Nuova Repubblica - anno II - n. 21 - 10 novembre 1954

me, segnano in modo soddisfacen– te una direttiva di lavoro comune per l'avvenire. A un documento puramente ideologico, che non avrebbe contribuito in questa fase ad offuscare il processo di chiari– mento in corso, si è preferito pro– porre un documento di 'posizione' politica e un documento di 'gover– no', cioè d'impostazione program– matica. Una volta raggiunto su essi il pieno accordo con i gruppi democratici, ne veniva di conse– guenza la decisione organizzativa di assicu.rare efficacia di direzione e di esecuzione comune alle delibe– razioni e alle azioni politiche che ne conseguiranno. Alèuni compagni, fra i ~ali con la maggiore autorità Antonio Grep– pi, hanno portato al Convegno la eco delle loro preoccupazioni vor– rei dire più di natura teoretica che politica. Dobbiamo ringraziarli, perché essi hanno contribuito a rendere vigile la coscienza di cia– sctlno di noi sulla natura e sui limiti dell'operazione che inten– devamo di· compiere, il cui signifi– cato sarebbe stato distrutto solo che avessimo dovuto accedere a qual– siasi cedimento sul piano ideolo– gico, che nessuno si sentiva di compiere. Ma l'aspetto altamente positivo dei risultati raggiunti con– siste appunto in questo : che nes– sun cedimento è stato richiesto, né agli altri da parte nostra né da al– tri a noi, e che proprio dalla com- . plessità delle posizioni ideali è potuta scaturire limpida una iden– tità di posizioni programmatiche e politiche. Questo significa anche che col chiarimento sopravvenuto fra i gruppi di Unità Popolare non ab– biamo raggiunto una meta, ma sol– tanto stabilito un punto di par– tenza. Se Autonomia Socialista per– siste come elemento permanente ed organico di pungolo, di ini– ziativa, di" chiarimento rispetto al– le azioni politiche di Unità Po– polare, Unità Popolare a sua vol– ta non potrà svolgere la sua fun– zione come gruppo chiuso ed an– gusto, nei gretti confini di piccolo partito concorrente con gli altri partiti della sinistra italiana. Sta al– la preveggenza politica di tutti noi di tenere aperto questo strumento, di ridare coraggio e spirito d'ini– ziativa, di offrire una comune piat– taforma d'opinione, alle altre for– ze, ai gruppi, ai gruppetti, agli individui, preziosi alla battaglia di rinnovamento e resi estranei alla azione politica attiva dallà impos– sibilità d'inserirsi efficacemente in essa. E dipenderà anche, in larga mi– sura, dal P .S.I. Non si tratta, per esso, -di farsi riprendere dalla fa. cile, perniciosa tentazione di co– prire, da solo, 111110 il socialismo. Si tratta, al contrario, di ricono– scere che la dinaniica di sviluppo del socialismo richiede un organa– mento complesso, in cui le nostre forze minoritarie possono giuoca– re un ruolo essenziale. Se questa coscienza si farà stra– da, fra i nostri militanti e fra i militanti del P.S.I., se p. es. il P.S.I. si renderà conto dell'insi– dia implicita nel tentativo, ora ab– bozzato, di strozzare elettoralmente i gruppi minoritari (senza farsi trascinare dal facile miraggio di ·piccoli acquisti organizzativi che andrebbero a tutto svantaggio delle sue possibilità reali di espansione politica), forse si aprirà la strada a un'esperienza attiva per il mo– vimento operaio del nostro paese. TIIISTANOUODIGNOl,A NUOVA REPUBBLICA 2 novembre zn America È SUONATA LA CAMPANA L 2 novembre è passato. La carn- i pagna elettorale è terminata. l, stata più aspra di quello che molti s'immaginavano. J Repubblicani aveva– no ordinato a McC,rthy di star zitto, ma Nixon, il Vice-Presidente,ha vo– mitato sugli avversari tutto il veleno di cui era capace; e i loro avversari, guidati intelligentemente da Stevenson_, hanno rispQsto per le rime. Per i Repubblicani, Democratici erano dei traditori che, intenzionalmente nel caso dei loro dirigenti intelligenti, non intenzionalmente