Nuova Repubblica - anno III - n. 15 - 19 giugno 1955

B 8 STYL-E di ·MARCELLA· OLSCH KI ' "' l. E , ·. INCREDIBILE di .quanti parenti, amici, cono– .. ,__ scenti,_ l?arenti di conoscenti, amici di parenti, co– noscenti di amici, siano provvisti quei pochi ame– . icani che ci capita di conoscere nel periodo della calata. Allo scadére dell'anno dalla presentazione, ci si può aspet– tare l'arrivo dell'appendice, in forma maschile, femminile, singolàre o plurale. Qualche volta il parente, amico o co– noscente viene annunciato da una lettera che porta in calce una firma asso1utamente sconosciuta. Allora ci si comincia a lambiccare il cervello per dare una faccia, un aspetto, .una figura, a quella firt'na. ignota. Invariabilmente si affoga · in una nuvola uniforme cli naylon se si tratta cli una donna, o in visioni di ·cravàtte vulcaniche o ca.1nicette fio– rite se la firma· è maschile, e ·1a faccia continua a prendere cento forme, ·nell'inutile sforzo di fissarne una sola. Rimane soltanto un denominatore comune: la voce, penetrante, na– sale, paperinesca. La stessa voce che poi ci telefonerà pren– dendoci alla sprovvista pl"ima ~be ·si possa aver lasciato eletto in casa che se telefona qualche americano, siamo partiti. La voce di solito è festosa e ci porta tante tante notizie della fama sconosciuta e ci dice che spel'a tanto cli poter combinare una cenetta o per lo m·eno un « drink » insierne. Io cedo sempre, " appena abbassato il ri_cevitore, ma– ledico, e mi ribello già a quella mezz'ora in cui si dicono sempre, a tutti, le stesse cose, si clànno le stesse informa– zioni,- si am ,nira.no gli orrendj pottafogli Ìrnpressi a colori e oro, i -cappelloni clf paglia ciel Porcellino,· gli orecchini cli céramica. la camicetta ricamata, la sottana di rama. L'americana che mi è arrivata l'altro giorno, si è a~– nunciata per telegramma: « Sono amica di Ruth Hiller stop Viaggio con friencl stop Prego fissarmi camera due letti». Io Ruth Hiller non me la ricordo affatto: maledi– cendo, dopo la. lettura ciel telegramma, ho· fatto venti telefonate per trovare ·una camera biletti. Niente da fare: la calata è al ·massimo, in questa stagione. Allora, per via cli amicizie, ho trovato da sistemare l'amica con friend in una casa privata ( « proprio perchè è lei»). · n giorno fissato per l'arrivo, la casa privata mi telefona che non si è visto nessuno. E la telefonata si ripete il giorno dopo. La casa privata è risentita, e sento che non mi tratta male proprio perché sono i~. Tre giorni dopo, telefopa « la voce ». Passano veJ<;>ci 1 e ;iarole per il naso: • « Sa, c'i clisp1ace, abbiamo avuto un indirizzo da gente con0Sc1nta in viaggio, .speriarno potei•la incontrare per una cenetta o per un "cll'i~k". Abbiamo_ tante notizie di Rutb Hiller da darle!». Cedo, cedo ancora (ma perché?), e ab– bassato il ricevitore, maledico. E il giorno dopo incontro « la voce » .in ·un bar. La voce appartiene a un'a.nzianotta signor9:. abbigliata e truccata alla « Cavallino bianco ». Ha i capelli tinti di giallo, duri e stecchiti come spunzoni di paglia. Ha le so– pracciglia completamente rasate e rifatte col lapis, una profonda scollatura grinzosa e manichine a palloncino. « L'ho comprato in Austria », mi dice sorridendo e ti– randosi su i palloncini, E poi arriva il friend che è maschio, venticinquenne, e in 1nancanza cli un vero indigeno, è