Nuova Repubblica - anno II - n. 9 - 5 maggio 1954

B L 35 Spedlolo,ne In a'bbonamento pootalo t(]ruppo Il) ' A pag. 7 : La guerra contro la miseria, ~-- 4/0K :· 1g. ~ C&SA CL\ Berge:rat. 40 191 .A.bert. l Gemruna) Gd!TIN Anno Il • N. 9 (33) QUINDICINA~E POLITICO Firenze c. c.: La sinistra cl('ll\OC1at1ca lii F1.111c1a - I g1upp1 JlllllOII (pagg I e 2) - v1c·1OR ALBA: Haya dc la To11c 1a'ntra III l>Ccna (pag. 2) - ERNl~STA VED HATTISTl Una legge cont10 la cla:.sc ma-g1'llralc (pag. 3) • ALDO RI-.LLI 111scgnant1alle mnc {pag 3) - GINO LUZZATIO: Il 1u1mo t11cnn10 ddla Cassa del Menog101no (11ag. 5) - RASSEGNE: Italia, oggi: Cong1l·ssino a Fin•n7.t• (1>ag. 4) - Cou di Fro11cia: Regime « a testa di bue» (pag. 4) - /I muro, di Pie (pag. 4) • Vita di fabb,ùa, di c. s. t. (pag. 5) - Grr,t,pi al lcworu LACAMPANA DEIPOVERI 'I ra gli argon1enti di più 11101·– dente attualità• la polen1.icu La 1-'ira-t:osta occupa 1u1 po• sto di pr11u1ssnno piano. E non, tanto 1>er tu v1vacna del tono e l'asprezza dei gu1d1zi 1·ec1proci 1 quanto per il suo superiore si– gn1tica10 sociale e po1111co. La l'ira ba parlato, è vero, di « inun1c1zm cn•ue » e di w1 << pia– no pree11sposto daUa 1antasau scrn– pre operosa della Assocauz10ne 111: dus1ruue Jiorenhna »; e t:osta gli' ha ricordato che si u·alla dt una ques11onc d'ordu1e naz1011a1e. é qualcuno potre1>1Je dargli 101·10, se è vero che il 1nass11no orgmus1no dei datori di. lavoro itupcrvcrsa con equu11i1ne e spiclatu coerenza suU'i,uera geograJ:rn italiana. Ma appunto per questo il problc1na merlla di. essere p1lt se,•eran1cnte valutato e approtondito. Se ne persuada H Presidente Costa, che dà spesso l'in1prcssio– ne di possedere un cuore IHÙ co– n1wiicalivo della 1nasche1·a che ii' suo ruolo gli presta: la carità non c'e"iirra ne tanto né poco e, d'al– tronde, fa pensare ad un alibi– troppo con1odo. Cerio lo stesso La l'ira l'ha richimnata nel suo telegranuna, 1.ua solo per sottoli– neare « l'indelicatezza religiosa » di turbare con alcune decine di. lettere di licenzia1nento la lrcgua pasquale. Non cari1il, dun<1uc, ~na· giustizia: ecco il punto sostanzia– le della questione. Scrive, ncJla sua lettera, il Pre– sidente Costa che Giorgio La Pira « da un po' di teinpo » starebbe perdendo « il senso delle propor– zioni ». Ma - ci do1.nandia,no noi - non sono 1>roclivi a per– derlo, piuttos10, c1uclli che costrui– scono il loro inondo, gelidarnente interessato, al di fuori di ogni correlazione tra le esigenze, pur 1ninin1e, della vila e i 1nezzi 1>er soddisfarle'? Più di due rnil.ioni di disoccupati, col trugico com– plen1cn10 di altri Lrc o quattro 1nilioni di ftuuiliari costrclli a con– dividerne la sorte: ceco dove il senso delle proporzioni avrebbe veramente diritto di invocare i f•lmini del cielo. L'invilo alla osservanza dell'ot– tavo co1nanda1ncnto che esige il rispetto della « fama » del pros– sin10 '? (E il prossilno questa volta sa1·ebhe, guarda un po', la Con– fiJ1dustria !) . Mu con1e ha fatto il Presidente Costa, che si vuntu di una così rneticolosa cu.ltur11 calechisticu, u. saltare a piè pari il passo evan– gelico che coslituisce da solo il fondaincnto di lutta la sociologia cristiana 'f « Via da n1c, 1nalcdetti, nel fuoco eterno prcpuràlo per iJ dia volo e per i suoi ungei i: perché ebbi fame e non n1i cn·cte da10 da 1nangiare; ebbi scie e non n1i desle du bere; fui peUegrino e non n1i ospitaste; nudo e non 1ni vestiste ... ». L'insupcrabili1à delle leggi che regolano l'econoinia e « sono pu– re leggi divine »? Mi perdoni il Presidenle Costa, ma questo disitn•olto tenlativo di dhinizzare