Nuova Repubblica - anno II - n. 23 - 10 dicembre 1954

L. 35 Spodiziono:m abbonamontoJpostalo (Gruppo .II) a pag. 3: Inchiesta a Partinico - ... - CESA CLAUDIO Via Risorgimento,3 presso Terreni -- =•·.-.P~l Anno II - N. 23 (47) QUINDICINALE ~ POLITICO Firenze - 10 dicembre 1954 EDMONDO COSSU: Significito socialista di Unità Po1>0larc (pag. I e 2 - MAX SAL– VADOR I: Nuovi orientamenti dell'opinione ame1·icana (pag. 2) - Jnchiesta a Partinico: Dove regnano i banditi (pag. 3) - PAOLO PAVOLINl: Alchimia e cucina- (pag. .5) - PIETRO BIANCONI: Una cattiva 1>0litica 1>er i Ja,•oratori (pag. 6) - RASSEGNE: Italia, oggi: Gli antjcomunisti felici, Gli antifascisti dolenti (pag. 4) - Cose di Francia: N on era difficile 1>revedcre a che cosa 111irasse l'agitazio– ne che colpì alcune seui– mune or sono l'on. Suragat, nel– l'intento d.i galvanizzare e quali– ficare l'opera governativu. Ne ab– bhuno ora i primi frutti, con· Ja proposta della nuova legge eletto– rale e i provvediinenti di rcpres– ttione unticon1unista. Pare vera1ncnte impossibile, ed è espressione dello stato di u,•vili– mento a cui sono giunti i partiti del centro democratico, che la le– zione del 7 giugno sia giù stutu di- 1nenticatu e che, nel n101nento stes– so in cu_i si conchuna il ritorno alla proporzionale pura, ritorno sbundierato ai quattro venti ull'at .. to della nuo,•a for111azione gover– nativa, si cerchi surrettizitunente d'introdurre nel nuovo congegno elettorale nuovi artifici, al solo e dichiarato scopo di rcpdere in1pOS· sibilc una serena e vcritie1·a con– suhnzione dei cittadini. Forse, c'è anche <1uulcosa di peggio: Ju « grunde truffa» del 7 giugno po– teva aln1eno conservar l'apparenza di una_ esigenza cli funzionalità go– verztatn•a: parlendo dal presuppo– sto, evidentemente artificioso, di due grandi schieran1cnt.i (non di sinislra e d.i destra, con1e accade in alcune grandi den1ocrazie, n1a de1nocrutico e totalitario), era ne• cessm·io - si asseriva - che lo scltieru1nento vint'Cule fosse 1nesso nelle condizioni cli govcrnure at~ lravei:so. un_ n1ecca11is1110 di lcg:;c magg1or1tarrn: anche se, conte è noto, In D. C. volevo valersi di questo schieran1c1110 per un fLne n1oho più n1odcsto e concreto. Ma nel nuovo progelo eleltora• le, 11011 ci si cura neppure più di sulvnrc Ju faccia: si col1>isce nel cuore il principio dc1uocrutico del. l'_e~uagliunza dei cittadini, il prin• c1p10 - che sta ul fondun1ento del diritto moderno - dell'effi– cacia universale della legge, che è legge appunto perché non instaura privilegi; e si conta d.i far passare questa n1ostruositù giurid.icu col tu• cito assenso - proprio così __:. de– gli odiu1issi111i con1unisti, dei 1neno odiati fascisti, che (pensano gli strateghi del quudripartito) non avranno ulcun interesse ad oppor• visi. Non sappia1110 se alla luce di una politica capuce di vedere :il di lù del proprio naso, ciò sia vero (e lu rccentissinu1 presa di posizio– ne del P.S.I., dell<1 quale ci com– pincciu1no, din1ostrercbbe proprio il contrario); ma se anche lo fosse codesti strateghi stnnno per sba'. gliure di nuovo i loro culcoli. Essi sono così 1neschini che non sono stati e non saranno umi capaci di valutare, non già gli « interessi » delle segreterie di partito, 111a Je reazion_i n1orali del J>nese, che si ~elernunano poi in reuzioni poli– tiche ul ,nomento in cui gli elet– tori ,, un.no a votare. I partiti de• 1nocrntici 1>ersero la loro battaglia il 7 giugno precisun1ente per que• sto; e credono essi su I serio di po– ter tenere incatenate le nuove forze politiche