Nuova Repubblica - anno III - n. 25 - 28 agosto 1955

2 sità si ebbe nel 1050 al Consiglio Grande l'unica vota:<ione concorde del dopoguerra; limitazione cl~I cli1·itto di vot? al sesso maschile· mancanza cli un' ufficio-controllo per il i·ispello del patto' colonico, che t~lora è stato _violato dagl~ agricoltori. Bisogna tuttavia agg1~ng':re che 11 f0Verno s1 è proposto cli attuare in _ottobre I asJ1ste'.iza sociale, e che ha promesso di concedere quanto prima 11_ voto anche al!e don.ne : il che non togli~ che, effettivamente, .esso non_ sia stato concesso, ma.lgrado ·le non insuperabili difficoltà tec– niche, per evidenti ragioni cli opportunità. . . Stando così le cose l'opposizione cat~ohca ~o~ ha es1_– tato a presentarsi con un programma ·d1 ulteriore, anch~ se vago e generico, sapore socialjstico, e ha c~rcato di sfruttare al massimo il problema del voto alle donne notoriamente assai pii, sensibili e corrive degli uomini alfa volontà del!' Azione Cattolica e del Comitato Civico, e mediante l'operazione Miriam Michelotti si è spinta fìn negli Stati Uniti d'An~erica per reclutarvi i beat·i possidentes sanmarinesi da far votare « '?er il santo ~• cioè per l'e1hblema della DC. In u~1 mamfesto democn– stiano il biblico occhio cli Dio perfora la solenne lìgura cli S. Madno ed ammonisce sever;unente: « vota per il tuo santo! ». E' : opporttl!1ll. aggiungere subito che Ezio. · Balducci, consigliere e Reggente fascista e uno dei fon– datori 'del PFS, Federico Bigi, vice comandante delle squadre d'azione fasciste fino al 28 luglio 1943, Marino Benedetto Belluzzi, consigliere del consiglio fascista e comandante delle squadre d'azione fino al 28 luglio 1943, attualmentè p1·esidente del Comitato Civico Sanmarinese, e molti candidati della vecchia APIL, ritiratasi, come ci ha detto lo stesso Belluzzi, « patriotticamente », per con– centrare i voti sulla DC, figuravano come candidati in quella lista· democristiana per la quale.... Dio stesso avrebbe invitato i cattolici a votare! Un capitolo a parte merita.no i socialdemocratici. Il PSDS si è formato soltanto nel gennaio 1055, con evidenti scopi di disturbo elettorale, perchè, contra~·iamente .. a quanto ci hanno eletto i suoi alleati del Comitato Civico, nessuno dei ventiquattro candidati socialdemocratici pro– viene direttamente dal PSS. Questi uomini gravitano attomo al loro capolista prof. vValter Franciosi, preside dell'Istituto Ma.gistrale « Capponi » cli Firenze, figlio di un valoroso combattente del vecchio socialismo sanmarinese ucciso dai fascisti, Pietro Franciosi, e speculano su una mozione autonomista letta e successivamente ritirata dal relatore prima della votazione, al congresso. socialista del novembre 1954. Il fatto non diede luogo a nessuna scis– sione, anche se va sot_toline~to per gli sviluppi· che potreb– be avere in avvenire. vValter Franciosi ha attraversato una crisi nervosa e religiosa la cui conclusione, ·purtroppo, è 1·appresentata da quell'alleanza con un pa_rtito che h~ aperto. le braccia agli esponenti di quel· fasmsmo che gh ha ucciso il padre. La nostra giornata sanmarinese ha avuto termine con una visita a .Gino Giacomini, il Nenni di S. Ma:-ino, Ci ha ricevuti con una cordialità diffidente, che si è fatta più- franca e aperta qttando ha saputo chi rappresentiaìno. E' un vecchio ferrigno e inquieto, dallo sguardo sospettoso, ma lucido e penetrante, circondato dall'affettuosa sogge– zione e dalla discreta veneraziÒne dei suoi più giovani compagni, Non ha voluto sbilanciarsi troppo, sottraendosi a una vern e propria intervista ufficiale (e noi mante– niamo la promessa), perchè reso diffidente dal qualun- ... quistico e surrettizio sarcasmo di certa stampa italiana, ·,-nia si è intrattenuto con noi ugualmente, e a lungo. ìlfen– .tre ci· parlava sono arrivati alcuni minatori, ".enuti,. dall~ Francia per