Nuova Repubblica - anno II - n. 9 - 5 maggio 1954

... 8 PI_JAUSJ e botte X Lo sapete berie, amici, che noi siamo stati sempre difensori accaniti dei programmi e, soJJrnttuUo, dello spirito libero, indipendente, anticon– formistico che anima la Radio i talia– na! Che piacere, seduti in unti pol– tro,w, ctrilellinarsi quei giornali-radio, quelle voci dal mondo, quei resoco,iti parlamentari, sempre così calibrati, così obbiettivi, così rassicuranti! Non c'è una t. 1 0/t,1 che, sazi al/ine della quotidiana man,ui, girando la mano– polfl non diciamo con ,w sospiro: « O lladio Italiana, o amabile Pan– gloss dei tempi nostri, se non ci fos– sero quei cattivacci dei comunisti, questo che tu ci offri sarebbe vera– mente il migliore dei mondi possibi– le!». Ma come faremo, adesso, a di– fenderla ancora la Radio nostra, n difenderla contro i suoi infiniti de– trattori, dopo che noi stessi, con que– ste orecchie, abbiamo sentito l'annun– ziatore tlel « Giornale Radio > par– lare di « Mostra della Rivoluzione », anziché di « Mostra della Ricostru– zione»? Certo, non ci arrenderemo per tanto: abilmente cercheremo di i,isinuare che si è trattato di un lapsus linguae. Ma chi ci cre• derà? Da quando è entrato in campo Freud con tutte le sue dia– volerie, anche il lapsus linguac ha perso la sua innocenza. E così, andrà perpetuandosi il pregiudizio che la R.A.l. si discosti in verità pochino, pochino - quanto a conformismo ed ossequio al partito al potere - da quella che fu la gloriosn tradizione dell'E.l.A.R.! 0 E a proposito di radio, può dar– si sia di qualche interesse sapere che alla richiesta di u11 editore se era consentito inviare opere di alta cul– tura per recensioni radiofoniche, la B.B.C. (British Broodcasting Corpora– tion) rispondeva testualmente, in ita– liano, cosi: < ... è regola infrangibile della B.B.C. evitare qualsiasi trasmis– sione che possa avere sapore pubblici– tario a vantaggio di qualsiasi Ente o Ditta >. Da notare (ma non per raffronti con la R.A.l., per carità!) che in Inghilterra non si paga il ca– none alle radioaudizioni .... f[IIIIIJA untl seria e tlocumeutata fo. chiesta di Anna Caro/alo sul proble– ma del controllo delle nascite, appar– sa sul Mondo del 23 marzo, ho fat– to eco il n. 8 del Borghese con un articolo dal titolo di gusto perlomeno dubbio: "La saga del pessario". Ta– le articolo riflette la mmtalità scetti– ctl, ipocrita e filistea di certa sotto– borghesia ittdiana, che si ammanta ora di virtù, ora di spregiudicatez– za, a seconda dei casi. La signora Briri, che taccia di candore univer– sitario la signora Caro/alo, appartie– ne, pur usando un linguaggio spre– giudicato, a quella schiera delle « anime belle> .che talora invo– cano, a giustificazione della ecces– siva ed indiscriminata prolificazio– ne (degli altri), l'abbandono alla divina provvidenza (vedi il discor– so di Carnelutti ad un Convegno dei cinque sul aontrollo delle na– scite), tal'altra sono pronte ad usa– re gli strali del dileggio. Il che non esclude (la coerer1za non è m.ai stato il forte di codesti messeri, abi– tuati tla sempre a non pagar di per– sona.') che si piatisca poi, con accenti da dame ,li carità, sulla fame degli italiani, come avviene proprio nel medesimo numero del Borghese là dove si accenna ai « quattrocento– mila nuovi italiani che ogni anno si presentano sulla scena chieden• do da mangiare » (pag. 242). E così, mentre Margaret Sanger (la fondatrice del movimento per il Birth Control americano, che