Nuova Repubblica - anno II - n. 9 - 5 maggio 1954

2 mocrisfiani, radicali e gollisti, che han– no abbandonato o che stanno per ab– bandonare il loro partito; dall'altra di fare lo sforzo di dare un embrione di organizzazione a tutti coloro che non si riconoscono nei partiti « tradiziona– li » della sinistra. Questo fa sì che i I Centre d' Action des Gauches Inde– pe11da11teJ si debba porre come con– corrente degli altri partiti; ed è su questo terreno che le sue possibilità sono piuttosto limitate: .il partito mo– derno non è un partito di personalità,. ma una organizzazione che, per avere un peso politico, deve avere milionj di voti, e, per avere milioni di voti, deve presentare per gli elettori la pos– sibilità, anche remota, di prendere il potere. E deve avere per questo un programma a lunga scadenza; ora, il centro delle sinistre indipendenti è impegnato nell'azione politica quoti– diana, e questo forma la sua vitalità, ma insieme il suo limite; ci si trova di fronte a dichiarazioni di principio, a prese di posizione di « protesta »; ma tutto questo interessa soltanto ad un settore molto limitato dell·opinione pubblica: e la chiarezza di imposta– zione dei problemi di politica estera non è sufficiente a sopperire alla defi– cienza di una visione totale del pro– blema della politica francese. Un altro punto che 1ITieritadi essere considerato è l'atteggiamento tenuto nei confronti del partito comunista. Le sinistre indipendenti si differenziano dai vari gruppetti « progressisti » che accettano un~ semplice funzione di fiancheggiamento; affermano che è in– dispensabile mantenere aperto il dia– logo con le masse operaie comuniste e che scartare a priori la possibilità di' un appoggio 'comunista significa rendere impossibile ogni governo di sinistra; però, per trattare col partito comunista bisogna assicurarsi una po– sizione di forza, che sia poi in grado Oi porre le sue condizioni all'estrema sinistra. Su un terreno molto diverso ci tro– viamo con i gruppi Reco11st1·11ctio~; essi si sono formati all'inizio del 1946, per opera di alcuni esponenti della si– nistra della C.F.T.C. (Confederazione cristi;ma del lavoro). Va ricordato che in Francia non ci fu mai' quel legame • strettissimo che esiste in Italia tra la D.C. e la 'C.J.S.L.; nel giugno 1946 il congresso della C.F.T.C. aveva escluso il cumulo di cariche sindacali e di cariche politiche. Nel 1947, poi, si erano avute importanti modificazioni statutarie che escludevano quel resi– duo di confessionalismo cl,e• era le– gato con le origini della confedera– zione. Per es. mentre nel testo dello sta– tuto del 1920 si accettava una solu– zione « corporativa », con gli emen– damenti accolti nel 1947 si parla sol– tanto dei lavoratori e della loro or– ganizzazione; e, sempre in contrasto con Il 20 Congresso internazionale degli Uffici di ritagli di Stampa Nei giorni 6-7-8 maggio avrà luogo, presso il Museo nazionale della Scienza e della Tecnica, ìl 2° Congresso della Federation In– ternazionale des Bureaux d'Ex– traits de Presse (F.I.B.F.P.) nel corso del quale è pure convocata l'annuale Assembl~a Generale or– dinaria della Federazione stessa. · L'organizzazione del Congresso procede attivamente a cura del– l'Eco della Stampa e a tutt'oggi hanno inviato la loro adesione 30 delegati in rappresentanza di uf– fici di ritagli di 11 diverse na– zioni europee ed extra europee. il testo del 1920, si riconosceva la esistenza dei contrasti di classe che ci si impegnava soltanto a non « svih.tp– pare sistematicamente ». Questo ha permesso che la C.F.T.C. si allargas– se a elementi non cattolici, e che a poco a poco, la sinistra acquistasse un peso sempre più rilevante, che oggi giunge ad oltre il 40%. Ma non è tanto il movimento sindacale che qui ci