in movimento, attraverso una legge elettorale iniqua, dte ri• pristinando il preruio invisibile del + 2 e (peggio) uggravundolo con l'attribuire ud altri partiti i voli dati dal paese a raggruppa– menti che non raggiungano il mezzo rnilione di sufTrugi, annui• la in sostanza i pregi della pro– porzionule? Mu c'è qualcosa di prn: ed è la posizione di privilegio che ope legis verrebbe attribuita, conte pre– mio ul fedele servitore, ul P.H.l. Questa disposizione, è stato testé rilevato da fonte non sospetta, cioè da Libonati sul « Mondo », è nna vera e propria iuostruosità giuri• dica. Essa vorrebbe n1antenere « in li111inc vitue » un cadavere a Mon• tecitorio, unche quando il corpo elettorale l'avesse sepolto; ilnpe• dendo nello stesso tempo a forze nuove di farsi uvanti. E' In cele• hruzione legislativa dello spirito conservatore, la negazione del prin• cipio d'eguaglianza di fronte alla legge. on soltanto dunque ogni voto sarebbe soggetto ud un furto (per il 1neccanis1no del prcn1io invisibile); non soltanto n1olte cen• tinaiu di n1igliaiu di voti potreb– bero andare a rafforzare partiti op– posti u rruelli prescelti dagli elet– tori (mediunte il limite dei 500 mila voti); ma addirittura potreb– be concorrere al Collegio Unico Nazionale un partito che avesse riportalo 499.000! E non si dica, non si dica, che c'è il problernn della « Volkspurtei », che bisogna 11ur tutclure: la Costituzione pre– vede, per )e Jninoranze etniche, pnrticolari garanzie; non occorre per (fuesto ricorrere a 1n.isure an– !icostjtuziona]j ! Ed ora, ecco freschi freschi i provve<lirnenti nnticon1unis1i. Le direttive disposte dal Consiglio dei Ministri nella sua seduta del 4 so– no sulla linea dello sgombro for– zuto delle sedi sii1ducali e politiche da parte delle sinistre: sembrano fune appostu per rafforzarle. Que– sti provvcd i1nenti infatti o si ri– d1-ia1.na.no alJu necessità di tornare a lla p icnu legalità de1nocra1icu in ogni settore della vita pubblica (ed nllorn non si vede perché u <1uc– sto scopo siano necessarie purtico• lari direttive, e perché <1ueste di– rettive abbiano un senso unico, es– sendo noto ull'uhimo cittad.ino che il costume della illegalità è diffuso nel nostro puCse in ogni settore della vitu pubblica e particolarmen– te, com'è ovvio, in <ruei settori che possono contare su appoggi go,•er– nativi), o detern1inano una effet– tiva discrin1inazione fra i cittadini, che n1ctte nel nulla il fondn1ncnto costituzionale della noslru repnb– blica. Bisognerà prhna stubilire dii siano e cosa siano gli « enti o organisn1i a riconosciuta fu1nlità totnlitariu », e la Costituz·ione non soccorre a <ruesto scopo; bisognerà poi stabilire che codesti enti, e i cittadini che ne fanno parte, devo– no trovare nello Stato italiano uno « status » diverso dagli altri citta– dini (per cui non potranno otte– nere prestazioni che « g1i altri » possono ottenere, né conuuesse, né licenze di co1.nmercio, né appalti, né concessioni amministrative): nu1 unche in tal caso occorrerà che sin cun1biuta la Carta Costituziona• le, che di tali cittadini di secondo grado non fu cenno. Si dovrà in– fme introdurre, nella legge sullo stato giuridico dei pubblici in1pie• gati, nuovi concetti, per cui non i criteri di anzianità e di n1erito de• cidcrunno cir ca la carriera, nut al. tri criteri, di con1peten.zu del po• tere esecutivo. P er cui, vi saranno funzionari di secondo grado, « cor– veublcs ù merci ». Per <1uesto dunque ]'on. Snragat si agitava. Giustamente, uscendo dal Consiglio de.i Ministri, egli ha tenuto