Nuova Repubblica - anno I - n. 20 - 20 ottobre 1953

2 Gl·USTIZIA DI CASTA li Tribunale mililurc (l\tilu- 110, 9-10-1953) hn pronuncialo In sentenza con Ju r1uule rite– nendo i giornulisti Henzo Renzi e Guido Aristurco responsabili di concorso in "'ilipcndio alle Forze Armntc, hu condannato• il Renzi n selle mesi e tre gior– ni di reclusione e l'Arislarco a 1ncsi sci di rcclusion~, accor– dando u Cnlrantbi il henefi.cio della condfaionulc e della non iscrizione al cnscllurio penale. Ai due impututi sono state con– cesse le uttenuunti generiche. La sentenza dispone la rin10- zione dul grado per il solo Renzi. Per i due intputati è stata ordinutn la scarcerazione. el corso cli una manifestazione di protesta organizzata il 16 u.s. dall'Associazione per la libertà del– la cultura - di cui si dà ampia cronaca nel Bollettino dell"Associa– zione medesima (settçmbre 1953) - l'avv. Achille Battaglia in1ervenne con una serrata critica all'attuale procedura penale in Italia. Ripro– duciamo una parte del suo inter-.., vento, ora più che mai viva e cal– zante: « Se il Parlamento della Re– pubblica non provvederà d"urgen' za ad aggiornare il codice militare armonizzandolo con la Costituzio– ne, vedremo un giudice speciale ap– plicare il codice militare 194 I : e cioè un codice per il quale 11011 è .... deciiiti,1 la pa,-ola del giurista, co– me si legge teslualmente nella lette– ra con cui il procuratore militare Ciancarini ne presentò al duce il testo definitivo, ma sono decisivi i concetti di disciplina e di subordi– nazione! E in che modo, poi, que– sto giudice speciale sia idoneo a giudicare i reati di vilipendio, è stato reso chiaro da alcune sentenze, e in modo particolare dalla motiva– zione della sentenza Fedeli. Com"è noto, questo colonnello aveva vili– peso la Repubblica affermando pub– blicamente, in un teatro, che "l'idea monarchica, forte di IO secoli di storia, batterà sempre questo mostri– ciattolo di repubblica, nato dall'il– lecito connubio di interessi stranieri con un momentaneo collasso del po– P?lo nostro"; ed aveva inoltre ag– giunto che, essendo stato creato un ordinamento regionale, erano nate "tante stupide repubblichette den– tro una più slupida repubblica". Il colonnello Fedeli, come si ricorderà, aveva rivendicato l'onore di aver pronunciate queste frasi : ed il Tri– bunale supremo militare lo ha as– soho con formula piena affermando che "sotto un profilo puramente giuridico, non può essere vietato di segnalare il modo con cui un de– terminato istituto giuridico (la 110- Jlra .-ep11bblira) ha avu10 origine; e se è storicamente provato che sia nata da un colpo di mano, o da érogli e/e11ornli, o da lotte cruente, non può essere certamente vietato ?i esporre e di commentare, anche in senso benevolo, quella che è Ita– la la sua origine". Tanto più, inol– tre, il colonnello Fedeli doveva es– sere assolto in quanto " aveva 1pie– ga10 che la parola mostriciattolo fu da lui pronunciata con riferimento all"origine storica della repubblica, m relazione al connubio di cui ave– va parlato, e per cui il mostriciattolo era il cattivo parto del connubio "! i dica se, di fronte a sentenze di assoluzione di questo genere, e di fronte all'arresto dei giornalisti Ren– zi e Aristarco, il paese non debba essere indotto a sospettare una giu– stizia di ca-Ila: per cui si vogliano assolvere i colonnelli che vilipen– dono la Repubblica, e si vogliano imprigionare i borghesi che criti– cano i militari >>. NUOVA REPUBBLICA L'alcova, Il pavimento è di terra CHE COSA FACCIAMO PERQUESTA GENTE? LA LUNGA MORTE DI TRAPPETO t statÒ pubblicato un seco11do .J.ascicolo l'elatiuo alla situa::ione sociale tli rappeto (/Jer il primo v. « Vita 11ei lllguri », in– rltiesta di Danilo Dolci, i11 N. R. del 5 sellembre 1953), co111e,1t1tlle u11'ulteriore docume11ta::ione sulle singole famiglie del luogo ed all'U11e noie conrlusiu,. Riprodu– ciamo queste ultime. flanno raccolto perso11alm,11t,, sul luo– R0, la donm,cnla::ione: Da11ilo Dolci, Borgo di Dio, Trappeto ~ (Palenno); Mauro Gobbini, Chiusi (Sie- 110); Filippo liver:ia,ii, piauo dd Fante 2, Roma; Fnnanda Orloahio, Via S. Ste– /a110 