interessa, quanto il movimento po– litico. Dal '46 alla fine del '53 è usci– to un bollettino ciclostilato dei grup– pi Reco11str11ctio11, che è servito di or– gano di studio e di discussione politi· ca e sindacale; a partire dall'ottobre '53 il bollettino si è trasformato in una rivista a stampa mensile, che ha quasi 1500 abbonati, in continuo au– mento. Ci si trova, questa volta, di fronte ad un movimento operaio, in senso proprio, come si è potuto con– statare nel convegno del 7 febbraio a Parigi. I! un fatto veramente importan– te quello della collaborazione tra i di- •rigenti e i militanti del sindacato de– gli insegnanti e i dirigenti e i militan– ti dei sindacati dei meta Il urgici, dei chimici, dell'edilizia ecc. I gruppi Re– co11str11ction on sono gruppi politici, né tanto meno un partito: ma, se in passato si erano limitati ad affrontare i problemi sindacali, ora, il fatto stesso di rappresentare una certa forza li porta a sentire l'esigenza di una azio– ne .sul piano politico. Le loro posi– zioni sono estremamente chiare: osti– lità aperta ai governi reazionari di Pinay e di Laniel, lotta contro la C.E.D., uso aperto del vocabolo « so– cialismo», quasi per eliminare riso– lutamente ogni sospetto di un accor– do con l'attuale struttura sociale fran– cese. Ma si rifiutano· di costituire un ennesimo raggrui,pamento di sinistra: l'esame approfondito della realtà sto– rica francese li ha convinti che, se si vuol raggiungere ora, e non in un futuro remoto, qualche risultato, vale la pena non tanto di mettersi in con– correnza con i partiti tradizionali, quanto di appoggiare quegli uomini o quei gruppi eh~, all'interno di quei partiti si trovino su posizioni di sini– stra; ma insieme di smascherare con– tinuamente i tentativi, come quello del fronte democratico e sociale di Guy Mollet, di confondere le idee e di costringere ancora una volta la classe lavoratrice a servire di base ad un regime sostanzialmente conservato· re. Mentre iOvece si era salutata con simpatia un tentativo come quellO di Meudès-France che aveva il merito di parlar chiaro e di produrre obiettivi limitati e realizzabili. :B un fatto caratteristico che siano proprio dei sindacalisti a sentire que– sto orrore per le frasi fatte, e, al contrario, l'esigenza di una chiarezza politica: il contatto continuo con la base operaia, in buona parte comuni– sta, li ha convinti che ciò che fa la forza del partito comunista è proprio l'esistenza di una linea politica rela– tivamente semplice, liber~ da tutte le sottigliezze dei professionisti della po– litica: ed essi sono decisi a non ca– dere nella tentazione di rappresentare la copertura operaia di uno schiera– mento di destra. Questo fatto, unito alla possibilità che entro breve volgere di tempo la si– nistra - che ha già costretto alle di– missioni l'antico presidente della C.F.T.C., Gaston Tessier - potrà di– ventare maggioranza all'interno dei sin– dacati cristiani, è un dato enorR1emen– te positivo della attuale situazione fran– cese. I sindacati socialisti (Force 011- vriere) sono -da tempo· ridotti ad uno sterile anticomunismo: ma troppo p<l'– co contano per rappresentare un peri- · colo effettivo: d'altro canto gli uomi– ni di Reconstruction non hanno nes– suna indulgenza per l'unità d'azione G Ba NUOVA REPUBBLICA !,__1N_c_HI_Es_TE_E_oo_cu_M_EN_r1_s_uL_L'_AM_E_R1_ HAYA. DE LA TORJlE rientra • in scena Dopoesserestato,perpiùdi cinque anni,png1oniero dell'Ambasciata dellaColombia a Lima, il noto pensatore uomopolitico peruviano, rientra sullascena politicadel suo paese : ciò potràaiutare tntti i movimenti democratici a porrenei suoi veriterminil problema politicodell'America. Latina. N ELL'AMERICA Lat~na. ~ per~onag– gi contano assai p1u dei pro– grammi politici. Questa può es– sere