votare. E'. stat,o un inco:itro sobr~o, privo d1 retorica. senza abbracci e senza lacnme: un 1 rncontro da ·sani e ~emplici romagholi come sono questi socialisti san– marinesi che sul confine italiano hanno posto un grande striscione con la sc1·itta: benvenuti nell'antica terra della libertà. E il popolo ha fatto uso di questa sua tradi– zionale libertà, scegliendo come solo poteva scegliere, vale a dire dicendo no! al clerico-fascismo. Il partito cattolico ha guadagnato soltanto 84 voti ( + 4%) rispetto al 19~~ (e ciò si spiega facilmente se si tiene conto che g1~ sabato erano arrivati 77 «americani») ; il PCS 350 voti (+2G%); il PSS 347 (+ 35%), Lo scarto fr~ maggio– Tanza e minoranza è passato dal 135 a 743 vot1. E' da augur~rsi che il forte balzo in avanti del par– tito socialista di San Marino contribuisca a far sì che que– st'ultimo imprima una maggiore propulsione all'attività governativa e solleciti per primo il superamento di alcune sue contraddizioni. MOTORI POMPE /ENTI LATORI . ALESSANDRO ROVERI nuova; ·repubblica I· 1 .T A· L- 1 A P o L I T I e A f FERMENTI · .ELl1 OVAI L ,_AGO~TO HA RISERVATO ~Il~_ nosti:a poli_tic_a inte_rna un solo fatto cleg'.10 -cli_ r~hevo, il cons1gho nazionale della democrazia cristiana alla Menclo– la. E' stato, dicono i ci·onisti del partito, uno dei più el~– vati convegni, dei più obiettivi, e pei·tanto, nella buòna volontà cli sottacere le rivalità personali, uno dei più schietti nel rilevare senza equivoci )e asprezze strntturali cli questo grosso ,organismo .. E' chiaro che il respconto ufficiale dell'avvenimento non potrebbe suonare diverso. Noi stessi del resto riconosciamo volentieri lo sforzo di contribuire al decoro ciel partito, sia quando quelle ri– valità sono state rivestite dell'istanza cli equilibrare il peso dei vecchi « notabili » coi più giovani (si noti ~em– pre la espressione paternalistica, rimessa in uso da De Gasperi al congresso,di Napoli), sia quando si è discusso, con qualche· franchezza, sulla legittimità delle correnti, o, con la bella onestà del ministro Vanoni, si è' difesa la causa di Prospettive. Sono gli aspetti migliori di questo consiglio nazionale, che ha lasciato decifrare nella demo– crazia cristiana una qualche tentazione a divenire un più . autentico partito, nel senso moderno della parola. Vo– gliamo essere leali e sereni sino in fondo, e ne daremo una parte di merito al segretario, !'on. Fanfani, che, po– stosi alla fatica della organizzazione, viene forse matu– rando il significato politico della DC, come organismo di orientamento politico delle masse italiane, al diretto con– tatto che egli prende con queste attraverso l'articolazione sociologica che, dal fatto organizzativ~ stess~, proviene. Era necessario premettere qnesto riconosc1mento, per passare più "lealmente ad alcune osservazioni c1:itiche: Ab– biamo elogiato Fanfani organizzatore e uomo d1 partito, e qualche cosa dobbiamo tuttavia ritorgliergli subito: il me– rito della chiara determinazione delle fiirnlità che gli asse– gna. A parte il fatto che Fanfani è pessimo s~rittor~, eh~ la sua prosa di relatore ha sempre nn che d1 stant10, d1 arido e di rigido insieme, che· cosa _di preciso si può co– gliere da.I suo excursus ideologico? Senza equivoci, ~olo l'ansia cli assegnare un « irrinunciabile» fondament? etico– religioso alla politica, nel senso ormai usu_ale, per 1 catto– lici del bi11omio « interclassismo-personahsmo ». Ma tra– dotti in parole semplici, questi termini non significano poi altro che: il massimo di autonomia dell'individuo nella massima articolazione dei ceti. . Ora non esistono dottrine politiche che si propongono scopi diversi da questi: L_a loro discriminazione risiede pertanto· nel quadro, cap1tah– stico o socialistico entro .il quale qu~lla formula acquista real.t..