Nuova Repubblica - anno II - n. 6 - 20 marzo 1954

2 ,ulve pienamente (o quasi) il ,uo com– pito di giusta selezione di valori, evi. tando inconvenienti che da allora ( t923) si sono semprt: più aggravati. Qui sta il nocciolo della questione: il rapporto tra Scuola pubblica e Scuo– la privata. Uno stato democratico, in omaggio al principio della libertà d'in– segnamento, espressione e presidio del– la libertà politica, permette sì l'istitu– zione di scuole ed istituti di educa– zione da parte di Enti t; privati, quan• do queste scuole rispondano a deter– minati requisiti, ma non puO rinun• ciare a quella che è una sua tipica prerogativa: concedere esso solo, per mezzo dei suoi diretti t: legittimi rap– presentanti, che sono gli insegnanti di ruolo delle scuole governativt:, titoli di studio con valore legale. Ora tutti sanno che la scuola privata ed in par– ticolare quella parificata (o « lt:galmen– te riconosciuta») è stata specie in que– sti ultimi anni incoraggiata e sostenuta, con la conseguen~a di contribuire in larga parte all'abbassamento culturale, intellettuale e - a ben riflettere - morale (arrivismo, corruzione, imbro• gli, favoritismi) delle nuove generazio– ni. Sicché oggi vediamo da un lito la Scuola pubblica vivere spesso una vita stentata e grama, perché abbandonata a se stessa, dall'altra il pullulare di nuo– ve scuole, aiutate nelle forme pi,, o me– no coperte 1 • Come spiegare questi fatti se non come facenti parte di un ben preciso programma volto a screditare la scuola di Stato, ad esaurirne la funzione, in ~le ad affossarla_? Ognu~o sa come si coneeélì;m,._ie parificaz10111,co– me si · controlla·. la s·uola non statale, come vengono in essa 'trattati gli inse– gnanti, troppo spesse, alla mercé di un gestore di pochi s,rupoli, né qui è il caso di insistere su questo argomento. t on è rhi non veda che, ad esem– pio, l'ammissione alla Scuola media. l"ammissione al Liceo (cioè quelli che secondo la Costituzione dovrebbero es– sere esami di Stato veri e propri) sono ancor oggi esami sufficientemente « se– ri » nelle scuole dello Stato, mentre lo stesso non avviene nelle scuole parifi– cate, dove la presenza di un solo com– missario governativo (il quale, ove non sia scelto 111 gradimento del gestore •dalle autorità locali, tròppo spesso com– piacenti, è nell'impossibilità di adem– piere ai compiti assegnatigli per cause facilmente intuibili) è richiesta so– lo per dare valore legale al titolo con– seguito dall'alunno di dette scuole. Molte, troppe, le scuole parificate sono in verità fuori legge, anche se ci rife– riamo alla legge fascista del 1942 (precisamente del 19-1-1942, n. 86), che regola la vita degli istituti non statali. Per essa, ad es., gli insegnanti di queste scuole debbono possedere l'abilitazione, anzi l'abilitazione è titolo necessario in un primo tempo perché l'istituenda scuola possa ottenere il riconoscimento legale, poi per il successivo funziona– mento. Orbene quante scuoi<: non statali so– no in regola sotto questo punto di vi– sta> Ma ci sarebbero altri motivi programmi svolti, attrezzatura scolasti• ca, regolarità delle iscrizioni etc. - per invalidare il riconoscimento legale di tante scuole (o pensioni?) di que– sto genere. A conclusione del vivace dibattito sullo spinoso argomento il Congresso approvò un o.d.g. nel quale furono ri– baditi i principi a cui si sono sempre ispirati gli uomini della FNISM e cioè: 11) che gli esami di Stato siano quelli contemplati dalla Costituzione (art. 33); b) che le commissioni siano costituite e nominate dal Ministero; c) che sia– no formate da Commissari possibilmen– tt tutti