soltanto di origine italiana. Me lo presenta con fare affettuoso, felice di farmi capire che quel coso nero e grassoccio è il suo ragazzo. E poi comincia l'inevitabile: gli indirizzi per il cuoio, l'argento e la· paglia, e tutto viene minuziosamente anno– tato in un'agenda piena cli altri indirizzi, biglietti da vi- . sita, ré~lames. E poi tante, tante notizie clel-Ja nostra cara amica Ruth Hiller, sempre più iniclentificabile, per me, nella sua nuvola di naylon: ciel suo nuovo impiego; dello stipendio maggiore, di un possibile nuovo n1arito. L'italo-americano sta immobile e indifferente davanti a un ·tazzone cli caffè acquoso e acidulo, american style. Non è neanche annoiato: è assente, e pare un buclda di gesso coloxato male. La sua compagna si agita e balletta e continua a tirar su i palloncini che si sgonfiano sulle braccia flaccide. Non so più cosa dire, una volta esaurito l'argomento dei cuoi, dell'argento e delle. paglie. E allora le domando quale sarà il suo programma cli domani. « Giro turistico dell' American Express », mi dice, e cala cli tono, improvvisamente, parlando ciel dovere. Il giro lo devono fare tutti, annoiandosi a morte, sballottati come . pecore indifferenti tra Benozzo Gozzoli e Beato Angelico, Cellini, Michelangelo e un certo Bruzzichelli che si scopre poi essere il Brunelleschi. « Andremo a vedere gli Uffizi»; mi dice con involon– taria tristezza., « San Marco,· Fiesòòòle, e Santa Croce. Dalle otto e mezzo alle una». Poi improvvisamente assume un'aria sofisticata da intellettuale. S'inarcano i freghi di lapi~ nero, gli occhi si fanno pensosi e profondi: « Mi elica», soggiunge, e il tono si fa sicnro, impor– tante: « Santa Croce, è parente del filosofo?». nuova rermhhlicn ; 'J ~~ ,,. ----------------"------- IjEONI lN SArjSA VERDE I 1 QUEi::,TA UROSi::,A grigia citti, cli medio ceto, che . non ha· cultura e che non fa politica, vi sono. tante iniziative cùltural-i e politiche eia mettere in imba- 1·azzo colui il· quale deve occtiparsi clell'nna e dell'altra cosa. La mattina di don1enica 12, per eSempio, av.re1nn10 · dovuto ritornare a.I convegno pe1· gli scambi culturali ed · econon1ici con la Cina, che si teneya. al l'Urn'anitariR sotto gli auspici cli un mucchio cli personalità cli. ogni colore, ed ~ra iniziato sabato pomeriggio; oppure andare al Circolo · della Stampa, ·a.1convé,gno ·de.i gi,;'risti sul proce.ssq civi'le.; :oppure '_al,te~tro Od;~n, do,,e.'si 'a;.mmciava una. ma~if;-, . stazione ·cql 'ghiotto :'titolo:-'« Cbe cosa fai-ic la dèstra?• ;: : pr~mossa. dalla riv(sta Il ùorghes~· cl)e, come sapete, h_a formato circoli -nelle maggiori citfa. Capirete, ci si promettevano discorsi cli Leo Longa– . nesi e cli lnclrn Montanelli, con contorno ciel missino De •Marzio, ciel monarchico Guglielmi e del genera.le Battisti; · e ci incuriosiva il tema: che cosa farà Ja· destra, posto · · cbe sappiamo da un pezzo quello che la destra fa in Italia 'cl~. un paio cli generazioni, sotto questa o quell~ veste. · ,, J?unquè, siamo anelati all'Odeon. Molta folla e, <licia– . molo, molti amici e conoseenti cli tutto l'a,·cobaleno poli– , tico, dai comunisti ai n1issini. I « bo1;gbesi », quelli vel'Ì, · col portafoglio a organetto e la Caclillac in "5tracla, quelli · non c'erano. C'era, in buona rappresentanza, la cosiddetta « destra. romantica.