Nuova Repubblica - anno III - n. 26 - 4 settembre 1955

a --- r Comitato dirett., TRISTANO CODIGNOLA ( dirett. resp. ), PIERO CALEFFI,PAOLO VITTORELLI.Segret. di red., GIUSEPPEFAVATI. Direzione e redaz., Firenze, Piazza della Libertà 15, tel. 50-9.98, Amministraz., Firenze, Piazza Indipendenza 29, tel. 483-207/8. Autoriu. del tribunale di Firenze, n. 678 del 30 dicembre 1952. ,rinted In ltalv. SI. Tip. _de •l• Nazione», Firenze, Via Ricasoli 8, 74 • ANNO ID • N. 26 LA VIA DELL'EUROP.A di PAOLO JIITTORELLI L O SCHIERAMENTO che va formandosi in F1·anci1:1, • attorno alle varie soluzioni possibili della crisi ma– roccl,ina sta mettendo in luce che i pi,, tenaci fautori delle tesi colonialiste sono anche stati fra i più fervidi so• stenitori della CED e di un certo tipo di azione federalista iiuropea. I Bidault, i Pinay, i Reynaud, i René Mayer, che difendono i privilegi dei ricchi coloni francesi in Africa i:lel Nord, sono. quegli stessi ch'e dicevano fino a un anno fa di lottare per il rinnovamento rivoluzionario dell'Europa attraverso la sua unificazione, prima militare e poi poli• tica, sono quegli stessi che alcuni mesi fa preparavano in )si-an segreto il « rilancio > dell'Europa,- sono quegli stessi uomini, insomma, che la maggior parte dei nostri amici federalisti ortodossi consideravano intoccabili e difende– vano a spada tratta contro gli « eqùivoci > dell'uomo che raggiungev& la tregua in Indocina e che avviava a solu– zione sn basi progressiste i rapporti della Francia con le 'popolazioni nord - africane, contro l' « affossatore:. della CED, Pierre Mèndes-France. L'alleanza della maggior parte dei federalisti in buona fede con questi federalisti benpensanti d'occasione, fede– ralisti a oltranza a pa,-ole e nazionalisti e colonialisti in– calliti a fatti, alleanza che sta all'origine del regresso, che auspichiamo temporaneo, dell'azione federalista dopo la fine della CED, è stata determinata da due errori, o meglio da due equivoci, che vale la pena cli mettere in luce, perchè l'azione a favore dell'unità europea rion per– cona cli nuovo la via che l'ha già condotta una volta a tante delusioni. Il primo cli questi equivoci è stato costituito dalla priol'iti, conferita dal federalismo ortodosso all'azione fe. deralita rispetto all'azione di rinnovamento inlerno. Dato il carattere rivoluzionario che avrebbe senza dubbio assunto nei primi clono la guerra la costituzione cli una federazione europea, con lo smantcllamepto degli apparati e degl'inte- 1·essi del n·azio,n~lismo tradizionale in ognuno dei paesi aderenti alla costituenda federazione, si trattava cli sce– gliere fra il rinnovamento politico e sociale promosso attra– verso l'azione condotta all'interno dai singoli slati nazionali destinati a scomparire e il rinnovamento derivante fa. talmente dall'abbattimento delle frontiere nazionali; si trat– ta,·a cli scegliere, fra questi, quello che avesse maggiore probabilità di attuarsi, che contenesse maggiore potenziale 1·innovato,·e, che apparisse dotato di maggiore modernità nella sua capacità cli risolvere in termini nuo,·i i grandi problemi politici e sociali delle nazioni destinate a far pa,·te della futura federazione europea. La rapida rinascita cli forze conservatrici, dopo la fine 'della guerra contro il nazifascismo, di forze raccolte in gran parte, nei principali paesi dell'Europa occidentale, altomo a forti e aggrnssivi partiti cattolici, paralizzatori di ogni profondo. 