Nuova Repubblica - anno III - n. 15 - 19 giugno 1955

nuova Comitato dirett., TRISTANO CODIGNOLA ( dirett. resp. ), PIERO CALEFFI, PAOLO VITTORELLI. Segret. di red., GIUSEPPE FAVATI. Direzione e redaz.: Firenze, Piazza della Libertà 15, tel. 50-998. Amministraz. :, Firenze, Piazza Indipendenza 29, te!. 483-207/8. Autorizz. del Tribunale di Firenze, n. 678 del 30 dicembre 1952. Printed in ltaly'. St. Tip. de «La Nazione». Firenze. Via Ricasoli 8 65 • ANl\O III . N.. 15 DECIDERSI e ' E. ANCORA QUALCUNO che si. domanda, in Ita– lia, comè· possa essere lecito spezzare il qrn.,_dri– partito? C'è indubbiamente nna parte della bor– ghesia, che, per evitare tanta. iattura, si att.acca S:d una inter·pretazione arbitraria del regime· rappresentativo, e sostiene che le maggioranze cli governo debbono riprodur– re pc1·enneme11te le maggioranze costituitesi a 1 momento della consultazione. elettorale: Ché l'interp.retazione sia ar– bitraria, bencbè vetiga dalla cattedra del Gorrie,·e della Sera, è chiaro: essa preclude la possibilità clie la situa– zione cli un paese a regime democratico si sviluppi clman- · te il quinquennio cli una legislatnra, e che sia quindi nor– male, in adeguazione a quello sviluppo; l'avvicendamento delle maggioranze parlamentari. Per capire la tesi cli Mis– si l'Oli, del resto, basta leggere qualche sua altra prosa te– cente, quella, ad es., dovè si negava l'esistenza di ter- 111.ini, che consigliassero un « terzo ten1po sociale». Tale affetmazione non era che la premessa clell'in:imobilismo fondamentale cli una parte della borghesia, cli cui il cen– trismo scelbiano è la copertura politica. Tuttavia, si vada o non s1 vada. decisamente alla cri– si, la situazione è egualmente in fase cli sviluppo; e il p:rogramma enunciato da Fanfani non può essere accolto <l«i liberali, se non sulla carta, con il proposito, legittimo dal lol'o punto 0 cli vista, cli annullal'ne il compimento a brevissima scadenza. Subito o tra poco, l'apertura a si– nistra si presenta, sia pur sotto la specie cli una « preaper- .tura», cioè dell'astensione del PSI su misure legislative cli mgente impronta sociale, inevitabile. Nella forma divi– sata da F_anfani quella preapertura è anzi la più crudel– mente umiliante per i « mino1·i », giacchè egli ha in mente un quaclripa,rtito a programma democristiano, cioè un mo– nocolore mascherato. Per non essersi tempestivamente di– sposti a mediatori, che av1·ebbe salvato la loro dignità, i socialdemocratici rischiano, in questa posizione, di venire. del tutto schiacciati. Infatti il programma dell'on. Fanfani non passerà coi liberali; e ogni volta che occonerà il ri– corso a Nenni, Saragat sarà, come appunto temeva, sca– valcato. Avesse scelto in tempo almeno la via del, radica– lismo, visto che non gli si adclice quella del socialismo, e della mediazione coi partiti marxisti, avrebbe potuto rac– cogliere in pugno tutto quanto ancora resta di democrazia laica. in Italia: così avrà tutto perduto senza compenso. Ma non facciamoci, per altro verso, troppe illusioni. Quando anche la DC,· costrettavi dalle cose stesse, ricor– rerà al ·PSI, non vi sarà da parte sua, per molto tempo ancora, una chiara volontà cli intesa. I democristiani si fanno forti per poter ancora rinviare, dello stato di im– preparazione della « base » del PSI. E' vero, molto più vero, il contrario. Una grandè iniziativa, da parte demo– cristiana, conséntirebbe ai socialisti, non già di staccarsi clamorosamente dai comunisti, .con gravissimo danno del– la classe operaia; ma cli svolgere, sui fatti, una loro. au– tonoma iniziativa, così come ·sta prendendo ora, per fa– vore di circostanze, preciso colore la loro vecchia tesi neutralistica (solo che di neutralismo naziona.le non sarà il caso cli parlare, ma cli neutralismo