di ruolo, di scuole statali, con un rappresentante delle famiglie (o del– la scuola non statale); d) che detti NUOVA REPUBBLICA INRISPOSTA ALL'INDAGINE DI F. COMPAGNA L'equivoco delle cifre e OMPAGNA sul «Mondo» del 9 febbraio commenta le cifre elet– torali del Sud, con riferimento particolare ai risultati delle ammini– strative dell'Ottobre-Dicembre 1953. Le constatazioni di fondo si rias– sumono: a) crisi delle destre; b) crisi della D.C.; c) progresso elettorale del P.C.I.; d) esigenza di una apertura democratica. Se le percentuali sono percentuali, afferma l'ottimo Compagna, i comu– nisti hanno aumentato i propri suffragi in Italia, e quindi nel Sud, nei sette anni che vanno dal '46 al '53, di cir– ca il 10,17%. L'ascesa si manifesta con punte particolari nel confronto del– le cifre elettorali realizzate in alcuni Comuni pugliesi il 7 giugno ·e nel– l'Ottobre-Dicembre '53. Conclusione: monito alla D.C. per– ché riconsideri l'orientamento ed i limiti della sua azione, almeno per i riflessi merid ionali, se vuole impedire che il P.CJ. , soverchiando le destre nell'opera d i riassorbimento delle ali– quote elettorali perdute dai clericali, monopolizzi l'azione di opposizione e ponga una sua alternativa negli svol– gimenti elettorali futuri. Nel monito e nelle conclusioni si è indubbiamente d"accordo. Nella impo– stazione e nelle analisi si possono in– vece riconsiderare e puntualizzare al– cuni dati, che meglio giustifichereb– bero la definizione delle prospettive future. A noi pare che una comparazione dei risultati di una elezione politica con quelli di una elezione ammini– strativa difficilmente possa rendere la evoluzione o la involuzione di una situazione; meno che mai nei ri• ferimenti ad un ambiente come quello meridionale, in cui i panni sporchis– simi delle tinozze domestiche, le va– nità e le ingordigie delle mezze mani– che sottointellettuali, la verginità ed i pettegolezzi delle beghine hanno ri– flessi spaventosamente risolutivi nella faccenda « voto ». Ed è appunto questo il difetto di impostazione più notevole nell'acuto saggio del Compagna. E' difficile che il pizzicagnolo ar– ricchito voti per il P.C.I. in una ele– zione politica, ma è doveroso che lo faccia nelle amministrative, magari per ripicca ·contro il tizio clericale o mo– narchico, assessore all'annona, che, CO· strettovi dal medico provinciale, gli abbia fatto sequestrare 600 grammi di aringhe pestilenzial( E già quest'assenza di educazione civica giustifica per buona parte i mo– desti dislivelli di voti controllati dal Compagna. Molto più interessante sarebbe sta– to un confronto tra i risultati delle amministrative del '5 3 con i risultati delle amministrative precedenti negli stessi Comuni pugliesi. Si sarebbe prolilato un quadro ben diverso di rapporti, specie nello svol– gimento delle cifre democristiane. E fondamentale sarebbe apparsa la pres– sione esercitata sui risultati da alcuni commissari provengano sempre da se di diverse da quelle dei candidati; e) che la sede di esame sia la scuola pub– blica. In questo o. cl. g. come in nu– merosi altri che furono approvati nel– la seduta pomeridiana del 6 marzo. si riflette lo spirito di serietà con cui fu– rono condotti i lavori del Cqngresso. Prima che i lavori terrninassero una commissione si recò dal Ministro della P.I., on. Martino. per metterlo al cor– rentt: dei resultati emersi dalla discus– sione. Il Ministro dette formali assicu– razioni che i problemi della Scuola avranno una giusta e soddisfacente ~O· luzione. Staremo a vedere. 