Nuova Repubblica - anno I - n. 13 - 5 luglio 1953

2 mi dalla DC e dal PCI, come fece senza successo il PSU nel 1949-50; né si può considerare vera unifica– zione quella del PSSIIS o del PSDI del I951-52: tutti questi processi di unificazione avevano il vizio di es– sere meccanici e sentimentali e non veramente politici, o di mancare del– la forza di propulsione necessaria a fare del partito unificato un partito capace di avere un peso effettivo nel– la situazione italiana; e ancor più grave sarebbe una rifusione fatta fra i vari gruppi senza una effettiva unità d'azione politica; 8) per unire i socialisti in una sola organizzazione politica occorre quin– di, secondo il convegno, unificare an– zitutto le loro politiche e lavorare sodo, come finora i vari partiti non hanno mai lavorato, per cercare nei fatti della odierna vita italiana quei punti d'incontro tra socialisti dai quali possono partire quelle azioni socialiste unitarie che cementeranno alla base, e non attraverso artificiali accordi tattici ai vertici, le possibi– lità concrete di fare del movimento socialista un unico organismo poli– tico operante in profondità per tra– sformare la struttura politica e so– ciale del paese; 9) per la sua posizione indip;n. dente « Autonomia Socialista > inten– de aprire la ·strada per la creazione di questi « punti d'incontro :, fra so– cialisti, tenendola bene aperta per– ché si ritrovino accanto ai socialisti, attorno al socialismo, quei democra– tici avanzati che oggi non si quali– ficano, come ha detto Ferruccio Par– ri nel messaggio che ha portato al convegno, dei e socialisti battezza– ti > col crisma ufficiale di un'ideolo– gia socialista; 10) un'azione convergente di tutti i socialisti verso posizioni politiche unitarie potrà, meglio -di qualsiasi' intesa tattica di carattere parlamen– tare, come quella proposta da Sara– gat nel suo invito al PSI, spianare la strada alla riunificazione socialista, da concepirsi in forme non rigide, ma tali da consentire al socialismo italiano di poter presentarsi nuova– mente agli elettori con liste uniche e indipendenti e quindi da chiedere, non appena questo processo sarà giunto a maturazione, nuove elezioni, per portare di qui a non molto, una rappresentanza socialista cospicua alla Camera e al Senato, tale da pes;re sulla vita di tutti i futuri governi italiani; partecipandovi, appoggiando– li o svolgendo nei loro confronti una opposizione democratica; 11) il programma unitario d'azione che e Autonomia Socialista > si pro– pone di propugnare e di determinare fra i socialisti vuole quindi essere il programma dell'unità, ma anche quel– lo sulle cui basi presto il socialismo presenterà ai lavoratori italiani, non già unn alternativa che rischia, divi– so, di non avere la forza di atfuare, ma un piano per l'avvenire, breve, chiaro, preciso e tale da aprire al so– cialismo la strada dell'avvento de– mocratico al potere; 12) la strada che < Auto!lomia So– cialista > ha cercato affannosamente di aprire, assieme agli altri compagni di e Unità Popolare>, è quindi la strada in cui la rinascita di una for– za socialista unitaria potrà veramente garantire il paese contro lo scivola– mento verso il clericalismo, la mo– narchia o il fascismo; mentre qual– siasi altra strada, dal front~ popo– lare al fronte laico fra i tre partiti minori, dall'appoggio ad una poli– tica comunista di agitazioni alla so– lidarietà con una politica degasperia– na di effimera difesa di una democra– zia sempre più clericale, rischia di es– sere la strada dell'avventura che con– duce al caos, NUOVA REPUDDLICA PRECISATI GLIOBIETTIVI PERL'UNITÀ ·socIALISTA UNA SPERANZA ANIMA I LAVORA Ecco il leJ/o della dichiarazione politica approvala domenica a Pirenz~ dal co11veg110 11azio11ale di Autonomia Socialista: U NA speranza anima i la– voratori italiani dopo le ele– zioni del 7 giugno 1953 : quella di non essere più ai margi– ni della democrazia italiana e di potere, in un avvenire non trop– po lontano, contare come forza po– litica organizzata in un unico gran– de movimento socialista, al quale debbano guardare tutti i ceti pro– gressivi della nazione per la tute– la dei loro interessi e delle loro esigenze. ~ Una direttiva politica Questa speranza è rinata col crollo della legge maggioritaria, al quale le liste di « Unità Popo– lare » hanno dato un contributo determinante. Ma è rinata soprat– tutto perché, in questa situazione, una larga parte della opinione pubblica italiana si è convinta che solo su posizioni socialiste si può oggi risolvere la crisi delle istitu– zioni democratiche e repubblicane, e far tramontare l'incubo di una collusione fra le forze clericali, monarchiche e neofasciste. L'attesa di una politica socia– lista di democrazia nasce anche dal crollo delle formazioni democrati– che minori, effetto della loro inca– pacità a varare una politica di ter– za forza veramente indipendente dalla Democrazia Cristiana, e dal senso politico dei voti andati ai partiti di sinistra, in un .clima di maggiore distensione interna e in– ternazionale, che non può essere interpretato obbiettivamente che co– me una manifestazione decisa del– la volontà delle classi lavoratrici italiane di rientrare nel gioco de– mocratico, dal quale sono rimaste sostanzialmente escluse dalla fine dei Comitati di Liberazione Na– zionale. Solo un rinnovato e forte par– tito socialista può, in concreto, rappresentare in Italia lo strumen– to necessario ad una tale politica : d'altronde, la fedeltà dell'eletto– rato, che continua a dare allo schieramento socialista nel suo complesso cinque milioni di voti, è la prova migliore che il Paese non vede altre posizioni idonee ad affrontare i problemi di fon– do della società italiana, sul ter– reno della democrazia. Questo stru– mento è però viziato non soltanto da divisioni e da lacerazioni, ma anche dall'arretratezza di molte concezioni, dalla troppo parziale visione dei suoi compiti effettivi, e dalla inadeguatezza a seguire una propria politica, capace di in– dividuarlo senza equivoci rispetto alla politica e agli interessi delle altre maggiori forze operanti in Italia. Vi è dunque, certan1ente, un problema di unità aocialiata; mn questo problema non può e non deve venire risolto col sistema, già infelicemente adottato, delle unificazioni organizzative affretta• te e prive di seria base politica. Non 11 tratta ocmplicemente di tostltuire una aola a più organiz• zazioni sociulistc, n1a si tratta di determinare preventivamente lu direttiva politica da adottare: « Au– tonon1iu Socialista » è un 1novi• mento nato uppunto allo scopo di ruccogliere tutti coloro che sen• tono questa essenziale esigenza di chiarezza, perché possano opcrure colleuivan1ente nello spirito più disinteressato ed aperto; essa non si è rnai proposta né si propone la l'Ìccolu e inutile opera di di– sgregazione orianizzativa, quanto il richiamo di forze nuove alla Jottu politica per Ju trasformazione sociale. Uno dei risultali più importanti delle elezioni del 7 giugno è che , esse hanno costretto così il P.S.I. come il P.S.D.I. nd un serio riesa– me delle loro rispettive politiche. E' troppo !'resto per dire se que• sto riesurne sia la prima fase di una revisione profonda di posizio• ni incornputihili con Je esigenze del Paese, o mosse tattiche di li- 1nllato interesse. ~la è necessario che in ogni caso un nucleo di socialisti non mosso da altre preoc• cupazioni che quella di contribui– re a creare una forte e duratura alternativa democratica resti ad operare su posi~ioni chiaramente autonome. L'unità dei socialisti si deve ~e– seguire prima di tutto nell'azione e negli spiriti, e poi nell'organiz– zazione e i1elle tessere. Una sola politica soCJalista, per avere un solo partito socialista. Ma senza illu– dersi che questa politica socia– lista si possa fare senza i socia– listi e d1e lo strumento della sua attuazione possa essere un gene– rico partito di democrazia laica. I socialisti possono avere commes– so molti errori nel passato; ma ri– mangono pur sempre, sia pure di– visi in formazioni diverse, il nu– cleo più consistente di democrazia laica in Italia. Volere costruire la democrazia senza il socialismo e col concorso solo marginale dei socialisti, significa ripetere, in con– dizioni aggravate, l'esperienza re– cente dei tre partiti minori e con– dannare la democrazia laica italia– na a gravare nell'orbita della De– mocrazia Cristiana, ossia annul– larne le premesse al tempo stesso in cur vengono affermate. Jl compito di Unità Popolare Se dunque « Autonomia Socia– lista » intende mantenere e raffor– zare la sua organizzazione in tut– ta Italia sul terreno del sociali– smo, essa comprende anche la ne– cessità di raccogliere, intorno alla politica proposta per lo schiera– mento socialista nel suo complesso, tutte le altre forze democratiche che si dichiarino disposte a lavo– rare per gli stessi fini, anche se non intendano dichiararsi sociali– ste sul piano ideologico. Il signi– ficato di « Unità Popolare» è stato appunto quello di dimostrare che una azione liberatrice, nell'attuale situazione italiana, può essere con– divisa anche d~ molti che non pro– vengono da un'esperienza o da una formazione prettamente socialista. , Se è vero cne l'unico strumento · concreto di riforme può essere in Italia un forte partito socialista, è anèhe vero che la sua forza sarà tanto maggiore quanto minore sa– rà l'angustia dei suoi confini, la grettezza delle su~ formule, la settarietà delle sue posizioni. Rac– cogliere intorno ad una politica determinata di rinnovamento il massimo numero di forze anche non socialiste è appunto il com– pito dei socialisti coscienti della realtà italiana. « Unità Popolare » ha voluto af– fermare proprio questo: la possi• bilità di dare una battaglia in comune fra socialisli ed altri uo– mini che partecipano delle stesse ansie e delle stesse esigenze per l'a,·venire della democrazia itaJia. na. Questa esperienzu ~a continun .. ta e sviluppata, anche perché una esigenza