\. Quando si 'cerca nella relazione cli' Fan'fani la clefi,– nizioì'lè' di tale orizzonte, si apprende che esso non sara quello capitalistico, ma neppure quello soci~li_sti~o. _Chiaro come il sole. Ma se si ha l'indiscrezione d1 rns1stere, .per sapere che c:osa possibilmente esso ~ebba essere, e non solo non essere, apprenderemo che s1 tratta ancora una_ volta del binomio « interclassismo - personalismo », del qu.ale volevamo proprio conoscere il solo serio fondamento giustificativo, cioè un concetto dello Stato . S FORZIAMOCI tt;ttavia di ricavare, da alcuni tratti del testo del Fanfani, e dall'insieme del dibattito, qualche cosa cl.i più. La preoccupazione dei democristiani è di non abbandonare, per contrappeso alla pressione delle si– nistre, il tei:reno liberale, pluripartitico. In un sistema plu- 1·ipartitico, poi, la DC si considera come il partito egemone, abbastanza forte da tollerare la pluralità delle correnti, alla condizione che queste siano tendenze « interne», e non assumano suggestioni dalle altre correnti politiche del paese. In breve: cordiale giustapposizione· coi partiti di collaborazione governativa, ormai innocui ai fini del po– tere democristiano; esclusione violenta (caso Marchetti e P,·ospettive) di ogni rapporto con i marxisti in quanto marxisti: siano essi comunisti, o socialisti che, attraverso la reaità ciel patto d'unità cl'azione, si pongano senza atte– nuazioni il problema dello spostamento del potere politico ed economico dai circoli imprenditoriali alla classe lavo– ratrice. li quadro del solidarismo democristiano è quindi uno « schema » liberale, privo della sostanza stessa cli questa ideologia, che ha il suo significato solo nell'accetta– zione e nella propulsione cli una interpenetrante circola– zione delle idee. I democristiani si riservano perciò di co– stituire, entro un telaio liberale della vita italiana, un nu– cleo chiuso, che prende e non accoglie, che si dirama at– traverso organismi specifici (si è parlato persino di una politica democristiana dello sport) e che promette, certo, cli aprire ad ogni italiano le possibilità relative a,lla sua vocazione ma nello stesso tempo riserva questa ipotesi a coloro in 'primo luogo che condividono o non avversano il suo potere. Se si tentasse una definizione ora più precisa dello Stato, secondo il consiglio nazionale della Men.dola, si dovrebbe dire che esso resta virtualmente liberale, al di là dei suoi esclusivismi, solo e proprio grazie al buon fer– mento cristiano di molti membri e dirigenti ciel partito; ma che t~nde a spegnere questi stessi fermenti appena essi si politicizzano, cioè vogliono davvero diventare una « re– lazione» ideologico-politica con la vita italiana. In ultima analisi, politica di ùn vellutato « roll-back », nei ri~uard! delle sinistre; estinzione delle correnti, nella misura rn cm queste tendono a rendere fltiida la frontiera alla quale l'o– perazione di schiacciamento dei partiti popolari italiani deve avere luogo. Da siffatta mala coscienza del liberalismo (inteso come pluripartitismo; pluricorrentismo; levata cli scudi anti-Sturzo )_ deriva l'incapacità di fissare un programma d'azion,jl. _di ,P{~cisa ___ CO\lCretezza.. An__ ch<; alla Mendo la, il pi;no Vanoni ha fatto le spese di tutto, con1e in ogni riu– nione democristiana dal congresso di Napoli in poi. Ma da più parti \i è levata giustamente l'istanza di conferire a questo schema di condizioni e previsioni di sviluppo un impegno pratico, un contenuto. E a questo proposito sem– bra che non si sia andato molto più in là del monito cli Fanfani contro i be<iti possidentes, che nòn dovrebbero quindi illudersi di .speculare sul «piano», e della conco– mitante adesione dell'on. Pastore, che vi si è, infine, avvi– cinato, ma anche lui ad nna condizione conturbante, quel– la del fermo distacco dal PSI, cioè del solo partito italiano che, con i ripetuti interventi di Lombardi, abbia