una delle ragioni dei frequenti colpi di stato. Ora, da. vent'anni a questa parte, la personalità politica più caratteristica dell'America Latina, e nello stesso tempo la più popolare, sia tra le masse che tra gli intellet– tuali, non è né un generale come Pc– ron, né un dirigente comunista, come Prcstc o .Lombardo Tolcdano. t un uomo che non è mai stato al potere, che è dedito tanto alla filosofia della storia quanto alla politica: Victor Raoul Haya dc la Torre. Durante cinque anni è stato obbli– gato a tacere. Adesso rientra in sce– na. E i dittatori e i comunisti se ne preoccupano. Questi ultimi, nello stesso momento in cui Haya dr la Torre veniva liberato, hanno scate– nato una campagna per dimostrare che egli deve la sua liberazione agli Stati Uniti, dei quali è, si capisce, un agente. Haya ha sempre avuto un'idea lungimirante- della politica, su un piano continentale e mondiale. Egli può con la sua influenza e il suo prestigio contribuire a modificare il panorama politico dell'America La– tina. La vita di Haya de la Torre è piena di ammaestramenti. Merita quindi di essere raccontata: Metic– cio peruviano, educato in un am– biente chiuso, di cui la religione, il disprezzo per l'indigeno e la sotto– missione ai grandi proprietari ter– rieri sono i principi fondamentali, egli si ribella a questo mondo. Il marxismo, la filosofia della storia di Hegel, lo appassionano. Si reca in a tutti i costi. Nel rapporto presen· tato il 12 marzo al congresso dei sin– dacati dell'-edilizia, dei lavori pubbli– ci, del legno ecc., il segretario, A. Detraz, si esprimèva in questi termi– ni: « La forza della C.G.T. (la confe– derazione del lavoro controllata dai co– munisti) è una componente importan– te della lotta contro la reazione: que– sta lotta, per essere efficace, implica inevitabilmente una azione comune di tutte le forze sindacali: altrimenti ca• de nelle romanticherie e nel verbali– smo. Ma,, detto questo, bisogna guar– darsi da ogni illusione sentimentale. Per i dirigenti attuali della C.G.T. l'unità d'azione fa parte di una stra– tegia di decomposizione, che appro– fitta di ogni occasione per creare un disaccordo tra la base e il vertice delle organizzazioni rivali ..... La pru– denza non deve rendere sterile l'azione comune; ma accettare di agire insieme ai comunisti rende assolutamente ne– cessaria una intensa formazione ideo– logica e tattica dei militanti non co– munisti, se non si vuole che essi fac– ciano inco11scia111e111e il gioco del par• tito >>. Europa, va a Mosca, partecipa alla costretto a rhicclcrc asilo all'ambJ• creazione della Lega anti-imperiali- sciata della Colombia a Lima. Odria sta, pur senza essere d'accordo con si rifiuta di dargli il sanvacondotto i comunisti che, dietro le quinte, per uscire .dal paese, contro la tra• la dirigono. Di ritorno in America, dizione radicatissima nell'America al Messico - poiché era stato esi- Latina, del diritto di asilo. La pres- liato dal Perù, sua patria - fonda sionc internazionale, finalmente, oh- nel 1924 l'Alleanza Popolare Rivo- bliga Odria a consentire la partenza luzionaria Americana (APRA). Vuol di 1-laya, che giunge al Messico co- crearc un movimento di tutta !' Ame• mc rifugiato politico. rica Latina per la lotta contro l'im- Durante più di cinque anni, Haya perialismo, contro la sottomissione è rimasto prigioniero dcll'Amhascia- degli indigeni, contro le dittature e ta della Colombia a Lima, tagliato le oligarchie. Questo movimento ha fuori dal mondo, isolato dai suoi un immediato successo. amici. Odria sapeva che il suo re• Ma nel Perù comandano i milita- gime avrebbe mal rcsistit~ se Haya ri. Haya ritorna, fa qualche anno di avesse potuto parlare. Adesso Haya prigione; finalmente nel 1945, dopo può parlare. la guerra, il