a sottolinea- K' re ai giornalisti: « lntendiun1oci, noi siunto un governo de111ocratico ». SOMMARIO Alla dccrca della « Nuova sinistra » (pag. 4) - Il Muro, di Pie (pag. 4) - 15 giorni nel mondo: Sicurezza e cause d'insicurezza di PAOLOV1TTORELLI(pag. 5) - Gruppi al lauoro pag. 6 - Pagine di cultura contemporanea: Il movimento sindacale in Italia, di L. RE• rossi (pag. 7) - Libri e Problemi: Buongiorno Cina, di GAETA.,'O TuMIATt (A. Penna) (1>ag.8) - Plausi e botte, di. Oc:;uso (pag. 8). SIGNIFICATO SOCIALIS di Unità Popolare Qutdo orticolo e.ce co11ttmpo,a• neament• •u e Critica Sociale• L A funzione del socialismo au– tonomo nella determinazione di un nuovo equilibrio po– litico nel paese è stato il tema centrale del 2° Convegno Nazio– nale del Movimento di Autono– mia Socialista. Connessi e conseguenti sono sta– ti i dibattiti relativi ali' imposta– ~ione programmatica e alle prospet– tive politicl1e di Unità Popolace, e alla più stretta confluenza e con– centrazione in essa dei gruppi di Autonomia Socialista, quale prima necessaria tappa di un ulteriore processo di unificazione o di fe– derazione con le .n,1e dispNse forze della sinistra italiana. In effetti il Convegno si è, pre– valentemente, proposto di ricerca– re come i gruppi di Autonomia Socialista possano offrire un contri– buto efficace alla difficile soluzio– ne dell'annoso e cruciale problema dell'inserimento, sempre più lar– go, in un'azione politica sostan– zialmente socialista di quei ceti, economicamente proletari o avvia– ti alla proletarizzazione, che in Italia sono privi di una coscienza di classe, in quanto' non ancora consapevoli del vero loro « es– sere sociale ». Ceti che, anzi, ap– paiono spesso sospinti a non vo– lersi riconoscere quali portatori di "interessi simili, se non _sempceegua– li, a quelli del pcoletaciato dei cam– pi e delle officine. In un paese come il nostro, la cui composizione sociale e la cui struttura economica non fanno a tutti appacire nette e recise le con– trapposizioni di intecessi e le di– stinzioni e suddivisioni di classe, vari sono i motivi di vario ordine che hanno spinto e spingono mol– ti lavoratoci ad adattarsi a secvicc forze politiche ed economiche net– tamente ed irriducibilmente avvec– se ai loco interessi. Ma non è necessacio, in questa sede, d1e tali motivi siano analiz– zati ed illustrati . .n sufficiente, in– vece, affermare, come ha fatto il Convegno, l'assoluta necessità - per salvare il paese dal precipita– re sulla d1ina pericolosa degli at– teggiamenti fatalistici e di sfiducia nelle istituzioni democratiche e nel parlamento, atteggiamenti deter– minati e in parte non trascurabi– le anche dalla politica cominfor– mista, e che preludono a involu– zioni totalitarie - di compiere, e tempestivamente, ogni sforzo per chiarire e rivelare a così larghi stràti di cittadini come essi in ef - fetti appartengano alla classe la– voratrice, intesa non negli angu– sti tradizionali confini, come la loro emancipazione sia strettamente le– gata a quella degli altri lavoratori, e come questa emancipazione, d1e dovrà e potrà essere solo frutto della concorde solidale e coscien– te azione di tutti i lavoratori, debba essere conseguita, per essere vara– mente duratura, nel pieno rispet– to della libertà e della democrazia, di IBDHO~DO UOSSU e c1oe, in altri termini, per effetto del recupero al socialismo, con una feconda opera di proselitismo, della maggioranza dei cittadini ita– liani. * * * L A ricerca dei modi di svolgi– mento dell'azione rivolta a chiarire e a rivelace i