45, Bologna; Ida Saccheui, via .Mo,1- Ri11euro 12, Roma; A1ore,10 Vo,111i11i, Scar– peria di Mugello (Fire11:e); Altera Zelli, pia::a Fossombroni 11, Areuo. EFFICACI! DELUSCUOLA Come quando scrivendo « lenzuola » avevamo avvertito: « bisogna pensiate per lo più a stracci lisi e rattoppati sui r3ttoppi, ecc. ecc. », così ora quando scrivi3mo « è stato promosso dalla se– conda alla terza », perché non abbiate idee inesatte, dovete conoscere alcuni esempi tratti dalla normalità, accurata– mente constatati da Moreno Vannini, di anni 40, maestro di ruolo con I) anni di anzianità didattica nella pro– vincia di Firenze . • B. S., di anni 9, da tre an_!li fre– quenta la prima, mollo sveglio: alla fine del terzo anno non riconosce né tutte le vocali né tutte le consonanti. Ne consegue l'impossibilità assoluta di' poter scrivere sotlo dettatura e di leg– gere qualsiasi parola anche in corsivo sul libro di testo. Impossibile parlare di autodettatura. Per quanto riguar– da la aritmetica conosce i numeri sol– tanto lino al lO senza neppure saper fare le operazioni ent;o la decina: nep– pure la numerazione ascendente e di– scendente relativa. G. V., di anni 9, molto sveglio, ha frequentata la seconda; non conosce le tabelline né ha la minima idea di cosa sia la divisione ad una cifra. O. T., di anni 9, è arrivato alla ter– za classe senza saper leggere che sten– tatamente al paragone di un bimbo di media intelligenza che abbia compiuto la prima, per esempio, a Firenze. Ne consegue che essendo rimandato in sto– ria e geografia gli è quasi impossibile studiarle. M.F., di anni 12 compiuti, promos- so nel giugno del '53 alla 5" con 7 in aritmetica. Ecco come svolge il se– guente problema (di schema secondo il programma della seconda elementare): un libraio comprò 36 libri e spese in tutto L. 9.90.,. Quanto cos1ò . ogni libro? 9.900 X 36 59400 29700 6400 RiJpo11a 6400 indica quanto o speso il libraio per 36 libri (l"operazione nelle cifre ricorrette palesa lo stento grave della moltiplicazione). Invitalo ad autodettarsi e svolgere un problema, per saggiare le sue capa– cità, si è dettato il seguente: Un car– tolaio a comprato una cartolina a lire 30 dopo ne a comprato ahre ). Quan– to a speso il cartolio? (sic.). Sol11zio11e (Dopo aver tentato di sommare t+30+5 e aver tutto cancellato si de– cide a risolvere così): l + 30 X 6 6 120 RiJposta li cartolaio a speso L. 6 Cartoline a speso L. 120. Il suddetto maestro ha rilevato inol– tre con amareggiata sorpresa che: 1) Nemmeno uno su una decina di insegnanti è residente nel paese ( contro le disposizioni ministeriali pre– scriventi la residenza in sede). 2) Non esiste nessuna classe dif. ferenziata e ve ne sarebbe assoluto bi– sogno, essendo anche l'intelligenza dei bambini per vari dolorosi motivi, con– tingenti ed atavici, non come di norma. 3) Non esiste alcun doposcuola : e sarebbe indispensabile. 4) L'obbligo di frequenza non è assolutamenle rispettato. Bisognerebbe mettere le famiglie disoccupate in con– dizione di poter vivere in modo da poter poi intervenire anche con sanzioni penali. Meno barbaro sarebbe almeno si fosse provveduto l'approvvigiona– mento gratuito di libri, quaderni, e di tutto quanto occorre. Noi tutti proponiamo the H:ngano scambiati annualmente « per incarichi annui » insegnanti di qui con insegnan– ti delle zone italiane pitì rivi/i in mo– do che l"insegnante non rimanga sof– focato facilmente da un clima così re– frattario perfino ai primi elementi della cultura. E che vengano costruite case per al– loggiare queSli insegnanti nel paese stesso. ALCUNE !BITUDINl DELU'fVl'O « La mugghiere quanno more lu ma– rito sta un anno senza nescere di dintra e letto non se ne conza » ( la moglie quando muore il marito sta un anno senza uscire di casa e non rifà il letto) anche per 6 mesi e più. Non si battono i materassi, non si lavano le lenzuola « se no significa che fa pulizia per maritarsi arrè » e se si scopa si tiene la porta chiusa in mo– do• che nessuno veda se no la gente dice « bì, ci spercia » (ha fretta). Se una donna fa pulizia la genie dice: « guarda che non gli voleva be– ne». « Se un3 non