ha speso la vita nella sua opera di edu– cazione sociale) parlova per due ore alla dieta di Tokio in favore della « legge per la protezione eugenica. », il Borghese si divertiva a schernirla, descrivendola come una baldracca dai capelli tinti che in mancanza di meglio si dà a predicare « l'amore pagano>. Eppure queste « anime belle » del Borghese, che aborrono e dileggiano i mezzi anticoncezionali e che nello stesso numero fanno il panegirico del meretricio (vedi An- lo,,fo Siberia: Ragazze e 111i11l~tri s<]uillo, pog. 229), son110 brnr che aborti proc1nnti e peggio sono rn Italia all'o,drnc del gio,no. Poiché in Italia proprio questo avviene: che, mentre si rifugge da misure preventi– ve, si ricorre abitualmente a misure ben più dannose e moralm.ente ripro– vevoli. Nott sa farticolista del Bor– ghese che in 1 tali a, dove gli i,isegna– menti delfo signora Sanger non sono dii/usi, aborti e infanticidi sono com.• piuti sr, larghissima scala? Eppure lrL signora Bri,i dovrebbe essere una persona colta ed informata e sapere che, seco,ulo trn'i,ichiesta compiul<l dal prof. Luzzallo Fegiz per conto dell'Istituto Doxa, alla dommida così formulata: « Lei ha l'impressione che siano diffuse le pratiche tendenti ad arrestare la gravidanza già i,iiziata mediante i11terventi esterni?>, il 70'/4 degli intel'rogati ha risposto essere tali pratiche e molto od abbaslm1za dii/use>. Del resto è noto che iutorno all'aborto si stende una rete di spe– culazione e di tral/ico, esistendo pe, questo delle tllriffe mollo elevale. Come mai, vien quindi fatto tli ./ domandarsi, i 11oslri fustigatori di costumi di fronte a questi fatti strin– gono la congiurll del silenzio? E co– me mai essi tollerano che auveugtmo casi di infanticidio? Quanti sono poi gli affezionati lettori del Corrie– re della Sera che si sono indignati alla notizia della scoperta di un va– sto traffico di bambini adibiti alla questua (vedi Corriere della S ·ra tlel 3 marzo)? E quanti si indignano co,i Salvemini per il mercato dei gualani sulle piazze di Benevento? Queste cose, nei paesi in cui sono dii/use le misure tanto dileggiate dal Borghese, non avvengono. Ma da noi continue– ranno ad accadere fino a che esiste– ranno i nostalgici degli otto milio,ii di baionette o persone che fanno cat– tivo uso del proprio cervello. .@". Il Provveditore Reggente di Mi– lano, in data 2 aprile u. s., prot. 13094, ha diretto a tutte le scuole della provincia la seguente circolare: « La Lega Navale ltalianll - Sezìoue di Milano • ha comunicato a questo Ufficio che Domenica 25 aprile alle ore 10 al Cinema Nazionale sito in Piazza Piemonte verrà proiettato a fa– vore degli studenti il film < I sette dell'Orsa Maggiore>, che ricorda la gesta dei gloriosi Mezzi d'Assalto del– la Marina Italiana durante la guer– ra. Per gentile offerta della Lega Na– vale Italiana l'ingresso per gli stu– denti e loro familiari è completamente gratuito. li Provveditore agli Studi Reggente: RAFFAELE DE CARLO». E bravo il nostro Provveditore Reg– gente! E brava la nostra Lega Navale Italiana! Il senato della Repubblica ha votato un ordine del giorno sulla celebrazione nelle scuole del decen– nale della Resistenza? Niente paura! Non sarà certo la Lega Navale Ita– liana ad affogare in un bicchier d'ac– qua. Con un po' d'iniziativa, perbac– co, e un po' di saper leggere, si può benissimo (è proprio il coso di dfrlo) far di ogni erba un fascio e arrivare cosi al grottesco di ottemperare al voto senatoriale