Nuova Repubblica - anno III - n. 15 - 19 giugno 1955

2 I 1 'I' A L 1 A P o 1 1 T I e A I TIMIDE SORTITE U NA DIETRO L'ALTRA, in brevissimo volgere di tempo, le organizzazioni giovanili dei pal'titi italiani stanno compiendo il loro esame cli coscienza attra• verso i congressi nazionali. Dichiarato o meno, il tema cli qnesti congressi è fa. talmente, quello dell'apertura a sinistra. Si può aborrirne, con la maggioranza ufficiosa della gio.ventù liberalo, o di– batterla per rinviarla o predisporla, come è accaduto ai democristiani, a Firenze; il terna tuttavia s'impone, non diremmo, solo, perchè è al centro. della attuale congiun• tura politica, ma perchè comporta, per la più giovane ge– nerazione della cultura politica italiana, una revisione del modo classico in' cui veniva impostata sinora la questione della relazione del mondo cattolico con quello laico. Nel quadripartito infatti, la collaborazione cattolico-laica pas– sava attraverso il ponte più comodo, perchè da molto tem– po aperto ormai a.I passaggio; è propria dei liberali, quasi per una questione cli eleganza mentale, la rinunzia all'anti– clericalismo; dei 1·epubblicani, una piattaforma comune ai democl'istiani in certi p,·ogràmmi di decentramento; dei socialdemocratici, un riformismo gradualista che la demo– crazia cristiana non stentava ad assimilare. l\ia una aper– tura a sinistra, se è laboriosa per il giacobinismo socialista, è un caso, per i cattolici, molto più complesso: si tratta di apl'ire un conto col marxismo; si tratta cii configurare un patto che allei l'elettorato agricolo, largamente demo– cristiano, con quello delle fabbriche, prevalentemente clas– sista; si tratta., infine, cli un salto, che per i cattolici resta carico di incognite, sinchè non sia stato loro giurato, sotto• scritto, e sigillato che non esiste il pericolo cli una pur lontana cornprmnissione coi con1unisti. Queste difficoltà si sono analizzate con franchezza da molti giovani democristiani, al loro settimo convegno na– i,ionale di Firenze. Diciamo subito che la giovane élite de– mocristiana è di notevole livello politico; e soprattutto, che essa dimostra una omogeneità cli preparazione ideolo– gica, che va forse a merito di due dei loro giovani capi di questi anni, Malfatti e Ciccardi11i. Si deve al primo, cre– diamo, la definizione di una funzione del clegasperismo che non esiteremmo ad accettare, quale formula di politi• cizzazione dei cattolici italiani, che li ha portati, dopo il cedimento al fascismo del partito popolare negli anni 1922. 1923, ad accogliere e volere la democrazia come baluardo definitivo alle tentazioni clerico-corporative, e quindi come definitivo processo di immissione dei cattolici nello stato. Non stupÌl'à quindi che questi giov11.ni, nati alla co– scienza dello Stato attraverso l'accettazione dell'aspetto positivo del degasperismo, si attengano a questa memoria, e a questa esperienza, con una fedeltà non immune da qualche magnificazione mitica. Non altrettanto chiara, vo– gliamo dire, ci è apparsa al convegno di Firenze, la no– zione do! limite do! degaspe,·ismo, che fu quella, troppo notoJ·ia per dover essere ripetuta, della assoluta ottusità ai problemi di aggiornamento sociale della vita italiana. Il fatto che il reddito nazionale in Italia sia aumentato dopo il 1950, ma che la sua distl'ibuzione, e insieme la occupa– zione, non abbiano subìto, durante il governo democri– stiano a n1aggioranza assoluta, alcun sostanziale muta– mento, ne è la riprova .non più discutibile. Ci sembra che la scarsa pe,·cezione cli questo limite, specialmente nella cl.asse dei cosiddetti «senatori» della gioventù democristiana, cioè i dirigenti ora promossi alle cariche adulte del partito, costituisca anche la ragione delle loro massime esitazioni dinanzi all'apertura a sini– ~tra. La loro segreta speranza è la riduzione, se ancora possibile, della politica del PLI ai vecchi indirizzi villa– bruniani, che permettevano agevolmente il compromesso centrista; nello stesso tempo, quella di poter influire, con il loro stesso autonomo atteggiamento, sul « fanfanismo », affinchè questo egualmente si riconduca nell'alveo cattoli– co-liberale di De Gasperi. A queste condizioni, o entro di esse soltanto, non li spaventerebbe più l'apertma a sinistra. O QCORRE FORSE DIRE che queste