europeo). Occor– rerebbe per favorire questa politica, presso i democristiani, fantasia e volontà di larghi orizzonti. Non l'hanno. Scel– ba non sogna -che cli ribadire l'anticomunismo, in funzione cli politica estera; Fanfani, di «giocare» l'apertura a si– nistra come una carta tattica, senza profondità di convin– zione; quindi, in realtà, di elùderla. Se si giunge,·à per– tanto a qtialche premessa di apertura a sinistra, sarà per forzà, stentatamente. Non ,,orremmo, addirittura, che fosse nell'intento di farla fallire, per non parlarne più sino a dopo nuove elezioni. , Il PSI stia dunque in guardia, Ma siano cauti anche i democristiani. O credono al loro programma cli Napoli, e allor,a l'operazione a sinistri} è a carattere permanente; o non vi credono, o vi credono a mezzo, -e allora avranno, presto o tardi, da renderne conto al paese, e alle stesse loro giovani ·generazioni. 11 paese ha atteso molto, ma non è più disposto alle mezze chiarificazioni, che sono poi null'altro che la cristallizzazione del centrismo. Bocciato il 7 giugno, 1·espinto daccapo nelle elezioni siciliane, il cen– trismo o vale come piattaforma rivolta decisamente a si– nistra, o è finito senza n~ssuna gloria. Non conviene nè a Fan/ani nè a Scelba seppellirlo sotto la collera della pubblica opinione. U. S. Un numero L. 40. · Estero l. 50. Un numero arretrato l. 50. Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L l 500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero, l. 2000, 1100, ',00, Sostenitore l. l O 000. CIC post. 5/6261, «La Nuova Italia», Fìrenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio 0el mese. Per pul·ulicità rivolgersi al.l'An:imi– nistrazione. Tariffa: l. 15.000 oe'"'r inse:'iioni di mm 70 per colonna ESCE. LA DOMENICA « Nuova Repubblica » è settinÌanale politico e di cultura. Esce h domenica. Manoscritti, fotografie e disegni, anche se non pubbli– cati, non si. restituiscono. Diritti riservati per tutti i paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, senza la citazione della fonte è vie– tata. Il periodiço viene inviato gratuitamente in saggio a chiunque n•~ faccia richiésta. Spedizione in abbonamento postale Gruppo Il. 19 GIUGNO 1955 ,_ L. 40 « Senza Malagodi non parto » ( Dis. di •Dino l!o~chi) Note romane I GIORNALI, non esclusi quelli, cli sinistra, banno ri– nunciato ad insistere, clòpo averne dato notizia, st1l– l'ultimo (il terzo) incidente verificatosi tra il presi– siclente Gronchi e la RAI. Ricorderete che il primo av– venne in occasione della udienza concessa dal capo dello stato alla signor-a Luce, il secondo si verificò quando il presidente ricevette i professori in agitazione e--il terzo, in un certo senso il più grave, è accaduto qt1anclo Gl'Onchi, in visita a Ponteclera, si è sentito attribuire dal giornale radio una frase politicamente assai impegnativa, che gli ambienti presidenziali negano sia stata pronunciata. Avendo il Quirinale fatto immediatamente seguire t1na precisazione, anzi una netta smentita, espressa in terrni– ni cli vibrata protesta, la RAI ha accettato la smentita per metà, e ne ha dato notizia in· tono tanto reticente, che tt1tti, tra coloro che non sono abbastanza avvertiti delle segrete cose, banno finito per convincersi che il Presidente ha veramente eletto· la frase attribuitagli e ha poi sperato che non fosse stata rilevata, Ora noi non saren1mo tornati sull'argon1entoJ se da vqci corse in ambienti cli solito bene informati e da indizi raccolti qua e là, non avessimo tratto la _convinzione che in certi circoli politici esiste il proposito di ,,compromet– tere» il presidente Gronchi, deformando o, almeno, dando tendenzioso rilievo a quanti tra i suoi atteggiamenti (pa– role o gesti) possono prestarsi a specula•zione politica,: si tenta, in altre