1 lavori terminarono la sera di :,a• bato 6 marzo. Fu gradita la presenza di alcuni membri del Parlamento, tra i quali gli on. Lozza, Malagugini t: Sciorillo, e di Ferruccio Parri. che pre– senziò ad alcune sedute. ADl!IANO BEIINABÙ fattori, come l'astensionismo e l'assen– za dei minori, lasciali in penombra dal Compagna. Un esempio notevole lo si può rica– vare dall'esame delle cifre elettorali nel Comune di Molfetta, esperienza che il Compagna ritiene particolar– mente significativa della crisi demo– cristiana e del successo comunfusio– nista. Amm. 1949 Ptov. '52 Amm. 1953 (74,77%) (79%) (78,56%) U.Q. 946 P.R.I. 499 D.C. 8.557 9.505 10.110 P.S.I. 7.676 7.463 2.999 P.C.I. 6.289 P.L.l. 1.813 P.S.D.I. 1.269 1.035 P.N.M. 1.479 I 3.419 M.S.I. 780 7.5661 773 Unità Pop. 692 Indipend. 3l7 ELEZIONI POLITICHE I 953 (87,90%) P.R.J. 313; D.C. 11.245; M.S.I. 924; P.N.M. 5903; P.S.D.I. 380; P.S.I. 1657; P.C.J. 5.399; M.L.I. 311. Ad un conteggio attento si rive– lano inesatte le proporzioni attribuite dal Compagna alle sinistre (poliliche '53: somma voti P.C.I. + P.S.I. + P.S.D.I. + P.R.I. + M.L.I. = 8.000. Am111i11iJ1.-a1ive '53: somma voti P.C.J. + P.S.J. + Indipendenti = 9.602. Differenza 1.602) e così quelle del peggioramento clericale (politiche '53 voti 11.245. A111111iniJtrati11e '53, 10.110. Differenza 1.135). Accantonato il confronto politiche– amministrative, considerazioni ben in• dicative scaturiscono dal confronto fra le amministrative ·53 con le ammini– strative '52 e con quelle del '49. I. - Contro una percentuale di votanti che nelle politiche del '53 è stata dell'87,90% (in quelle del '48 fu superato il 90%), si ha nelle am– ministrative un calo permanente di percentuali; 74,77% nel '49; 79% nel "52; 78,56% nel ·53. Danneggiati i den1ocristiani, e solo in misura mi• nore, le destre. li comunista vota; e vota sempre. Il vitellone, che su car– ta da bollo ha il possesso nominale cli un vaso di geranio, nelle amministra• tive non vota, fa all'amore .. Ma nelle politiche vota e vota clericale, fasci– sta, monarchico non foss'altro per tu– telare le sue molteplici inversioni. Ap– parente dunque il miglioramento della cifra elettorale comunista. 2.. I minori tagliati fuori con beneficio totale (e nel caso specifi– co c'è stato un atteggiamento ufficiale del P.S.D.I. e del P.R.I.) dei comun– fusionisti, e non delle forze democra– tiche, nel caso rappresentate da Unità Popolare. E la crisi dei partiti minori è ormai strutturale nel Sud. Nelle amministra– tive il loro collasso ha punte esplosive e la loro rinuncia a qualsiasi ufficio autonomo è dichiarata. Nelle amministrative il loro col- t Aggiungerò cp1i, a- titolo cl1iarifica101 <'. un brev<· t· significativo specchietto. I dati si ,ifrri~no al 1950•1961 (statistiche uf– ficiali). on duggirà a nt"~uno la spropor• zionr tra numrro cli istituti e nunH:ro di alunni. P. C3, trentamila alunni fr('qucntano 91 licci scientifici dello Stato, mrntre per soli 8500 funzionano 102 licci sci<'nlifici non i.1a1ali. Si a~giunga eh<' dal 1951 a oggi i lasso ha punte esplosive e la loro ri– nuncia a qualsiasi ufficio autonomo è dichiarata. Ed in questa direzione, aperture de– mocratiche operanti temo non ci sia più da aspettarne; e le speranze dal Compagna fatte intuire nelle conclu– sioni del suo articolo ci pare abbiano ben gracili fondamenta. 3. - All'interno del blocco dellt: sinistre il miglioramento del P.S.J. è molto più sensibile di quello del P.C.I. Miglioramento dovuto a ra– gioni clientelistu:he (su quattro eletti. un indipendente e due rappresentanti dei marittimi, che sarebbero stati vo• tati dai consociati in qualsiasi lista, compresa la fascista), ma indicativo della refrattarietà di alcuni settori di lavoratori a lasciarsi assorbire dalle posizioni comuniste. 