premesse all'ope- razione politico-sociale dell'apertura a sinistra espri– mono in primo luogo il desiderio di restaumre i bastioni quasf da ogni parte cadenti, del centrismo. I giovani de'. mocristiani, nella loro maggioranza, sono forse disposti a fare una sortita fuori della fortezza quadripartita, ma alla condizione cli pote,·visi comunque daccapo asserragliare, o di poter controllare, ad uno ad uno, i documenti dei ncn• niani, in capo al ponte levatoio del loro castello, per ben guarclal'O che su nessuno cli essi figuri un ;esiduo suggello di paracomunismo. Ma questa timidezza ad uscire eia una fortezza presso cbe smantellata deriva a sua volta da una ricogni½ione sbagliata della situazione politica; e l'errore sta nel presumere nncora attualmente possibile un deciso dirottamento sociale delle posizioni liberali. Il conto è in– vece diverso; non esiste oggi, dinanzi alla chiarifica•.ione, possibilità alcuna che l'on. Malagodi accetti le condizioni <lei programma Fanfani; e l'tmica via aperta è quella del– l'esperimento di una preapertma a sinistra, con l'asten• sione del PSI su quelle « cose concrete » che Fanfani pro– pone, e alle quaJi ·sono disposti a pervenire i socialisti nella interpretazione nenniana della loro politica. Ogni altra soluzione, coi liberali « piegati » al programma Fan· fani, ripeterebbe la storia dell'esperimento Scelba. Dobbiamo riconoscere che questo atteggiamento dei giovani democristiani è stato, a Firenze, controbilanciato da una importante minoranza, molto più risoluta ad af– frontare i rischi della apertura a sinistra. E sarebbe fatuo non tenere conto cbe questa operaziore pone ai giovani cattolici il timore di portarsi alla frontiera dell'ortodossia, rischio che taluni cli loro possono sfiorare ma che non in– tendono, in buona fede, affrdntare. E' giusto infine stabi– lire in modo perentorio, che se mai alla segreteria demo· cristiana potesse essere tecnicamente indifferente qualche occasionale apertura a destra, il movimento giovanile è. pronto a por,·i tmo sbarramento politico. · Il risultato? Ancora interlocutorio. L'apertura a sini– . tra è cosa eia meditare molto a lungo, senza esclusioni preconcette, ma su una base eccezionalmente stabile: quella dello « stato » democratico. Vorremmo avanzare un avvertimento, ed è che la condizione dei giovani democri– stiani, che l'apertura a sinistra si fa~cia « entro lo stato», merita cli essere completata: entro lo « stato » ancora in– teso, per le sue virtù di salvaguardia della coscienza reli– giosa, in senso liberale e borghese: che fu, appunto, la concezione della tradizione laica assimilata, attraverso il clegasperismo, all'iniziativa democristiana. Non· a caso un giovane, Latua, che tenne un interessante discorso pro– grammatico, ricusò al convegno di Fireni,e l'espressione di « altemativa » socialista, come umiliante per i democri– stiani; dove trattarsi se mai di una apertura che i demo• cristiani stessi si propongono, entro la sfera della loro ver• sione della politica e dello Stato. Sembra fierezza, ed è forse solo prudenza. Incominciamo a temere che oggi i democristianì parlino molto dello Stato, perchè hanno paura; appunto, cli abbandonarne la formula restamatrice del centrismo, anche quando ne scorgono perfettamente gli inconvenienti. In questo caso, ciò che temono, è una nuova esperienza laica; e al posto di una difesa dello Stato, do– vremmo leggere, meglio, una difesa della Chiesa. ALADINO LE D()NNE G·IURISTE I L CONGRESSO NAZIONALE dell'Unione Donne Gi4riste, tenutosi 8 Milano dal 25 al 28 maggio, ha dato alle parteJ..,...mti l'occasione pligliore per con• fermare la maturità politica della categoria che esse rap· pr~ntavano; e ha dato valide speranze per un più largo e cosèiente inserimento nella vita del paese cli tutte le donne italiane. Basta sfogliare le relazioni presentate e le mozioni discusse per rendersi conto dell'impegno assunto dalle congressiste: temi come « La donna nel rapporto cli la– voro » e « La possibilità per le donne di accedere agli u!tìci pubblici ed alle cariche elettive> comportano una presa di posizione che il congresso ha saputo mantenere con fern1ezza. Ma il significato dell'azione delle congressiste va con– siderato ancbe sotto un aspetto più profondo: è infatti intei·essante notare come, negli