un'ecol\on1iu, che nel– la sua storia non ineno che nel suo spirito è tÌJ>icamente classista, va troppo ul di là dei li,niti con• eca n· cc3::,i aiia ()olc1nica e sfioni c1uclli ucu'crcsm e dei sacrileg10. L'rntervcnto d1 un .::.,1n11aco, li, dove l AZienna 1·111ene g1us11ttcal.u la 1·1uuzuJne ucua 1uano d'opera, « \'Crr,eh»c soshtnzml1ncnle a tra– s1.onnnre H l<H'Onuorc 111.un 1n.an – tc11uto »'I A.11, con c1uule in1prudenza si possono usare certe pc.u-ole ! t:on1e 1 « hoo1nc1·ung » <1cg1i abor1gen1 australiani esse sen1»1·ano lune pC1· i p1u vcnd.Jcat1v1 1·unocdz1. ~e e 1uantcnuto l'operaio elle c1ueoe d1 ~avorare, che cosa duerno dJ tuh1 gll az101.usll e corrcnusu e di tut• ll i hgu di papu e di tutte le , signore del 1.no11<10elegante che d1 1ucnl'a1tro VIVOUO - C Ul CJte 111000! - se non della iahca e dc1 sucr1ii.ci de, poven ·t Ma nconosce, nonla sua, il Pre– sidente t:osla cue « net 1un11c <1el poss1b11e >> la collcttn•1tu aeve prov– vcaere ud auegger1re 11 ,p1u possi– bile il danno oe, co1p111. !Storie! l'ion si ll·atla, infaui, di ullegger1re il danno <1e1co1p1u, 1na d1 rasarcirlo, e di r1sarc1r10 inie• gral1ncntc, secondo un cr1ter10 che 11011 è so11anto gturidico ina anclle 1nonllc. !,enza (11 che i colpiti non pott·eubcro che iscrivere H loro credito nella conlatnhtii del cielo, con troppo co1uoda 1Jocruz1one dei debitori 1erre111, i quali poll·ebbc– ro tranqu1Uan1en1e sperperare i loro sopraprohtti a Cupocolla. .Ma poi 11011 c'è anclae la eo. slituz1one che, all',u-hcolo 4, 1,1·c– tcnde ·che a tulti i c1ttad.1ni. siu ri– conosciulo il diritto al Javo1·0 e in1pegna la HcpubbJica a pron1uo– vere le cond1z1oni che rendano clfeui"o questo diriuo? Ed ecco che al lu1ne di ctueste .-illessioni critiche balza fuori H111- 1>idissitno cd esen1plarc il senso dell'atteggian1ento di Lu Pira. « Questa dev'esse1·e la regola della convivenza civile, a Firenze e ahrove »; egli ha voluto dire: « nienlc licenzian1enti senza una sin1ultanea riassunzione. E nessu– no din1entichi che non si tratta già u conunisurare J'uo1110 alla produzione 111a la pt·oduzione al– l'uomo ». Né <1ues10 può seinhra– re un discorso aslratto e platoni– co a chi sappia che il reddito na– zionale è consu1nato per nictà da circa trentotto Juil.ioni cli cittadi– ni, per un terzo da circa sette e per la differenza da poco l)ÌÙ di 111czzo nti.lione di pri"ilcgiati, i quali non possono che essere an– siosan1ente aspettati dal fuoco del• la Geenna, così coscienziosan1cnte preannunziato da Gesù. Delle due l'una: o i datori di lavoro sono capaci di soddisfare le esigenze fondamentuli della col– lettività e lo devono din1ostrare coi falli: o sanno difendere sohanto gli interessi della loro calegoria e 1nilhmtano 1u1 credito iiu1ncri1ato. Comunque il dilemn1a per noi è superato da un pezzo. E hastcreb– ba u darci ragione la « lnchicsla sulla 1niseria », cl1e è il bollettino raccapricciante di w1a paurosa ca– tustrofe. La catastrofe dell'inizia– tiva privata e della libera concor• renza. Prendnno dunque posizione con coraggio e con fede le forze del Sociulisrno e del Cristianeshno, cioè le forze dei poveri. E' per esse che ~uona la carnpana deUa storia. Ma non c'è 1e1npo da perdere: tulti i giorni l'indifferenza e le prh•azioni uccidono centinaia di crea Iure. E sono le più innocenti: dun• q ue le più sacre. Al\101\lO CltEl'l 1 1 SOMJ\11ARIO- (pag. 6) - I.a /utrnlu ai compagni: L.:na domanda. di P1No TAOLIAZUCCtu; Candido o•.. delrintollcia11a1, di 1\N1·0N10 R1VOLTA (pag. 6) - J>agi11e di rultum ro11t~mporanea: La g11t.