'moto cli rinnovamento sociale· data la Ìoro stnittltta inte1·classista, rese particolarmente àffasci– l)ante la tesi di i.m rinnovamento delle strutture nazionali àttra,·erso il rini1òv·amento pregiudiziale ciel quadro.inter– nazionale ri.oh qua}e il primo avrebbe dovuto avvenire; tanto piè, cbe:l arga parto della classe operaia, alla quale sarebbe spe!tato il· compito principale in quest'azion·e di rinnova,nento interno, era controllata:, almeno iri Francia ~ in Italia; clat paTtito comltnista,- e, qliindi legata alla 1iolit(ca estera ·.soviet,ica,: che· aY~và spesso mitriiféstato la ~na òstilità.'ver~o forme di larga unione federale in Europa. L'azione federalista avrcl:ibé dòh1to qùindi sostiti.1ire plle "~cchie frontiere tradizionali fra destra e· sinistra nei singoli paesi uria nuova frontfora,. più. larga e più moderna, che sarebbe passata altrnvcrso le frontiere interne, tra forze del progresso, e· forze ·della conservazione: dal n1omento in cui i1 progresso· fosse pregi11clii.ialmenté costituito nella è reazione di i.ma ·feclera·ziòno emopea e 1).·ell'abbatltmento cli a.lc11niconfini nazionali, essenslo i,;concepibile nn rapicl,i :rinno,·amento sulla bMe cl~i vecchi stati nazionali emopei soprn\'\·isuli alla seconda guefra mondiale, le forze pro- Un .numero L. 40. Estero L. SO. Uo numero arretrat. Abbonamenti:' annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. trim. L. 450. Estero: L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. · CIC pos!. 5/6261, •la Nuova Italia•. Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio del mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi• nistrazione. Tariffa: L. 15.000 per inserzioni di mm. 70 per colonna, ESCE LA DOMENICA 1 E N A ,- ...... u11ca » è settimanale politico e di cultura. E' anche giornale murale,. registrato presso Trib. di · Firenze con decreto · n. 1027 del 21 luglio 1955. Mano.scri_tti,fotografie, disegni an– che se non pubblicati,. non si restituiscono. Diritti riservati per tutti i Paesi. Il periodico viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. 4 SETTEMBRE 1955 • L. 40 (Dis. di Dino Boschi) .. REDAZIONE SERENA - « Scriva tranquillamente, non siamo soggetti ad obblighi militari» gressiste, costituenti la sinistra emopea, avrebbero potuto essern anche diverse da quelle della sinistm dei singoli paesi e comp1·enclere fol'Ze fino a quel momento considerate cli destra sul piano nazionale, come il complesso delle forze cattoliche, con tutte le loro correnti, o come molte forze conservatrici e perfino a sfondo qualunquistico e gollista, al cui nazionalismo, subito dopo la fine della guerra, sem– brava essersi sostituito nn sincero amore per una nazione più larga, l'Europa. Mentre, sul piano intemo, un De Gasperi poteva sem• brare un consel'vatore illuminato o· tutt'al piè, un uomo cli centro, sul piano europeo diventava un uomo cli sinistra, anzi di estrema sinistra, pe1• l'accanimento col quale sem– brava difendere soluzioni europeistichè, e il suo immobi– lismo interno trovava apparente giustificazione nel suo di– namismo europeo; i democristiani francesi e tedeschi, per quanto clericali e conservatori nei loro rispettivi paesi, sem– brava,io dei rivoluzionari in Europa. La vittoria cli Acle– nauer alle elezioni politiche tedesche ciel ID53 fu accolta come un trionfo della rivoluzione europea da tutto il fede– ralismo ortodosso e la sconfìtta del quadripartito in Italia. come un disastro per l'Europa. L'agnosticismo cli Mèncjes– France davanti alla CED, poi, fu considerato dai federalisti come un vero e proprio tradimento dell"ideale europeo, ·che la ,·ealpolitik ceclista pretendeva cli a,·ere quasi con– dotto in porto con successo. Questi d11eequivoci - priorità del rinnovamento emo. peo rispetto a quello interno e conseguente 1-icostituzione cli una sinistra europea con foi·ze tratte in massima parte dallo varie destre nazionali - partivano da alcuni Cl'rori cli valutazione che ernno ammissibili nell"immediato dopo– guerra, ma ché non lo furono piè, tardi; la speranza, per esempio, che la costituzione clell"Europa unita precedesse qualunque possibilità di attuazione di larghi piani cli rin– novamento a sfondo nazionale. 