fa niente allora vuol dire che pensa sempre a piangere e a suo marito». Se una tiene la casa pu– lita o si fa vedere a lavarsi nei mesi successivi alla morte del marito, « la sparlano». « Quando però nel letto ci fossero pidocchi si può ammazzarli, ma a porle chiuse, se no la gente sparla». Quando uno muore, i parenti si ti– rano i capelli con tutta la forza che hanno, e gridano e si picchiano con pugni la testa. « A mia cognata non ci venia da chiangere e si sforzava se no la genie diceva che non voleva benere a suo marito ». « Tante mugghiere non coscino (cuo– ciono) per rispettare il marito morto. Invece tante lo fanno per l'occhio del– la gente ». Gli uomini quando muore o la mo• glie o qualche figlia si lasciano cre– scere la barba: « iddi il lutto con la barba Jo portano», per un mese, « se no li sparlano ». Sulle porte esterne delle case metto• no una striscia nera con la scritta « per mio figlio » o « per mio marito » o « per mio genero » ecc., che rimane per anni, finché non viene cancellata dal lempo. « Perché una di Trappeto che avia il marito morto da sett'anni avia imbiancata la casa che era tutta in– grasciata e puzzolente, la gente si mi– sero a sparlarla ca ci paria ca si vulia maritare arrè >>. CONDIZIONE SOCIALE Dl UNA FUllGLl! DIEDI! In media una coppia ha quattro figli. ln genere la casa è costituita da un vano che serve come cucina, soggior– no e gabinetto; più un'alcova e un ripostiglio. Pavimento di cemento, tal– volta di piastrelle o di lerra. Dal tet- 10 (di tegole su canne di bambù) in ge– nere piove. Gabinetto non c'è: tutl'al più un buco coperto alla meglio, che termina o in un pozzo nero o nelle f"!. gne appena costruite. Su un letto piccolo si dorme, co– me minimo, in due persone, spesso in tre. Sul letto matrimonialei coi geni– tori, uno o due figli spesso non piccoli. Come i pochi mobili sono logori, così le lenzuola, i vestiti, ecc.; e la bian– theria, in genere, non ha ricambio. Illuminazione elettrica o a pe1ro– lio. Nelle case quasi sempre manca l'acqua corrente. Raramente pulizia e gusto. Molli quadretti alle pareti: per lo più di soggetto religioso: dolciastri e melensi. Il frequente che ci siano mol– te più persone che bicchieri, posate o piatti. Si mangia, nell:1 migliore delle ipo– ttsi, due volte al giorno: la mattina pane e, quando cc n"è, qualche mese l"anno, cipolle o pomodori; la sera pa– sta. JI padre lavora come contadino, co1ne pescatore, o come vac'3.rO: spesso fa e il contadino e il pescatore, molto spesso è disoccupato. Guadagno massi– mo 500 lire al gi6rno per una occupa– zione di t5-t6 oie: togliendo il tem– po necessario per andare sul luogo del lavoro, per riposare e tornare, pro– priamente 12 ore lavorative. Se in rnmpagna, uno zappone pesante, dal manico corto 80 cm., tiene l'uomo con la schiena per tutto quel tempo a cin– que palmi da terra. Poiché si può tro– vare lavoro quasi i due terzi dell"an– no, il guadagno medio giornaliero del , padre è 300 lire. Le donne rimangono con poco o niente da fare. Pensioni e sussidi inadeguatissimi, quando pure vengano accordati e regolarmente paga– ti. Malattie, anche gravi, non vengono curate per mancanza di mezzi da parte delle famiglie e per poca assistenza da parte delle pubbliche istituzioni. Gli anziani sono quasi tutti analfa– beti; i più giovani sono spesso anal– fabeti, raramente h3nno terminato le elementari; anche ora i più piccoli so– no sovente costretti ad andare a rac– cogliere piselli od allro jnvece di an– dare a scuola. Nessuno compera libri o giornali; è raro che qualcuno si in– teressi alla vita degli altri quando non si tratli delle dicerie del paese; interes– si sociali, quasi niente: non sanno sta– re insieme nemmeno per il proprio uti– le più immediato. Tradizione gelosamente monogama. Per lo più, a quanto ciascuno dice di sé, si ubbidisce o al costume della maggioranza o al proprio piacere. Nella mentalità comune, la religio– ne si riduce alla osservanza delle pra– tiche esteriori del culto. Ci si rassegna spesso alle cose come stanno, pensando che stiano così per volonlà di Dio.

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