•1_ra_cont10 la m~seria, ~i HAROI.O \_VtLSON _(pag. 7) - Plausi e bolle, di Oo;-.:uNo (1>ag. 8) - L1br1 e /Jroblem,: S1011a del fascismo, d1 SA1.VATONl'.1.1.1 e M1RA (C.MtLO FRANCOVICII) (pag. 8). GOVERNARE SIGNIFICA SCEGLIERE LASINISTRA DEMOCR • I Il Francia u. gru1111i m nori L ' ATTENZIONE che si è concentrata sulla « epurazione >> che ha avu• to luogo negli ambienti c:ttoli– ci francesi (preti operai, domenicani), rischia di far passare sotto silenzio un:1 cosa molto simile, che è accadu– ta e sta accadendo in Italia. Ci si è interessati di periodici come « Cro– nache soòali » o « L.1 Via»; o delle polemiche pubbliche sull'apertura a si– nistra. 1fa così si tra5rura quanto ac– CJJe nc:g!i .1u1bicrtll ~lessi del clero o delle associazioni di azione cattoli– ca; che è invece importante per indi– viduare le linee della politica cleri– cale nel nostro paese. Già alcuni :inni fa l'enciclica « H11- 11u111i generiJ » era stata un ottimo pre• testo per agire contro non pochi gio– vani sacerdoti, per lo più professori nei seminari; nean<.he a farlo apposta, si trattava spesso di uomini che aveva– no preso parte alla resistenza, aveva. no fondato le loro speranze nella demo– crazia cristiana del 1944-45, non na~ scondevano la loro delusione, e si ri• fiutavano di diventare galoppini elet– torali dei Comitati Civici. Ma l'epura– zione non si è arrestata lì: e l'ultimo, più gra'Ve episodio, è la destituzione di uno degli assistenti ecclesiastici cen– trali delrAzione cattolica, don Arturo Paoli, che è stato destinato in... Argen– tina; don Paoli era notoriamente anti• fascista, e non dell'ultima ora; quando, qualche anno fa, si svolse in Spagna un congresso eucaristico, nel quale il Cardinale legato si mostrò più volte a fianco del generale Franco, don Paoli pubblicò un articolo di critica della dittatura franchi~ta, che si rifiutò poi cli ritrattare, malgrado varie e autore– voli· pressioni. E negli ambienti del– l'azione cattolica è noto che egli si tro• vava in pessime relazioni con Gedda ed i suoi tirapiedi. Questo episodio è grave per due ra– gioni: in primo luogo, perché dimo– stra che l'Azione Cattolica sta perden– do del tutto il suo carattere di asso– ciazione religiosa: è noto che don Pao– li è uomo di spiritualità molto ele· vata, e che, nei vari convegni dell' Azio• ne Cattolica, si occupava più di questio– ni religiose che di campagne eletto– rali; in secondo luogo, perché mette in luce quanto, del resto, già si sape– va: che gli stessi sacerdoti sono sot- toposti al ricatto degli uomini politi– ci, i quali, appoggiandosi sulle « ge– rarchie » (che si appagano con la co– struzione di chiese, con il versamento di somme importanti del bilancio stalale, con un intervento sèmpre più massic– cio nei diversi settori della vita ita• liana), esigono ormai che gli ecclesiasti– ci siano a loro completa disposizione, e chf, neppure come cittadini, si pro– nunzino contro le loro malefatte. Na– turalmente gli stessi uomini politici sostengono di difendere la libertà del– la Chiesa e versano lacrime di cocco– drillo ulla « chiesa del silenzio».' Gli uomini •di sinistra hanno spesso guardato con sospetto - ed a torto - all'antifascismo di molti, sacerdoti e laici, dell'azione cattolica. Non si è sempre capito che, se ques'ti non era– no molto più che antifascisti, il loro antifascismo era ( ed è) qualche co!