dato del piano Vanòni la sola traduzione antimonopolistica sinora es.istente. Restiamo dunque, sul terreno dei fatti, alla stes– sa genericità che colpisce chi esamina le idee. Pretendevamo dunqùe troppo, da questo consiglio na– zionale? Forse. Imprecisione ed approssimazione dei con– cetti, nel guardingo ·abbraccio del sentimento, erano la c.onclizione perché potesse dirsi, nell'opinione italiana e straniera, che la DC ha finalmente ricomposto le sue riva– lità, ed ha ricuperato, dopo le grandi scosse della crisi di govemo e degli eventi internazionali, la unitaria serenità di guida della vita pubblica italiana. Tuttavia, se si è giunti infine ad un plauso unanime a Fanfani, l'impressio– ne dominante è che la «presenza» di De Gasperi, cui si è voluto dedicare questo consesso, pregiudichi nel confro1ìto i suoi epigoni. S-i nota, presso questi, il pericolo del de– clino, da una virtuale preparazione alla considerazione «tecnica» dei problemi dello Stato, che è indubbiamente più forte in Fanfani che non in De Gasperi, ad una più ge,suitica, e pertanto più pericolosamente generica, f?r~u– lazione del moderno pluralismo liberale. De Gasper1 par– tiva sostanzialmente da questa persuasione, per muovere alla tecnica dello Stato; non vi perveniva se non con mezzi talora poveri ed un'attrezzatura mental'3 arcaica, ma vo– tavano, al postutto, provvedervi i suoi collaboratori. Fan– fani muove da una conoscenza universitaria de1lo- stato moderno, ma il suo problema politico è quello di accett3:e · il liberalismo solo nella misura in cui questo apra la v,a ad un integralismo corporativo. De Gasperi riduceva in– sensibilmente, talora sin qua.si al midollo, le correnti, ma s~mp1·e un loro vitale residuo poteva riemergerne; Fanfani le ammette di diritto (né «Iniziativa» né « Concentra– zione » sono mai state sciolte; e un atto riparatore è stato comphito alla Mendola verso « Forze sociali»), ma le an– nulla cli fatto, spegnendone la pubblicità, e chiudendo per• ciò· il 'partito a quella vitalizzazione laica che il vecchio statista aveva pur sempre accettato. · Tutto ciò, sebbene eminentemente pegativo, non au– torizza a definitive previsioni di radicale pessimismo. Come Fanfani si è compiaciuto di prevedere una evoluzione dei socialisti in senso anticomunista e borghese, così è lecita la contraria previsione nei riguardi della democrazia' cri– stiana. Al contatto con una struttura italiana di cui i suc– cessori di De Gasperi sono portati, da]Ja loro stessa cul– tura, a «sentire» gli spigoli e le antinomie, sarebbe iniquo escludere che essi stessi, dovendo definire su un piano di– verso da quello della parrocchia delle soluzioni in qualche modo conducenti non finiscano col riconoscere di fatto quelle realtà cli ~lasse, che giustificano un socialismo di– scriminato dai cqmunisti come organizzazione politica dei lavoratori italiani, cioè con diversi impegni intemazionali e con più marcato senso del sistema rappresentativo, ma radicato tra i lavoratori, rebus sic. stant-ibus, accanto, e inevitabilmente, ai comunisti. La realtà italiana è effetti– vamente questo: un partito di clericali moderati con punte tecnico-progressive, e un complesso movimento di organi– smi popolari, con punte di autonomia e di concretezza. na– zionale, rappresentate dal PSI. La DC può illudersi che si per-venga alla· alternativa; ma di fatto questi due piani della vita italiana si intersecano, e non vale, né da una parte né clall'altra, mettere ·i fermenti nell'ovatta. O pnò valere solo per questo mese d'agosto, in cui il cuore del segretario della DC è stato così tenero da volere, accanto a Vanoni, la sua classica contrapposizione costituita dalla figura di' Pella, e, accanto a Pastore, il cervello rivoluzio– nai-io dell'on. Togni. ALADINO abbon,atevi a n11ova repubblica

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