Nuova Repubblica - anno III - n. 16 - 26 giugno 1955

.. B ·n I I T A L 1A p o LIT I e A I UNA BURLETTA NON RIUSCITA E ' DIFFICILE NON ESPRIMERE il disappunto, e si starebbe per dire lo sdegno, per la solu– zione che, concludendo un dibattito politico più vivo,_ce1·to, nel paese, che agli apici della classe dirigente, ~embrava dovesse por termine alla _così detta « chiarifi– cazione». Sia alla base democristiana, sia negli strati più estesi dell'elettorato democratico laico (che non intendiamo limi– ta_to a quello d·ei partiti minori), le esigenze e gli spunti vivacemente critici non soltanto rendevano palese l'insuf– ficienza e l'immobilità del quadripartito, ma erano desti– nati a svilupparsi nei prossimi mesi, sino a diven– tare il tema perentorio della grande competizione po– litica del 1956, per le consultazioni amministrative, se non _già, forse, per quelle politiche. L'estremo tentativo di sal– vataggio compiuto da Scelba e da Saragat con una perfetta incoscien za delle condizioni del paese non è riuscito: ma ès.sò esig e egualmente un'analisi severa, indipendentemente · dàgli, ·sviluppi immediati della crisi testè aperta. · , II primo punto di vista dal quale dpbbiamo collo– carci, è quello stesso della democrazia cristiana. Attraverso più tempi e più manovre, il partito di· maggioranza re– lativa ha cercato di ricostituire l'unità che si era profon– damente venata con l'elezione presidenziale. La chiarifi– cazione ha costituito il terreno e il problema intorno al quale l'on.· Fanfani ha tentato di ricuperare la perduta compattezza dei suoi. Ma il metodo seguito è risultato, nello stesso tempo, efficiente in superficie,' e di. quasi nes– sun effetto in profondità. Visto, infatti, che non sarebbe riuscito a comporre il dissidio tra iniziativisti e concen– trazio_nisti affrontando I.e persone, l'on. Fanfani ha cer– cato la mediazione tra le due questioni aperte, quella del partito, e quella del governa, in una sfera che, a seconda degli uomini che la toccano, può essere indicatissima o nulla: la sfera del programma. Nei paesi di lunghe ·tradizioni parlamentari, l'impegno programmatico è sostanziale. Conservatori e laboristi bri- · tannici sanno che cosa intendono promettere ai loro elet– tori, e non c'è da esitare a credere che terranno, entro una certa latitudine quantitativa, gli impegni di principio che hanno assunto. Ma questo metodo che è ottimo, soprat– tutto presso civiltà ove alle formule programmatiche si dà un contenuto empirico, e in cui proposizioni e parole tendono a rivestire un significato univoco, diverrà proble– matico presso altri ambienti; dove le indicazioni per il futuro assumono, per la sensibilità eminentemente aperta al- mito o al progetto ideologico piuttosto che alla realtà probabile del· futuro, una portata inevitabilmente generica. Anche dove non si dovesse sospettare la malizia, già di per sè, quindi, in Italia, l'intesa sul programma impone sempre una attesa più sospettosa che ottimistica. Ma, nel nostro caso, tutto il gioco della chiarificazione, tra partito e governo, è risultato ·così denso di sottintesi e di 1·iposte intenzioni, che la chiave programmatica del rimpasto, anzichè costituire una chiusura alle evasioni dai reali pro– blemi del paese, ha semplicemente servito da pauniceHo caldo per le difficoltà di rapporti personali o di gruppi. Quale affidamento poteva dare infatti ai « concentrazio– nisti » il fatto che il governo Scelba ripetesse i pro– poshi generali, già espressi nell'agosto 1954? e quale significato aveva, per Fanfani, che a compiere questo rie– ch~ggiamento fossero proprio quei libe~ali che, per bocca déll'o~.• Malagodi, dichiaravano equivoci gli impegni · di governo, in quanto diretti a.cl evitare, _non ad affrontare, quelli che per il suo partito sono punti fondamentali di indirizzo? L'on. Fanfani aveva ben potuto ottenere che, sul confronto verbale dei due testi, quello programmatico «ir– iinunciabile » del partito, e quello transattivo di Scelba, si dichiarasse l'identità, e che, quindi, i concentrazionisti si piegassero. Ma non potevà.. evitare· che, per non spez– zare questa unanimità sulle parole, l'on. Scelba ponesse mano alle cose: si sarebbe allora tornati subito allo scontro · di Malagodi e di « Concentrazione » nei riguardi della so– cialdemocrazia, e di « Iniziativa democratica». L'unica giustificazione possibile restava questa: che alla ·formula Scelba, non