regime dittatoriale cade Ed ha cominciato non appena e i'APRA trionfa nelle elezioni. giunto all'aeroporto di Messico. Ha Haya non partecipa personalmente detto, in sintesi, che il modo mi- al governo, per quanto i'APRA ab- gliorc per combattere il comunismo bia qualche ministro. Egli consacra nrll'Amcrica Latina, è quello di uni. tutto il suo tempo agli studi e al- fìcan· il continente, cli cotnhc1ttere l'organizzazione politica degli indi•.. tutte le dittature, e cli rafforzare su geni delle alte vallate: la grande sca!a mondiale i patti militari. massa umana, dimenticata e sfrut• " Ha insistito sulla necessità di com. tata, del Perù. battere la battaglia per la democra La sua teoria dello spazio-tempo, tizzazione economica e politica del•• nella storia, rende popolare il suo l'America Latina, in quanto es-,a nome tra gli intellettuali; la sua rappresenta uno dei mezzi più effi- attività politica tra i contadini e caci per allontanare ogni pericolo di gli operai. Ma i partiti alleati al• guerra. Durante il suo esilio all'in- l'APRA temono il suo prestigio e, terno del suo stesso paese, Haya h.1 dopo aver eliminato il partito di scritto quattro libri in cui sviluppa Haya dal governo, si trovano senza le sue idee. Cià gli editori se ne · appoggio popolare per resistere al disputano i manoscritti. colpo di stato dei colonnelli, con a 11 ritorno di Haya sulla scena capo Odria, del 1948. politica avrà degli effetti sicuri nel Una feroce persecuzione -· che pro~simo avvenire. Per cominciare continua tuttora - viene scatenata egli dovrà affrontare la crisi del• da Odria contro i'APRA, mentre i'APRA - logica crisi all'interno di chiama a far parte del governo al- un gruppo esiliato - nelle cui file cuni dirigenti comunisti. Haya è s'erano manifestate tendenze propc– roniste è filosovietiche. Un'APRA di– venuta attiva, con idee chiare, avrà Questa esigenza della formazione ideologica è vivamente sentita dagli uomini di Reco11str11ctio11. L'abbando– no della tradizione confessionale, li ha portati a sentirsi parte di quella tradizione sindacalista francese, della quale, ai loro bei tempi, erano parte importante i socialisti; ma questo ri– spetto della tradizione «esclude», co– me si legge in un numero di Reco11- str11ction, « che si possano risolvere i problemi del 1954 con i mezzi dei' 1944, l'organizzazione del 1936 e la terminologia del 1906 ». Di qui uno sforzo di elaborazione teorica ed un desiderio di informarsi delle esperien– ze degli altri paesi che non abbiamo riscontrato in a 1 ltri ambienti del mon– do politico francese. Il salto dal sindacalismo e dallo stu– dio dei problemi politici alla politica è però difficiie. Ci si può sqltanto augurare che i militanti di Reco11stn1C– tion sappiano farlo al momento giusto, non troppo presto, ma neanche troppo tardi. c. c. (Fine) una benefica influenza su tutti i movim<!nti democratici dell'America Latina, per la maggior parte in esi– lio. Ciò non significa naturalmente che tutti i dittatori spariranno al soffio di Haya. Ma questo aiuterà a porre il problema politico dcl– i' America Latina sulle sue vere ba. si, inducendo così ,.vashington come Mo,.ca ad abbandonare i contatti con i dittatori e a perseguire una politica che sia in maggior accordo con gli interessi. reali dell'America Latina. E speriamo che non sia Mosca a fare per prima la « svolta ». l'ICTORALBA Siamo costretti a rimandare al prossimo numero: - un articolo di Dino Carlesi sulle elezioni per il Consiglio Superiore della P. I., nella scuola elementare; - interventi di religiosi su « Tema proibito », con riferi– mento all'articolo di Carlo Miolli da noi pubblicato nello scorso numero ( « Un cattolico per l'educazione demografi• ca»).

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