proiettane/o un film come « I sette dell'Orsa Maggiore» il cui soggetto è tratto, conie è noto, da un libro del nazifascista V olerio Borghese. Là dove si dimostra come in Italia, nell'anno ottavo della Re– pubblica nata dall'antifascismo, si può benissimo far fessi, tutti in una volta, il senato della Repubblica, l'antifascista ministro della pubblica istruzione e le famiglie dei nostri alunni, che ogni anno subiscono - grazie alle imposizioni, altrimenti dette disposizioni, dei signori presi– di - il tesseramento « totalitario > a tanto benemerita Lega Navale. !t Ultime notizie. Ci si dice e/o qualche porte che, nel corso della re– cente assemblea romana dei provve– ditori agli studi di tutta Italia, il mi– nistro della pubblica istruzione avreb– be preso a quattr'occhi il nostro Provveditore Reggente e avrebbe seco lui n lungo confabulato. L 1 argomen– to del colloquio, però, resta avvolto in un mistero più fitto di quello che circonda le rinnovate indagini della magistratura sul caso Montesi. ln– iliscrezioni, tuttavia, degne di fede (e per le quali Nuova Repubblica 11011 ha esitato a sborsare qualche milio– ne) accreditano la voce che l1on. A1ar– tino si sarebbe cougratulato con il Provveditore Reggente per la cotto· scenza perfetto dell'uso delle maiusco– le, di cui questi dà prova nelln sua circolare. OG:'iUXO NUOVA REPUBBLICA Storia Q UALUNQUE sia il giudizio circa le conclusioni politiche di quc• sta opera e per quanto numr– ros1 possano essere gli appunti sui singoli eiettagli della narrazione, è tutta\'ia do\'croso riconoscere il ri– sultato positivo cldla lunga fatica affrontata dai due autori. Enormi sono state le difficoltà che essi si sorio trovati cli fronte: difficoltà di carattt·rc metodologiro nella valutazione dei documl'nti e difficoltà di caratt(lrc pili spicciolo nel pro<;urarsi la documentazione stessa · nella ricerc·a della notizia partil'olare necessaria prr dare fon– damento alla formulazio:ie del giu– dizio oppure alla definizione di uno stato d'animo. Poiché, a prescindere da ogni tesi politica più o meno implicita, questa Storia del Fascismo ha il grande merito di narrare gli avvenimenti fra il 1919 e il 19,15 con obbietti– vità assoluta e di offrire al lettore una enorme quantità di notizie va– gliate e docur,1entate. Crediamo che quest'opera per la mole e la serietà della ricerca abbia riscontto solo in quanto ha fatto e sta facendo lo Spcllanzon con la sua Storia del Risorgimento. Pcccat0, che a completare questo suo car:itte– re scientifico manchi ogni apparato bibl;ografico cd una pili sistrrnatiC'a indicazione clcllc fonti; si avverte inoltre la man anza cli un dettagliato indice analitico che agevoli la con– sultazione dell'opera. Per chi, come noi, si è svegliato ad un pensiero politico cosciente nel pieno vigore del regime mussoliniano cd ha quindi del primo periodo fa. scista solo il rie-orcio di sensazioni indefinite, che ci colpirono di ri– flesso a seconda dell'intensità con cui erano sentiti ndl'ambicnte, in cui ognuno di noi si andava formando; per chi, come noi, ha ancora ,·iva dentro di sé l'impressione - pura– mente sensitiva, ma non per questo meno intensa· - degli avvenimenti che punteggiarono la nostra adole~ sccnza, la lettura di un libro così obbiettivo nella sua esposizione, co– stituisce la chiarificazione di fatti cd idee finora piuttosto intuiti che CO· nosciuti nella loro concretezza. Cli autori, pur dimostrando di accettare la tesi secondo la quale