esistono se non due alterna– ti ve, di cui l'una, quella a destra, è chiusa alla DC dai suoi quadri migliori e più promettenti, e l'altra, quella a si– nistra, è operazione troppo profonda e reale per poter essere affrontata da ·un partito, che tuttora considera lo Stato, eminentemente, il luogo nel quale possano perma– nere stabilizzate quelle forme sociali su cui la Chiesa può soprattutto contare per estendere· la sua influenza. In real– tà, l'ap~1'tura a sinistra, è, per la DC, un espel'imento laico sconvolgente. Riuscito episodicamente in altri paesi, in Austria, pel' esempio, e, in certi periodi, ne] Belg~o, esso riguai-da, in It1:1.Jia,lo si voglia ·o no, molto pi:ù da vicino la Chiesa· ed è inutile che la DC affetti, nei suoi strati · ' . .più consapevoli, una coscienza laica dello -Stato; ques~ co:,cien~a accetta, sinÒra., della laicità solo ciò che la situa~ zione italiana ha già maturato a vantaggio stesso d~lla Ch,iesa, della ·sua éondizione internazionale, deÌla-.sua ga,-. rantita influenza; respinge, invece, quella che dovrebbe eksen,ì· l'iniziativ~ di una laicità· moderna, che è p'oi 'tùtta n.ella partecipazione dei pa,rtiti popolari al prog;·esso dello stato democratiéo, in piena osservanza di regime rappre– sentativo. Naturalmente, non bisogna poi, lamentarsi se, più che maturi per tale partecipazione, i partiti e i mo– vimenti popolari assumano anche forme e manifestazioni tempenitamente agitatorie, come quella divisata dal PCI p1à co1~tinuare ·a far valere l'esig~nza dell'adeguazione del governo ai problemi economico-sociali del paese. Ci siamo posti, • anzitutto, dal punto di vista della DC, per rilevare obbiettivamente i motivi politid e culttl~ rali del suo fata.le moderatismo, e del verbalismo delle sue soluzioni. Dei partiti minori, forse perchè a noi più vicini sul piano della laicità, dovremmo e potrenim-o dare un giudizio più aspro. Tuttavia, era abbastanza normale che il partito liberale ripiegasse sui tre_ntun punti di Fanfani-Scelba, di fronte al pericolo di essere estromesso minacciosamente dalla vita politica. Le elezioni · siciliane hanno insegnato all'on. Mala.godi ché la concorrenza ·a destra dei monarchici è ancora pienamente vigorosa, nel Mezzogiorno. La stessa tattica di antagonismo al PNM per lo sfruttamento dei voti conservatori, .p_uò c~rto an– cora essere tentata al Nord, ·e Jo vedremo alle elezioni am.:: ' ministrative dell'anno prossimo. Ma a questo fine giovava al PLI piuttosto la condotta sin qui seguita, di concor– danza verbale e di remora antiriformistica all'interno del · governo, che non l'opposizione aperta. In I tali a, e pressq l'elettorato liberale; chi sta al governo conquista · facil- . mente il nome di partito d'ordine; l'on. Malagodi aveva, quindi, tutto il vantaggiQ. a rimanere dov'ei-a, e a conti– nuare, di lì, a puntare i piedi. S ENONCHE', _la consape~?l~zza di Malagodi denunzia da sola l' uresponsa°blhta, del PSDI. Nella stessa mis,ll'a, infatti, in cui .la persistenza dei liberali nel go– ,verno assicurava la non esecuzione del programma, la par- tecipazione. socialdemocratica diveniva una complicità ed un' basso servizio al pateracchio che i democristiani inten– devano realizzare ai loro puri fini di partito. Pet altro verso, si può dire che la continuità dell'atteggiamento àu– tonomo che sinora ha onorato il PRI, costituisce l'espres– sione critica e la condanna del ministerialismo a qual– siasi prezzo dei socialdemocratici. Ma a loro carico non occorre aggiungere altro, perchè la loro decadenza eletto– rale · in Sicilia annunzia e previene, da sola, la sfiducia perfett& del paese in questo partito senza risorse ideolo– gich~ e politiche, senza organizzazione, senza pianì, non dicia~o per il futuro del paese, ma per il suo stesso. avvenire. Il tentativo di Scelba era dunque da conside– rarsi nient'altro che una tappa · temporeggiatrice verso nuove . elezioni. Oltl'e il risultato non del tutto sco– raggiante, e ottenuto· con maggiore serietà di metodi, della 'Sicilia, l'on. ·Fanfani sperava di ripl'endere il suo lavoro .organizzativo su basi nazionali, e di lavorare quietamente. Il governo Scelba, in epoca di vacanze estive e quindi di incontrollabilità · parlapìentare. poteva ancora assicurare a Fanfani questà tranquillità ad un fine di pura burocrazia elettoralistica. Che- questa « burletta » politica non sia alla fine riuscita è un fatto altamente positivo; esso metterà