-», quella del confornùsmo patriottico, per intenderci. degli alalà dannunziani e fascisti, e anche . si_gnore ciel « Dio famiglia patria», delle· cose per bene, ciel ·.« venticinque» pronunciato con la bocca a imbuto. E poi tutto un n1isto, coroe vi diceva1no, di ·c1en1ocristiani, socia- listi rossi e nuancéS, con1unisti, llpl, liberali. Sul palcòscenico la tribuna e il tavolo della presi– . clenza, e aggraffate· al sipario le imm~gini sbalordite di Mazzini: Garib"alcli, Vittorio Emanuele cl,1e e d'An;1unzio. Pri!11a delusione: .Indro, il nostro Indio come dice– vano le belle o ex-belle signore, non c'era. Qualcuno ha -,-malignato: « Diamine, rnfl in costui il tagliare la corda è un vjzio ». · Ha parlato il deputato De Marzio, con· una bella e e stringente logica. Cosa volete, diceva, combattere i co– munisti in pigiama di seta?, o con le schiere delle suore?, o con le prediche religiose o profane? Qui ci vogliamo noi, che siamo pratici ciel mestiere e non abbiàmo pregiu– dizi _democratici o ·cripto-democratici. A noi, ciunque. Guglielmi ha. poi invocato gli spettri dei re risorgi– mentali e fflofascisti, in commovente continuità storica, af– fermando che solo la monarch~a garantisce l'equilibrio e la sta.bilità delle istituzioni. « Quali? » ha chiesto una voce impertinente, rimasta senza eco. Lo sgua.rclo cli Mazzini era malinconico, e un monarchico vicino a me lo avvertì affermando con convinzione: « Quello menava gramo ». Longanesi sali alla tribuna, dalla quale sporgeva solo la. testa senza profilo romano e senza mascella volitiva, e a quando a quando emergevano le mani i cui gesti ac– compagnavano plasticamente le fasi del discorso. Noi non siamo la destra conformista. Non siamo « bor- · ghesi » cl.assi!icati secondo il èenso e la professione. Es– sere borghese, diceva, è uno stato d'anin10, che non itn– peclisce cli comprendere i problemi ciel lavoro e di non ostacolarli. Al fatto economico si sovrappongono costumi morali, capacità intellettuali, aspirazioni spirituali (non poteva mancare lo spirito). La borghesia è una classe di ar,·ivo, per tutti coloro i quali vogliono diventare qualcuno. Senza cli che ... Bene, il resto lo avete capito. Di fronte alla minaccia ciel comunismo (minaccia ster. minatrice) e alla minaccia del neo,guelfismo (minaccia di– sgregatrice), i circoli ciel Bo,·ghese si erigono quali punti di resistenza e di contr,attacco. Il passaporto del denaro non è sufficiente: lo spirito anzi tutto. Il tutto si conèl ude con la costituzione della « Lega dei fratelli d'Italia » che non sarà un partito, ma parte– ciperà al Ìe elezioni.' Abbiamo la disgrazia cli avere vissuto negli anni at– torno al 1919 e al 1920, e ·sciaguratamente eravamo già allora in età cli comprensione. Nel fondo della nostra me– moria abbiamo scovato gli stessi argomenti uditi, fritti e rifritti per vent'anni, e ••~nesta volta· col contorno cli salsa verde, ma allora con minori paradossi e più strin– gata eloquenza. La destra vera venne dopo a mettere il suo sigillo. Del resto i · richiami al pa_ssato (al passato non troppo vicino) erano frequenti e traspa1·enti, anche se l'oratore, vigile ai ·possibili slittamenti nelle apologie ri– schiose, scantonava a tempo. All'uscita uno disse: « Però è intelligente, vivo, spi– ritoso». « Sì - replicò un altro - ; ma è sterile e inutile come i seni degli uomini·».

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