nuova si va risvegliando in larghe forze cattoliche di bu– se, ed anche ad esse ci si deve rivolgere nel tentativo di allarga- 111ento permanente dei fondamenti della democrazia italiana. « Unità Popolare » resta dunque come pun– to d'incontro e di discussione, in un'organica solidarietà, tra forze democratiche di diversa natura per lo sviluppo di un programma ed il raggiungimento di fini politici volta a volta determinati. Nove punti Un programma di azione socia– lista non può essere frutto di sole trattative fra direzioni dei partiti o dei gruppi parlamentari sociali– sti, e non può limitarsi ali' attuale situazione parlamentare. Il socia– lismo italiano ha il diritto di es– sere qualcosa di ben diverso che un semplice gruppo di pressione sulla democrazia italiana o di una punta avanzata del Partito Comuni– sta. Ma per essere questo, per.es – sere capace di interpretare le esi– genze della maggioranza del po– polo italiano, deve cominciare ad essere se stesso, deve ritrovarsi per essere ritrovato dalla classe lavo– ratrice. Questa unificazione organi– ca, sulla base di un programma comune di azione socialista, è l'uni– co metodo che permetta di risol– vere in modo dinamico ed evo– lutivo la crisi della democrazia italiana. Un socialismo unito po– trà chiedere nuove elezioni, per adeguare lo schieramento parla– mentare al nuovo schieramento rei Paese, e il suo programma d'azio– ne immediata potrà convertirsi in un programma più ampio per por– tare il socialismo al potere. « Auto– nomia Socialista » non s'illude che questi obiettivi si possano raggiun– gere facilmente; tuttavia essi re– stano possibili, mentre non lo era– no fino a pochi mesi fa. Ma non sarebbe possibile conseguire que– sti obbiettivi senza una vita sin– dacale più sana, ispirata esclusi– vamente alla difesa degli interessi della classe lavoratrice, e quindi libera da soggezioni partitiche o confessionali. Gli obbiettivi che « Autonomia Socialista » propone a socialisti e a democratici come base comune d'intesa sono: a) la rapida integrazione de– gli istituti costituzionali, la salva– guardia della pubblica legalità, la moralizzazionedella vita statale, l'opposizione ad ogni tentativo di limitare le libertà costituzionali; b) la difesa della laicità del– lo Stato, con particolare riferimen– to alla scuola e ali' assistenza pub– blica; e con la ripristinata piena libertà di associazione e di culto per le minoranze religiose; e) l'abrogazione così della leg– ge elettorale maggioritaria come di quella del '48, ed il ritorno alla proporzionale pura; d) la tutela organica della li– bertà del cittadino in tutte le sue manifestazioni, contro lo strapotere dell'apparato statale; e) la riforma progressiva del– l'amministrazione centrale' e pe– riferica col criterio di maggiori po– teri agli enti autonomi e minor-i poteri agli organi governativi, di migliore funzionalità e di più ri– goroso controllo dell'amministra– zione~ f) l'azione pianificata' contro la disoccupazione, attraverso una politica economica d'interesse pub– blico, la qualificazione del lavo– ro, la lotta contro l'analfabetismo, la trasformazione dell'attuale or– ganizzazione previdenziale e sani-_ taria, secondo i criteri" di un avan– zato stato moderno; g) la lotta al predominio mo– nopolistico della Confindustria e degli intere1si collegati, l'attuazio– ne della giustizia fiscale,· l'inter– vento statale in alcuni settori di economia pubblica (elettrico, na– vale, telecomunicazioni, idrocarbu– ri) e la distruzione delle barda– ture corporative nei settori priva– tistici; 1) una politica agraria che, di pari passo con lo sviluppo di una riforma fondiaria non limi– tata alla creazione della piccola proprietà contadina, si proponga fini di reale e profonda trasfor– mazione sociale delle nostre cam– pagne; I) infine, una politica inter– nazionale che, mantenendo la so– lidarietà del nostro Paese con la comunità democratica, e operando affinché la sicurezza collettiva sia mantenuta entro limiti rigidamente difensivi, si proponga la unità eu– ropea come strumento di una po– litica autonoma e di pace dell'Eu– ropa nel mondo. Questi punti non rappresenta– no naturalmente che indicazioni di massima. Per rin1uovere gii ostacoli principali che hanno fi. no ad oggi impedito l'inizio di un profondo processo di trusfor– rnazione del nostro Paese, i socia– listi debbono insieme procedere od un'analisi seria e spregiudicatu della situazione italiana, che per• metterà loro di identi ficure questi veri hastion.i della reazione. Con• centrando la lotta su di essi, il .socialismo restituirà alla classe lu• voratrice la fiducia di potere, con le proprie forze, nell'ambito delle istituzioni democratiche, iniziare senza indugi il processo dello pro– pria emancipazione. Indicati gli ostacoli alla ripresa della marcia in avanti, il sociali– smo dovrà anche mostrare al Pae– se le prime conquiste e le prime tras!ormazioni che esso si propo-

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