4. - Netto progressivo migliora– mento della cifra elettorale amministra– tiva della D.C. dopo anni di inquali– ficabile malgoverno comunale. E que– sta divergenza di valutazione ci pare il punto più notevole del nostro li– mitato dissenso dal Compagna. Tirando le somme. Nel Sud esiste ed è in isvil uppo una crisi profonda dt:lla estrema dt:stra. Ma, purtroppo. essa va risolvendosi in parziale bene– ficio della D.C., che reincana!a ali– quote di voti, che sembravano ormai sbloccate. Il trasformismo, la acquie– scenza, il rnnformismo dell'elettorato meridionale trovano alimento e prote– zione nell'azione corruttrice ed inva– dente dei clericali. Neppure i comuni– sti hanno buone armi nel Sud. Essi hanno toccato la punta massima di espansione nel '53; i risultati elet– torali stazionari o regredienti delle amministrative del ·53 significano chia– ramente uno stato di riflusso. Esiste una istintiva condizione di diffidenza verso l'estrema sinistra, che neppure la insoddisfazione e la intolleranza ge– nerata dal malgoverno clericale sono riuscite a sopire od a decantare. Do– po lo sbandamento elettorale provoca– to, a vantaggio delle estreme, dalla legge truffa e dalla spersonalizzazio– ne definitiva dei partiti minori, quella intolleranza e quella insoddisfazione tendono a riacquattarsi ed a riasso– pirsi negli argini capaci delle forze clericali. In questa direzione bisogna bloccare per recuperare i settori più, evoluti dell'elettorato meridionale. Ma questa apertura è preclusa or– mai ai partiti di Saragat, La Malfa, Villabruna. Si tratta di clowns già invecchiati, dei quali l'elettorato si è definitivamente disinteressato. Soprav– vivono possibilità solo per una inizia– tiva nuova, di sinistra, democratica e<l aconfessionale, aperta anche a coloro che non conoscrmo i sacri testi ed il manifesto del '92, ma che intendono ridare una struttura sana a questo no– stro Stato decrepito e corrotto. Dove suscitarla questa iniziativa? t evidentemente un interrogativo che merita considerazioni più approfondite. BENIAMINOFINOCtlllAlt0 decreti di J>arifìcazionc. nonostante i voti cspr<'SSÌ dalle ass('tnblce e dai•congrcs.,i dt•gli organismi più rap1>rcscntativi della sc~mla (FNlSM. SNSM. ADSN). voti che invita• vano le autorità prcµost<' al governo c:clla scuola a, concedere con somma caul<'la o a sospendere detti riconoscimenti. sono :iumcu• tati con progressione preoccupante (chi vo• glia farsene un'idea, consulti la collezio111· della Gaz7l'tta Ufficiale degli 11himi anni). T1 PI DI SCUOLE Srnole medie 11a1,,li NO .rc110/e N° al1111ni N° ùuegumlli » » 11011 J((IJ.,/i Licei gi111u11i J/alali » » 11011 J/11/ali Cimu,si i10/a1i Jlalt1/i )) » 11011 1/atali Licei uie,11ifici J/alali 11011 statali /.rtil111i11111giJ1rali J atali )) )) Jl/)1/ Jltllt1li 631 259.546 21.487 1.069 108.306 10.540 248 83.387 7.381 220 26.208 3.113 95 4.564 837 130 3.170 763 91 30.690 2.899 102 8.645 J.306 146 44.512 4.898 287 26. 175 3.401 l giovani nella società STAMPA DIATEN G LI organismi rappresentativi uni– versitari dispongono ormai .nella maggior parte delle sedi d, una stampa periodica, ed un giornale pub– blica l"Unione Nazionale. Il rapido avvicendamento della po– polazione studentesca dovrebbe porre in primo piano, per questi giornali, la necessità di soddisfare al biso– gno d"una chiara, elementare esposi– zione programmatica circa le caratte-· ristiche e le finalità degli stessi orga– nismi rappresentativi. Troppi studen– ti ancor oggi si disinteressano total– mente dell'argomento. Per gli altri si rende necessario un