nel caso dei babbei, avevano venduto gli Stati Uniti alla Unione Sovietica. Per i Democratici, i Repubblicani erano dèi sorpassati diso– nesti e incompetenti che mandavano il paese alla malora. · I Democratici non hanno tradito ed i Repubblicani non hanno inviato alla malora gli Stati Uniti. Ma in un pun– to la propaganda Democratica ha avu– to forse ragione: i Repubblicani co– minciano ad essere dei sorpassati. Per ciò che riguarda l"avvenire immediato il risultato delle elezioni è di me– diocre importanza: la paralisi eh~ ha caratterizzato il governo americano du– rante questi due ultimi anni, conti– nuerà per altri due anni; ed è pro– babile ~he non vi saranno svolte im– provvise o colpi cli testa; e in verità non vi è bisogno né delle une né degli altri: nel campo della politica inter– nazionale non è mali! che per un po' di tempo gli Americani si tengano un poco in disparte e che gl"Jnglesi cerchino di mettere in pratica le loro idee, e nel campo della politica in– terna non vi sono problemi gravissimi. Le elezioni sono importanti per r'av– venire. Si può affermare che questa è l'ultima volta che il Partito Repubbli– cano tradizionale, il partito che conta esattamente lOO anni (venne fondato nel 1854), è al potere. Ciò non vuol dire che non continui ad avere il con– trollo di parecchi Stati, del Maine e del Vermont nella Nuova Jnghilterra, dei due Dakota e del Nebraska nel Middle West; che non cbntinui ad essere rappresentato nel Congresso. Ma potrà. dirigere la politica federale? Do– po venti anni di opposizione, era riu– scito ad ottenere una maggioranza con– siderevole dei suffragi nel 1952; in due anni la maggioranza è sfumata, .Nel 1952 i Repubblicani ebbero la maggipranza perché avevano come can– didato principe Eisenhower, per il qua– le votarono alcuni milioni di citta– dini che si considerano Democratici e che in generale votano per il partito Democratico. Eisenhower era alIora l"uomo onesto e capace, posto al di– sopra dei partiti. Alcuni tra i maggiori dirigenti Democratici dichiararono aper– tamente nel '52 che avrebbero votato per Eisenhower; il loro esempio fu imitato da milioni di cittadini. J Re– pubblicani da soli possono mobilitare a proprio favore il 40 % dei suffragi, ' forse anche il 45 %, ma non di più. Nel 1954 la campagna Repubblicana ha avuto un motivo: Eisenhower; il Presidente ha fatto dei discorsi, ha ap– poggiati i candidati Repubblicani. Ma l"ondata di popolarità che c·era nel '52 non c·è più ed i Repubblicani hanno subito, tirate le somme, una sconfitta. E nel '56? L'unica carta che i Re– pubblicani potranno giocare san\ di nuovo la carta Eisenhower. Ci sarà una ripresa tale da riportare la popo– larità del Presidente al livello del '52? l, da dubitare. Eisenhower è rispet– tato, forse pil, dai suoi avversari che dai suoi amici. Ma il mito sta perden– do forza. l, stato l'uomo della Provvi- • clenza, colui che avrebbe risolto tutti i ·problemi, che - in particolare - avrebbe eliminato dal mondo il co– munismo; che allo stesso tempo avreb– be ridotto le imposte permettendo co– si· ai cittadini di godersi più abbon– dantemente la vita. 1 miracoli non appartengono al mondo di oggi. C'è pace, ma il comunismo è più forte oggi di quello che non fosse nel '52. Le tasse sono diminuite, ma non in ma– niera tale di aumentare il reddito dei cittadini che è oggi an,i leggermente inferiore a quello che era durante !"ul– timo anno di governo Democratico. Se· tra i Democratici vi erano dei dirigenti corrotti, ne sono scappati fuori anche tra i Repubblicani. Nel '56 Eisenhower non sarà più l'uomo al disopra dei parti- ti che avrebbe potuto essere se fosse riu– scito a formare (come molti avevano suggerito) un gabinetto· di coalizione. A suo tempo i Democratici avlvano offerto di appoggiare e aiutare il Pre– sidente; la Vecchia Guardia, ansiosa di ottenere un controllo