parole, cli accreditare la convinzione che il capo dello stato è rimasto uomo di parte e, orrore, cli parte sinistra; che di Gronchi, insomma, << non c'è da fidarsi»: è il vecchio gioco antigronchiano che ebbe fortuna per lunghi anni nel partito di maggioranza e che si cerca, ora, di continuare; con quanta grazia, si è visto per l'appnnto in questi giorni. · 'La notizia che l'on. Scelba ha lasciato Villa Madama ed è tornato alla st1a modestissima residenza di via Ora– zio, è stata -data dai quotidiani en passant, senza una pa– rola cli commenti o cli precisazione. In realtà, se la sede cli Villa Madama era stata scelta dal presidente del con– siglio, come effettivamente apparve, per dotare i capi del · governo cli una dimora ufficiale, consona al loro rango e ai doveri cli rappresentanza che esso comporta (e su ciò, nessuno, a suo tempo, ha trovato nulla a ridire), non si vede ora per qt1ale ragione il presidente del consiglio l'ab– bia lasciata. Previsione di una crisi imminente? A parte il fatto che il solo, in tutta Italia, che abbia l'aria cli non pr~vedere una crisi è proprio Scelba, non si capisce per– chè si sia affrettatò a cambiar casa prima che la crisi eventt1ale fosse uh fatto compiuto. Sarebbe come se. un prefetto, prevedendo un cambiamento cli .sede, lasciasse la sua residenza prima ancora che il consiglio dei mini– stri abbia decretato il suo spostamentò; ·nel caso dell'on. Scelba, poi, c'è eia consiclera1·e, e lo accennavamo dianzi, che la incÌinazione a riconoscersi sconfitto decisamente non gli è propria. . , , Le Iunghe sedute, che h~nno visto riunì ti i deputati e i senatori democristiani a discutere la situazione poli– tica, in rapporto al'la sorte del govei·no per così dire qua– dripartito, hanno in un certo senso coperto un intenso la"vo'rio dei partiti minori, pr·eoccupati cli non lascia,;si sorprendere dalla eventualità che il momento offre. In campo liberale, per esempio, la ripresa antimalagodiana è vivacissima, capeggiata 1 senza che appaia, dal ministro Martino, che, essendo un cosiddetto « siciliano freddo », attende con spietata pazienza il momento di abbattere il suo rivale; mentre tra i socialdemocratici è in atto, a quanto si dice, un vero e proprio accordo tra centro e de– stra, 1·ispettivamente rappresentati da Paolo Rossi e da Simonini, con Treves e I van Matteo Lomba.rdo per se– condi. L'accordo è praticamente rivolto contro le ire e le smanie clell'on. Saragat, il più scriteriato ma probabil– mente il meno interessato cli tutti gli altri, che conside– ~ano . la . collaborazione 'governati va come l'unico mezzo ·per guadagnare teni po e migliorare, per quanto possibile, la non tlorida·situazione del partito. Le decisioni del con– siglio nazionale del PSDI sarebbe,·o il primo risultato cli questa intesa, che ha già costretto !'on. Saragat a un pri– mo ripiegamento. Nei .prossimi giorni, la «prigionia» del leade,· socialdemocratico dovrebbe risultare ancor più evi- dente. ' · Mentre scriviamo, non ci è possibile paslare delle sorti . del governo, ancora incerte. Possiamo però affem.iare che la grande industria è in stato di allarme, come dimostra la presenza a Roma dei maggio1· calibri del monopolio ita• .liano, uno dei quali, notoriamente al vertice cli una vasta catena cli giornali, ha dichiarato, partendo l'altro giorno per la capitale, che « veniva giù pe,· mettere le cose a posto ». Pare che a Piazza Venezia, rimpetto al fatale ·balcone, si sieda in permanenza: le operazioni sono di– rette dal giovane presidente confederale, che è orma.i alla vigilia della sua seconda grande battaglia politica. La prima, quella combattuta per la elezione del presiclenh della repubblica, fu, come tutti sanno, clamorosamente perduta. ,li:.

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