il fascismo non costituirebbe che una brutta parentesi nella evoluzione sto– rica delPitalia moderna, non impo• stano su questo giudizio l 1 csposizionc degli avvenimenti, che sono invece narrati con obbiettività e confermati da una documentazione spietata, la quale ci sembra che non debba ne– cessariamente portare il lettore a sif– fatta conclusione. Tutt'altro! Quando si legge, con cifre alla mano, che dopo la marcia su Roma, la Camera dei deputati vota la fidu– cia a Mussolini « per appello nomi– nale con 306 sl e 116 no su un totale di 429 presenti> (p. 165); quando si legge che perfino dopo il delitto Matteotti il Senato del Re– gno votò la fiducia al g~vcrno fa. scista quasi all'unanimità (p. 242), come non dare ragione a Ferruccio Parri, quando polemizzanda col Cro– ce affermò che in Italia non era mai esistito un vero regime democratico? Quando si vede attraverso le vi– cende parlarnentari la politica ..fian– cheggiatrice del fascismo attuata dai -------------------------------- LIBRIE PROBLEMI I del fascismo popolari e dai liberali; quando si vede la miserevole fine cli un Gio– litti, come non giungere ad una conclusione del tutto opposta a quella crociana, che vo11c conside– rare il fascismo come un episodio transitorio e contraddittorio con tut– ta la rimanrntc storia it;i1i:1na? 11 fascismo - conw sostennero Gobclli e Gramsci - è purtroppo un fenomeno che ha radici ben salde anche nel passato della nostra storia: nel conformismo e nello scct– tiC'ismo cli un certo tipo di uma,ie– simo, ncll:1 intollèranza della con– troriforma, nell'egoismo della classe dirigente venuta alla ribalta durante l'ultimo Risorgime,ito, accodandosi alla mon:irchia ccl alla Italia prcfct• tizia. Questa constatazione però non di– minuisce affatto la grave responsa– bilità che si assunsero quegli espo– nenti del mondo politico e cultu– rale che nei paesi democratici d'Eu– ropa e dd mondo plaudirono alla dittatura fascista. L. SAI.V ATORHLLI - G.Mllt! ~toria del fasoismo Ed.Novissima - Roma - 1952 E plausi il fascismo li t.'bbc anche da chi meno cc lo aspettavamo: da Lloyd Ccorgc e da Shaw, da Chur– chill e da Candhi, da Ludwig e da Strawinski (p. 618); dalla Francia di Lavai, ma anche dalla Russia di Cicerin il quale non lesinò gli elo– gi (p. 207), senza contare le ingenti forniture concesse da Stalin (p. 718), durante la guerra etiopica. Crediamo che dalla suddetta in– terpretazione crociana del fascismo derivi anche il giudizio erratQ - a nostro modo di vedere - sull'azione politica di Giustizia e Libertà e di Carlo Rossclli. Quando quest'ultimo condannava in blocco i partiti demo– cratici del prefascismo e dell'antifa– scismo, indicando l'esigenza di un nuovo atteggiamento morale e prati– co nella lotta contro la dittatura, egli era appunto mosso dalla con– vinzione che il fascismo fosse un aspetto costante e radicato del co– stume italiano, e non da un « atti– vismo irrazionalista> (p. 516) o· dal– la smania cli seminare zizzania nella emigrazione politica italiana. Essa fu tanto poco irrazionalista che il suo attcggiamc1Ho politico era deter– minato dalla revisione intelligente e meditata cli tutta l'ideologia marxi– sta, revisione che il Rosselli aveva esposto nel suo « Socialismo libera– le i>;_ tanto poco irrazionalista che il Rossclli forgiò in Giustizia e Libertà lo strumento più efficace, pili mo– derno e pili idoneo per combattere il fascismo sul pioprio terreno e con le proprie armi. Irrazionalista - se mai - era l'azione di Lauro Dc Bosis (per il quale gli autori trovano una maggiore comprensione e pélrole di meritato (' commosso elogio), che s'ispirava a Bauçlclairc cd a Shcllcy e sperava cli abbattere Mussolini con l'aiuto dell'Azione caltolicn e della monarchia. (p. 534). Un altro punto - e questo di carattere generale sul quale avremmo da ridire è che, tenendo presente il complesso dell'opera, non si può fare a meno di notare un certo squilibrio fra la prima e l'ul– tima parte. Mentre la prima parte è piutto• sto analitica e ricca di dettagli (con un'ottima biografia di Mussolini, un capitolo documentato sulla pt,litica economica del fascismo), la seconda parte invece - contrariamente a quanto ci si dovrebbe attendere - è pili affrettata e concisa. Mentre si dà molto peso alla opposizione par– lamentare prima del 1925, e si offre un quadro completo sia dc11a emi– grazione politica italiana che dei dis– sensi interni del partito fascista, in cui le ambizioni personali dei g-crar. chi pilt che le motivazioni politiche determinano 'l'esistenza delle varie correnti, inadeguato ci sembra invece il rilievo dato agli avvenimenti di politica estera ed interna a comin– ciare dalla guerra di Spagna in poi; inadeguata soprattutto l'importanza e lo spa?io concesso alla Resistenza. Sembra quasi che questa sia con– siderata dagli autori come uno dei tanti episodi, mentre non solo· in essa si realizza la catastrofe della tra• geclia italiana, ma - a nostro modo cli vedere - essa costituisce anche ìl coronamento e la vittoria della ventennale opposizione antifascista. on solo, 111a la Resistenza che trova le masse popolare in armi, che con il sacrificio di migliaia di gio– vani rivela la prima partecipazione cosciente del popolo alle vicende po– litiche ccl alle sorti della patria - la Resistenza è un fenomeno nuovo nella storia del nostro paese e segna il sorgere di una nuova. era politica. Orbene, questa intensità di soffc. renze, di partecipazione attiva, di dolore non rappresenta soltanto rispetto al periodo precedente una differenza quantitativa, ma ri– vela (pur facendo le più ampie con– cessioni all'opportunismo) una CO· scienza del tutto mutata, di cui ci sembra gli autori non si siano ben resi conto. Né importa che oggi le cose ri– prendano a camminare sul solito binario del prefascismo; anche se i C.L. ., anche se il Partito d'Azione - cioè gli aspetti pili interessanti di un rinnovamento politico - sono falliti, qualcosa è cambiato nella mentalità e nel costume italiano. La Resistenza ha aperto uno spiraglio su cli un avvenire migliore. CAIILO•'IIA!\CO\'ICII NUOVA REPUBBLIC IVli.'WDICINAI.B POI..JTlf!e Esce il 5 , il 20diopi .,,.. iaolio o pia papt Comitato D inttioo: P.ULEFII • ,. [OOÌ6NOLI • I. OREPPI - ,. ,momu s,,,.,a,io di red•don,: G. fAYATI Redasion.ff FINGIie, Piana della Ll.ber&l 15 (51.t91) Amminia,ra,i:.n.,: · Firenze, Plana Iadlpeodeasa, 29 (12,051) Abb. annuo (Italia e Francia): L. 850, semestrale L. 450, trina.strale L. 250 (Estero, rispcllivamcnte, 1100, 600, 300). Abb. sostenitore: L. 5000. SottoKrizione mensile: L. 200. Un numero ordinario: L. 35 (Estuo, 45) Un numero arretrato: L. 40 (Estero, 55) Un'annata arrctrat·a: L. 1000 (Estero, 1200) r/e J>Olllale 5/62'1 (La Nu0tta /taJia) )'in-aae A1110tl11.dtl Trib. di FlrtnH 11.878 iltl S0-12-IIH Stabilimenti tipolitografici Vallecchi Firenze, Viale dei Mille, 90 Responsabile: Tri1t~•o Codi1110IA

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