11:Iaparti,·a pure clall"illu– sione, diventata· poi fondamento cli ùn malsano realismo, che chi era a destra all'intorno, fosse disposto a lasciare liquefare i propri interessi, pc1· una specie cli miracolo cli san Gennaro, sull'allarc clell"unità europea, che chi difen– deva i grandi consorzi economici all'interno cli,·cntasse sin– cero fautore cli una politica cli pianificazione negli orga– nismi europei, come per esempio la CECA, che un Pinay e un Aclonauer o un \'allella si convertissero o gi(, cli lì alla rivolnzione economica e sociale europea. l'er quanto la polemica sulla CED, confonclcnclo motivi cli sicurezza cmopea con motivi federalistici, non perrnet• tesse cli scorgere chiaramente i pericoli insiti nel falso fede– ralismo cli alcuni gruppi politici e di alcuni uomini cli stato, che si sen·frano dell'ideale federalistico per maschera re una determinata politica estera, già da allora si poteva capir& che un'azione di sinistra sul piano europeo avrebbe potuto difficilmente essere condotta a lungo, prevalentemente con !"appoggio dei gruppi conservatori nei vari paesi, il cui interesse per l'Europa consisteva soprattutto nella speranza cli formare un grande cartello europeo, piè, efficiente dei cartelli nazionali nella difesa e nel potenziamento cli un certo ordinamento economico e sociale minato da ogni parte dopo la collaborazione del grande capitalismo Olll'O· peo col fascismo e col nazismo. l\é il monopolio comunista esercitalo su larghi setto,·i delle classi larnratrici giustifi– cava l'implicita rinuncia a fare l'Europa anche col concorso dei ccl.i operai. Vi era poi un punto dolente, del quale i vari go\'crni impegnati a fare l'Eul"Opa preferjvano non parlarn, quello dei rappo,-ti fra i futmi ex stati nazionali e le 101·0 rispet– tive colonie, che sia il pl'ogetto cli statuto di Comunitìi po– litica, sia qnello della CED avevano praticamente abban– clol)ato all'arbitrio dei go,·erni nazionali, lasciando sussi– stere questa vasta e pericolosa zona risen·ala ai residui della sovranità nazionale. Le ultime vicende della crisi coloniale francese squar– ciano un velo anche su questo punto e mellono in luce gli eno,·mi rischi, non calcolati, ai quali· si sarebbe aqdati incontro se l'Europa fosse stata veramente fatta dai go• yerni ceclisti, partendo dalla Comnnitii europea cli Difesa. l'ur ammettendo come vern l'ipotesi secondo la quale la formazione della federazione emopea avrebbe avuto un Yalore propulsi,·o verso ogni altra forma cli emancipazione un1a1ut, appare oggi chiaramente che proprio gli 1wmini cli stato francesi che si erano battuti con maggiore energia a favore della CED sono quelli che non risparmiano nes– sun mezzo per impedire una soluzione p1·og1·essisla dei problemi nord-africani della Francia. Proprio gli uomini pi(, «rivoluzionari» cli quella pseudo-sinistra europea si climoslrano i pi,, accesi colol)ialisti, ossia i più acc<.>si na– zionalisti non appena un problema cli int<.>resscirnnw.cliato e concreto, anche sul piano internazionale, li chiama a scegljere fra progresso e conservazione, fra 1·innovarncnto e rei:1.zione . La lezio ne merita cli essere 1·icorcjata: non si sv(llf'P-

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