dell'estrema destra, ha in– tenzione cli viola.re i l gioco de mocratico del regime plu 1·i– partitico. E' pure e gualmente chiaro, che si delinea.no in Italia un movimento d'ordine e un movim ento di p ro– gresso, i quali hanno i loro seguaci in formazioni diverse, sia laiche che clerica.li; e che a rendere pa.lese e utile que– sto chia.riment o, deve e ssere, in carenza d'altri, proprio ed eminentemente il PSI, che dà le sufficienti gara.nzie cli me– todo politico, e che ha, a quel chiarimento, l'interesse che non p uò invece dimostrare la. democrazia cristiana. La qua.le si clefinirebl5e tuttavia per forza, e in modo peren– torio, d alla pa.rte dell'ordine, quando vi fosse seriamente slidata da una. opposizione ambi'~iosa di sostituirla al go– Yerno. La. lentezza di qnesto chiarimento ci sorprende, dicevamo, e vorremmo che fosse solo una conseguenza delle ferie estive, durante le quali si è verificato l'incon– tro ginevrino dei Grandi. Vorremmo tuttavia. anche spe– rare che il PSI si renda conto del fatto, che lo spirito di Ginevra non si coltiva con la politica del sorriso, all'in– temo di ogni singolo paese, ma con quella, libera ormai da.Ile pressioni del fanatismo ideologico, del retto gioco di governo e opposizione, di una opposizione che aspira al governo; che dà la sua battaglia., frattanto, per costrin– gere il governo avversario a reggere per i propri pa.rtiti e altresl per quelli di opposizione; e che tuttavia impegna non meno la sua. responsabilità su un programma. elet– torale che le- mei·iti il ricupero di una maggioranza nazionale. ALADlNO

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