inevitabilmente uomini e partiti di fronte a responsabilità precise. R~sterà ora a vedere se l'on. Fanfani queste re– sponsabilità sia disposto ad assumersele. Edizioni Einaudi ALADINO Giordano Bruno La c~na de le ceneri A cura di Giovanni Aquilecchia « Nuova raccolta di classici italiani annotati» pp. 316 L. 2 000 Con questo dibattito filosofico, che è insieme un modello di prosa cinquecentesca, s'inizia l'edizione critica di tutti i dialoghi bruniani. Adolfo Omodeo . Il senso della storia A cura di Luigi Russo « Biblioteca 'di cultura storica» (seconda edizione) pp. 640 L. 3 500 Una nuova edizione riveduta e ampliata. L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele l\'lilano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Tel€gr. Ecostampa nuova·. reì,ulibllc.a FOGLIE SECC_HE ~ ~.~.···#~~:i~~.J' ___ ... __ ·, ,., L'ITALJA ~ L"IJ: rég__'i:~tie. sf%f ·-~,;pénéralitir. ---=- Lf– miti é supè1-Jicie. ~; ~ritro,, i. lirnft~ ·ua1:"'1.rali, tradizìonal– mente e scieht:tficamente· _sèsnati~ cìa.11~ )\Ìpi e dal mare, ~. , • w,' > ~-. : j,,. . ...,:, • • l'Italia misura 3_24.99_0 kmq;,._ 9,~ova ·:pe,~;o ben d1stmguere tra regione fi:,1ica e 'tèri·itorio'. politico~- 'quella comprende . dunque, oltre alle .provfn~e· 1~1l'odie.rna Repubblica, anche svariati altri territori, e cioè i seguenti: _Città del Vati– cano kmq. 0,44; Repubblica di San Marino kmq. 60,57'; Principato di Monaco kmq. 1,5; SvizzEi'ra italiana kmq. 3922; Nizzardo· e Corsica _kmq.. 9499 ~ G!uppo di M~lta kmq'. 316 ·, Territorio Ìibero di Trieste· ~mq. 740; Venezia . &.~ ~ Giulia Jugoslava kmg: '7'65_3 ..: · -~_,.,, > (Dal Calendario Atlante de Agostini, Ediz. i 955, pag. 41). * STORIELLA CINESE (si racconta ~ Pekìn_q). ·.:::-' Qual'è il popolo più saggio- della Terr.a? - Il Popolo Ci– nese : ha inventato la stampa, ma non ·ha inventato i gipr– nali; ha 1.nventato la polvere da sparo, ma se n'è servitp solo per fare i fuochi artificiali; ha inventato la bussofa, ma non ha scoperto l'America ... - PIANO CASE - E' in corso da qualche tempo una vasta operazione da parte degli organi amministrativi dellQ: Stato per chiudere certe «case» nei maggiori centri della penisola. A Bologna negli ultimi tre mesi ne sono state chiuse 13, a Livorno 2, a Firenze una, a Roma una, a Modena 3, a Napoli 4. · . La procedura che si adotta è la seguente: · 1) gli sta– bili, generalmente di vecchia costruzione, vengono dichia– rati pericolanti; 2) scade la licenza e viene negato i~ rinnovo. Questa azione tenderebbe ad .evitare il nuovo dibattito· in parlamento della legge Merlin, per lo meno a rinviarla ancora, in quanto le autorità sarebbero in grado di assi– curare entro un determinato periodo la chiusura di tutte le « case ». * VALORI MORALI - Cinque giovani missini, accusati di avere devastato il 25 marzo 1953 la sede del British Council in via Quattro Fontane, per protestare contro ratteggiamento del generale Winterion a Trieste, sono stati condannati a un anno di reclusione dai giudici della Corte d'Appello; Gabriele Troilo, Fausto Calcagno e Giulio Antonangeli erano stati già prosciolti, sia pure per insuffi– cienza di prove, dalla Corte cl' Assise. Ma il P. M. ricorse contro la sentenza. La Corte d' Appello, riformando la precedente sen– tenza ha ritenuto gli imputati responsabili, e concedendo loro Ìe attenuanti generiche e ·quelle « di avere agito per pa1·ticolari valori morali », li ha condann_ati con . il be– neficio della condizionale a un ~nno di reclusione. * LA VOCE DEGLI ARABI tl'asmessa da Radio Cairo mercoledì 8 giugno, ha fatto appello agli Stati Arabi per– chè intensifichino la prodùzione di materiale bellico ed ha poi detto: « Noi dobbiamo insegnare l'odio contro Israele nelle nostre scuole ed inculcare agli scolari la con– vinzione della necessità di getta1;e gli Ebrei fuori della Palestina ». Il parlamento libanese ha approvato una ,legge sul boicottaggio economico contro lo Stato di Israele. In essa, tra l'altro, è disposto che un cittadino libanese che com– merci con lo Stato di Israele sià passibile di pene che ar– riyano fino alla pena di morte. MOTORI POMPE VENTILATORI LIBRI E.RIVISTE NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO MENSILE Sotto. gli auspici dei servizi. Spettacolo Informazioni e Proprietà Intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Direzione: Roma Casella Pòstalè 247

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