/a di profondamente radicato. Era forse, più che una posizione politica, un fatto sentimentale, il ricordo· di un pe• riodo nel quale si erano sentiti vicini a coloro che volevano rinnovare Ja vita italiana, si erano ·sentiti rispettati - e non per conformismo -, il ricordo di un periodo nel quale era per essi possi– bile sperare in un rinnovamento del cattolicesimo in Italia. Il loro allontanamento da tutte le cariche occupate nell'Azione Cattolica è la conclusione di un processo di rior– ganizzazione delle forze clericali. Pa• dre Lombardi, il « microfono di Dio», non potendo prendersela con gli elet– tori, che il 7 giugno non hanno fatto gran conto dei suoi incitamenti, si vendica su coloro che, nell'Azione Cat– tolica, non io avevano m:ii approvato e spesso lo avevano combattuto. Da tempo lo desiderava: e questa volta sembra che il Vaticano gli abbia dato mano libera. * Abbiamo cercato, nel precedente ar– ticolo, di dare qualch·e cenno sui due partiti « tradizionali » della sinistra francese. Bisognerà parlare ora di quei movimenti che, pur non avendo ora un peso sul piano parlamentare, meri- 1tano .però attenzione per la loro base organizzativa e per la chiarezza delle loro posizioni politiche; parlando di base organizzativa escludiamo eviden– "lemente tutti quei gruppetti di opinio– ne che si raccolgono intorno a riviste la cui tiratura è, in genere, assai for• te (Esprit, La Q11i11zai11e L'observtl· teur, ecc.). Come avevamo già accen– oa"to, esamineremo il « Centro d'azi9ne delle sinistre indipendenti » ( Cenlre d'Ae1io11des Ga11cheslndepe11da111es), e i gruppi Reco11str11ctio11. Il «centro delle sinistre indipenden– ti » è una organizzazione che ricorda molto da vicino quella di « Unità Po– polare »; ha preso parte, sotto la for– mula di Carie/ des Gauches llldepen– da111es alle elezioni politiche del 1951, presentando liste in cinque circoscri– zioni: gli uomini più noti erano /. Mada11le 1 cristiano progres,sista, /. Rous del P.S.U., C. BÒ111·de1, direttore del– J'Obserz:.:zteur, J. N:mtel e 1'1. /.acroix della feu11e Rep11bliq11e. I risultati non furono molto brillanti: meno di 100.000 voti; ma., negli anni seguenti, approfittando della crisi nella quale ver– sano i partiti maggiori, il « centIO delle sinistre » ha ampliato. Ja sua azione. In esso il nucleo più impor– tante è rappresentato dalla ferme Re– p11bliq11e; questo movimento ha or– mai 42 anni di vita, e discende in li• nea retta dalla democrazia ~istiana che era stata fondata, nei primi anni del secolo, da Mare Sangnier. La feu11e Rep11bliq11e visse mandando in parla– mento solo qualche deputato, fino al crollo della lii repubblica, nel 1940. Ma dopo la guerra subì una evolu– zione importante, tipica del resto di tutti ~ cattolici di sinistra francesi: fu eliminato quel poco che restava di « confessionale » e ci si sforzò di porsi su un terreno strettamente politico; Ltt ferme Rep11bliq11e non è più, oggi, un movimento cattolico. Al periodico mensile, che ha per titolo· il nome stesso del partito, collaborano indiffe· rentemente uomini delle più diverse origini. Resta il fatto, però, che essa è il luogo nel quale via via si concen– trano tutti coloro che hanno lasciato il M.R.P. L'ultima e più importante ade– sione è stata quella del deputato An– dré Denis, espulso dall'M.R.P. per la sua opposizione alla C.E.D. ut ferme Rep11bliq11e è un pie<olo partito, ma abbastanza fortemente or– ganizzato. Conta poco più di 5000 iscritti, ed ha federazioni in quasi tut– ti i dipartimenti: le più importanti sono quelle di Rouen, di Bordeaux e di Grenoble. Ma le sue possibilità di espansione sono legate alle sorti del– rintero movimento delle sinistre indi– pendenti. La cui funzione è duplice: da una parte offrire un centro di col– legamento a tutti coloro, socialisti, de- •

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