completo sul go– verno e l'amministrazione, aveva reso imposs,l"le ogn, collabora1.ione ed Ei– senhower non è più ormai che il capo del Partito Repubblicano. JI Partito Repubblicano ha avuto tra i suoi fondatori il nome più glo– rioso dell'intera storia americana del 19° secolo, Lincoln; ha avuto nel 20° secolo il primo Roosevelt e il vecchio Taft. ·Rischia oggi cli far la fine che avevano fatto i suoi predecessori, il partito Federalista e quello dei Whigs. Per compu..iderc la decadenza della « Destra » nell.1 politica americana oc– corre tener presente che l"esponente massimo dell'americanismo di centot– tanta anni fa come dell'americanismo di oggi e di tutrì gli anni tra il 1774 e il 1954 è stato. ed è Thomas Jef– ferson, in- termini europei un liberale o meglio un radicale, non un con– servatore. lo spirito che animava Jef~ ferson costituisce il nocciolo dclh vita p.mericana; il conservatorismo non è che la buccia. J I problema interno americano non è ormai più quello del conflitto tra Repubblicani e Democratici. l, inve– ce quello di ciò che avverrà all"in– terno del Partito Democratico, anch'es– so, e forse più del Repubblicano, una coalizione di forze e di tendenze al– cune delle quali mordono il freno. C'è un sud americano come c'è un sud italiano; chi ha fatto il pie– no nel nord, deve guardare al sud per ottenere un tTiaggior numero di suffragi. Il sud americano, e qui il pa– ragone finisce, è stato ed è in preva– legza democratico. Vi sono alcune pa– gliuzze che indicano eia che l'arte il vento tira: in alcuni casi, per Ja pri– ma volta da quando, or sono novant'an– ni, terminò la guerra civile, <lei Re– pubblicµni sono stati eletti. Vi è tut– to un ambiente Democratico nel sud che ha antipatia per il «<lealismo» di Truman, per il liberalismo di Steven– son, e qualcosa di più che antjpatia per il socia! clemocraticismo di Hum– phrey e del!' A.O.A. ( un gruppo rela– tivamepte poco numeroso d"intellettuali e di professionisti, ma di notevole influenza e vicino, spesso, al movimento sindacale). Come già è successo nel passato (l'episodio Willkie del 1940 · è stato a questo riguardo significativo), vi è un'ala destra del Partito Democra-, tico che potrebbe essere _assorbita dal Partito Repubblicano. Ma non s:tr:ì facile; le concçssioni che i Repubbl i– cani dovrebbero fare per avere dalla loro Byrnes, Hyrd, Thurmond e le loro clientele, costerebbero loro pro– babilmente l"appoggio cli una parte no– tevole della piccola borghesia del nord e, quel che forse più conta, delle mi-' noranze di colore. Che vi saranno, du– rante i prossirni cinque anni, delle tra– sformazioni profonde nella scena poli– tica americana, è probabile. Ma è diffi- cile predire quali saranno queste tra– sformazioni: partito conservatore Re– pubblicano-Democratico, come vorrtb– be la Vecchia Guardia? adozione, Ja parte Repubblicana, di una gran parte del programma Democratico sì eia to– gliere• il terreno di sotto al Partito Democratico, come vorrebbe l'ala si– nistra' nuovo partito liberale-laburista? Chi vivrà vedrà. ,Il,\.\'. SAUADOltl LA NUOVA della legge TRUFF elettoral F INAUfENTE la nuova legge elettorale politica è nata. Co– me è noto l'impegno che Saragat prese di fronte al proprio partito e al paese era quello di far approvare la proporzionale pura per le future elezioni. A queste condizioni egli accettò di far par– te del governo con poche speranze di trarre altri vantaggi concreti dalla presenza al ministero del P.S.D.I. Il nuovo progetto approvato al consiglio dei ministri non soddisfa affatto le velleità dei socialdemo: cratici in particolare e dei minori in generale. La Democrazia Cri– stiana, che aveva ottenuto un con– gruo premio di maggioranza, invi– sibile ma non troppo, dalla legge elettorale del 1948, ha consentito a perdere solo qualche briciola, ottenendo il coefficiente + 2 ( un che