propri interessi a quei lavoratori che han– no votato per la Democrazia Cri– stiana, o, peggio ancora, per le più retrive forze politicl1e che gra– vitano nel versante della conser– vazione, ha posto in luce, al Con– vegno, l'esistenza di due tesi. Secondo quella del compagno Greppi, Unità Popolare era soltan– to un cartello elettorale intorno al quale il 7 giugno socialisti e de– mocratici si sono incontrati per con– tribuire a non far scattare la legge maggioritaria. Autonomia Socialista deve, per– tanto, secondo la tesi del compa– gno Greppi, mantenere con gli al– tri gmppi di Unità Popolare solo rapporti di solidarietà, di consulta– zione, rapporti, insonuna, di buon vicinato perché essa mai potrebbe, con forze non dichiaratamente so– cialiste, compiere opera schietta– mente socialista. E a tal fine Autonomia Socia– lista deve anche porsi il problema, cercando di risolverlo positivamen– te, di una convergenza in uno schieramente elettorale unitario del– la classe operaia. Se Autonomia Socialista, peral– tro, sente di non potere, più oltre, efficacemente assolvere da sola i compiti che si era proposti all'at– to della sua c9stituzione, preferibile sarebbe operare, più d1e a fianco, nell'interno stesso del P.S.I., per- ché quest'ultimo, nonostante tutto, rappresenta pur sempre lo stru– mento più idoneo a difendere gli interessi della classe lavoratrice. Tra tante «approssimazioni» que– sta soluzione sarebbe, in ogni caso, la più vicina ed accettabile a dei socialisti che vogliano mantenersi legati e fedeli alle loro origini e alle loro tradizioni, e non vogliano perdere i contatti neppure con quel– la parte del mondo operaio che gravita intorno al P .C.I. L'altra tesi, quella dell'Esecu– tivo del Movimento, che ha ot– cnuto una larghissima maggioranza di consensi, prospetta due obbiet– tivi fondamentali per la soluzio– ne in senso democratico dei pro– blemi italiani. Un obbiettivo im– mediato, ma che potrà influire su un lungo periodo della vita poli– tica italiana : l'incontro su un ter– reno di seria, fattiva e leale col– laborazione dei lavoratori sociali– sti con i lavoratori democristiani. Un obbiettivo a più lunga scaden– za : la creazione di condizioni og– gettive cl1e rendano possibile una concreta politica di vera alternativa socialista. Per contribuire al rag– giungimento dell'uno e dell'altro obbiettivo la tesi dell'Esecutivo ri– tiene preferibile operare dal di fuori del P.S.I. -Non si rafforzano le stesse pro– spettive di una politica di alter– nativa socialista, e non se ne sti– molano i germi fecondi, operan– do, oggi, quasi come sate!Jiti, dal di fuori del P.S.I. o dentro di esso. In altri termini guardare al P .S.I. senza dimenticare che ad esso va attribuita parte notevole delle responsabilità di non avere finora il socialismo italiano sapu– to assolvere i suoi compiti storici; operare dal di fuori, non però co– me frazione socialista in concor– renza, ma come raggruppamento di forze socialiste e democratiche rivolte a sollecitare, stimolare e con– tribuire a determinare le condizio– ni per un nuovo equilibrio poli– tico fra forze socialiste e democri– stiane, e le condizioni poi per una sostanziale trasformazione della so– cietà italiana in una società di tipo laburista. A tali fini non deve andare di– spersa, quindi, la felice esperien– za dell'incontro di forze genuina– mente socialiste e democratiche, in gran parte maturate nel crogiuolo della Resistenza, ma deve sapersi trarre da questo incontro stimo-

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