argomenti di Condo accen– nati, esse si siano continuamente rifatte alle norme san– cite dalla Costituzione. Di questa costante ispirazione di fedeltà ai principi costituzionali sui quali dovrebbe fon. darsi il nostro Stato, noi non possiamo che rallegrarci. Le relatrici che si sono occupate del tema « La donnn nel rapporto di lavoro» hanno tutte sostenuto la neces• sità della parificazione salariale tra i due sessi, nel caso c]j uguale lavoro: e ciò perchè la donna, dall'ambito ca– salingo in cui ·era stata relegata sino a pochi decenni or sono, è entrata a far pai·te decisamente dei cicli produttivi e contribuisce a mantenere ed incrementare ogni forma ·.cli attività economica nazionale. Il principio della parifi– cazione salariale è d'altra parte chiaramente stabilito dal– l'articolo 37 della Costituzione: tuttavia, secondo la re· !azione della dottoressa Elena Parella, in talune zone del Meridione il lavoro delle donne è ancora largamente sfrut– tato e la bassa retribuzione che esse percepiscono influisce anche sui salari dei lavoratori che, per la concorrenza del lavoro femminile, non possono. essere aumentati. Di ca• rattere più particolare è la questione dell'ammissione delle donne agli uffici pubblici ed alle cariche elettive: ma non meno grave, se si considera che, negando alle donne l'accesso alla Magistratura, non si è osservato l'art. 51 della Costituzione che ne sancisce esplicitamente il di– ritto. Se si accoglie la donna nel mondo ciel lavoro e la si pone in condizione di parità con il lavoratore, non si può tardare ad ammetterla purn a quegli uffici cli mag· gior responsa.bilità per cui le donne sono specialmente adatte. Cosi, nel campo della Magistratura,, al Tl'ibunale dei minol'enni, che in molti altri paesi europei funziona benissimo con una larga ed intelligente partecipazione di donne magistrato; alla carica cli giurati, ecc. Oltre a questi argomenti, si sono trattati anche i problemi della cittadinanza delle donne maritate e quello assai grave della delinquenza minorile. E se il congresso non ha portato a degli immediati ritultati positivi, pure noi riteniamo che le donne giu– riste non cesseranno di lottal'e per l'accoglimento delle loro tesi; e che l'opinione pubblica non si dimostrerà in– differente a questo sforzo cli rivalutazione ciel lavoro e del– l'intelligenza femminile. nuova re!'11l1hl"ca Edizioni Einaudi P. A, Ouarantotti Gambini Amor militare « I coralli» pp. 197 L. 1 000 Un gruppo di so!dati e un bambino sono al centro di questo romanzo, che da'la quie'.e incantata della cam• pagna triestina muove insensibilmente verso la violenza e la tragedia. Theodore Dreiser Il finanziere t~d~one di Franca ViolaniCancogni « Supercoralll » pp. 538 La formidabile figura di F. A. Cowpervood, che i lettori del « Tilano » già conoscono, e la sua turbinosa carriera, sono il simbolo degli anni cruciali della rivoluzione indu– striale americana. In occasione del 150.o anniversario della nascita di Giuseppe Mazzini, « La Nuova Italia» Editrice offre un pacco di.· dieci volumi, al prezzo di lire 5.500: questa agevolazione è valida per tutto l'anno 1955. BROCCARDI e altri, Goffredo Mameli e i suoi tempi. BOURGIN, La formazione dcll'U'nità italiana. CREMONA COZZOLINO, Maria Mazzini e il suo ul- timo carteggio. MAMELI, La vita e gli scritti (2 volumi). MAZZINI, J doveri dell'uomo (a c:,ra di A. Codignola). MAZZINI, Pensiero e azione (a cura di F. i\fomi- gliano). MOi\UGLIANO, Scintille del roveto di Staglicno. MOi\llGLIANO, Vita ed eroi dello spirito. SALVATORELLI, Prima e dopo il '48. Il pacco mazziniano può essere richiesto a tutte le librerie o direttamente a LA NUOVA ITALIA EDI– TRICE . Piazza Indipendenza, 29 • FIRENZE. Lettera 22 Inautoe in lreno in aereo e in albergo sulleginocchia, sul!avolo d'uobar. esallae leggera scriverà lavoslra corrispondenza pii appunli diviag9io , ricordidelleva'canze, olivetti MOTORI POMPE VENTILATORI ARZIGNANO L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 · Telegr. Ecostampa LIBRI E RIVISTE NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO MENSILE Sotto gli auspici dei servizi Spettacolo Informazioni e Proprietà Intellettuale della Pr_esidenza del Consiglio dei Ministri Direzione: Roma Casella PostalP. 247

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