ragguaglio serio e continuato sull'attività svolta dai va– ri organi tecnici conosciuti oggi, nel migliore dei casi, çome semplici sigle. Tutto questo da farsi naturalmente senza perder di vista le ragioni prime del lavoro già svolto, e che ha positi– vamente fruttato; né si dovrà limitarsi a un tale ristretto campo. Negli ultimi tempi sono fiorite con una certa larghezza pubblicazioni fat– te da giovani, che affrontano temi di largo ed attuale interesse, dal cam– po politico a quello culturale. Le,g– gerle e farle circolare nelle Universi– tà. discuterne, sarà utilissimo; tanto più che la diffusione non è certo para– gonabile a quella raggiunta - _nella loro totalità - dai fogli di ateneo, che pervengono a tutti gli studenti iscritti. Ma volerne ricalcare. le for– mule più o meno felici non gioverà certo ai nostri giornali. Parliamo· intanto di una pagina spre– cata: la terza, veramente illeggibile. Abbiamo sempre guardato con diffi– denza e disapprovazione a quelle certe (troppe!) terze pagine dei giornaletti universitari, ridotte a palestra di eser– cizio per letterati in gestaziol)e che affrontano, quasi sempre con sorpren– dente immodestia, temi da far tre– mare i polsi a gente ben più quali– ficata; i problemi della cultura vanno affrontati attraverso notazioni brevi e chiare, e soprattutto su un piano di costume, quando i mezzi sono Jimi– tati, com'è nel caso di cui si discute. Sarà già molto, perché altro è il luo– go delle discussioni teoriche, e qui si chiedono semmai osservazioni agi– li e puntuali su argomenti precisi. Riassumiamo un po', dunque: espo– sizione elementare delle finalità della democrazia universitaria; informazio• ni esaurienti su quanto vien fatto da organismi e persone direttamente in• vestiti di résponsabilità; messe a punto brevi e. sollecite su argomenti sollevati specialmente dalle attività culturali t: sportive (dagli spettacoli teatrali ~ cinematografici alle gare) nell'ambito degli organi universitari specializzati. Abbiamo lasciato per ultimo il te– ma che meritando interesse preponde– rante va esaminato su tutt'altro piano, e che - neanche a dirlo - appare dai vari fogli di sede stranamente tra– scurato: la riforma degli studi. Cono– sciamo l'argomento e le iniziative cli legge in cantiere: se ne occupa sotto il profilo tecnico l'Unione Nazionale Universitaria. Ma non basta, almeno per quanto riguarda la necessità di sanare una vecchia tara, quella della protesta anarcoide, radicata in troppi (e non solo fra i giovani). Necessità che dovrebbe imporsi, oggi, con par– ticolare evidenza alla stampa di Ate– neo. Perfettamente inutili appaiono certi tentativi operati con dispendio di mezzi e di energie, per conquistare all'attività rappresent3tiva universitaria il maggior numero possibile di giova– ni, se non si cura di ancorarne I' in• teresse e l'attenzione soprattutto a pro– blemi di questo raggio e di questo chiaro, utile impegno. Si rischia altri– menti di far apparire tutto nienfaltro che un divertente giochetto sul modello dei più grandi. Torneremo sull'argomento J/(1111/Ja di Ateneo per un più approfondito esame. Diciamo ora per concludere: 13 stampa universitaria non deve for• nire dei surrogati di pubblicazioni di altro impegno e natura; essa deve ri– specchiare una situazione, reagendovi al tempo stesso su un piano tecnico– formativo; con proposte sempre nuove di lavoro e di indagine, che non di– mentichino i limiti della realtà scola– stica e tuttavia implichino la forma– zione di una maggiore capacità di critica e di orientamento sociale. IJAltl,O A. ULCIGRAI

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