di mezzo fra il + 1 del 1948 e il + 3 del 1946) il quale coef– ficiente su dieci milioni di presu– mibili votanti per lo scudo e croce garantirà probabilmente alla D.C. una quindicina di seggi in più di quelli che gli spetterebbero dalla proporzionale pura. Nulla infatti è mutato nei due punti essenziali che regolavano le elezioni politiche per la costituente e la prima camera legislativa della rcpubbl ica. Sono rimaste· invariate le circoscrizioni elettorali ristrette che consentoqo cospicui vantaggi per le liste più grosse e il collegio unico nazionale nel quale i deputati si « pagano » ben più cari che in circoscrizione. In tal modo i piccoli e medi rag– gruppamenti politici, i quali hanno scarse possibilità di conquistare molti quozienti in circoscrizione.– dovranno puntare soprattutto sul Collegio unico nazionale, cioè sul– la mensa dei poveri. Il loro sacri– ficio sarà minore di quello del 1948, ma superiore a quello dei' 1946. Per le elezioni amministrative nulla di fatto: la legge « super– truffa » del 1951-52 non è stata modificata e non vi sono accenni concreti di miglioramenti in futuro. Tale legge era ancora peggiore di quella usata per le ultim~ politiche, mancando del quornm : la lista che otteneva anche un solo voto in più della seconda ( fosse com– posta di un solo partito o di più partiti apparentati) prendeva la maggioranza dei seggi consiliari di comune. l'unica innovazione della nuo– va legge elettorale progettata ri– guarda un particolare quorum per le liste piccolissime, fra le quali è stata fatta una sottile distinzio– ne. I partiti che hanno già depu– tati alla camera potranno avere di nuovo una rappresentanza a Mon– tecitorio se uno dei loro candi– dati sarà eletto in circoscrizione. Per chi è attualmente escluso dal godimento di seggi parlamentari è indispensabile ottenere almeno 500.000 voti se intende veder sod– disfatta l'aspirazione di portare alla camera un gruppo di propri depu– tati. Per valutare meglio quest'ul– tima disposizione è opportuno con– siderare che mezzo milione di voti corrisponde all'incirca a dieci de– putati. Può accadere che per mille o duemila voti un partito politico · di non trascurabili proporzioni si veda esclusa la strada di Monte– citorio. La distinzione dei due « quorum » richiesti rispettivamen– te per i partiti che hanno già una rappresentanza padamentare e per quelli che. tale privilegio non han– no, ha un significato preciso. Non potendo decentemente attribuire una specie di penalità per chi non è « abttualc operatore » del giuoco politico, si è cercato di favorire repubblicani e tedeschi della Volk– spartei, considerati ottimi amici da tutto il quadripartito; uguale trat– tamento non è stato riservato a U.P. e U.S.I. i quali devono pa– gare una penale molto più grossa per varcare i portoni del parla– mento. Socialdemocratici, liberali e re– pubblicani avevano in mano le chiavi del ministero Scelba. Pote– vano ottenere in pratica la legge elettorale d1e volevano. Si sono contentati di un guadagno molto più meschino: quello di rendere più ardua l'esistenza politica ai gruppi di opposizione democra- -tica. Questa appariva loro l'unica prospettiva seria di azione politica. Il bello è che comunisti e socialisti nenniani trarranno anch'essi van– taggio dalla nuova legge elettorale, sia pure in misura più ridotta della D.C., e che le destre monar– chico-missine (oltre 3 milioni di voti) non verranno danneggiate dalle nuove disposizioni, anzi se astutamente uniranno le proprie forze in una lista unica, concorre– ranno anche esse ai vantaggi del premio invisibile. Così, per pren– dersi una vendetta sui « distur– batori » del 7 giugno, i partiti del centro laico saranno i primi a pa– gare lo scotto di questa legge: come quel marito, che per far dispetto alla moglie ccc. ccc.. • • •

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